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domenica 19 marzo 2017

TERREMOTO IN VATICANO Orge, truffe... e casse vuote Le cifre horror per il Papa

Terremoto in Vaticano: casse vuote. Orge, truffe... le cifre horror per il Papa




Con l'avvicinarsi delle scadenze per le dichiarazioni dei redditi degli italiani, aumentano come mai prima d'ora le preoccupazioni dei vescovi italiani. Eh sì perché quest'anno i contribuenti potrebbero non essere generosi come in passato nei confronti della Chiesa Cattolica, alle prese con una delle più gravi crisi di fiducia con i fedeli. Secondo quanto riporta il Giorno, i sondaggi fatti finora per sondare l'umore dell'opinione pubblica non raccontano nulla di buono per la Cei.



Il crollo previsto delle firme nella casella per l'8 per mille è legato alla "cattiva gestione del denaro" secondo il portavoce della Cei, don Ivan Maffeis. Con tutti i casi di cronaca che hanno visto preti e vescovi protagonisti di truffe e uso dissennato del denaro per piacere personale, gli italiani hanno deciso di voltare le spalle al Vaticano e non firmare più per cedere un pezzo delle proprie tasse alla casse dei vescovi: "Il punto più baqsso da dieci anni a questa parte" ha detto don Ivan.

Epatite C Il morbo colpisce 1,2 mln di italiani? Il governo se ne frega e ci fa i soldi

Epatite C, così il governo fa i milioni sui malati


di Franco Bechis



È probabilmente la più grande speculazione che si conosca fatta sulla pelle dei malati. E in Italia, grazie a una gestione più che discutibile, anche sulle casse della sanità pubblica. Il suo nome è Sovaldi, ed è il farmaco a base di Sofosbuvir in grado di debellare una volta per sempre il virus della epatite C (HCV). È prodotto da un colosso farmaceutico americano, la Gilead sciences inc., quotata al Nasdaq, con un fatturato 2016 superiore ai 30 miliardi di dollari e un utile netto di 13,5 miliardi di dollari.

È un farmaco salva-vita che viene regolato e calmierato sul mercato americano, che può essere prodotto su licenza - ma non esportato - con la versione del generico in alcune aree del mondo (India ed Egitto, ad esempio), e che viene venduto in Europa e nel resto del mondo a prezzo proibitivo, tanto è che quasi tutti gli utili della Gilead provengono dall' Europa. Il prezzo di vendita al pubblico non è alla portata delle tasche dei malati, ma con il governo di Matteo Renzi il farmaco è stato portato all' interno del servizio sanitario nazionale. Il costo è sostenuto dalla sanità pubblica, che però al momento ancora lo centellina ai pazienti. Anche perché ha condotto una trattativa piena di misteri con l'azienda americana che non ha abbassato i costi come sarebbe stato immaginabile. Ora su quella trattativa e sul dramma di centinaia di migliaia di malati è stata aperta una indagine molto complessa dalla procura della Repubblica di Pavia. Grazie a cui è cominciata a venire fuori una verità inimmaginabile.

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I numeri, innanzitutto. In Italia esistono fra 1 milione e 1,2 milioni - a seconda delle statistiche ufficiali - di persone infette dal virus della epatite C (HCV), anche se probabilmente le cifre sono per difetto, perché molti altri possono avere contratto il virus senza saperlo ancora. Quello italiano è il record europeo di malati, e l'epatite C è la principale causa della cirrosi epatica (72%) e del tumore al fegato (76%) nonché la quinta causa di mortalità in Italia con circa 13 mila decessi l'anno. Il Sovaldi, il nuovo farmaco dell'azienda Usa, è in grado di sconfiggere il virus anche in pazienti con patologia epatica in fase molto avanzata. Ma il prezzo come abbiamo detto dipende dalla legge della domanda e dell' offerta: ne ordini milioni di confezioni, e si spuntano cifre ragionevoli. Ne ordini poche, e il costo sale come sale il margine dell'azienda farmaceutica.

