Totoministri, ecco tutti i nomi: horror Finocchiaro (sì c'è anche lei)
di Salvatore Dama
Non sarà un governo in fotocopia, spiegano fonti del Pd, perché Paolo Gentiloni ha la necessità di "consolidare" la base parlamentare, coinvolgendo tutti i gruppi che sostengono l'esecutivo. Specie al Senato, dove i numeri sono cronicamente instabili e ballerini. Questo porterà anche a un aumento delle poltrone, se necessario. Prima di ogni cosa, Gentiloni deve fare attenzione agli equilibrio politici interni al Pd, facendo in modo da non scontentare alcuna corrente.
Per la Farnesina è circolato il nome di Piero Fassino, ex sindaco di Torino e presidente Anci. Ma in ambienti democratici si dà per molto quotato anche l'attuale titolare dello Sviluppo economico Carlo Calenda. Il vantaggio di quest'ultimo è che, traslocando alla Farnesina, libererebbe un altro "portafoglio" pesante. Da assegnare, per esempio, a Enrico Zanetti.
La promozione dell'attuale vice ministro sarebbe un buon viatico per certificare l'ingresso ufficiale di Ala nella maggioranza governativa. Ma Verdini potrebbe puntare anche su Marcello Pera e Giuliano Urbani.
L'altra ipotesi è che agli Esteri finisca Angelino Alfano, come pure circola in queste ore. A quel punto l'Interno toccherebbe a Marco Minniti. Un'altra voce ancora dà in corsa Pier Ferdinando Casini, sempre per il ruolo di capo della diplomazia. Tra i renziani potrebbero essere confermati sia Luca Lotti, come sottosegretario alla presidenza del Consiglio, che Maria Elena Boschi. Si parla di un ridimensionamento del suo ruolo. O di un passaggio alla guida del Gruppo Pd alla Camera. In alternativa potrebbe tenere la delega alle Pari Opportunità, mentre le Riforme andrebbero a Emanuele Fiano, mentre i Rapporti con il Parlamento toccherebbero ad Anna Finocchiaro. O, in alternativa, a Roberto Giachetti. Tra le conferme ci dovrebbero quelle di Pier Carlo Padoan all'Economia, Dario Franceschini ai Beni culturali, Andrea Orlando alla Giustizia, Graziano Delrio alle Infrastrutture, Roberta Pinotti alla Difesa, Maurizio Martina all' Agricoltura, Enrico Costa agli Affari Regionali.
In dubbio, invece, le poltrone di Stefania Giannini (Istruzione), Marianna Madia (Pubblica amministrazione) e Beatrice Lorenzin (Sanità). Su quest'ultima, tuttavia, si segnala il lavoro di resistenza del leader del Nuovo centrodestra, che non vuole perdere una casella così importante. In bilico, anche la conferma del ministro del Lavoro Giuliano Poletti, al cui posto potrebbe andare Teresa Bellanova, ex sindacalista Cgil, viceministro allo Sviluppo economico. Ma si parla anche di una new entry: Tito Boeri, attuale presidente dell'Inps. All'Istruzione potrebbe arrivare Francesca Puglisi (Pd), mentre all'Ambiente si parla di Ermete Realacci. Tra le intenzioni del presidente del Consiglio incaricato c'è quella di gratificare Gal, gruppo che conta 14 preziosissimi componenti al Senato.
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