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mercoledì 1 marzo 2017

Terrorismo, allarme degli 007 in Italia Lupi solitari, gas, nucleare: i rischi

Terrorismo, allarme degli 007 nella relazione annuale dell'intelligence: "In Italia pericolo sempre più concreto"



L'Italia corre un pericolo "sempre più concreto" di subire un attacco terroristico da "soggetti radicalizzati in casa". Sono uomini che possono decidere di non partire più per fare i foreign fighters in Siria o Iraq, scegliendo di portare avanti la Jihad sul territorio italiano. Il dato allarmante è ermerso nell'ultima relazione annuale dell'intelligence italiana consegnata al Parlamento.

In particolare il territorio italiano sarebbe esposto a "rischio di attacchi Cbrn, ovvero con armamento chimico-batteriologico-radiologico-nucleare, da parte di organizzazioni terroristiche", già note e pedinate dalle organizzazioni di intelligence di mezzo mondo.

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Il pericolo per l'Italia cresce con l'aumentare delle difficoltà di raggiungere le zone di guerra. Secondo la relazione, i "radicalizzati in casa" sono impegnati in "attività di autoindottrinamento e addestramento su manuali online, impegnati in attività di proselitismo a favore di Daesh e dichiaratamente intenzionati a raggiungere i territori del Califfato". Nel 2015 però c'era stato un primo segnale dell'inversione di rotta, con la scoperta durante l'operazione Terre vaste di uno straniero partito dall'Italia verso il Califfato che aveva esortato altri soggeti a non partire per la Siria o l'Iraq, agendo sul territorio italiano.

Stipendi e crisi, i numeri della sciagura L'incubo: ecco chi deve ridare gli 80 euro

Stipendi e crisi. Occhio agli 80 euro: chi deve ridarli



Il reddito medio dei lavoratori dipendenti ammonta a 20.660 euro; i pensionati si fermano a 16.870 euro; i lavoratori autonomi raggiungono i 38.290 euro. I dati, diffusi dal Mef, sono relativi alle dichiarazioni dei redditi Irpef per l’anno di imposta 2015.

Le tipologie di reddito maggiormente dichiarate, sia in termini di frequenza sia di ammontare, sono quelle relative al lavoro dipendente (51,8% del reddito complessivo) ed alle pensioni (29,9% del reddito complessivo). Il Mef sottolinea che il reddito da lavoro dipendente comprende i compensi corrisposti per prestazioni di collaborazione coordinate e continuative, compresi i collaboratori a progetto (5% dell’ammontare complessivo del reddito da lavoro dipendente), i sussidi e le prestazioni di previdenza complementare, i premi di produttività, e la quota di Tfr liquidata mensilmente.

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Si riscontra una crescita del numero di lavoratori dipendenti (con oltre 420.000 soggetti in più rispetto al 2014) a fronte del quale si rileva un ammontare del reddito di oltre 431 miliardi di euro (+2,8%). Analizzando i lavoratori dipendenti in base al tipo di contratto di lavoro, emerge che, se si considerano soltanto i soggetti con contratto a tempo indeterminato (pari a 16 milioni, +2,1% rispetto al 2014), il valore medio è pari a 23.068 euro (-1,3% rispetto all’anno precedente).

Mentre coloro che hanno esclusivamente contratti a tempo determinato (pari a 4,8 milioni, +2,0% rispetto al 2014) hanno un reddito medio di 9.633 euro (-1,8% rispetto all’anno precedente) Il reddito medio d’impresa, considerando sia i soggetti in contabilità ordinaria sia quelli in contabilità semplificata, è pari a 19.990 euro, 3,4% in meno rispetto al reddito complessivo medio mentre quello da lavoro autonomo (38.290 euro) è quasi il doppio.

I lavoratori autonomi hanno il reddito medio più elevato, pari a 38.290 euro, mentre il reddito medio dichiarato dagli imprenditori, intesi come titolari di ditte individuali, è pari a 19.990 euro. Il reddito medio dichiarato dai lavoratori dipendenti è pari a 20.660 euro, quello dei pensionati a 16.870 euro e, infine, il reddito medio da partecipazione in società di persone e assimilate risulta di 17.020 euro. È quanto emerge dalle dichiarazioni fiscale per l’anno d’imposta 2015 pubblicate dal dipartimento delle Finanze del ministero dell’Economia.

I redditi da lavoro dipendente e da pensione rappresentano circa l’82% del reddito complessivo dichiarato e il reddito da pensione, rappresenta circa il 30% del totale del reddito complessivo.

