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domenica 28 febbraio 2016

Lo scandalo: clienti ricattati per il mutuo C'è una banca nei guai per truffa

Clienti ricattati per il mutuo. La banca nei guai per truffa



La Banca popolare di Vicenza è al centro di tre inchieste, due sono a Prato e Udine dove si indaga, riporta Repubblica, per truffa ed estorsione nei confronti di centinaia di clienti e investitori "obbligati" a comprare le azioni dell'istituto, sotto la minaccia di revoca di fidi o mutui.

In sostanza, i clienti e gli imprenditori che avevano bisogno di chiedere prestiti sono stati costretti ad acquistare, in totale, un miliardo di euro di azioni della banca veneta. Una operazione, dichiara il procuratore capo di Prato Giuseppe Nicolosi, vietata e "condotta in assoluto spregio della buona amministrazione". E sono centinaia i risparmiatori friulani e pratesi (artigiani, piccoli imprenditori, pensionati) che hanno perso tutto dopo aver acquistato le azioni della loro banca, il cui valore è poi crollato, che hanno sporto querela.

Drammatico il caso di un pensionato friulano che ha perso tutti i suoi risparmi, 170mila euro, che erano destinati alle cure della moglie malata di cancro. "Non vorremmo che queste indagini si fermassero all'esecutore materiale (ovvero i dipendenti delle filiali che hanno materialmente processato le sottoscrizioni, ndr) che così diventerebbe il capro espiatorio, lasciando impuniti coloro che realmente hanno implicazioni su scala nazionale", spiega Barbara Puschiassis della Federconsumatori del Friuli. 

sabato 27 febbraio 2016

TRAPPOLA MUTUO Occhio a banche e governo, così possono toglierti la casa

TRAPPOLA MUTUO Occhio a banche e governo, così possono toglierti la casa



Cambieranno le norme sull'esproprio veloce della casa in caso di morosità nel pagamento delle rate del mutuo. A proporre una rivoluzione nei pignoramenti, riporta il Tempo, è il governo con un decreto legislativo sui finanziamenti ipotecari. E' stato infatti trasmesso alla Camera l'atto del governo n. 256 che modifica alcuni punti salienti del testo unico della Finanza. Nel recepire la direttiva europea 2014/17, il provvedimento agevola le vendite forzose degli immobili da parte delle banche cancellando l'articolo 2744 del codice civile, che vieta il cosiddetto "patto commissorio" e cioè "il patto col quale si conviene che, in mancanza del pagamento del credito nel termine fissato, la proprietà della cosa ipotecata o data in pegno passi al creditore".

Le banche potranno quindi impossessarsi dell'immobile e metterlo in vendita per soddisfare il proprio credito qualora il mutuatario sia in ritardo con il pagamento di 7 rate, anche non consecutive. Il decreto dà anche la possibilità alle banche di vendere gli immobili a qualsiasi prezzo pur di recuperare i propri crediti. 

PIANO DIABOLICO Le mani di Equitalia e Pd sui nostri conti correnti

Le mani nei nostri conti correnti: il piano diabolico di Equitalia e Pd



Contro l'evasione fiscale ci vogliono poteri speciali. Lo sostiene l'amministratore delegato di Equitalia Enrico Maria Ruffini davanti alla commissione parlamentare di vigilanza sull'anagrafe tributaria. Insomma, i risparmi degli italiani (conti correnti, depositi, azioni, obbligazioni), scrive il Giornale, sono in pericolo.

"Allo scopo di consentire che siano intraprese azioni di recupero puntuali ed efficaci", spiega Ruffini, "sarebbe importante accordare alle società del gruppo la fruibilità, in forma massiva e a cadenze ravvicinate, di informazioni attuali in ordine alla consistenza effettiva dei rapporti che i debitori intrattengono con gli operatori finanziari". In sostanza, se diventasse legge, gli esattori con un clic potrebbero passare subito all'incasso, saltando l'eventuale verifica in contraddittorio (anche giudiziario) con il cittadino interessato. 

Tra il 2000 e il 2015 su 1.058 miliardi di crediti da riscuotere Equitalia ne ha intascati solo 51, il 5 per cento. E ora tira dritto, forte anche di una promessa del Pd, che in Commissione Finanze del Senato, attraverso la relatrice Lucrezia Ricchiuti, aveva fatto: "Restituire al concessionario pubblico efficienza di recupero", garantire "libero accesso a tutte le informazioni finanziarie che riguardano i contribuenti, come i conti bancari italiani e quelli all'estero, la compravendita di auto o di imbarcazioni, i conti titoli".

Gira una voce su Renzi, "Lo abolirà". Altra mancia elettorale (con fregatura)

"Abolirà il bollo auto": la mossa elettorale di Renzi (con fregatura)



Bonus 80 euro, bonus per i 18enni, il concorsone scuola. Ad ogni scadenza elettorale, Matteo Renzi ha sempre preparato un'arma in grado di convincere gli scettici a votare per lui e per il Pd. D'altronde, tra le capacità innegabili del premier va riconosciuta quella di trasformare ogni appuntamento con le urne in un referendum sulla propria persona. E si sa, se quella persona elargirà qualche mancia, qualche elettore si lascerà pur convincere. Ora il voto incombe ancora ma a differenza degli ultimi 2 anni il governo ci arriva con il fiatone, tra Pd spaccato, maggioranza-Frankenstein e provvedimenti non sempre graditi all'elettorato, anche quando rivisti e corretti come nel caso delle unioni civili. Come ricorda Francesco Verderami sul Corriere della Sera, Renzi ha speranze concrete di vittoria solo a Milano, mentre da Napoli a Roma passando per Bologna le prospettive per i suoi candidati sono decisamente complicate. Urge, dunque, un colpo a sorpresa. Secondo il retroscenista del Corsera l'asso nella monica è lì lì da essere calato in tavola: "Nella maggioranza - scrive - circola voce sull'abolizione del bollo auto". Mossa assai gradita a tutti gli italiani possessori di un mezzo. La fregatura? Dietro l'angolo, perché "il conto è da lasciare alle Regioni".

Una pioggia di miliardi per Putin: l'accordo (di guerra) con la Cina

Una pioggia di miliardi per Putin: l'accordo (di guerra) con la Cina



L'intervento dei caccia russi in Siria è stato uno dei migliori spot per l'industria militare di Mosca che nel 2016 cominciano a incassare le prime grosse commesse da diversi Paesi. I cinesi, per esempio, sono rimasti particolarmente colpiti dai Sukhoi Su-35S, ammirati anche al Singapore Airshow la scorsa settimana, come riporta Italia Oggi, a tal punto che anche l'agenzia Tass conferma la volontà di Pechino di acquistare almeno 24 caccia all inclusive. Una commessa del valore di 2 miliardi di dollari. La Cina sarebbe la prima potenza a dotarsi dei caccia russi, ma non l'ultima di quest'anno. A ruota c'è l'interesse anche dell'India, già intenzionata a comprare 40 caccia da Vladimir Putin, in particolare il modello Su-30Mki, sviluppato in collaborazione con l'aeronautica militare indiana e assemblato in India. Altre richieste arrivano al Cremlino dal nord africa, tutte da definire, e dall'Indonesia, pronta a sostituire la sua flotta fatta degli obsoleti caccia americani, gli F-5E/F.

La rinascita - Per l'aviazione russa è uno dei momenti più floridi, almeno stando ai dati dell'agenzia Rosobornexport, specializzata nell'intermediazione degli scambi commerciali import-export per la Russia. Mosca può vantare un portafoglio di ordini da 20 miliardi di euro solo per i velivoli. Un giro d'affari sviluppato da una delle tecniche di marketing più banali che esistano: "L'aumento della domanda - ha detto Sergey Kornev, capo dipartimento export - è stato facilitato dalla convenienza economica dei modelli russi, dalla reputazione della Russia come partner affidabile e dalla cooperazione tecnica e militare stretta con i vari paesi".

