Visualizzazioni totali

martedì 25 novembre 2014

"Vende La7", Cairo smentisce e attacca: "Bisogna togliere gli spot alla Rai"

La7, la voce: "Umberto Cairo vuole vendere". Lui smentisce e attacca la Rai: "Toglietegli gli spot"




Puntuali come un orologio svizzero arrivano, con i calanti ascolti ed i flop di La7, le indiscrezioni su di un probabile addio di Urbano Cairo. L'imprenditore piemontese aveva puntato molto sui nuovi acquisti come Giovanni Floris con DiMartedì, su Annozero di Michele Santoro e Announo con Giulia Innocenzi ed è proprio da questi tre programmi (anche se il primo è in miglioramento) che arrivano i problemi. Tuttavia Cairo smentisce con forza. Nonostante la crisi di ascolti, assicura, gli spot stanno andando benissimo. La mossa per risollevare l'azienda, sta nel cambio di strategia: non più sette talk show d'informazione per sette serate ma l'introduzione in prima serata forse proprio di giovedì o mercoledì, di un talent show o programma di comicità (magari sulla falsariga di quello condotto da Maurizio Crozza che è la trasmissione di punta) senza, però,  trascurare l'opzione di una trasmissione a carattere scientifico o di pura cronaca. 

Battaglia contro la Rai - Gli analisti però ritengono che, appena Rai e Mediaset ritroveranno lo smalto sul fronte pubblicitario e in vista della scadenza del lock-up ad aprile 2015 (che renderà possibile la vendita delle proprie azioni) l'editore possa lasciare il business televisivo. Cairo però si dice non preoccupato da questi dati sottolineando il fatto che la sua La7 è in forma, il gruppo è solido, non ha debiti e fa profitti. Ciò che lo preoccupa è il potenziale rafforzamento che avrà la Rai grazie alla manovra di Renzi che consentirà di inserire il canone in bolletta. Da qui la sua proposta di impedire alla televisione pubblica di poter essere sovvenzionata dagli spot. "Un'azienda come la Rai - dichiara Cairo secondo quanto riportato dal quotidiano economico MilanoFinanza - che parte da una base di 1,6-1,7 miliardi rappresentati dal canone, ossia 15 volte i ricavi di La7, non dovrebbe avere più pubblicità sui suoi canali. Lo squilibrio che si verrebbe a creare sul mercato è evidente, perché io con La7 vivo solo di spot e a volte faccio più servizio pubblico di loro".

Matteo, Salvini, Silvio e Grillo, analisi post-Regionali: quali partiti hanno perso voti, quanti e perché

Elezioni Emilia Romagna, il confronto: il Pd di Renzi perde 700mila voti dalle Europee. Lega, Forza Italia, M5S: tutti i numeri

di Claudio Brigliadori


l Pd di Renzi vince sulle proprie macerie: 769.336 voti in meno rispetto alle ultime elezioni, quelle del botto, 677.283 voti persi nella sola Emilia Romagna, bastione dem per eccellenza. D'accordo, paragonare Europee e Regionali non è facile né dà indicazioni certe sui flussi di voto. E il dato dell'astensione in Emilia (37,67% di affluenza, la più bassa di sempre) è un'ombra che condiziona inevitabilmente ogni giudizio. Eppure, a poche ore dal verdetto delle urne che hanno visto l'elezione di due governatori democratici (Bonaccini a Bologna e Oliverio in Calabria), può essere utile paragonare i numeri ottenuti dal Pd nelle ultime sessioni elettorali per mettere a fuoco lo smottamento dei votanti. 

Pd, 700mila voti in meno - Gli italiani vanno sempre meno a votare, ma che lo facciano anche gli emiliano-romagnoli da sempre fedelissimi al rito delle urne è sintomo preoccupante di disaffezione. E a maggior ragione, per il Nazareno, è preoccupante che a marcare visita siano in gran parte proprio gli elettori dem. Come detto, rispetto alle Europee di maggio (affluenza 66%) il Pd del tandem Renzi-Bonaccini ha perso 677.283 voti: 535.109 oggi (44,5%) contro gli 1,2 milioni di maggio, i 989.660 delle Politiche 2013 (affluenza 82%) e gli 857mila voti delle Regionali 2010 (vinse Vasco Errani, affluenza al 68%). 