Tra gli 11,9 milioni soggetti che hanno ottenuto il bonus da 80 euro dal datore di lavoro, circa 966.000 lo hanno dovuto restituire integralmente in sede di dichiarazione, mentre 765.000 soggetti hanno dovuto restituire solo una parte del bonus ricevuto. È quanto emerge dalle dichiarazioni fiscali per l’anno d’imposta 2015 pubblicate dal dipartimento delle Finanze del ministero dell’Economia. I soggetti che hanno fruito del bonus in sede di dichiarazione per l’intero ammontare risultano 514.000 mentre 1.009.000 soggetti ne hanno recuperato in dichiarazione una quota, a integrazione dell’importo già in parte erogato dal sostituto d’imposta.

Veleno D'Alema, sputtana Renzi: "Vi dico cosa farà con Grillo e Cav"

Primarie, D'Alema attacca: "M5S e Forza Italia voteranno Renzi alla segreteria"



Non ha ancora esaurito la scorta di veleno Massimo D'Alema che ieri a Genova ha lanciato un'altra frecciata contro l'ex segretario del Pd Matteo Renzi. Intercettato dalle telecamere di Gazebo, la trasmissione di Raitre, Baffino ha detto di essere convinto che sia il Movimento 5 stelle che Forza Italia si muoveranno per far votare Renzi alle prossime primarie Dem: "guarda - ha detto l'ex premier - questa volta oltre a Forza Italia, che voterà in massa per Renzi in maniera organizzata, andranno a votarlo anche i 5 stelle perché detto 'noi ci stiamo mobilitando perché Dio non voglia che non sia Renzi segretario del Pd, perché se è Renzi siamo sicuri di vincere le elezioni", non è una battuta".

Delle primarie D'Alema non ha mai avuto una buona considerazione, anzi. E la sua idea non è certo cambiata ora che ha mandato al diavolo il Pd: "Sono una specie di Festival di Sanremo, non è una cosa seria. Vedrai che a Salerno - ha aggiunto - voterà molta più gente che a Genova". Le frecciate velenose al suo arco non finiscono qui, Baffino ne lancia un'ultima indicando il suo candidato preferito per la corsa alla segreteria Dem: "Se Orlando diventasse il segretario, questo creerebbe un'opportunità per riaprire immediatamente il dialogo con il Pd".

Feltri, la verità brutale su Dj Fabo: "Vi dico cosa ne penso io (e Dio)"

Feltri, la sua verità sulla morte di Dj Fabo: "Vi dico cosa ne penso io (e Dio)"



di Vittorio Feltri



Fabiano Antoniani se ne è andato come desiderava, essendo la sua vita ridotta allo stato vegetativo e quindi per lui insopportabile. Per morire si è dovuto recare in Svizzera assistito da amici e medici. In Italia si può crepare solo se non vuoi. Se invece vuoi, non puoi. La discussione sull'eutanasia è inutile perché chi partecipa al dibattito non usa argomenti razionali, ma ricorre all'arte della retorica: quella della sacralità della vita e quella della libertà individuale. Due modi di ragionare che non si incontreranno mai e non produrranno un compromesso accettabile. In effetti le leggi che dovrebbero regolare la materia giacciono in Parlamento e nessuno osa toglierle dal cassetto, anzi dalla cassa mortuaria. Cosicché chissà per quanti anni ancora saremo costretti a polemizzare invano: da una parte i cattolici che pretendono di trasferire le proprie idee anche a chi ne ha di opposte, comunque diverse; dall'altra i laici che chiedono, con petulanza, una cosa: aiutare chi non ne può più a non esserci più, senza entrare nel merito. Personalmente non credo nell'aldilà e neppure nell'aldiquà, dove però sono costretto a stare per mancanza di alternative. Dico soltanto che non si possono confondere casi estremi, quale quello di Fabiano, con casi di ordinaria sofferenza.

Aprire alla eutanasia comporterebbe il rischio di una strumentalizzazione della pratica allo scopo di eliminare persone inutili alla società oltre che a se stesse; ma vietarla a tutti sarebbe una forma di dittatura intollerabile, se si considera - anche sul piano della fede - che il libero arbitrio è stato legittimato perfino da Dio e sarebbe un atto di presunzione degli uomini se volessero negarlo ai loro simili. Sono pertanto padrone di scegliere l'inferno e di realizzare il mio progetto con la collaborazione di altri aspiranti dannati quanto me. Dov'è il problema etico? Se una persona ha facoltà di decidere della propria esistenza, deve essere posto in condizione anche di decidere come e quando morire, specialmente se ha dei motivi validi a livello logico. Insomma, smettiamola di imporre la nostra volontà agli altri e rassegniamoci a constatare che ciascuno ha il diritto di optare se rimanere qua a ogni costo oppure di emigrare all'altro mondo senza buttarsi dal quinto piano.