Eccezionale impresa dell'italiano Moro: nessuno al mondo ci era riuscito

Eccezionale impresa dell'italiano Moro: nessuno al mondo ci era riuscito



Simone Moro è diventato il primo uomo nella storia a scalare il Nanga Parbat, 8.125 metri in Pakistan, durante la stagione invernale. Assieme a lui anche lo spagnolo Alex Txicon e il pakistano Alì Sadpara. L'impresa era stata tentata 31 volte prima della riuscita, con la cordata che è arrivata in cima alle 11.37 (ora italiana). Per Moro, ormai un simbolo dell'alpinismo italiano e mondiale, si tratta del quarto ottomila scalato durante l'inverno. All'appello degli 8000, solo il leggendario K2 non è ancora stato scalato da nessuno durante la stagione invernale. Il gruppo era partito dal campo 4 a 7200 metri e ora sta effettuando la discesa. Tamara Lunger, altoatesina, si è fermata qualche metro prima della vetta. 

Finisce un'epoca nel calcio mondiale Eletto il nuovo numero 1 della Fifa

Gianni Infantino eletto presidente della Fifa: prende il posto di Blatter



Finisce un'epoca nel calcio mondiale, quella di Sepp Blatter: Gianni Infantino è il nuovo presidente della Fifa. Il dirigente svizzero di origine italiana, segretario generale della Uefa, ha raccolto al secondo turno 115 voti, più del necessario (ne bastavano 104) per ottenere la presidenza della Federazione internazionale. Battuta la concorrenza dello sceicco Salman Bin Ibrahim al Khalifa, che si è fermato a 88 voti. Appena 4 preferenze per il principe Alì di Giordania, zero per Jerome Champagne. Il quinto candidato, Tokyo Sexwale, si era ritirato prima che prendessero il via le votazioni.

Marina, arriva la maxi stangata Ecco come la vogliono punire

Mondadori-Rcs: gli ordini dell'Antitrust a Marina Berlusconi




Erano attese da tempo le prescrizioni dell'Antitrust sull'acquisto di RCS Libri da parte di Mondadori. E l'Authority per la concorrenza non ha avuto mano morbida con la casa editrice di Segrate, che per l'acquisto di RCS Libri ha sborsato 126 milioni di euro.

Come scrive Il Fatto Quotidiano, la prescrizione  più importante è la rinuncia da parte del gruppo guidato da Marina Berlusconi a Bompiani e Marsilio (Sonzogno compresa). La vendita dei due marchi ridurrà, secondo le stime, del 4-5% la quota di mercato che Rcs Libri (10-12% totale) porta in dote a Mondadori (25%). L' aggregato, insomma, dovrebbe valere - a cessioni fatte - il 32% del mercato più ricco.

Altro punto all'ordine del giorno era l'acquisizione dei diritti d'autore. Mondadori dovrà rinunciare per tre anni al diritto di opzione sulle opere future, al diritto di preferenza per il rinnovo e al diritto di prelazione per le opere in raccolta. Data la durata media dei contratti, ha scritto Segrate nella sua memoria, l' effetto di questa misura si trascinerà fino al 2029.

Quanto alla distribuzione degli e-book Mondadori è obbligata per tre anni alla messa a disposizione dell' intero catalogo a condizioni eque, trasparenti, non discriminatorie e orientate ai costi a tutte le piattaforme di vendita che ne facciano richiesta. Poi c' è il tema delle librerie: Mondadori e Rcs Libri, in proprio e in franchising, sono colossi della vendita al dettaglio: per i prossimi tre anni e mezzo dovranno garantire la "presenza di un numero di titoli editi da soggetti terzi pari ad almeno il 40% del totale dei titoli esposti e farlo in modo adeguato e in numero proporzionale rispetto a quanto avviene per i titoli Mondadori e Rcs Libri della medesima tipologia.

Pd esploso: renziani contro sinistra dem Quello sfottò: "E' colpa vostra se..."

Il Pd esplode sopra la mina Verdini. Speranza: "Congresso subito". La Serracchiani: "Tutta colpa tua"



Dalle unioni civili al "tutti contro tutti". Il Pd uscito a pezzi dalla trattativa sul ddl Cirinnà sta vivendo ore da psicodramma. Roberto Speranza, ex capogruppo alla Camera e leader dei dissidenti dem, ha invocato chiaro e tondo "un Congresso, subito". Non nel 2017, dunque, ma nelle prossime settimane, perché la linea decisa dal premier Matteo Renzi, che ha ceduto ad Angelino Alfano sulle adozioni gay e ha imbarcato i voti di Denis Verdini, non può più essere tollerata. L'ingresso ufficioso dei verdiniani nella maggioranza con il voto di fiducia "tocca l'identità profonda del Partito Democratico - spiega Speranza -. Il Pd è nato per essere cardine del centrosinistra", invece "giorno dopo giorno rischia di diventare altro e per me questo non è accettabile". Dunque, è la sfida a Renzi, "non si può più stare zitti ed è il momento che si faccia una discussione vera sulla identità del Pd e l’identità di un partito si può decidere solo in un congresso, chiediamo che si faccia il congresso anticipato". La differenza con il governo Letta (in cui il Pd era a braccetto con Scelta Civica e Forza Italia), Speranza spiega: "L'appoggio di esponenti di centrodestra è diverso, perché allora era indispensabile avere quei voti per far nascere un governo. Ora si tratta di un governo che già esiste. È indispensabile ricordare la dialettica dinamica parlamentare di quei giorni". Il punto, è la sua accusa durissima a Renzi, è che ora "sta cambiando la prospettiva politica: si sta costruendo un patto organico con residui del berlusconismo".

Serracchiani raggelante - Le parole di Speranza, che raccolgono ampio consenso nell'ala sinistra del partito (non a caso già giovedì Pierluigi Bersani aveva invocato un congresso anticipato), trovano la replica stizzita dei renziani della prima ora e non. "A Speranza ricordo che Verdini ha votato la fiducia al governo Monti e l'ha votata al governo Letta, oltre ad aver votato ieri per le unioni civili, passaggio storico atteso da anni - commenta Debora Serracchiani, vicesegretaria del Pd -. Il gruppo di Verdini non c'entra nulla con il Pd, non fa parte  del nostro partito e mai ne farà parte. L'unico a tenere quotidianamente insieme il Pd e Verdini è proprio Speranza, che insegue i propri fantasmi o forse più semplicemente le dichiarazioni dei Cinque Stelle e di Forza Italia". Poi la battuta, raggelante: "Forse, più che al congresso del Pd, vuole candidarsi a segretario di Ala? Sicuramente avrebbe più chance. Se invece vuole candidarsi segretario del Pd si accomodi, ci metta la faccia al prossimo congresso. Vedremo chi vincerà e chi perderà". Tradotto: prove tecniche di scissione.

Addio alla ricetta, ora cambia tutto Come avere le medicine in farmacia

Dal 1 marzo addio alla vecchia ricetta: arriva quella elettronica




La vecchia ricetta va in pensione e cede il passo a tablet e computer. L’applicazione a regime della normativa sulla circolarità nazionale della ricetta dematerializzata è prevista per il 1 marzo, quando le farmacie dovrebbero essere nelle condizione di calcolare ticket e regime di esenzione vigente nella Regione di provenienza del cittadino. La legge che manda in soffitta i blocchetti rossi del nostro dottore è in realtà del dicembre 2015 e recepisce un decreto di più di tre anni fa.

