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sabato 18 marzo 2017

Terremoto in Rai, rivolta generale:  perché saltano Fazio e Quelli che

Sciopero alla Rai di Milano: salta Quelli che il calcio




Viale Mazzini sta vivendo ore di grande tensione. Non capita spesso che uno sciopero, infatti, blocchi intere trasmissioni. Domenica 19 marzo non andrà in onda su Raidue Quelli che il calcio. Il motivo della mancata messa in onda del programma condotto da Nicola Savino - scrive TvBlog - è di uno sciopero del personale tecnico della sede Rai di Milano.

Lo stop coinvolgerà gli operatori di ripresa, i montatori dell'area news, la radiofonia con il controllo centrale RF e i costruttori scenografici. Otto le le ore turno. Le motivazioni di questa astensione dal lavoro sono da ricercare nell'ipotesi da parte di Rai di riorganizzazioni e operazioni di condivisioni degli organici su altri settori, con il reintegro del personale (passato e futuro) non prioritario.

Secondo il sito specializzato in tv, sarebbero a rischio anche altre produzioni Rai realizzate la domenica da Milano, ovvero La domenica sportiva sempre su Raidue e Che tempo che fa su Raitre.


Ci siamo ispirati a voi


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venerdì 17 marzo 2017

Cardito, al via il convegno sul centenario della nascita di Aldo Moro

Cardito, al via il convegno sul centenario della nascita di Aldo Moro


                                                 di Antonio Parrella



CARDITO - Fari puntati sul centenario della nascita del Presidente Aldo Moro (politico, accademico e giurista, nominato per ben 5 volte Presidente del Consiglio dei Ministri e presidente del Consiglio nazionale della Democrazia Cristiana). E così sabato 18 marzo (ore 17,30), presso il suggestivo scenario di Palazzo Mastrilli, nella sala consiliare Avv. Francesco Narciso, si terrà un interessante convegno sullo statista ammazzato dalle brigate rosse nel 1978. Al forum, messo a punto da Luigi Pezzella (nella foto), giovane filosofo e storico, saggista e studioso di Filosofia politica e di storia dei movimenti e dei partiti politici (Università degli Studi Federico II di Napoli, dipartimento di Studi Umanistici), parteciperanno tra gli altri valenti docenti tra cui Giuseppe Acocella (ordinario di Filosofia del diritto e di etica sociale presso il dipartimento di Scienze politiche dell'Università di Napoli Federico II), Alessandro Arienzo (professore associato di Storia delle dottrine politiche presso il dipartimento di Studi Umanistici dell'Università di Napoli, Federico II) e Gennaro Salzano (dottore di ricerca in Scienza politica e docente a contrato di Sociologia Politica). Ospite d'eccezione sarà il senatore Miguel Gotor (senatore della Repubblica italiana, docente universitario presso l'Università degli studi di Torino) curatore delle lettere e del Memoriale di Aldo Moro durante gli anni della prigionia. I lavori del convegno saranno moderati dalla redazione di Pensiero Libero, da Sossio Barra e Pasquale Orefice. Prima dell'inizio della manifestazione gli alunni della classe di strumento musicale dell'Istituto comprensivo Marco Polo - Galileo Galilei assieme al coro della Casa del fanciullo curati dai Maestri di strumento (Proff. Ciro Palmieri, Luigi Romanucc e Rossella Amato) eseguiranno l'inno di Mameli.  Il brano sarà diretto dal professore-maestro Carmine Russo.  “Il tema - spiega il filosofo Pezzella - nasce dall'esigenza di ricordare non solo quelli che furono gli eventi politici che contraddissero la sua prassi ideologica, ma anche per ricordare quella che fu davvero la sua vera vocazione alla vita politica, improntata a custodire la dignità di ogni singolo uomo, guardando, da vero statista, ad un mondo in continuo mutamento. Colgo l’occasione per ringraziare l'intera amministrazione comunale e il sindaco, Giuseppe Cirillo, per la grande sensibilità e disponibilità dimostrata per la realizzazione dell’evento”. Il forum si terrà sabato 18 marzo, presso la sala consiliare .

Chi è? Robe che soltanto a Napoli: quanto guadagna (e per far cosa)

Pietro Spirito, il presidente del porto di Napoli che guadagna più di Vladimir Putin: 230mila euro l'anno



Qui Napoli. Lo stipendio del presidente dell’Autorità portuale del Mar Tirreno, Pietro Spirito? Una cifra folle. Già, perché la sua retribuzione è di 230mila euro all’anno, a cui si devono aggiungere le spese sostenute per le “missioni relative all’assolvimento dei compiti istituzionali". È quanto prevede la delibera del comitato di gestione convalidata dal segretario Francesco Messineo e dal presidente della seduta Umberto Masucci. Un uomo che non rappresenta un paese, che non ne amministra l’economia, che non è la massima carica di uno Stato, come sottolinea Il Giornale, è molto più pagato di altri uomini delle Istituzioni europee: riesce a battere la retribuzione di Putin, 145mila euro, della Merkel, 220mila euro, e di Hollande, 200mila euro.

