Visualizzazioni totali

martedì 23 maggio 2017

2 - 3 Giugno: Giornata Diocesana della Gioventù ad Aversa

L’evento si snoderà in una intensa due giorni e chiuderà l’anno pastorale “Una generazione narra all’altra” dedicato ai giovani


di don Francesco Riccio 
a cura di Gaetano Daniele




La diocesi di Aversa si prepara a vivere il momento più significativo dell’intero anno pastorale 2016-2017 (“Una generazione narra all’altra”):  venerdì 2 e sabato 3 Giugno 2017, infatti, sarà celebrata la Giornata Diocesana della Gioventù dal titolo “Fate quello che vi dirà”. Nato dalla collaborazione tra la pastorale giovanile e la pastorale delle vocazioni, l’evento cade nell’anno del 50° Anniversario dell’incoronazione dell’immagine della Madonna dei Giovani, voluta dal Vescovo Mons. Antonio Cece l’11 Giugno 1967.

“Quest’anno siamo stati chiamati a coltivare un dialogo “attento, aperto e fecondo” con le generazioni”, dichiara don Fabio Ruggiero, Responsabile del Servizio per la Pastorale Giovanile. “Il tema ‘Una generazione narra all’altra’ impegnerà la comunità diocesana anche nel prossimo anno pastorale e, quindi, l’appuntamento del 2 e 3 giugno sarà una fondamentale tappa intermedia per poterci preparare al cammino verso il Sinodo dei giovani, indetto da Papa Francesco nell’ottobre del 2018 sul tema ‘i giovani, la fede e il discernimento vocazionale’. È desiderio del nostro pastore, Mons. Spinillo, riunire tutti a ridosso della Veglia di Pentecoste per poter condividere un percorso fatto di catechesi, festa, preghiera e fraternità”.

SCEGLI ENEL

Scopri 100x100 gas. Enel Energia per il mercato libero. 



L’intento, dunque, è quello di riportare i giovani al centro della proposta pastorale, proprio come richiede il cammino sinodale. “Abbiamo previsto l’accoglienza dei giovani, provenienti da tutta la diocesi, nelle comunità di Aversa con momenti di preghiera e comunione, senza far mancare l’appoggio logistico per l’ospitalità notturna tra il 2 ed il 3 giugno”, aggiunge don Stefano Rega, Direttore dell’Ufficio per la Pastorale delle Vocazioni. “Vivremo momenti di festa, cultura e confronto con altre realtà impegnate sul territorio.

Si parte venerdì 2 giugno con il raduno dei gruppi al “Pala Jacazzi” e, dopo il saluto iniziale del Vescovo Spinillo e di don Fabio Ruggiero, è prevista la liturgia della parola presieduta da Mons. Antonio Staglianò, Vescovo di Noto (SR). Nel pomeriggio, Aversa sarà protagonista di “una città che si narra”, un vero e proprio percorso culturale per le vie della città normanna. Dopodiché, ritorno al Palazzetto dello Sport per la preghiera del vespro e per il concerto dei “The Sun”. Il giorno dopo, sabato 3 giugno, sarà dedicata soprattutto alle attività di catechesi presso diversi luoghi di accoglienza; alle 21.00, conclusione in Cattedrale con la solenne veglia di Pentecoste e con la consegna del mandato.

La conclusione è affidata ad un passaggio della lettera che Mons. Spinillo ha indirizzato ‘a voi giovani’: “Come un augurio ed un’affettuosa benedizione, desidero trasmettere a voi giovani l’intenso pensiero che, nel 1965, rivolsero a noi, allora giovanissimi, i Vescovi del mondo, raccolti con il Papa Paolo VI, nel Concilio Vaticano II: … siete voi che… vivrete nel mondo nel momento delle più gigantesche trasformazioni della sua storia… La chiesa vi guarda con fiducia e con amore… Essa possiede ciò che fa la forza e la bellezza dei giovani: la capacità di rallegrarsi per ciò che comincia…  di ripartire per nuove conquiste”. Ecco allora che, “in un tempo che ci chiama ad essere creativi di nuove forme di partecipazione alla vita del mondo ed al cammino dell’umanità, ci affideremo a Maria, alla giovane di Nazareth, perché ci aiuti ad essere sempre in dialogo con la vita, a riconoscere in ogni situazione la presenza del Dio vivente, e, come ancora dice Papa Francesco: a cantare le grandi opere che il Signore compie in noi e attraverso di noi”.