Dopo una serie di blocchi informatici ora ci siamo: per prescrivere un farmaco, un accertamento o una visita, il medico si collegherà a un sistema informatico, lo stesso visibile al farmacista che ci consegnerà pillole o sciroppi. Ma ricetta elettronica, sottolinea la federazione dei medici di famiglia Fimmg, non è ancora sinonimo di abolizione della carta. Per ora, infatti, riceveremo dal dottore un piccolo promemoria da consegnare al bancone della farmacia, che permetterà di recuperare la nostra prescrizione anche in caso di malfunzionamenti del sistema o assenza di linea internet. Ma quando il sistema andrà a regime anche questo foglietto sparirà, rendendo la procedura interamente paperless.

Ma come funziona, nel concreto, il nuovo sistema? I dottori, per effettuare una prescrizione, si connettono dal proprio pc a un apposito portale: compilando la ricetta sullo schermo, identica a quella cartacea, un Nre (numero ricetta elettronica) sarà associato al nostro codice fiscale, aggiungendo in automatico anche eventuali esenzioni. Il sistema stampa quindi il promemoria, con il quale possiamo andare in farmacia: con i dati presenti, attraverso i codici a barre stampati sul piccolo foglio A5, il farmacista recupera la prescrizione direttamente on-line e ci consegna la medicina di cui abbiamo bisogno.  In questa prima fase di avvio, fino a fine 2017, sono ancora esclusi dal nuovo metodo alcuni farmaci come gli stupefacenti, l’ossigeno, le prescrizioni per erogazione diretta in continuità assistenziale, i farmaci con piano terapeutico Aifa. La ricetta elettronica, in compenso, vale in tutte le farmacie del territorio nazionale, sia pubbliche che convenzionate. Questo significa che i farmaci potranno essere ritirati anche fuori dalla regione di residenza. 

CENTRODESTRA, I NUMERI Il sondaggio clamoroso vince solo se candida lui

Il sondaggio che lancia Marchini: il centrodestra vince solo se candida lui



Il centrodestra è diviso, i suoi elettori no. Secondo il sondaggio Ipr di cui pubblica i passaggi salienti il Corriere della Sera, Alfio Marchini è l'unico candidato in grado di battere a Roma la grillina Virginia Raggi. Peccato che, almeno al momento, le forze del centrodestra siano ancora divise su nomi e strategie da tenere. 

Lo scenario - Marchini da solo avrebbe il 14%, con il Movimento 5 Stelle al 25,5% e il Pd con Roberto Giachetti (che dovrà però vincere le primarie contro Morassut) secondo al 22%. Guido Bertolaso sarebbe al 21% mentre la lista Noi con Salvini da sola si fermerebbe al 2,5%, superato dall'ultra sinistra di Stefano Fassina (5,5%) e dalla destra di Francesco Storace (5%). Bertolaso meglio di Marchini, dunque, ma anche qualora riuscisse a scavalcare Giachetti e arrivare al ballottaggio, non riuscirebbe a conquistare i voti del centrosinistra e battere la Raggi. Se invece il centrodestra si schierasse con Marchini (anche senza il sostegno di Giorgia Meloni), Alfio arriverebbe al 29% e al secondo turno guadagnerebbe il 52% dei voti contro il 48% della grillina. Certo, resta la variabile Meloni: senza di lei Fratelli d'Italia da sola sarebbe al 14%, ma se davvero scendesse in campo le carte potrebbero cambiare. 

venerdì 26 febbraio 2016

Caivano (Na): Lo Sportello Amico Online promuove: "La cultura quale mezzo di contrasto alla violenza"

Caivano (Na): Lo Sportello Amico Online promuove: "La cultura quale mezzo di contrasto alla violenza"


a cura di Gaetano Daniele



Da sinistra verso destra: Giuseppe Mellone, Teresa Fusco,
Gaetano Ponticelli, Cinzia Buonfiglio, Lorenzo Frezza


Questo ambizioso progetto portato avanti con passione dal gruppo consiliare di Forza Italia, composto da: Teresa Fusco, Cinzia Buonfiglio, Gaetano Ponticelli, Giuseppe Mellone e Lorenzo Frezza, ha come obiettivo l'attivazione di uno "Sportello Amico Online" per il cittadino, che consenta l'erogazione di un sistema unitario di servizi per cittadini ed impresa, fruibile nell'ambito territoriale della comunità e non solo. Parte quindi lanciando il primo convengo: "La Cultura quale mezzo di contrasto alla violenza". Il Convegno sarà seguito da una serie di eventi ad oggetto: Stalking, violenza sulle donne, violenza sui minori, la politica al femminile, pari opportunità, e finirà con il tema: "Maggio della Donna". I partecipanti, ma anche tutti i lettori e i cittadini di Caivano, potranno rivolgersi allo "Sportello Amico Online", sia per un contributo di idee ma anche per usufruire di una consulenza psicologica e legale gratuita, seguita appunto, dall'avvocato Teresa Fusco, una delle responsabili dello "Sportello Amico Online".

A breve su www.ilnotiziariolocale.blogspot.com verrà pubblicata la data ufficiale del primo convegno. 

Per rivolgersi allo "Sportello Amico Online", telefonare negli orari d'ufficio al seguente numero: 380 20 60 478, oppure scrivere all'indirizzo E_mail: sportelloamicoonline@libero.it

Verdini e quel piano per la scissione: chi è il big che spaccherà Renzi e Pd

Rivolta Pd contro Renzi: il piano di Bersani per spaccare premier e partito



Hanno incassato in silenzio l'umiliazione sulle unioni civili, con lo stralcio delle adozioni gay, l'obbligo di fedeltà, la vittoria di Angelino Alfano e lo smacco dell'ingresso non ufficiale nella maggioranza di Denis Verdini. Ora, però, gli uomini della minoranza Pd si preparano alla guerra contro Matteo Renzi, guidati da un irriducibile: Pierluigi Bersani. Giovedì in Senato si sono astenuti tra i dem i soli Luigi Manconi e Felice Casson, ma all'interno il partito è una polveriera e quella frase del premier "ha vinto l'amore" suona, dopo qualche ora, una ironica reliquia del passato. 

Lo spettro della scissione - Altro che amore, sarà una guerra. "Faremo di tutto per evitare la scissione", spiega Roberto Speranza, ex capogruppo e capofila della sinistra democratica. Quella parola, "scissione", è un fantasma che aleggia sul Pd renziano da mesi ma mai come oggi appare minaccia concreta. "Si apre un problema grande come una casa - ragiona Bersani -. A dispetto di quello che dice Verdini, l'esperto in giravolte parlamentari, sono molto preoccupato". 

"Verdini è troppo" - Il tema è proprio l'appoggio dei transfughi berlusconiani, che si preannuncia decisivo nei prossimi mesi. Hanno votato la fiducia, Renzi non ha intenzione di salire sul Colle per formalizzare la nuova maggioranza (perché al momento ieri i 18 voti di Ala si sono "aggiunti" ma non sono stati fondamentali) come suggerisce anche l'ex presidente Giorgio Napolitano. Ma se anche un ex renziano di ferro come Matteo Richetti esce allo scoperto con un "Verdini che dà la fiducia è oggettivamente troppo" significa che la febbre anti-Renzi sta crescendo oltre il livello di guardia.

Anticipare il Congresso - Di sicuro, però, dentro il Pd Bersani e i suoi vogliono accelerare la data del Congresso, previsto per il 2017. Mai come in questo caso Renzi rischia lo scontro frontale con i suoi dissidenti, tanto più clamoroso perché fatto dentro casa, davanti a tutti, e non più dietro messaggi più o meno cifrati via stampa o nelle segrete stanze dei Palazzi romani.  

