POLITICA. I "VIAGGI"
DELLA CASTA
di Sabatino Laurenza
Camera e Senato sono impegnati, in queste settimane, a vedere dove si possa operare un qualche risparmio. Perchè il decreto salva-Italia del professor Monti prevede forti tagli.....anche se finora hanno colpito le categorie più "deboli". Ma sembra più di un'idea, finalmente, la possibilità di dare una sforbiciata anche ai viaggi di deputati e senatori, puntando sulla buona volontà di questi. Ogni onorevole, oggi, può viaggiare gratuitamente sul territorio nazionale, che prenda aereo, nave o treno. Non paga i pedaggi autostradali, e riceve, alla Camera, un ulteriore rimborso per percorrere la distanza da casa all’aeroporto più vicino e dallo scalo di Fiumicino a Montecitorio. Al Senato non esiste una voce unica, ma è previsto un rimborso forfettario di 1.650 euro mensili che va a sostituire quei bonus che un tempo erano le “spese accessorie di viaggio” e le ricariche telefoniche. I viaggi dei Parlamentari sulla rete nazionale sono sempre gratuiti, che l’onorevole sia in viaggio per lavoro o che parta per le vacanze. I trasporti dei parlamentari costano agli italiani 17 milioni di euro ogni anno. Sui "viaggi" i Questori della Camera ritengono di poter risparmiare nel 2012 la bellezza di un milione di euro. I senatori questori, invece, la consistente cifra di mezzo milione di euro. Ma i cittadini italiani non pagano solo i viaggi sul territorio nazionale ai deputati in carica. Montecitorio spende circa 900mila euro l’anno per far viaggiare gratis anche gli ex deputati. Chi è stato eletto almeno una volta alla Camera può beneficiare di dieci voli aerei gratis ogni anno e della possibilità di viaggiare in treno su intercity e regionali, ma non sui frecciarossa. Tecnicamente funziona così: il parlamentare mostra la propria tessera e sono poi le compagnie aeree, ferroviarie o marittime a far arrivare il conto alla Camera di appartenenza. Lo stesso avviene per i pedaggi autostradali. Il parlamentare dispone di un apparecchio telepass e di una viacard: il conto arriva al Parlamento. Ma sottolineiamo come l'eventuale sforbiciata, che la gente comune legittimamente richiede, sia soltando una proposta al vaglio dei diretti interessati. Purtroppo in Italia al giorno d'oggi funziona così, non si dà il giusto peso alle priorità!
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