LA CARTA A SORPRESA L'intervista a Luciano Violante (e la sua bomba): "Renzi? Sia gentile: candidi lui premier" / Foto

Luciano Violante: "Matteo Renzi? Sia generoso: candidi Paolo Gentiloni premier"


L'Esclusiva di Elisa Calessi



«Secondo me Matteo Renzi dovrebbe fare un atto di generosità verso il Paese e ricandidare premier Paolo Gentiloni». Luciano Violante lo dice con assoluta calma, alla fine di una lunga conversazione, come fosse la cosa più naturale del mondo. «Gli servirebbe a ricostituire un legame con la società italiana». Ci arriviamo dopo aver parlato di tutto. Ovviamente di intercettazioni, di procure, di giornali. E di coincidenze temporali, nelle fughe di notizie, che lasciano pensare a operazioni «orchestrate». Qualcosa di più di un problema deontologico.

Partiamo dalle intercettazioni che finiscono sui giornali. Giorgio Napolitano ha accusato di ipocrisia chi si indigna, visto che il problema c’è da vent’anni. Ha ragione? 

«C’è un provvedimento in Parlamento, quello sul processo penale, dove ci sono norme più severe in materia. Ma credo che la soluzione sia altrove».

VIVERE L’ESTATE NON È MAI STATO COSÌ SUPER

Scopri le fantastiche offerte di eBay su arredamento da esterno, piscine, climatizzatori ed elettrodomestici.... 



Qual è, allora, il punto?

«La nostra lotta politica: senza regole, senza limiti, senza attenzione per l’interesse generale. L’avversario non è un naturale interlocutore, come vogliono le regole della democrazia, ma è un ostacolo da abbattere».

La telefonata tra Renzi e il padre è un’arma di lotta politica? 

«È stata trafugata dagli uffici giudiziari. C’è chi sostiene sia stata costruita furbescamente dal segretario del Pd per apparire integerrimo. Poi però lui stesso chiede al padre di non nominare la mamma, altrimenti sarebbe stata interrogata. Raccomandazione estranea ad una telefonata di favore. I commentatori, che sono parte integrante del circuito politico, scindono i due aspetti. Ma la telefonata è una sola»

Prima dell’uso, però, c’è il fatto che un materiale investigativo segreto viene diffuso. Non c’è un problema nella magistratura?

«C’è stato un trafugamento, certo: quasi sempre a favore dello stesso giornale».

Il Fatto. Ma cosa vuol dire?

«Sicuramente sono bravissimi a procurarsi notizie. Ma gli altri sono tutti cretini?»

Sta dicendo che c’è un accordo tra alcune procure e Il Fatto?

«Qualche tempo fa dissi che l’unica separazione delle carriere che condividevo era quella tra alcuni giornalisti e alcune procure della Repubblica».

Scusi ma il problema è chi dà quelle telefonate. Lei è stato magistrato. Quando esce una intercettazione peraltro non agli atti, è possibile che sia opera di un singolo agente infedele? 

«È possibile che una magistratura che prende Riina, Provenzano, i capi mafia non riesca a individuare chi dà illegalmente la notizia a un giornalista? Mi pare difficile».

Quindi c’è una complicità, se non un ordine dei pm? 

«Per questo tipo di vicende è evidente un intento politico. Mi sorprende l’impunità dei pubblici funzionari che hanno violato i propri doveri».

Come mai?