Rom e Bertolaso, lo smacco della Pivetti Irene torna e si candida: ecco con chi

Rom e Bertolaso, lo smacco della Pivetti. Irene si candida: ecco con chi



Conduttrice tv, prima presidente della Camera leghista sulle rovine della Prima repubblica, ora candidata a sindaco di Roma per il centrodestra. Non smette di sorprendere Irene Pivetti, lanciata "da un gruppo di amici romani" come candidata alle primarie tra Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia. Al Tempo, la Pivetti gioca di modestia e furbizia, tiene a giusta distanza l'etichetta di leghista della prima ora, ma sa tenere ferma la barra quando si tratta di argomenti sensibili all'elettorato di Matteo Salvini. La sua diplomazia è altissima quando evita di infierire sulle polemiche per gli scivoloni a tempo record di Guido Bertolaso, passato da candidato unico della coalizione, a problema imbarazzante. Secondo la Pivetti: "Bertolaso è stato spericolato - ma a proposito degli scontri interni - li guardo con ottimismo, perché il centrodestra si sta rinnovando e cerca un nuovo modo per esprimersi, nuovi punti di riferimento". Da un lato il suo talento equilibrista e rassicurante, dall'altro la Pivetti sorprende quando prende una posizione salviniana, ma in salsa pivettiana, per esempio sui terribili campi rom della capitale: "Le dico questo - racconta - quando lavoravo a Domenica In tornavo a casa dalla Dear col 69, l'autobus che fa due fermate davanti ai campi rom. Questa situazione non è normale, è una patologia che siano zone della città strutturalmente insicure anche alle cinque del pomeriggio. I rom stessi non lo considerano normale. Quindi quei campi vanno chiusi, va trovata una collocazione compatibile con la vita ordinata e normale delle nostre città".

Caivano (Na): La Giunta è come l'aggiunta

Caivano (Na): Ora festeggiamo poi pensiamo alla Giunta Si è festeggiato ma la Giunta stenta a decollare Problemi per la formazione della cosiddetta Fase 2


di Gaetano Daniele


"I festeggiamenti poi la Giunta". Il più grande fallimento politico degli ultimi 15 anni è targato Simone Monopoli. Dopo 8 mesi ancora con il nodo Giunta. Se ci pensiamo bene e strofiniamo bene gli occhi oggi doveva essere il momento storico di Simone Monopoli: il salvatore della patria promesso al Comune da tipo SEMPRE, rimasto fuori dai giochi politici che hanno preceduto l'attuale e nuova formazione politica. Forte di una opposizione collaboratrice che sfugge quasi sempre alle domande chiave, con la sola differenza che nell'amministrazione Falco il PD passò direttamente dalle fila dell'opposizione in maggioranza. Oggi, invece, si corre al silenzio stampa, oppure alle frivole accuse reciproche di routine tanto per alzare un po di vapore acqueo, altro che fumo. Ma dov'è finito il leader delle opposizioni del Partito Democratico Luigi Sirico, considerato che Monopoli dopo due mesi circa non riesce a formare neanche la Giunta?. Solo l'architetto Francesco Emione di Liberi Cittadini, scese in campo e a tutto oggi non scende a compromessi sottobanco. Difatti, è di pochi minuti fa la critica che lancia all'attuale amministrazione a guida Monopoli: Il vicesindaco ha dato le dimissioni un mese fa. Un altro assessore ancora prima. La pubblicistica di regime proclamava “urbi ed orbi” l’inizio della fase 2. Ad oggi, si registra il nulla assoluto, un consiglio comunale andato deserto, un altro che si è svolto nello squallore totale di un ‘Aula priva delle forze politiche di opposizione (non consociative). Pare che il sindaco abbia deciso di varare una giunta cd. tecnica di alto profilo e mandare a casa tutti gli assessori. La prima giunta di Monopoli ha fallito. L'annunciata giunta tecnica è però un vulnus della democrazia, l’attestazione del fallimento della politica, la rappresentazione plastica che l’Ente pubblico è guidato da una classe dirigente che si autodichiara incompetente. La maggioranza si è presto frantumata. Monopoli ha avuto bisogno dei “vituperati” vecchi amministratori per guidare il Consiglio Comunale e puntellare la maggioranza. Oggi i voltagabbana bistrattati dal “Monopoli oppositore” sono i suoi alleati più saldi. Il dibattito è miseramente limitato alle nomine in giunta. I consiglieri comunali cambiano partito come al calciomercato. E mentre la maggioranza continua sulla scia delle più infelici pratiche della prima repubblica, la città aspetta la soluzione dei problemi reali. Povera Caivano. 

Insomma, per Monopoli la Giunta comunale non è un valore aggiunto. Si può governare anche senza Giunta, infatti, sono circa due mesi che il Paese attende di vedere una maggioranza unita e compatta, ciò che non è in grado di offrire Monopoli, nonostante abbia aggregato sul suo carro, sul carro del vincitore, tutta l'informazione locale e non solo, addirittura aperto la porta al direttore editoriale di julie news dott. Giovanni De Cicco, che pesa alle casse comunali oltre i 40 mila euro per l'intero mandato (Quinquennio). 

In breve, bene leggere sui quotidiani, periodici, settimanali o blog vari vicino al sindaco che l'attuale amministrazione Monopoli sta facendo bene (bene cosa se a distanza di circa due mesi non è in grado di offrire al Paese la giusta stabilità). Bene leggere tutto, è politica, come potrebbe un addetto stampa che percepisce uno stipendio (dai contribuenti) da chi lo ha fatto nominare scrivere contro o male? ma come ricordavamo poc'anzi, i festeggiamenti ed il divertimento è terminato. Il Paese attende. 

Sfortunato Napoli: spreca e il Villareal lo elimina. Fiorentina ko, travolta dal Tottenham

Sfortunato Napoli: spreca e il Villareal lo elimina. Fiorentina ko, travolta dal Tottenham




Serata amara per le italiane in Europa League: Napoli sfortunato. I partenopei, al San Paolo, pareggiano per 1-1 col Villareal e non riescono a ribaltare l'1-0 dell'andata: dominano, passano in vantaggio con Hamsik ma vengono beffati da un tiro-cross di Pina. Ancora a secco Higuain. La Fiorentina invece viene travolta a Londra: 3-0 del Tottenham, con reti di Mason e Lamela, chiude un'autorete di Gonzalo Rodriguez. Divario troppo netto: Viola eliminata senza troppi rimpianti.

Ronaldo viene umiliato in Vaticano: cacciato dal Papa (per due donne)

Ronaldo umiliato in Vaticano: cacciato dal Papa per colpa di due donne. Cosa ha combinato



Non è bastato essere Ronaldo Luís Nazário de Lima per saltare le guardie all'ingresso di piazza San Pietro e raggiungere Papa Francesco, che in effetti lo aspettava per un incontro già fissato da tempo. Il brasiliano è stato rimbalzato dai responsabili della sicurezza vaticana per colpa di due donne in sua compagnia, due signore vestite di bianco, non proprio il colore giusto per un incontro col Papa. Secondo il cerimoniale vaticano, infatti, il bianco è riservato a pochissime persone, una di queste è naturalmente il pontefice. E così il Fenomeno ha dovuto rinunciare, con enorme delusione.