Il compenso inizialmente era più basso, ma lo scorso dicembre Spirito ha deciso, per mezzo di una delibera a propria firma, di aggiungersi al suo salario fisso provvisorio di 170mila euro un bonus di 60mila euro per i risultati da raggiungere, i quali saranno poi appurati da una commissione specifica. Potrebbe non essere l’ultima modifica perché nel provvedimento dell’Autorità portuale ci sono alcuni riferimenti ai decreti ministeriali e alla normativa nazionale che fanno pensare alla possibilità di ulteriore aumento del maxi-bonifico che sarà “oggetto di una nuova e opportuna valutazione e determinazione” degli uffici competenti.

Spirito è un manager di centrosinistra che, dopo tre anni di commissariamento dell’Autorità, è stato nominato lo scorso novembre dal ministro Graziano Delrio in accordo con il governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca. Ai tempi di Ignazio Marino come sindaco, Spirito guadagnava 100mila euro all’anno per un lavoro di dirigente part time dell’Atac: lavorava due giorni alla settimana e conservava anche la poltrona dell’Interporto di Bologna. Questo doppio incarico riuscì a far rabbrividire l’assessore comunale di quel periodo, Stefano Esposito, oggi senatore del Pd: “Spirito è inadeguato e strapagato”. È proprio l’Esposito che, durante il voto della nomina in commissione Trasporti di Palazzo Madama, aveva sparato su Esposito e sulle scelte del suo partito: “Lui presenta un curriculum che viene giudicato qualificato, ma io la ritengo una scelta sbagliata perché oltre al curriculum conta la pratica. Poi però in questo Paese esistono delle logiche di filiera”.

Il porto di Napoli, intanto, si trova in una situazione davvero critica: ci sono indagini della procura e della Corte dei Conti per avvenimenti legati a concessioni e appalti e c’è un’istruttoria della Unione europea per possibili aiuti di Stato a otto aziende della navalmeccanica, che potrebbero portare al fallimento della struttura nel caso dovesse restituire 145 milioni di euro.

"Allah akbar". E sgozza fratello e papà: Parigi, altro orrore nel nome del Profeta

Parigi, sgozza il padre e il fratello poi urla "Allah Akbar": potrebbe trattarsi di dramma familiare



Un uomo è stato fermato dopo aver sgozzato il padre e il fratello a Parigi, al numero 119 di Rue de Montreuil, all'interno di un cortile nell'XI arrondissement della capitale francese. Lo rende noto Le Figaro, citando una fonte di polizia secondo cui l'assassino avrebbe gridato "Allah Akbar" prima di colpire i parenti. L'uomo è stato subito arrestato dalla polizia, ma adesso gli inquirenti esortano comunque alla prudenza per quanto riguarda le motivazioni del folle gesto. Secondo altre fonti appartenenti alle forze dell'ordine infatti potrebbe trattarsi di un dramma familiare. 

Il barcone dei migranti bombardato Raffica di missili: molti morti, il caos

Missili contro i migranti: barcone affondato, decine di morti



Un elicottero Apache ha attaccato l’imbarcazione su cui viaggiavano dei migranti al largo dello Yemen e almeno 31 rifugiati somali sono rimasti uccisi. È quanto riferisce a Reuters Mohamed Al-Alay, membro della guardia costiera locale nella zona di Hodeidah, controllata dagli Houthi. I migranti avevano con sé documenti dell’Unhcr ed erano in viaggio dallo Yemen verso il Sudan.

L’attacco è avvenuto nei pressi dello stretto di Bab al-Mandeb e al momento non è chiaro chi siano i responsabili. Una portavoce dell’Unhcr in Yemen, Shabia Mantoo, ha confermato che ci sono morti, ma non ha confermato il numero. Parlando con Reuters, Mantoo ha riferito che rifugiati e richiedenti asilo si stanno spostando dallo Yemen verso nord a causa dell’aggravarsi del conflitto.