«Per punirle bisogna individuare le relazioni tra chi ha la notizia e chi la riceve, quali sono gli interessi comuni, politici o di altra natura. Prima o dopo qualcuno avrà il coraggio di fare questa indagine. I risultati potrebbero essere interessanti».

Siamo d’accordo. Ma il giornalista è l’anello finale. Qui c’è una procura che commette un reato. O no?

«Il peggiore giornalista è quello che non pubblica le notizie che ha. Ma io parlo della slealtà repubblicana del funzionario pubblico. Non so se è l’ufficiale di polizia giudiziaria, il cancelliere o l’usciere. So che chi l’ha fatto non può che appartenere ad ambienti giudiziari».

Ma lo fanno per un disegno politico o per ragioni personali? 

«C’è chi può farlo per interesse personale, chi perché vuole che la sua inchiesta sia valorizzata sui giornali, chi per avere una contropartita di altro genere. Sarebbe semplice accertare da quali uffici giudiziari negli ultimi tre anni, ad esempio, sono uscite notizie che avrebbero dovuto restare segrete e poi accertare quali giornali le abbiano pubblicate per primi».

Dalla procura di Napoli, spesso sono inchieste del pm Woodcock. Però il problema c’è da tanto. Perché non si è fatto nulla?

«Questo non lo so. Ma se la lotta politica si facesse con altri mezzi, cesserebbe l’interesse alla violazione del segreto. Non bastano le leggi, come diceva Machiavelli servono i buoni costumi. Se non cambia il costume politico, non se ne esce. Nel frattempo qualcuno faccia quel tipo di accertamento».

Passiamo alla legge elettorale. Il Pd ora ha proposto questo Mattarellum bis. La convince? 

«Assolutamente sì. Anche se temo non passerà al Senato».

Perché?

«Perché oggi la maggior parte delle forze politiche vuole il sistema proporzionale, in quanto deresponsabilizza rispetto al futuro: nessuno deve dire con chi si allea. D’altra parte la vittoria del no al referendum costituzionale ha portato a questa confusione: ha ridotto la forza del sistema democratico e della stessa Costituzione».

Prodi ha detto che bisogna ricostruire il centrosinistra, ma dubita che Renzi possa farlo. Ha ragione?

«Sono d’accordo ma vedo anche la necessità di ricostruire l’unità del Paese, oggi diviso tra emarginati e integrati, giovani e vecchi. Il più grande partito, il Pd, si deve porre questo problema: come li unisco? La rottamazione è stata un fatto positivo, anche se la parola non mi è piaciuta. Io, poi, mi sono rottamato anticipatamente. Ma ora Renzi deve ricostruire un rapporto tra le generazioni, tra i ceti».

Cosa dovrebbe fare?

«Serve una riflessione profonda, bisognerebbe presentare una lettura vera nella storia del Paese. Non autodistruttiva, come oggi. Molte cose non vanno, qui come altrove, ma molte cose, la sanità, ad esempio, vanno meglio qui che altrove. Qualcuno sa che siamo il secondo Paese in Europa e il terzo nel mondo per la produzione di macchine utensili? Chi deve raccontare il Paese vero? Se non c’è una narrazione in cui ciascuno si può riconoscere, perché è vera, non c’è unità. Abbiamo bisogno di verità, di fiducia e di futuro. Questo è il compito di un leader politico. Poi, all’interno di questa prospettiva, nascono le scelte dei singoli».

Servirebbe un governo di unità nazionale? 

«Io penso all’unità del Paese. Oggi c’è una lacerazione generazionale e anche nella memoria della nostra storia. Dire, per esempio, che fino agli anni '80 è stato tutto un disastro, è falso. Bisogna ricostruire con coraggio un’idea vera dell’Italia e dell’essere italiani. Non so chi può fare questo lavoro, ma questo lavoro è più importante del tipo di governo che ci sarà».

Renzi sarebbe in grado?