Ahi, ahi, ahi, dottor Scotti: ora sono guai "Cinque anni di galera al boss del riso"

Ahi, ahi, ahi, dottor Scotti. Enormi guai per il boss del riso: "Cinque anni di galera"



Grossi guai, dottor Scotti: è stata chiesta la condanna a cinque anni di carcere per Angelo Dario Scotti, patron dell'azienda che produce riso. Nei suoi confronti la Procura della Repubblica di Roma ipotizza il reato di corruzione, che si sarebbe realizzato con il pagamento di 100mila euro a due ex funzionari del Gestore servizi elettrici pur di non perdere un contributo di 7 milioni destinato all'inceneritore del Bivio Vela di Pavia, gestito dalla Riso Scotti energia, su cui erano state trovate irregolarità. La richiesta è stata formalizzata all'udienza di mercoledì mattina al Tribunale collegiale di Roma. È stata invece chiesta l'assoluzione per il reato di truffa.

Mario Giordano massacra la Madia: quanto paghiamo per lei (cifre folli)

Mario Giordano massacra la Madia: quanto paghiamo per lei (cifre folli)


di Mario Giordano



Il consulente per contare le rane verdi? L' abbiamo visto. Il consulente per censire i piccioni? Pure. E poi c' era quello per studiare l' insetto che distrugge le viti. Quello esperto in bande e pro loco (evidentemente specializzato in tromboni). Un consulente per dire che, se si spengono le luci in casa, si risparmia energia. Un consulente di sicilianità per affermare nelle scuole gli elementi costitutivi essenziali dell' identità siciliana. E soprattutto, somma meraviglia, abbiamo ammirato pure il consulente in risparmi, pagato decine di migliaia di euro per spiegare che lo Stato ha molti modi per ridurre le spese. Il primo dei quali, paradosso nel paradosso, è ovviamente ridurre i consulenti.

In effetti, in tutti questi anni, la Pubblica Amministrazione ci aveva abituati a ogni tipo di sperpero. Ora, però, con l' arrivo del ministro Marianna Madia ci siamo superati: le consulenze esterne, infatti, si sono moltiplicate come le avventure della sua amata Peppa Pig: +61 per cento in un solo anno. Proprio così: alla faccia della spending review, siamo passati da 737 milioni a 1 miliardo e 190 milioni, cioè 453 milioni di euro in più. 453 milioni di euro che anziché essere destinati ai poliziotti, ai rinnovi contrattuali o al miglioramento dei servizi, sono stati dispersi a pioggia nelle tasche dei sedicenti esperti. Che poi non è mai dato sapere se sono davvero esperti di qualcosa. A parte coltivare le giuste amicizie, s' intende.

Eppure ormai pendiamo dalle loro labbra. Ci avete fatto caso? Non ci sono mai soldi per nulla, ma per pagare un consulente spunta sempre il tesoretto garantito. Possibile che su 3 milioni di dipendenti pubblici non ce ne sia qualcuno esperto in bande o pro loco? O qualcuno in grado di dire che spegnendo le luci di casa si risparmia energia? Davvero bisogna ricorrere al parere di un esterno? E, dopo il consulente per le rane verdi e per i piccioni,per aumentare la spesa in un anno del 61 per cento (sessantuno per cento), che si saranno inventati nella Pubblica Amministrazione? Il consulente per pestare le zampette ai gufi? O quello per spennare i polli (pratica nella quale, per altro, sembrano già piuttosto esperti)?

Dall'Autan alle noci - O per mettere il perizoma al toro da monta? O per spalmare l' Autan alle zanzare? O per rompere le noci a Cip e Ciop? O un consulente per spiegare alla Madia le sue leggi, visto che spesso dimostra di non conoscerle?

In questo caso si tratterebbe di un consulente utile, sia chiaro. Non è detto, infatti, che tutti i consulenti siano da buttare. Non è detto che siano esperti soltanto nel togliere le occhiaie ai panda o a far la ceretta allo Yeti, per citare il mitico Bersani di Crozza.

Qualcuno, magari, ha conoscenze davvero utili e irreperibili in altro modo. Ma per un miliardo e 190 milioni di euro? E con un aumento del 61 per cento in un anno? Ma voi mi dite in quale azienda del mondo un dirigente si può permettere di aumentare, senza motivo, le consulenze del 61 per cento in un anno? Arriva il nuovo dirigente d' impresa: «Scusate, ho bisogno di aumentare le consulenze del 61 per cento». Oppure arriva il nuovo capo stabilimento: «Scusate, ho bisogno di aumentare le consulenze del 61 per cento». Immagino la risposta del buon senso: e lei che ci sta a fare, scusi? Sa fare il suo lavoro oppure è solo un selezionatore di esperti? Un distributore di gettoni? Un dispenser di contratti d' oro?

Nel caso si accomodi, possiamo fare a meno di lei… Lo stesso dovrebbe valere per lo Stato, anzi ancor di più visto che si tratta di soldi di tutti noi. Il dato sulle consulenze, riportato dallo stesso ministero nella sua relazione 2015 al Parlamento, si riferisce al 2014: non risulta che, nel 2014 rispetto al 2013, la struttura della Pubblica Amministrazione sia cambiata a tal punto da richiedere un intervento massiccio di consulenti esterni.

Risparmi un corno - O meglio, l' unico cambiamento rilevante è stato che all' inizio del 2014, a differenza che all' inizio del 2013, la Madia era ministro. Ma a questo punto, visto che ogni giorno si parla - e giustamente - di risparmi e strette e sacrifici nella Pubblica Amministrazione, a noi viene il dubbio: se con la Madia al ministero è necessario spendere 453 milioni in più di consulenze, anziché assumere nuovi esperti non sarebbe meglio licenziare il ministro? Se serve per prendere rapidamente una decisione, siamo disponibili a offrire consulenza. Gratuita, s' intende.

Bertolaso, disastro continuo. Sì, lo ha fatto davvero: che cosa ha scritto su Twitter. Scoppia un nuovo caso / Leggi

Bertolaso-disastro. Sì, lo ha fatto davvero: che cosa ha scritto su Twitter. Scoppia un nuovo caso / Leggi






Di ora in ora, il disastroso inizio di campagna elettorale di Guido Bertolaso s'arricchisce di nuovi capitoli. In particolare, su Twitter (guarda i cinguettii qui sopra). Già, perché il candidato sindaco di Roma prima sceglie il registro poetico: "I fori al buio, il Gra è al buio. Tutto è al buio. Bisogna riaccendere la luce". E fin qui, tutto bene (o quasi). Ma è un secondo tweet a scatenare le ironie della rete (e non solo). Dopo le violenze dei tifosi del Galatasaray in centro a Roma, Bertolaso tutti: "#Calcio. Se sindaco basta tifoserie organizzate straniere a Roma". Ecco, tralasciando la scelta dell'hashtag "#calcio", l'idea del candidato di vietare le trasferte delle tifoserie straniere nella Capitale strappa più di un sorriso: semplicemente, è impossibile. Forse, dopo lo scivolone sui rom "vessati", Bertolaso ha preso un po' troppo sul serio l'idea di mostrare il pugno di ferro...

La "festa gay" rovinata dai giudici Alfano indagato: il siluro e l'accusa

La "festa gay" rovinata dai giudici. Alfano indagato: il siluro e l'accusa



Nel giorno della vittoria de facto sulle unioni civili, a rovinare la festa di Angelino Alfano arriva un siluro da parte della magistratura: il ministro dell'Interno è indagato per abuso d'ufficio dalla procura di Roma. Un fulmine a ciel sereno che arriva a ora di cena. Il tempismo è perfetto: subito dopo la vittoria politica dei centristi, che hanno piegato e rimodellato il ddl Cirinnà, la stangata sul ministro. Nel mirino delle toghe ci finiscono anche il viceministro Filippo Bubbico, il suo segretario particolare Ugo Malagnino, l'ex senatore del Pd Vladimiro Crisafulli, il presidente dell'università di Kore di Enna, Cataldo Salremo. Il reato, secondo l'ipotesi degli inquirenti, sarebbe stato commesso lo scorso 23 dicembre, nel giorno in cui il Consiglio dei ministro approvò il trasferimento ad Isernia dell'allora prefetto di Enna, Fernando Guida.

