"Renzi vada al Colle". Verdini inguaia il governo con il voto sulle unioni gay
Unioni civili: un terreno minato per Matteo Renzi. Nel giorno del voto di fiducia al maxi-emendamento sul ddl Cirinnà - approvato con 173 voti -, scoppia l'ultimo caso: quello di Denis Verdini. L'ex forzista, infatti, ha annunciato il suo "sì", cambiando de facto la maggioranza di governo. E la minoranza democrat storce il naso, così come Forza Italia e Lega Nord alzano i toni, chiedendo a Matteo Renzi di salire al Colle in considerazione del fatto che la maggioranza è cambiata.
Durissimo Matteo Salvini: "Verdini e poltronari vari entrano al governo, ormai è un Parlamento vergognoso. Italiani, andiamo a prederli e chiuderli dentro il palazzo?". La difesa dei verdiniani è affidata a Lucio Barani, capogruppo di Ala, che si difende affermando che "non c'è alcun mercimonio politico. Siamo rimasti fedeli con estrema coerenza al patto del Nazareno, non ci iscriviamo al partito degli sfascisti".
Dunque, il pallottoliere. Secondo i conti Pd prima del voto, la maggioranza poteva contare su almeno 155 voti a favore. Dai centristi alleati, però potrebbero mancare alcuni voti, quattro o cinque, tra i quali quello di Carlo Giovanardi. Il M5s, da par suo, ha deciso di abbandonare l'aula. Le opposizioni, grillini compresi, si attestano sui 120-130 voti: se i 19 verdiniani avessero deciso di votare la fiducia, insomma, la legge sarebbe stata ugualmente approvata, seppur di poco.
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