Elezioni Emilia Romagna, il confronto: il Pd di Renzi perde 700mila voti dalle Europee. Lega, Forza Italia, M5S: tutti i numeri
di Claudio Brigliadori
l Pd di Renzi vince sulle proprie macerie: 769.336 voti in meno rispetto alle ultime elezioni, quelle del botto, 677.283 voti persi nella sola Emilia Romagna, bastione dem per eccellenza. D'accordo, paragonare Europee e Regionali non è facile né dà indicazioni certe sui flussi di voto. E il dato dell'astensione in Emilia (37,67% di affluenza, la più bassa di sempre) è un'ombra che condiziona inevitabilmente ogni giudizio. Eppure, a poche ore dal verdetto delle urne che hanno visto l'elezione di due governatori democratici (Bonaccini a Bologna e Oliverio in Calabria), può essere utile paragonare i numeri ottenuti dal Pd nelle ultime sessioni elettorali per mettere a fuoco lo smottamento dei votanti.
Pd, 700mila voti in meno - Gli italiani vanno sempre meno a votare, ma che lo facciano anche gli emiliano-romagnoli da sempre fedelissimi al rito delle urne è sintomo preoccupante di disaffezione. E a maggior ragione, per il Nazareno, è preoccupante che a marcare visita siano in gran parte proprio gli elettori dem. Come detto, rispetto alle Europee di maggio (affluenza 66%) il Pd del tandem Renzi-Bonaccini ha perso 677.283 voti: 535.109 oggi (44,5%) contro gli 1,2 milioni di maggio, i 989.660 delle Politiche 2013 (affluenza 82%) e gli 857mila voti delle Regionali 2010 (vinse Vasco Errani, affluenza al 68%).
Lega Nord a trazione Salvini - Il "caso Emilia" è però interessante anche per capire il percorso intrapreso dalla Lega Nord di Matteo Salvini. Il candidato del Carroccio Alan Fabbri non ha vinto, ma è stata la grande sorpresa della tornata elettorale e confrontando i precedenti si può capire perché. Alle Regionali i voti presi sono stati 233.439, pari al 19,42%, mentre sei mesi fa erano stati 116.394 (il 5%), vale a dire un balzo in avanti di 117mila voti. La "fidelizzazione" dell'elettorato leghista probabilmente ha permesso di trarre un vantaggio dall'astensionismo che ha colpito molto duramente gli altri partiti, certo. Tuttavia, il successo relativo della Lega è evidente anche gettando lo sguardo a quanto accadeva qualche anno fa. Alle Politiche 2013, momento di grave crisi per il Carroccio, in Emilia la Lega incassa appena 69mila voti (2,6%). Meglio invece aveva fatto alle Regionali del 2010, dove in assoluto aveva preso più voti di oggi: 288mila, ma percentuale del 13% perché a fronte di un'affluenza maggiore Pd e Pdl erano più forti di oggi.
Emorragia Forza Italia - Il caso più drammatico di perdita di voti è però proprio quello di Forza Italia. Un'emorragia apparentemente inarrestabile in una regione, l'Emilia, che sia pur raramente ha riservato qualche gradita sorpresa agli azzurri. Oggi gli azzurri, "nascosti" dietro al candidato leghista, hanno raccolto la miseria di 100.478 voti, l'8,36 per cento. Sei mesi fa, alle Europee comunque deludenti, i voti furono 271.951 (11,78%), cioè la bellezza di 171mila in più. L'analisi su un Silvio Berlusconi fuori dalla mischia elettorale e per questo penalizzante per i destini azzurri è obbligata, così come la riflessione sul "centrodestra" unito. Alle Politiche 2013, quelle del miracolo del Cav, il Pdl prese 434.577 voti (16,3%), che diventano 518mila (24%) alle Regionali 2010 quando la candidata governatrice Bernini si fermò al 36 per cento. Una erosione rapida e costante che ha portato Forza Italia a perdere alleati, sì, ma soprattutto candidati forti e infine elettori.
Il calo del M5S - La Lega spera che l'Emilia, come accaduto proprio alle Regionali 2010 con l'exploit del grillino Favia, sia un laboratorio per il futuro e che il centrodestra a trazione Salvini parta proprio da qui. Viceversa, è proprio il Movimento 5 Stelle a trarre auspici negativi dalle Regionali: 159mila voti presi (13%), 284mila in meno rispetto alle Europee di maggio (443mila, il 19,23% salutato allora come una mezza delusione), addirittura 498mila in meno rispetto alle Politiche-boom del febbraio 2013 (658mila, il 24,6%).
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