Nell'avviso di garanzia si legge che Alfano e gli altri indagati risultano "sottoposti ad indagini per il reato di cui all'articolo 323 del codice penale, commesso in Roma il 23.12.2015". E ancora: "In data odierna questo ufficio ha trasmesso il procedimento sopra indicato al competente Collegio per i reati ministeriali, al quale i suddetti possono presentare memorie o chiedere di essere ascoltati". Il provvedimento è firmato dal sostituto procuratore Roberto Felici e dal procuratore aggiunto Francesco Caporale.

Stando alle prime indiscrezioni, il prefetto Guida lo scorso 28 ottobre aveva avviato le procedure e gli accertamenti che si sono conclusi, dopo il suo trasferimento, con il commissariamento dell'università Kore. Dunque si arriva allo scorso prima febbraio, quando la prefettura di Enna con un decreto ha sciolto gli organi amministrativi dell'ateneo nominando tre commissari per un periodo di sei mesi, prorogabili. Si tratta del prefetto Francesca Adelaide Garufi e dei professori Carlo Colapietro e Angelo Paletta. La procedura era stata avviata dopo la proposta, avanzata dalla Fondazione per la libera università della Sicilia centrale Kore di modificare il proprio statuto.

Ecco come non pagare il canone Rai L'avvocato rivela la mossa vincente

Ecco come non pagare il canone Rai: l'avvocato rivela la mossa vincente



Nel 2016, tra pochi mesi, l'annunciata rivoluzione del canone Rai, che come è arcinoto, pur tra mille polemiche, è stato inserito nella bolletta dell'elettricità (a partire dal mese di luglio, forse, perché ad oggi ci sono parecchie incertezze sull'effettiva possibilità di riscossione). La più odiata delle tasse cambia pelle, e promette di farsi pagare da tutti quanti, o quasi. Peccato però che come spiega Panorama, in edicola con un lungo approfondimento sulla gabella, ci siano gli estremi per opporsi alla tassa.

Già, perché in primis il canone è un'imposta espropriativa (in pochi anni di pagamento l'ammontare dell'imposta pagata supera il valore dell'oggetto tassato). Inoltre, secondo più fonti ed esperti, non è legittima la pretesa di un pagamento inserito in una bolletta destinata ad altri servizi (nel caso specifico, l'elettricità). Vi sono poi altre, ed eterne, questioni tutte italiane. Per esempio la Rai è la sola tv pubblica sovvenzionata da una tassa a fare affidamento sulla pubblicità per una percentuale pari al 43% dei suoi ricavi. In Gran Bretagna, alla Bbc, è addirittura vietato fare pubblicità. 

Ed è in questo - avvelenato - contesto che si inserisce l'avvocato tributarista Luigi Piccarozzi, che annuncia di avere già pronti nel suo ufficio un centinaio di ricorsi contro il canone in bolletta. Un faldone pronto a trasformarsi in una vera e propria class action contro il pagamento dei 100 euro che scatterà, nei programmi del governo e di Viale Mazzini, nel mese di luglio. Insomma, ci sono gli estremi per una causa collettiva contro Viale Mazzini, e c'è da scommettere che saranno in molti a voler aderire all'iniziativa. Un'iniziativa che, assicura l'avvocato Piccarozzi, ha ottime possibilità di successo.

giovedì 25 febbraio 2016

SÌ ALLE UNIONI CIVILI Ma è caos per Verdini: "Renzi vada al Quirinale"

"Renzi vada al Colle". Verdini inguaia il governo con il voto sulle unioni gay




Unioni civili: un terreno minato per Matteo Renzi. Nel giorno del voto di fiducia al maxi-emendamento sul ddl Cirinnà - approvato con 173 voti -, scoppia l'ultimo caso: quello di Denis Verdini. L'ex forzista, infatti, ha annunciato il suo "sì", cambiando de facto la maggioranza di governo. E la minoranza democrat storce il naso, così come Forza Italia e Lega Nord alzano i toni, chiedendo a Matteo Renzi di salire al Colle in considerazione del fatto che la maggioranza è cambiata.

Durissimo Matteo Salvini: "Verdini e poltronari vari entrano al governo, ormai è un Parlamento vergognoso. Italiani, andiamo a prederli e chiuderli dentro il palazzo?". La difesa dei verdiniani è affidata a Lucio Barani, capogruppo di Ala, che si difende affermando che "non c'è alcun mercimonio politico. Siamo rimasti fedeli con estrema coerenza al patto del Nazareno, non ci iscriviamo al partito degli sfascisti".

Dunque, il pallottoliere. Secondo i conti Pd prima del voto, la maggioranza poteva contare su almeno 155 voti a favore. Dai centristi alleati, però potrebbero mancare alcuni voti, quattro o cinque, tra i quali quello di Carlo Giovanardi. Il M5s, da par suo, ha deciso di abbandonare l'aula. Le opposizioni, grillini compresi, si attestano sui 120-130 voti: se i 19 verdiniani avessero deciso di votare la fiducia, insomma, la legge sarebbe stata ugualmente approvata, seppur di poco.

Il Partito democratico perde pezzi Clamoroso addio di una big: chi è / Foto

Il Partito democratico perde pezzi. Il clamoroso addio di una big. Chi è




"Non mi sento più a mio agio nel Partito Democratico. E credo proprio che lascerò il mio posto". Michela Marzano, filosofa e deputata del Pd, ha annunciato in diretta a Studio 24 su Rai News 24 di voler mollare il partito perché in disaccordo del ddl Cirinnà sulle Unioni civili: "Resterò coerente con quanto ho sempre detto. Nel momento in cui si dovesse approvare una legge senza la stepchild adoption, una legge che non sarebbe degna di questo nome, molto probabilmente lascerò il Partito democratico".

La professoressa Marzano, ordinaria all'Universitè Paris Descartes e autrice di Papà, mamma e gender psottolinea che "non può restare in un partito che mi chiama per le mie idee e battaglie, che mi convince a lasciare il mio dipartimento alla Sorbona per lavorare ad un progetto, e che poi mi mette da parte e non mi ascolta".

FRANCESCO STA MALE L'annuncio in sala stampa: annullati tutti gli impegni

Papa Francesco sta male, l'annuncio : "Annullate le udienze del giorno"




Papa Francesco "ha qualche linea di febbre", una "lieve indisposizione" che tuttavia non gli ha impedito stamani di celebrare la quotidiana messa a Santa Marta. Lo ha raccontato il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, spiegando che a causa delle lieve indisposizione sono state annullate le udienze del giorno. "Ha una lieve indisposizione - ha spiegato Lombardi - niente di grave, e infatti stamattina ha celebrato la messa a Santa Marta. Per il momento si riposa, di solito si riprende abbastanza rapidamente, comunque vedremo".