Per questo motivo sulle prime si era pensato di fare una trattativa a livello europeo. Ma la Germania ha 7 mila malati e non vuole pagare anche per quel milione e più di italiani. Quindi la trattativa è stata demandata alle varie agenzie nazionali, e ognuno ha trattato per conto proprio.

In Italia ad incontrare l'azienda per spuntare il prezzo è stato l'ex direttore generale dell' Aifa, Luca Pani, dopo il via libera del governo a inserire il farmaco nel prontuario: le cure sono care, ma con le giuste prescrizioni possono essere a carico del sistema sanitario nazionale. Quella trattativa però è stata segretata, e nessuno a parte Pani ne conosceva i dettagli. Il Tar del Lazio aveva imposto la de-secretazione degli atti, ma Pani si è opposto e non li ha consegnati. Ha dovuto farlo davanti all' ordine di sequestro della documentazione con cui si è presentata all' Aifa la procura della Repubblica di Pavia.

Quel farmaco avrebbe potuto salvare tutti i malati italiani in un massimo di tre anni. E invece quella trattativa ha indicato un tetto di 50 mila malati in cura in 18 mesi, che significa circa 33 mila all'anno. Per guarire tutti ci vorrebbero 30 anni e più. Ma non servirà, perché tanto moriranno prima di averlo. Dalle carte sequestrate si è scoperto che per una cura completa al paziente servono 3 flaconi da 28 pastiglie da prendere tutti i giorni per 12 settimane.

La sanità italiana senza fornire spiegazioni ha deciso che possa essere prescritto (e quindi gratuito) solo dai centri iper-specializzati in malattie infettive. Sono pochi e non possono prendere in carico più di quei 33 mila pazienti l'anno. Così nel contratto provvisorio siglato da Pani con la Gilead è stato inizialmente fissato un prezzo a carico del SSN di 15 mila euro a flacone, 45 mila euro per la cura completa. Il contratto aveva durata 8 mesi con prezzo che man mano scalava fino a 4 mila euro a falcone, 12 mila per l'intera cura. Alla fine degli 8 mesi, vista la sperimentazione si sarebbe fatto un nuovo contratto e se i tempi fossero stati più lunghi la fornitura sarebbe continuata al prezzo medio di quegli otto mesi. Siccome il contratto è scaduto alla fine dell'estate scorsa, da allora il SSN compra quel medicinale al prezzo medio di 13.800 euro a flacone, 41.400 euro per la cura completa. Per un milione di malati la cura costerebbe così alla sanità italiana la bellezza di 41 miliardi di euro. Ma sarebbe riservata ogni anno solo a circa il 3% dei malati.

E gli altri? A sorpresa nelle carte sequestrate spunta l'indicazione che privatamente il farmaco possa essere prescritto anche da medici internisti, infettivologi e gastroenterologi (che invece non possono prescrivere per conto del SSN). La platea dei beneficiari si amplia ulteriormente. Ma ben pochi possono permettersi quelle cure, perché il Sovaldi viene messo in vendita a 24.756 euro a flacone, 74.260 euro per l' intera cura, e quindi può salvare la vita solo ai nababbi.

Il fatto è che lo stesso farmaco prodotto dalla stessa azienda viene venduto come generico autorizzato dalla Gilead anche in Egitto e in India al prezzo di 300 dollari al flacone, 900 dollari (700 euro) per l'intera cura. Quindi mentre la sanità pubblica dorme e qualcuno specula su tasche e vite dei pazienti, stanno facendo affaroni agenzie specializzate che organizzano viaggi turistici-farmaceutici in Egitto e in India con pacchetti che variano fra 1.500 e 2.000 euro comprensivi delle tre confezioni necessarie per debellare l'epatite C.