Un marinaio che si trovava a bordo dell’imbarcazione, Ibrahim Ali Zeyad, fa sapere che 80 rifugiati sono stati salvati. Hodeidah, sul Mar Rosso, è controllata dai combattenti Houthi alleati dell’Iran, che nel 2014 hanno preso il controllo della capitale yemenita Sanaa costringendo il governo del presidente Abd-Rabbu Mansour Hadi, sostenuto dai sauditi, a fuggire in Arabia Saudita.

BOLKESTEIN La delusione dal DDL del Governo Imprenditori balneari in rivolta

BOLKESTEIN La delusione dal DDL Governo Imprenditori balneari in rivolta



a cura di Angela Bechis



“E’ da circa sette anni che il Governo avrebbe dovuto emanare una normativa per risolvere il problema delle concessioni demaniali a uso demaniale-marittimo: prendiamo atto che il Governo approva una legge delega che non prende alcuna decisione e si limita a rimbalzare sul tema, delegando il Parlamento. Per questo riteniamo sottolineare l'importanza di quanto stanno portando avanti gli imprenditori marittimi provenienti da tutta Italia, presente anche una folta delegazione di Maratea". Così l'amministratore del blog il Notiziario, Gaetano Daniele.  "Deluso dal DDL, perché non è stato fatto nessun passo avanti rispetto a pochi mesi fa e inoltre non sono state nemmeno preavvisate  le regioni”. Nota Daniele.

Difatti, il 15 marzo scorso, i Balneari lucani, insieme a migliaia di Balneari provenienti da tutta Italia si sono riuniti a Roma in Piazza Montecitorio per manifestare il proprio dissenso contro la direttiva Bolkestein e contro il DDL definito "ammazza Balneari", che manda all'asta tutti con un tempo di transizione troppo corto per veder rispettati i propri diritti.


Questo disegno di legge è estremamente negativo e ne va della sopravvivenza di 30.000 aziende con 300.000 posti di lavoro. Dalla piazza un'unica voce, il governo dovrebbe andare a Bruxelles a ridiscutere la Bolkestein e tutelare le 30.000 imprese balneari.

La posizione dei manifestanti è chiara, chiedono con forza una proroga di 30 anni, evitare le aste e sostenere il legittimo affidamento, ossia la tutela del diritto al proprio lavoro. La presenza è stata massiccia nonostante le principali sigle sindacali (sib e fiba) non hanno aderito alla protesta (chissà perché, visto che si tratta di tutelare lavoro a imprese e lavoratori).

La direttiva Balkestein, inoltre, è stata approvata dalla commissione europea nel 2006 e recepita nell'ordinamento italiano nel 2010, prende il nome da Frits Bolkestein, allora commissario europeo per la concorrenza e il mercato interno. L'obiettivo della direttiva e favorire la libera circolazione dei servizi e abbattere le barriere tra i vari paesi dell'Unione Europea, una direttiva che sta per inginocchiare economicamente numerose imprese balneari e ambulanti del nostro territorio in quanto prevede che chiunque da ovunque con società di capitale può avvenire in Italia e portare via le licenze di chi da anni ha investito in questo settore.




I punti fondamentali che chiedono i Balneari sono:

1) No al disegno di legge che prevede evidenze pubbliche per le attuali imprese.

2) Si a una legge che tuteli, tramite il legittimo affidamento, il lavoro delle attuali 30.000 imprese balneari e che eviti per esse - senza se e senza ma - le evidenze pubbliche.

3) No all'inerenza della direttiva servizi "Bolkestein" con l'attuale sistema balneare italiano: 30.000 famiglie hanno realizzato aziende confidando nel rinnovo automatico. Non potrebbero esistere altrove se non dove sono nate e dove hanno speso sudore e sacrifici. Lì c'è la loro storia e tutta la loro vita. Se fossero messe all'asta, nessun indennizzo può ripagarle di un simile danno.

"FUGA" DAL RISTORANTE  La Raggi "magna e scappa":  lo sconcerto dello chef. Poi...

Raggi mangia al ristorante e va via senza pagare il conto: "Un malinteso"



La sindaca Virginia Raggi va a cena ma non paga il conto. Secondo quanto rivela Oggi si sarebbe trattato soltanto di un malinteso. Già, perché in un noto ristorante di Roma si è sfamata la sindaca. E una volta arrivata al dolce, lo chef e proprietario del locale, è uscito dalla cucina per conoscere e presentarsi all'illustre cliente. "È stato un piacere averla qui", ha concluso il breve incontro. Parole che la sindachessa ha interpretato come: "È stato un piacere averla come mia ospite". Dunque si è alzata, ha ringraziato, ha salutato con cordialità e se ne è andata senza pagare. Peccato che non fosse intenzione dello chef offrirle la cena. Il "caso diplomatico", dunque, si è successivamente risolto.


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