«Renzi è una persona divisiva, è vero, ma c’è un prima e dopo il referendum. Il secondo Renzi ha capito che alcuni errori gravi li ha fatti e nei toni almeno pubblici che sta usando, mi pare più riflessivo. Tra l’altro ha una capacità di lavoro, un’energia eccezionali. Il peggior nemico di Renzi è lui stesso. Se riesce a moderare la sua personalità, ad avere un orizzonte strategico, ad ascoltare anche chi non è d’accordo con lui, potrebbe essere quello che serve all’Italia».

Invece cosa pensa di questa operazione politica che sta facendo Giuliano Pisapia? 

«Se riesce, bene. Devo dire che tutti i tentativi di fare qualcosa a sinistra del Pd sono falliti. Però gli auguro ogni successo. Perché risponderebbe a una domanda di rappresentanza che c’è nel Paese».

E la scissione fatta da Bersani e D’Alema? Come la giudica? 

«Sono stato del tutto contrario. Non ne ho capito il senso. È stata una scissione consumata non su una linea politica, ma contro una persona. Le battaglie per migliorare i partiti si fanno dentro i partiti, non fuori».

Come giudica Gentiloni?

«Sta facendo benissimo».

Potrebbe fare il capo del governo anche nella prossima legislatura? 

«Dipende da come si mettono le cose e non ho titolo per intervenire. Ma auspicherei un atto di riflessione da parte del segretario del Pd, per cui candidasse premier Gentiloni».

Dopo aver vinto le primarie? 

«Gentiloni ha coperto la fase nella quale Renzi, con una scelta corretta, ha deciso di dimettersi. Poi Renzi ha fatto le primarie, le ha vinte. Certo, lo statuto del Pd dice che il segretario è anche il candidato premier, ma si può modificare. Io penso che vada presa in seria considerazione l’ipotesi che l’attuale presidente del Consiglio sia ricandidato premier».

Perché Renzi dovrebbe essere tanto generoso?

«Per dedicarsi ora a ricostruire il Paese. Intanto svelenirebbe il dibattito politico, poi gli consentirebbe di seguire l’azione di governo, ma anche di lavorare a proposte, strategie non legate al contingente, che gli possano dare nel futuro la legittimazione a essere uomo di Stato, capace non solo di governare ma anche di unire e far nascere la speranza».

Adesso non ha il profilo di uomo di Stato? 

«Penso che Renzi debba ricostituire un rapporto con la società italiana. E forse il modo migliore sarebbe proprio un atto di grande generosità politica e democratica. E poi si potrebbe dedicare a consolidare il Pd. Un partito esiste non solo quando c’è un’organizzazione, che peraltro mi pare non ci sia, ma soprattutto quando c’è un punto di vista sul mondo».

Non vede un governo di larghe intese? 

«Le larghe intese sono figlie della necessità, non della volontà. Con il proporzionale si va probabilmente verso le larghe intese. O Pd-Fi o M5S-Lega, ipotesi questa a cui forse potrebbe essere interessato il governo russo».

"Usiamo la forza. E chi tace...". Salvini, attacco pazzesco dopo la strage a Manchester: l'accusa

Salvini dopo la strage a Manchester: "È guerra, usiamo la forza. E chi tace è..."



"Altro sangue innocente, decine di morti a Manchester. La Polizia inglese parla di terrorismo, estremisti islamici festeggiano in rete". Inizia così il durissimo messaggio postato su Facebook da Matteo Salvini subito dopo l'attentato alla Manchester Arena, dove si è consumata una strage di ragazzini. Il segretario della Lega Nord aggiunge: "Mentre qualcuno prepara gessetti colorati e marce per la pace, io penso che l’unica risposta possibile siano tolleranza zero, controlli a tappeto e l’uso della forza". Infine, una frase che farà fischiare le orecchie a qualcuno: "In guerra, chi tace o collabora è un complice. Una preghiera per i poveri morti"

NUOVO SUV 7 POSTI PEUGEOT 5008

Entrate in una nuova dimensione. Con Nuovo Peugeot i-Cockpit®, Advanced Grip Control®, Extended Modularity.  