Lega Nord a trazione Salvini - Il "caso Emilia" è però interessante anche per capire il percorso intrapreso dalla Lega Nord di Matteo Salvini. Il candidato del Carroccio Alan Fabbri non ha vinto, ma è stata la grande sorpresa della tornata elettorale e confrontando i precedenti si può capire perché. Alle Regionali i voti presi sono stati 233.439, pari al 19,42%, mentre sei mesi fa erano stati 116.394 (il 5%), vale a dire un balzo in avanti di 117mila voti. La "fidelizzazione" dell'elettorato leghista probabilmente ha permesso di trarre un vantaggio dall'astensionismo che ha colpito molto duramente gli altri partiti, certo. Tuttavia, il successo relativo della Lega è evidente anche gettando lo sguardo a quanto accadeva qualche anno fa. Alle Politiche 2013, momento di grave crisi per il Carroccio, in Emilia la Lega incassa appena 69mila voti (2,6%). Meglio invece aveva fatto alle Regionali del 2010, dove in assoluto aveva preso più voti di oggi: 288mila, ma percentuale del 13% perché a fronte di un'affluenza maggiore Pd e Pdl erano più forti di oggi.

Emorragia Forza Italia - Il caso più drammatico di perdita di voti è però proprio quello di Forza Italia. Un'emorragia apparentemente inarrestabile in una regione, l'Emilia, che sia pur raramente ha riservato qualche gradita sorpresa agli azzurri. Oggi gli azzurri, "nascosti" dietro al candidato leghista, hanno raccolto la miseria di 100.478 voti, l'8,36 per cento. Sei mesi fa, alle Europee comunque deludenti, i voti furono 271.951 (11,78%), cioè la bellezza di 171mila in più. L'analisi su un Silvio Berlusconi fuori dalla mischia elettorale e per questo penalizzante per i destini azzurri è obbligata, così come la riflessione sul "centrodestra" unito. Alle Politiche 2013, quelle del miracolo del Cav, il Pdl prese 434.577 voti (16,3%), che diventano 518mila (24%) alle Regionali 2010 quando la candidata governatrice Bernini si fermò al 36 per cento. Una erosione rapida e costante che ha portato Forza Italia a perdere alleati, sì, ma soprattutto candidati forti e infine elettori. 

Il calo del M5S - La Lega spera che l'Emilia, come accaduto proprio alle Regionali 2010 con l'exploit del grillino Favia, sia un laboratorio per il futuro e che il centrodestra a trazione Salvini parta proprio da qui. Viceversa, è proprio il Movimento 5 Stelle a trarre auspici negativi dalle Regionali: 159mila voti presi (13%), 284mila in meno rispetto alle Europee di maggio (443mila, il 19,23% salutato allora come una mezza delusione), addirittura 498mila in meno rispetto alle Politiche-boom del febbraio 2013 (658mila, il 24,6%).

Renzi, non c'è solo l'Emilia: anche Mentana fa paura al Partito Democratico

TgLa7, il sondaggio Emg per Mentana: Renzi e Pd giù del 2%, salgono Salvini e Forza Italia




"L'affluenza? Un fatto secondario". Il premier Matteo Renzi guarda il bicchiere mezzo pieno dopo la vittoria dimezzata alle regionali in Emilia Romagna e Calabria: il Pd ha messo la bandierina dei suoi due governatori, ma al prezzo di oltre 700mila voti persi rispetto alle Europee dello scorso maggio, a testimonianza di un clima di disillusione e malcontento anche in una regione storicamente "rossa" e fedele al partito erede del Pci. Renzi, come detto, ha preferito fin da subito festeggiare senza stare troppo a sottilizzare. Forse, però, a inquietare Renzi ci penserà il tradizionale sondaggio del lunedì del TgLa7 di Enrico Mentana. La rilevazione Emg conferma i dati delle urne e anzi, proiettandoli a livello nazionale, regala qualche dettaglio in più.