Dare una mano a Fabiano a evitare tanto dolore non è una riedizione delle teorie hitleriane, ma un gesto di pietà, un aiuto fraterno a un giovane stanco di patire in modo disumano. Bisogna poi distinguere, sempre. Ieri il Giornale ha scritto che il disc jockey è come Eluana.


Gli Indispensabili Mutti.



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Non è vero: Eluana era incosciente o incapace di comunicare, quindi era arduo interpretare il destino che ella immaginasse per sé. Mentre il ragazzo ex artista ha espresso quale fosse il proprio obiettivo compiutamente, e ha implorato affinché qualcuno collaborasse con lui a coglierlo. Due episodi che non si somigliano. Occorre discernere e non fare di ogni erba un fascio. Gli uomini e le donne non sono erbe né tantomeno erbacce.

martedì 28 febbraio 2017

Due gay riconosciuti genitori: la sentenza Utero in affitto, il primo caso in Italia

Trento, per la prima volta in Italia due uomini vengono riconosciuti come padri



Per la prima volta in Italia un tribunale ha riconosciuto il legame parentale tra due uomini e i loro figli nati negli Stati Uniti con la maternità surrogata. Secondo l'ordinanza della Corte d'appello di Trento, anche in Italia va riconosciuta l'efficacia giuridica del  "provvedimento straniero che stabiliva la sussistenza di un legame genitoriale tra due minori nati grazie alla gestazione per altri e il loro padre non genetico".

Nell’ordinanza del 23 febbraio, secondo il portale giuridico articolo29.it, si stabilisce: "l’assoluta indifferenza delle tecniche di procreazione cui si sia fatto ricorso all’estero, rispetto al diritto del minore al riconoscimento dello status filiationis nei confronti di entrambi i genitori che lo abbiano portato al mondo, nell'ambito di un progetto di genitorialità condivisa”. 

GENTILONI VA A CASA Il big del Pd lo cancella così Toh, l'incidente... / Guarda

Luigi Zanda: "La scissione indebolisce il governo, possibile un incidente"



"Le scissioni sono totalmente fuori dal mio modo di fare politica e di stare in un partito. Per me l'unità del Pd è stata da sempre una priorità assoluta, non per una questione sentimentale ma per una grande necessità politica, soprattutto per il centrosinistra. Da sempre il centrosinistra fatica a essere maggioranza nel Paese, perché è ammalato di divisioni interne e, conseguentemente, di dispersione di voti". Il presidente dei senatori del Pd, Luigi Zanda, in una intervista al Messaggero, critica gli scissionisti: "Per come concepisco la politica la responsabilità è sempre di chi se ne va via. Soprattutto se lo fa in modo organizzato: un conto è uscire da un partito, un altro è uscirne e formare subito un altro soggetto politico affollando un'area dove sono già presenti quattro partiti di sinistra, come giustamente dice Veltroni".

"È difficile immaginare che si possa uscire da un partito per poi cercare di allearsi con esso. In più ho l'impressione che questa scissione possa produrre conseguenze molto serie, anche al di là di quelle che sono le intenzioni degli scissionisti. Intanto la scissione può offrire chance di primato a una destra che certamente cercherà di unificarsi. Oppure ai grillini. Poi indebolisce oggettivamente il governo. Non tanto per i voti di fiducia: penso che gli scissionisti la voteranno. Però, accentueranno le prese di distanza su provvedimenti ed emendamenti per marcare la propria identità. E crescerà di conseguenza la possibilità di incidenti parlamentari". Ma c’è di più: "In Senato per far ballare la maggioranza bastano pochi voti" e poi, "la scissione indebolisce e danneggia l'Italia in Europa. Per l'Unione e per le Cancellerie europee la stabilità politica è più importante perfino del Pil e del debito. Ed è indubbio che la scissione rende meno stabile il Paese". Zanda afferma quindi di "vedere il pericolo dell'incidente parlamentare. Non basta auto-proclamarsi forza di governo. Bisogna esserlo nella realtà".