Belen umilia ancora Stefano De Martino? Quella frase (da brivido) sulle "palle"

Belen umilia ancora De Martino? La frase (da brivido) sugli attributi (sì, si parla di "palle")




Belen Rodriguez parla col rotocalco Chi, sottolinea l'importanza dell'amore nella sua vita e spiega di avere molta voglia di innamorarsi di nuovo. Dunque, si dilunga su quale sia l'uomo di cui è a "caccia". E per l'ex Stefano De Martino sono dolori. Già, perché la showgirl argentina spiega: "Quello che cerco in un uomo è di sentirmi piccola davanti a lui, voglio che mi faccia sentire quasi imbarazzata dalla sua presenza" (e già la mente corre agli sfottò al povero Stefano, sempre tacciato di essere il "signor Belen"). Dunque, la Rodriguez aggiunge: "Sono impegnativa perché sono ingombrante, ma quando l'uomo perde la presa impazzisco e mi allontano...bisogna avere le palle quadrate per sopportare la mia popolarità". Quest'ultimo un altro messaggio trasversale a De Martino?

Bossetti, dramma in aula di tribunale L'urlo straziante: "Basta, questa roba..."

Bossetti, dramma in aula di tribunale L'urlo straziante: "Basta, questa roba..."




Massimo Bossetti, a processo per l'omicidio di Yara Gambirasio, durante la deposizione della moglie che ha toccato anche le ricerche a sfondo sessuale sui due pc di casa è sbottato e ha esclamato "è intollerabile, basta!". E' successo quando il legale di parte civile della famiglia Gambirasio, Enrico Pelillo, ha cercato di stabilire chi avesse fatto alcune ricerche, elencandole una ad una. Si tratta di ricerche le cui parole chiave sarebbero "sesso" e "tredicenni". La moglie di Bossetti, Marita, ha detto più volte "non posso escluderlo", ribadendo però di non aver mai effettuato ricerche riguardanti tredicenni.

"Berlusconi ha deciso, addio Mihajlovic" Boom al Milan: chi arriva (a sorpresa)

"Berlusconi ha deciso, addio Mihajlovic". Boom al Milan: chi arriva (a sorpresa)




L'indiscrezione corre sul quotidiano catalano Sport. Sinisa Mihajlovic? Silvio Berlusconi avrebbe già deciso: no, non sarà il serbo ad allenare il Milan il prossimo anno. Allora Antonio Conte? Nemmeno. Il Cav avrebbe optato per un nome (quasi) a sorpresa, quello di Unai Emery, il tecnico che ha portato in altissimo il Siviglia (due vittorie in Europa League) e al quale i rossoneri avevano già pensato la scorsa primavera per la successione a Pippo Inzaghi.

Meteo-disastro, l'Italia colpita da Golia Occhio alla data: quando e dove arriva

Meteo-disastro, l'Italia colpita da Golia. Occhio alla data: quando e dove arriva




Possiamo dire addio al clima mite e tendenzialmente sereno di questi giorni perché sta per arrivare il ciclone Golia che cambierà tutto. Dal weekend infatti la perturbazione raggiungerà l'Italia portando un intenso peggioramento sulle nostre regioni con nubifragi, neve e mareggiate per tre giorni. E' il quadro tracciato dagli esperti del sito ilmeteo.it.

Sabato - Tempo in forte peggioramento su Liguria, Piemonte ed Emilia occidentale con piogge intense e locali nubifragi lampo, piogge in diffusione anche sul resto del Nord. Temporali mattutini anche su coste di Lazio e Toscana. Neve molto abbondante sulle Alpi occidentali sopra i 400/700 metri.

Domenica - Maltempo su tutto il Nord e il Centro e Campania. Precipitazioni abbondanti su molte regioni del Nord, Toscana, Lazio, Umbria, Sardegna, Campania, anche con temporali forti sulle regioni centrali. Neve molto copiosa sull'arco alpino sopra i 700/800 metri al Nordovest, dai 1200 metri al Nordest, 1500 metri delle Prealpi orientali. Neve in Appennino tra 1400 e 14600 metri.

Venti - Forti di Scirocco su gran parte dei bacini. Anche di Burrasca in Adriatico e alto Tirreno con conseguenti mareggiate.

Parla il cantante: "Prima della strage..." Bataclan, sospetto horror sulla polizia

Prima del concerto, al Bataclan...". Il terrificante sospetto sulla polizia




Gli Eagles of Death Metal sono tornati sul palco. Un passo doloroso, necessario ma fondamentale per andare avanti dopo i fatti che li hanno resi tristemente noti al grande pubblico nella maledetta notte del 13 novembre 2015, mentre erano impegnati nel concerto al Bataclan. 130 morti, 89 solo nella sala spettacoli: il peggiore attentato terroristico jihadista in Europa, l'attacco che ha fatto sprofondare Parigi all'Inferno. E su quella notte, ora, il cantante della band aggiunge un dettaglio inquietante: secondo quanto ha affermato, i terroristi erano all'interno del locale già prima del concerto. 

Esattamente tre mesi dopo, la band statunitense è tornata a suonare davanti ai propri fan. L'occasione si è presentata a Stoccolma, dove gli EoDM hanno ripreso il tour interrotto dopo la strage, rinominandolo Nos Amis in onore delle vittime, "colpevoli" solamente di aver passato una serata all'insegna della musica. Jesse Huges è il cantante della band, in prima linea quando sono cominciati gli spari e ancora tormentato dal ricordo. 

Huges, soprannominato The Devil (il Diavolo), ha concesso un'intervista a Vanity Fair subito dopo aver concluso la sua performance: "Li cercavo tra il pubblico - dice -, quelli che mi volevano fare fuori. Ma dopo le prime canzoni mi sono rilassato, e la serata si è trasformata nel momento più bello degli ultimi tre mesi. Se chiudo gli occhi vedo un gruppo di ragazze sotto il palco, avevamo chiacchierato prima del concerto, da dietro le quinte le ho viste cadere a terra sotto le raffiche. Avrei voluto salvarle, ma non ho rimorsi: non avrei potuto fare nulla"

In tema di rimorsi, però, Jesse ha un tarlo fisso in testa: "Due di loro, io e Shawn (il tecnico del suono, ndr) li abbiamo visti nel backstage prima che iniziasse lo spettacolo - racconta sempre a Vanity Fair -. Non so da quanto fossero nel locale, di certo erano già lì quando siamo arrivati. Li ho notati perché non corrispondevano, né nell’aspetto né nell’atteggiamento, alla mia idea del nostro pubblico. Uno dei due, poi, ci guardava storto, tant’è che con Shawn ci abbiamo scherzato su. Ma ho provato una strana sensazione di insicurezza... Ovviamente queste cose le abbiamo dette alla polizia". Eppure, il grande pubblico, questo dettaglio lo scopre soltanto oggi: i terroristi, al contrario di ciò che ci è sempre stato detto, per il cantante sarebbero già stati all'interno del Bataclan (e non avrebbero fatto irruzione a concerto iniziato, come invece le autorità hanno sempre sostenuto). Il sospetto, ora, è che le forze dell'ordine volessero coprire qualcosa.

Per inciso, il 16 febbraio gli Eagles sono tornati a Parigi, al Teatro Olympia, dove hanno i reduci di quella folle serata di terrore. Emozione per tutti, anche per il Diavolo, che ha invocato l'aiuto dei fan prima di dare il via allo show: "Vi amo vecchi bastardi, non sapete quanto sia felice di essere qui. Sapete quanto sia emozionato, aiutatemi a cantare"

Una clamorosa rottura: addio, Giletti Caos in Rai, la soffiata: cos'è successo

La clamorosa rottura, addio Giletti: caos in Rai. La soffiata: cos'è successo




Verso una clamorosa rottura: Massimo Giletti, secondo il quotidiano Italia Oggi, è a un passo dall'addio alla Rai. Il conduttore de L'Arena e di Domenica In, dopo 20 anni a Viale Mazzini, starebbe per sbattere la porta. Le ragioni dei dissapori non sono ufficiali, ma in Rai si sussurra che Giletti sia insoddisfatto per il trattamento aziendale: gli avevano promesso prime serate e spin-off de L'Arena, che però non sono mai arrivati. Inoltre, il conduttore avrebbe storto il naso per i rarissimi attestati di considerazione ottenuti da parte dei dirigenti (eccezion fatta per quelli di Giancarlo Leone, che però è stato recentemente "rimpiazzato" nel giro di nomine che ha portato Daria Bignardi alla direzione di Rai3). Giletti, insomma, è scontento, anche perché a Viale Mazzini garantisce ascolti elevati e concreti introiti pubblicitari, uniti a costi di produzioni ridotti al minimo. Tutto pronto per l'addio, dunque, ma per ora non ci sono indiscrezioni su quale potrebbe essere la prossima "tappa" della sua carriera.