Salvini nella scia di Renzi - Il destino di Renzi e Pd sembra ancora una volta andare a braccetto: il leader perde il 2% di fiducia (scendendo al 35%) mentre i dem calano dell'1,9% fissandosi al 37,9 per cento. Una flessione che porta il centrosinistra al 43,1% (-1,5%), mentre il centrodestra avanza al 32,9% (+1,3%). Decisiva la scalata della Lega Nord e la risalita di Forza Italia. Da un lato Matteo Salvini continua a mangiare terreno a Renzi (21% di fiducia come leader, +1%, contro il 16% di Silvio Berlusconi, il 15% di Giorgia Meloni, il 14% di Beppe Grillo e il 12% di Angelino Alfano), dall'altro il Carroccio si conferma all'11,4% (+0,6%) mentre Forza Italia va al 14,9% (+0,5%). Male, ancora, Ncd-Udc (al 3,2%, -0.2%) e soprattutto il Movimento 5 Stelle sceso sotto il 20%: il sondaggio di Mentana ora dice 19.6%, -0,8% rispetto all'ultima rilevazione.

lunedì 24 novembre 2014

Lewis Hamilton entra nella leggenda: è ancora campione del mondo

Formula Uno, Gp Abu Dhabi: Lewis Hailmton è campione del mondo




Lewis Hamilton è il campione del mondo 2014 di Formula 1. Il pilota britannico della Mercedes vince ad Abu Dhabi l’ultima gara della stagione aggiudicandosi i 50 punti in palio. Il suo rivale e compagno di squadra Nico Rosberg, alle prese con problemi tecnici, si deve accontentare della 14^ posizione. Dietro il colored britannico si piazza Felipe Massa, con la Williams; ottimo risultato per il brasiliano, protagonista di un’ottima gara che lo ha vito anche in testa. Sul gradino più basso del podio l’altra Williams di Valtteri Bottas. A seguire Daniel Ricciardo, con la Red Bull, che era partito dalla pit-line dopo la penalizzazione di ieri, quindi Button (Mcalren), Hulkenberg (Force India), Perez (Force India), Sebastian Vettel (Red Bull) che il prossimo anno sarà alla guida della Ferrari. Altra giornata da dimenticare per la scuderia di Maranello con Fernando Alonso in nona posizione nella sua ultima gara in rosso e il compagno Kimi Raikkonen decimo.

La gara - Per Hamilton è il secondo titolo Mondiale dopo quello nel 2008 con la McLaren, al pilota inglese anche le congratulazioni del principe Henry presente ai box della Mercedes. Per le Frecce d’Argento è arrivata l’ennesima doppietta, mentre la Williams si conferma seconda forza ma con divario nettissimo. Per Hamilton quella di Abu Dhabi è l’11/a vittoria della stagione, a dimostrazione di un dominio assoluto anche nei confronti del compagno di squadra Rosberg fermo a cinque. Una gara che di fatto si è risolta dopo pochi metri, con Hamilton che scatta meglio e soffia la prima posizione a Rosberg incapace di sfruttare la pole position. Poi a metà corsa il tedesco accusa una perdita di potenza del motore che lo costringe a rallentare e a lasciare andare Hamilton verso la vittoria della gara e del titolo. Rosberg viene via via superato dai più immediati inseguotori: prima le due Williams di Massa e Bottas, poi la Red Bull di Ricciardo e gli altri finendo addirittura doppiato dal compagno. Ennesima gara anonima per la Ferrari, di fatto mai capace di tenere il passo dei più veloci.

UN' ITALIANA NELLO SPAZIO Samantha Cristofonetti sulla Soyuz Ecco quale sarà la sua missione

Samantha Cristoforetti a bordo della Soyuz: la prima italiana nello spazio




Samantha Cristoforetti è ufficialmente la prima donna italiana nello spazio. Alle ore 22:01'13" l'astronauta italiana è partita dal cosmodromo di Bajkonur a bordo della navicella spaziale Soyuz TMA-15M. Destinazione la Stazione Spaziale Internazionale che sarà raggiunta dopo un volo di sei ore ad una velocità di 28mila chilometri orari.