MANCHESTER, LA STRAGE DEI BAMBINI L'errore che costa la strage: il "dettaglio" sciagurato E la May avverte: "Non è finita. Cosa ci aspettiamo"

Manchester, la polemica: "Allarme abbassato all'uscita dall'Arena". Tehresa May: "Possibile secondo attacco". Un arresto



Quello che tutti già sapevano è stato confermato dal capo della polizia di Manchester, Ian Hopkins: quello che ha colpito all'Arena è stato un kamikaze. Un bastardo che ha compiuto una strage di ragazzini: il pubblico al concerto di Ariana Grande era composto soprattutto da teenagers. L'uomo, si è appreso, ha azionato l'ordigno rudimentale tra la folla, spezzando 22 vittime. Una bomba sporca imbottita di chiodi e schegge metalliche. Pare che il bilancio comprenda lo stesso attentatore, che potrebbe essere ritratto in un video finito online dopo la mattanza. La polizia di Manchester, si è appreso, ha anche arrestato un 23enne ritenuto implicato nell'attacco.

NUOVO SAMSUNG WINDFREE

L’unico climatizzatore con 21.000 microfori per diffondere solo il piacere dell’aria. 




"Ha agito da solo - ha spiegato Hopkins -. Riteniamo fosse in possesso di un ordigno improvvisato". I resti del bastardo sarebbero stati individuati tra quelli delle giovani vittime, tra le quali, si è scoperto, si contano anche tre bambini. Ad ora, è mistero sull'identità del terrorista: non è neppure stato confermato che fosse un cittadino britannico. E ancora, Hopkins ha esortato a "non fare speculazioni sulla sua identità o fare circolare nomi". Nel frattempo, Manchester è nel panico: è stato dato un altro allarme in un centro commerciale, dove era stato udito un forte boato. Allarme fortunatamente rientrato.

In questo contesto ha parlato anche Theresa May, da Downing Street. La premier ha spiegato che "molti feriti dell'attentato sono in condizioni disperate e stanno lottando tra la vita e la morte. La polizia conosce l'identità dell'attentatore, ma a questo punto delle indagini non possiamo rivelarla. È stato l'attacco più disgustoso e vigliacco, contro persone innocenti e giovani indifesi, con l'obiettivo di fare più vittime possibile". Dunque, parole che fanno paura: "Resta alto l'allarme ed è ritenuto probabile un altro attentato terrorista. Avremo giorni difficili davanti a noi. Ma a Manchester, assieme al peggio, l'umanità ha mostrato anche il suo meglio. I terroristi non vinceranno mai. I nostri valori prevarranno sempre". Per inciso, proprio mentre la May parlava di un possibile secondo attacco, si diffondeva il secondo allarme, poi rientrato.

La polizia britannica, si è poi appreso, ha effettuato una serie di arresti legati all'attentato: secondo quanto scritto dal Daily Mirror, alcuni arresti sono stati effettuati nelle zone di Chorlton e di Ashton. Monta, però, la polemica nei confronti delle forze dell'ordine: l'attentato è stato effettuato al termine del concerto, quando la tensione e l'attenzione era calata. Desta qualche perplessità il fatto che sia stato lasciato "scoperto" un momento critico come può essere il deflusso da un avvenimento che aveva raccolto oltre 20mila persone. Inoltre, ad acuire le polemiche, il fatto che quattro ore prima dell'attacco, su Twitter, erano apparsi dei cinguettii che annunciavano l'imminente strage e che indicavano proprio la Manchester Arena.

MA VUOI VEDERE CHE... Toh, la moglie del super-pm? Ecco che poltrona si prende (grosso guaio per Gentiloni)

La nomina della moglie del pm in Commissione adozioni spaventa il governo



La signora nella foto è Laura Laera, attuale presidente del tribunale per i minorenni di Firenze e ora nominata alla vicepresidenza della Commissione per le adozioni internazionali, decisa dal premier Paolo Gentiloni. Una nomina che ai non addetti ai lavori dirà poco. Una nomina che però sta sollevando un polverone politico, scatenato da Fabrizio Gatti nel suo blog su L'Espresso, dove ha rivelato pesanti retroscena sulla vicenda.