"Così i bulli hanno ridotto mio figlio" Napoli, il padre mostra le foto / Guarda

Napoli, il padre pubblica su Facebook le foto del figlio bullizzato



Fabio ha 13 anni ed è tornato a casa da scuola con gli occhi lividi, picchiato da cinque suoi coetanei che lo avevano incontrato per strada. Bullizzato e massacrato. Una volta tornato a casa, a Mugnano, in provincia di Napoli, ha raccontato tutto ai genitori che, dopo aver sporto denuncia, lo hanno portato in ospedale: la prognosi è di 7 giorni per traumi contusivi facciali. Due dei cinque bulli sono già stati individuati dai carabinieri.

Nel frattempo il papà ha voluto denunciare l'accaduto sul web, sconcertato per quanto accaduto. "Buonasera a tutto il popolo di Facebook, oggi vi mostro cosa sta diventando il mondo e ve lo mostrerò nel modo più vero e crudo. Vi mostrerò la faccia vera di quella merda che si chiama bullismo e vi prego di condividere e commentare perché quello che oggi è successo a mio figlio non deve e non dovrà accadere a nessuno. E mi raccomando, denunciate perché gli autori di tali soprusi non devono passarla liscia. Spero che siate tutti d'accordo con me. Mi raccomando, condividete!".

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Due rom vogliono rubargli la fede nuziale L'orrore sull'80enne: come l'hanno ridotto

Ostia, anziano derubato: per portargli via la fede gli fratturano un dito



Un 81enne di Ostia è stato aggredito da due uomini che volevano sottrargli del denaro. Non trovandone (l'uomo aveva in tasca soltanto 5 euro) hanno cercato di portargli via la fede nuziale, che l'anziano ha gelosamente nascosto nel pugno della mano. I due allora, hanno deciso di rompergli un dito e fuggire con la scarsa refurtiva. Al momento dell'aggressione l'uomo si trovava in una pineta a due passi dal mare, dove andava spesso a passeggiare. Secondo la sua testimonianza i due aggressori erano sporchi, scuri di pelle. Gli inquirenti non escludono che potessero venire da un vicino campo rom. L'anziano si è fatto subito accompagnare al pronto soccorso ed ha racconto l'accaduto ai medici e alla polizia; i responsabili non sono ancora stati rintracciati.

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Gli 007: "Kim ha 20 testate nucleari" C'è una mappa... trema anche l'Italia

Allarme nucleare, anche l'Italia nel raggio d'azione dei missili nordcoreani



Pronti all'opzione militare. I piani per un eventuale attacco sono sul tavolo del segretario di Stato americano Rex Tillerson. E gli Stati Uniti, ieri, hanno fatto sapere di considerare l'attacco alla Corea del Nord una ipotesi tutt'altro che remota, se Pyongyang continuerà con le minacce e gli atti ostili nei confronti dei Paesi confinanti.

Giusto il 6 marzo scorso, quattro missili nordcoreani sono caduti in mare a meno di 300 chilometri dalle coste giapponesi dopo aver percorso una traiettoria di mille chilometri dal punto di lancio. Nell'arsenale di Kim Jong-Un ci sarebbero secondo fonti di intelligence almeno 20 testate nucleari pronte a essere montate sui missili. E una simulazione ha rivelato che un attacco nordcoreano potrebbe fare in pochi attimi fino a 1 milione di morti in Corea del Sud, un Paese densamente abitato in cui milioni di persone vivono a poche centinaia di chilometri dalle basi missilistiche del Nord.

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Già, ma a rischiare grosso non sono solo Corea del Sud e Giappone. L'ultimo missile di cui s'è dotata Pyongyang, lo "Unha-3", ha infatti una gittata di oltre 10mila chilometri con un carico di testata tra o 700 e i 1000 chilometri. Il che significa che anche l'Italia rientra nel suo raggio d'azione, con due eccezioni, che sono oltre la sua portata: la Sicilia e la Sardegna.