Sulle unioni civili la vittoria di Alfano Accordo con Renzi, legge stravolta

Sulle unioni civili la vittoria di Alfano. Accordo con Renzi, legge stravolta




Vince Angelino Alfano. Arriva il via libera della maggioranza al maxi-emendamento sulle unioni civili: dopo lo stralcio della stepchild adoption, così come chiesto da Area Popolare, è stato eliminato anche l'obbligo di fedeltà. La notizia viene riferita da fonti parlamentari. Il premier Matteo Renzi parla di "accordo storico", ma ciò che resta del ddl Cirinnà è profondamente diverso rispetto a quello delle origini e poi "affondato" dalla retromarcia del Movimento 5 Stelle. Il piddino Andrea Marcucci ha confermato che sul maxiemendamento verrà posta la fiducia in senato. Nel testo resta il mantenimento in caso di cessazione dell'unione; prevista inoltre la "separazione lampo", da sancire davanti all'ufficiale di stato civile.

mercoledì 24 febbraio 2016

LA PANARELLO SEGRETA Testimonianza sconvolgente: vicina svela un dettaglio hot

Veronica, una testimonianza sconvolgente: la vicina di casa svela i suoi segreti




“Credevo che il marito di Veronica non fosse Davide, ma suo padre Andrea. Mi sono confusa perché vedevo Andrea e Veronica molto in confidenza. Erano spesso insieme nella casa di lei”. Queste parole, raccolte dal settimanale Giallo in edicola oggi sono state  pronunciate da Vanessa Di Naro, una vicina di casa di Veronica  Panarello, 27 anni, la mamma di Santa Croce Camerina (Ragusa) accusata di aver ucciso il figlioletto Loris. Si tratta di un’intercettazione ambientale, avvenuta in Questura il 27 gennaio 2015. Una testimonianza molto importante soprattutto alla luce della confessione di Veronica Panerello che ha accusato il suocero di aver ucciso il suo bimbo in quanto, questa è la sua tesi, il piccolino era venuto a conoscenza della relazione tra la mamma e il nonno. Andrea Stival ha però negato ogni suo coinvolgimento nel delitto. 

Sentenza choc contro Johnson&Johnson "Questo prodotto è cancerogeno": multa

Sentenza choc contro la Johnson&Johnson: questo prodotto è cancerogeno, multata




Una sentenza contro la Johnson&Johnson accusata di non aver avvertito i propri clienti sulla pericolosità del talco venduto. Il figlio di una donna di 62 anni del Missouri morta  a causa di un cancro alle ovaie, ha combattuto per sua madre e vinto una causa da 65milioni di euro (72milioni di dollari) contro la multinazionale di prodotti per igiene personale e bellezza. Il giudice ha imposto alla ditta il pagamento di 10 milioni di dollari come risarcimento e 62 come azione punitiva per non aver "avvertito i clienti" ed aver agito "in malafede" sulle possibili complicazioni relative all'uso prolungato di talco. Marvin, morta per cancro alle ovaie, usava il talco Johnson&Johnson da anni. La causa portata avanti dal figlio era inserita in una sorta di class action avanzata da altre 60 persone e in tutti gli Stati Uniti si contano 1200 cause contro l'azienda per motivi simili. Il figlio ha spiegato che per la madre usare il talco era un'abitudine quotidiana, come lavarsi i denti.  Johnson&Johnson ha fatto sapere che impugnerà la sentenza perché, hanno spiegato i legali della multinazionale, non c'è alcuna prova del legame tra il prodotto e la malattia. 

Juve batticuore, incredibile rimonta Sotto di due gol, raggiunge il Bayern

Juve batticuore, incredibile rimonta Sotto di due gol, raggiunge il Bayern Monaco




Una Juventus tenace ha tenuto testa al Bayern. Quando sembrava finita, con i bianconeri sotto di due gol la squadra di Allegri ha tirato fuori l'orgoglio ed è riuscita a tenere viva la qualificazione ai quarti di Champions League. Per un'ora i tedeschi sono apparsi di un altro pianeta, al di là dei gol (sui quali ci sono ombre pesanti) di Mueller e Robben. Improvvisa allo Stadium è scoccata la scintilla e l'orgoglio bianconero - unito a un pizzico di presunzione dei Guardiola-boys e ai cambi azzeccati di Allegri (dentro Hernanes, Sturaro e Morata) - ha fatto il resto: le zampate di Dybala e Sturaro hanno rimesso in piedi la partita. Anche se, ovvio, sarà durissima a Monaco di Baviera, dove toccherà vincere. Però c'è ancora partita: se sarà qualificazione, il Bayern se la dovrà sudare parecchio.

Arriva la patrimoniale, la mazzata Un massacro: quanto e come paghi

Italia, è l'ora della patrimoniale. Il massacro: quanto paghi




A poco servono le smentite preventive del ministro dell'economia Pier Carlo Padoan sulla possibile introduzione di una imminente mazzata fiscale, i sospetti che questa stia per arrivare sono sempre più forti. Il dato certo resta l'obiettivo di disinnescare i 35 miliardi di clausole di salvaguardia su Iva e accise e l'aggiustamento, seppur temporaneo, del rapporto Deficit/Pil. Per farlo, secondo Milano finanza, il governo starebbe pensando a un incremento delle tasse con una manovra a tenaglia tra ministero dell'Economia e Agenzia delle entrate.

La tassa - Nel mirino c'è la tassa di successione, aumentata da una parte con il lavoro del governo che sta rivedendo le aliquote e le esenzioni, dall'altra l'agenzia guidata da Rossella Orlandi che sta analizzando a campione sulle polizze vita, uno dei principali strumenti per lasciare il patrimonio in eredità. Da tempo ormai l'Europa chiede al governo Renzi di calcare la mano sui contribuenti con una patrimoniale che permetta di quadrare i conti. Nei primi undici mesi del 2015, scrive il Giornale, il gettito della tassa di successione è stato di 605 milioni di euro, con un incremento del 15% rispetto all'anno precedente. La tassa pesa per il 70% sui parenti, affini ed estranei. Quelli in linea diretta godono di aliquote dal 4 al 6%, con casi di esenzione che arrivano a un milione di euro. In questo modo si riesce a trasmettere gli immobili proteggendoli dalle tasse, conservando il denaro con polizze vita che non rientrano direttamente nell'asse ereditario.

La proposta - Se il governo però svoltasse più a sinistra e seguisse la proposta di legge dei deputati di Sel, anche le polizze vita sarebbe minacciate da una tassazione più aggressiva. Da una parte infatti sarebbero aumentate le aliquote, dal 21 fino al 45%, sarebbero abbassate le franchige con massimi di 400mila euro per i figli e sarebbe esteso l'asse ereditario. Le attenzioni del Fisco infatti si sarebbero rivolte a quelle assicurazioni collegate con fondi di investimento estero.