Il punto è che la Laera è la moglie del procuratore capo di Milano, Francesco Greco. E ancora, prenderà il posto di Silvia Della Monica, il magistrato che ha scoperto una serie di presunte irregolarità nelle adozioni da parte dell'ente milanese Aibi-Amici dei bambini, finito sotto inchiesta. Una delicata indagine con sospetti di pedofilia e traffico di minori, che ora dipenderà da due giudici della stessa famiglia: la Larea si occuperà infatti del fascicolo amministrativo, mentre il marito procuratore di Milano di quello penale, ereditato da Roma.

Un giorno ideale a New York.

Segua i consigli di viaggio di grandi esperti. 
Il punto è che alla nomina si è arrivati attraverso un vespaio di polemiche, scatenate dalle famiglie adottive, le quali denunciarono i presunti traffici di bimbi tra Congo e Italia per poi chiedere al premier di non rimuovere dall'incarico la Della Monica. Il punto è che la Della Monica, credendo alle accuse dei genitori, aveva scoperchiato lo scandalo. E insomma, lo scorso aprile le famiglie si erano rivolte al Csm per chiedere di valutare la compatibilità della Laera. Le famiglie chiesero come mai Marco Griffini, presidente dell'Aibi sotto inchiesta, avesse deciso di "portare false accuse contro la Della Monica proprio all'attenzione del procuratore di Milano, mentre si compiaceva della nomina a vicepresidente della Cai della moglie di quest'ultimo".

Come sottolinea Il Giornale, il procuratore Greco, insomma, su input di Griffini, si sarebbe trovato a valutare l'operato di Silvia Della Monica come vicepresidente della commissione adozioni, incarico all'epoca ancora conteso da sua moglie. E le cose sono andate come previsto: oggi la Laera è la nuova vicepresidente e suo mario il capo della Procura che indaga sullAibi e sul suo presidente.

REGNO UNITO SOTTO ATTACCO Attentato a Manchester al concerto di Ariana Grande Kamikaze tra i ragazzini: decine di morti e feriti

Attentato a Manchester al concerto di Ariana Grande: morti e feriti



Il Regno Unito precipita ancora nel terrore. Almeno 19 persone sono morte e 60 sono rimaste ferite nell'esplosione avvenuta ieri sera a Manchester alla fine di un concerto di Ariana Grande. L'attacco è avvenuto poco dopo le 22.30 alla Manchester Arena, il palazzetto dove la cantante si era appena esibita davanti a una folla composta per lo più da adolescenti. Secondo la polizia, che sta investigando, si tratterebbe di un atto di terrorismo. Alcuni media parlano di una "bomba farcita di chiodi" e usata come ordigno. La Cnn scrive invece che dietro l'attacco ci sarebbe un attentatore suicida che sarebbe stato identificato.

CONSULTI GRATUITI

Pensi di essere intollerante al glutine? Scoprilo a Maggio nelle farmacie aderenti 



La deflagrazione è avvenuta nel foyer, poco lontano dalla biglietteria, mentre gli spettatori stavano iniziando a lasciare l'area, tra le più grandi in Europa, che ha una capienza di circa 20mila persone. E ieri sera, per Ariana Grande, era affollata di giovanissimi. In pochi minuti è stato il panico, con centinaia di persone che urlavano, cercando una via di fuga, come mostrano i video pubblicati sui social. La folla si è subito riversata in strada, mentre arrivavano i primi soccorsi. Tante le testimonianze dei presenti, per lo più confuse. "Ariana aveva appena finito di cantare e stava lasciando il palco - ha raccontato un testimone alla Cnn - Mi sono guardando intorno perché ho sentito un boato, e poi tanta gente che urlava e piangeva e si riversava verso l'uscita, per allontanarsi dall'arena".