Ancora Napolitano, adesso Renzi trema Re Giorgio ha l'uomo Pd (non è Matteo)

Primarie Pd, il retroscena: Napolitano pronto a sostenere Orlando




Non smettono di arrivare brutte notizie per Matteo Renzi alle prese con la corsa alla segreteria del Pd. La strada finora sembrava in discesa, i candidati avversari non sembravano impensierire più di tanto i renziani visto lo scarso seguito che possono vantare due come Andrea Orlando e Michele Emiliano. Eppure quello dei renziani potrebbe apparire come un madornale errore di valutazione, soprattutto alla luce degli ultimi sostegni guadagnati dai concorrenti.

Il più roboante sarebbe quello di Orlando, ora più forte con il sostegno dell'ex Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Secondo AffariItaliani, Re Giorgio sarebbe d'accordo con i reduci del gruppo Migliorista nel sostenere il ministro della Giustizia con un fine ben più alto. L'obiettivo sarebbe quello di recuperare tutti i transfughi dopo la scissione, una pattuglia nutrita di compagni che non si ritrovano più in quel partito di marca renziana.

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Le telefonate tra Napolitano e Renzi negli ultimi tempi si sarebbero fatte sempre più rare. E un brutto segnale per l'ex premier sarebbe arrivato già lo scorso febbraio, quando Napolitano aveva firmato il documento a favore del governo Gentiloni per tirare avanti fino alla fine della legislatura.

MINISTRO SCERIFFO Minniti, sfogo contro il Pd "Io di destra? Ma loro..."

Decreto sicurezza, Minniti respinge le accuse: "Non è una legge di destra, tutela la sicurezza con i sindaci"



Il nuovo decreto sicurezza che porta la firma del ministro dell'Interno Marco Minniti ha fatto storcere il naso a più di uno tra le fila della maggioranza. I borbottii più insistenti arriverebbero per lo più da sinistra, dove la legge è stata presto tacciata di essere "di destra". Un'etichetta che all'ex braccio destro di Massimo D'Alema non piace neanche sentire per sbaglio: "Quindi il decreto sulla sicurezza urbana sarebbe una legge di destra... - ha detto a Repubblica - Straordinario... forse perché qualcuno non l'ha letto".

Lo sviluppo del decreto prima che vedesse la luce ha visto la collaborazione tra il ministero e l'Anci, su quelle pagine Minniti rivendica un lavoro fatto gomito a gomito con tutti i sindaci d'Italia, che per la maggior parte non sono certo di centrodestra. E poi va nel merito dei provvedimenti con piglio deciso: "Qualcuno mi risponda: è di destra una legge che sottrae la definizione delle poliche della sicurezza nelle nostre città alla competenza esclusiva degli apparati, trasformando la sicurezza in bene comune e chiamando alla sua cogestione i rappresentanti liberamente eletti dal popolo, vale a dire i sindaci? È di destra - ha aggiunto - un decreto che, per la prima volta nella storia repubblicana, risponde a una legittima richiesta di sicurezza con il solo strumento amministrativo, senza aumentare le pene o introdurre nuovi reati?".

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Quel che più irrita Minniti sono le accuse da sinistra di classismo, oltre a quelle di assecondare i sindaci sceriffi: "Questa idea che il decreto serva ai sindaci per ripulire i centri storici delle città, confinando i marginali ancora più ai bordi, significa semplicemente non aver letto quel decreto. Il sindaco non ha nessun potere di disporre il daspo, vale a dire l'allontanamento amministrativo di un soggetto da una determinata area della città, perché quel potere è e resta dei questori". Nel mirino di Minniti infatti non ci sono certo i senzatetto o chi rovista nella spazzatura, ma chi commette davvero un reato: "Per dirne una, qualche spacciatore seduto davanti a una scuola o una discoteca, o magari un writer cui sarà chiesto di pulire un bene comune che ha imbrattato".