I momenti prima della partenza - All'alba, quando si è svegliata, poco dopo le ore 5, Samantha aveva scritto: "oh, è una giornata così perfetta". Il cielo al momento del lancio a Bajkonur era velato e la temperatura è di alcuni gradi sotto lo zero. Nella serata poi la temperatura è scesa a -10 gradi. Prima del lancio, Samantha e i suoi compagni di missione hanno partecipato ad alcuni appuntamenti istituzionali. Breve ma emozionante è stato nel tardo pomeriggio la cerimonia di saluto con i parenti che è avventura attraverso un vetro. Prima di essere trasferiti in rampa gli astronauti hanno dato il loro saluto ufficiale alle autorità con la tuta spaziale Sokol già indossata.

IL SORPASSO DELLA LEGA NORD Regionali: Salvini supera il Cav / Dati

Regionali Calabria ed Emilia Romagna, la Lega supera Forza Italia




Matteo Salvini può preparare la scalata al centrodestra. Il risultato dell'Emilia Romagna la dice lunga sullo stato di salute del Carroccio che supera il 20 per cento lasciandosi alle spalle Forza Italia al 10 per cento. Un vero e proprio tsunami quello della Lega, col candidato Alan Fabbri che si attesta al 35 per cento dietro a Stefano Boanccini (Pd) al 44 per cento, dà le chiavi in mano a Matteo Salvini per la corsa al titolo di leader dei moderati. Alle ultime regionali la Lega, nel 2010, aveva raccolto il 13,7 mentre il Pdl il 24,5. Ma se i dati delle regionali vengono confrontati con quelli delle ultime elezioni europee, allora quello del Carroccio è una vera e propria impresa. A maggio scorso in Emilia Romagna la Lega aveva raccolto il 5 per cento, mentre Forza Italia l'11,7 per cento.

La scalata - Insomma Salvini in questi mesi ha fatto letteralmente volare la Lega che adesso di fatto prova a fagocitare i delusi azzurri ma anche gli elettori pentastellati che hanno abbandonato Beppe Grillo. La candidata grillina Giulia Gibertoni raccoglie il 12 per cento contro il 19 delle ultime europee. Un risultato deludente che si aggrava in Calabria dove il candidato di Beppe, Cono Cantelmi è fermo al palo. Insomma Salvini con questi numeri può lanciare la sfida al Pd e a Renzi che ormai naviga a vista dopo aver registrato che gli elettori rossi lo hanno abbandonato. Sono già pronti a votare Landini o Civati. E magari qualcuno ha già votato Lega Nord...

domenica 23 novembre 2014

Si vota in Emilia Romagna e in Calabria Trema il Pd: l'affluenza è in calo

Regionali in Emilia Romagna affluenza in calo




Paura per il Pd: il più grosso timore, quello dell'astensionismo, si sta materializzando. È del 10,75%, l’affluenza alle urne in Emilia Romagna, alle ore 12, per le elezioni regionali. Il prossimo dato è previsto per le ore 19 e, successivamente, il definitivo delle ore 23.  Alle precedenti elezioni, quando si votò però anche il lunedì, l’affluenza alle urne alla stessa ora era stata del 12,9%.In Calabria invece è più alto il numero di elettori che entro mezzogiorno sono andati alle urne: qui è dell’8,85% l’affluenza registrata alle  12 per l’elezione del presidente della Giunta e del Consiglio regionale. In particolare nella provincia di Catanzaro è stata del 9,02, Cosenza 9,46%, Crotone 8,17%, Reggio Calabria 8,31%, Vibo Valentia 8,22%. Le urne rimarranno aperte fino alle 23.

Incubo non voto -  In via del Nazareno avevano messo in conto la possibilità di un calo degli elettori, tuttavia il calo dovesse essere significativo è un segnale chiarissimo per il partito. Una sorta di test.  In una regione rossa come l’Emilia rappresenterebbe la spia che il partito sta perdendo l’ala sinistra del suo elettorato. Rischio che al Nazareno tengono ben presente, consapevoli che i frontalì con la Cgil e l’abbraccio riformista con Silvio Berlusconi possono essere stati mal digeriti dalla base.