Ariana Grande su Twitter si è detta "distrutta", mentre la premier Theresa May ha parlato di "orribile attacco terroristico". E' stata sospesa la campagna elettorale. L'episodio è stato descritto dagli investigatori come "serio incidente" e la polizia sta indagando per terrorismo.

Si tratta del peggiore attentato nel Regno Unito dal 7 luglio del 2005, quando a Londra una serie di esplosioni causate da attentatori suicidi provocarono 56 morti.

DIABETE TOUR 2017 1 milione di italiani ha il diabete e non lo sa. Guarda la glicemia!

1 milione di italiani ha il diabete e non lo sa. Guarda la glicemia!


di Eugenia Sermonti




Il diabete causa 73 morti al giorno solo in Italia. Un numero enorme e, purtroppo, sottovalutato, in primis dai pazienti. Ecco perché si è deciso di lanciare il tour italiano ‘Non perdere la direzione. Guida la tua glicemia’ organizzato da Roche Diabetes Care Italy, partito da piazza Vanvitelli a Napoli giovedì 18 maggio scorso che toccherà 20 città italiane tra capoluoghi di regione, capoluoghi di provincia e centri minori, in un periodo che va da maggio a luglio 2017. La campagna itinerante avrà il supporto di una postazione mobile che sarà presente nelle maggiori piazze delle città coinvolte, con lo scopo di sensibilizzare la popolazione sul diabete e fornire materiali educativi e informativi, nonché permettere a chi lo desidera di effettuare la misurazione gratuita della glicemia. La misurazione attraverso il sistema Accu-Chek sarà effettuata con la supervisione di un’infermiera professionale e i cittadini avranno anche la possibilità di chiedere consigli utili al professionista sanitario sempre presente a bordo. Il diabete, nelle sue diverse tipologie, è considerato una crescente emergenza epidemiologica globale e costituisce una delle patologie a più elevato impatto sociale ed economico. Rappresenta una delle malattie cronico-degenerative più diffuse in Italia, ne soffrono oltre 4 milioni di persone, circa l’8 per cento della popolazione (più del doppio di 30 anni fa) e il trend è in costante aumento.

SCEGLI ENEL

Scopri 100x100 gas. Enel Energia per il mercato libero. 



L’incremento esponenziale della prevalenza di diabete mellito tipo 2, e in misura minore del diabete mellito tipo 1, pone di fronte alla necessità di implementare le politiche di prevenzione e diagnosi precoce della patologia. “Con il Tour italiano ‘Non perdere la direzione. Guida la tua glicemia’, Roche Diabetes Care desidera invitare tutti i cittadini a porre maggiore attenzione alla propria salute - afferma Massimo Balestri, General Manager di Roche Diabetes Care Italy - Roche è da sempre attenta al benessere delle persone con diabete proponendo per la misurazione della glicemia dispositivi innovativi, di semplice uso e sicuri in grado di consentire loro di condurre una vita il più possibile serena e attiva. Tra gli obiettivi dell’azienda vi è anche quello di diffondere la conoscenza rispetto alla malattia e di fornire informazioni su come prevenire e gestire il diabete”. “Con lo scopo di offrire benefici sempre maggiori ai pazienti, Roche adotta un approccio innovativo e integrato – aggiunge Elena Acmet, Medical Affair Manager, Roche Diabetes Care Italy – Roche è l’azienda che investe maggiormente nel campo della salute, solo in Italia ogni anno circa 38 milioni e questo impegno nella ricerca sta dando importanti risultati contribuendo a migliorare le condizioni e la qualità di vita di milioni di pazienti”

Tutti i dettagli sul Tour e l’elenco delle piazze dove sarà possibile effettuare la rilevazione gratuita della glicemia con il nuovo sistema AccuCheck sono disponibili alla pagina Facebook: Roche Diabetes Care Italy oppure sul sito: www.modusonline.it/oggiguidoio