L'Italia sotto tiro sulle infezioni due Piani nazionali per fermarle

L'Italia sotto tiro sulle infezioni  due Piani nazionali per fermarle



di Eugenia Sermonti



C’è l’influenza, che ogni anno colpisce in Italia circa 5 milioni di persone. Le polmoniti, spesso associate all’influenza, con circa 200 mila casi l’anno e 10 mila decessi, e le meningiti. L’Herpes Zoster, che insieme a influenza e pneumococco forma la cosiddetta ‘triade maledetta’ che minaccia le persone anziane. Ci sono le epatiti B e C con centinaia di migliaia di portatori cronici. Le infezioni batteriche multiresistenti che colpiscono ogni anno dal 7% al 10% dei pazienti con migliaia di decessi. E ancora, le infezioni da Papillomavirus che possono causare tumori anogenitali. Ritenute debellate o sotto controllo, con una mortalità inferiore rispetto ai tumori e alle patologie cardiovascolari, le malattie infettive, di origine batterica o virale, in realtà sono più che mai tra noi. Oggi, a Roma, nel corso dell’evento AHEAD–Achieving HEalth through Anti-infective Defense, promosso da MSD Italia, rappresentanti di istituzioni, autorità regolatorie, associazioni pazienti e clinici fanno il punto sulle strategie di contrasto che il nostro Paese sta mettendo in campo contro le malattie infettive, mostrando una grande capacità di innovazione, grazie a scelte all’avanguardia in Europa, come il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale, approvato all’inizio dell’anno, e il Piano contro la resistenza agli antibiotici, il cui varo è imminente.

«Le malattie infettive rappresentano tuttora un capitolo rilevante in termini di incidenza e mortalità in Italia - afferma Walter Ricciardi, Presidente Istituto Superiore di Sanità (ISS) - L’Italia è maglia nera per quanto riguarda le resistenze di germi come le klebsielle e altri batteri Gram negativi nei confronti di diversi antibiotici, primi fra tutti i carbapenemi. Ma anche malattie virali prevenibili, come ad esempio l’influenza, possono causare indirettamente migliaia di decessi ogni anno, per complicanze batteriche o cardiovascolari. Le emergenze infettivologiche poi costituiscono un caso a parte, e il caso meningite in Toscana ei focolai di chikungunya o West Nile rappresentano solo alcuni dei tanti episodi che siamo costretti ogni anno a fronteggiare». L’avanzata delle infezioni è favorita dalla flessione delle coperture che si registra in Europa e in Italia per quasi tutte le vaccinazioni, alcune delle quali sono scese sotto la soglia di sicurezza fissata al 95%, mettendo a rischio
la cosiddetta ‘immunità di gregge’, che protegge chi non si può vaccinare o i neonati.


Dalla cantina dei nonni alle grotte sotterranee.


Il primo e unico impianto al mondo per la conservazione delle mele è stato realizzato 275 metri sotto le... 
Una grande opportunità per arginare questo fenomeno è il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2017-2019, collegato ai nuovi Livelli Essenziali di Assistenza, che ha aumentato l’offerta vaccinale e ha reso accessibili i vaccini senza pagamento del ticket. «Il nuovo Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2017-2019, approvato in Conferenza Stato-Regioni il 19 gennaio 2017, individua strategie efficaci e omogenee da implementare sull’intero territorio nazionale dando ampio rilievo alla garanzia dell’offerta attiva e gratuita delle vaccinazioni prioritarie per le fasce d’età e popolazioni a rischio indicate. L’offerta vaccinale adesso è ampia e tra le più avanzate nel mondo», afferma Ranieri Guerra, Direttore Generale Prevenzione Sanitaria, Ministero della Salute. La prossima sfida è l’applicazione uniforme del nuovo Piano in tutte le Regioni italiane per assicurare a tutti i cittadini l’accesso equo ai vaccini. «Giudichiamo positivamente l’ampliamento e l’obiettivo di uniformità nell’offerta dei vaccini, che finalmente riduce le disuguaglianze in termini di opportunità tra i cittadini nel nostro Paese. La sfida è che questa opportunità di protezione della salute attraverso i vaccini diventi realtà per tutti: per questo dobbiamo garantire l’effettività dell’applicazione dei contenuti del Piano, migliorando l’organizzazione dei servizi e assicurando gli sforzi necessari a raggiungere le coperture», continua Francesca Moccia, Vice Segretario Generale Cittadinanzattiva.

Altro fronte aperto è quello dell’infezione da virus dell’epatite C (HCV), un’epidemia globale con una prevalenza di circa 180 milioni di persone cronicamente infette. L’Italia è il Paese europeo a maggiore prevalenza di HCV, con circa 1 milione di portatori del virus. Recentemente l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha annunciato l’obiettivo dell’eliminazione delle epatiti a livello globale entro il 2030 e tutti i Governi dei Paesi industrializzati - Italia in testa - stanno adottando misure in tal senso. L’eliminazione dell’epatite C passa attraverso l’accesso a terapie antivirali di nuova generazione in grado di eradicare il virus nella maggioranza dei casi. «Non utilizzare le opzioni terapeutiche che la scienza mette a disposizione per eradicare una delle infezioni più diffuse e insidiose come quella da HCV è una scelta inaccettabile sul piano sanitario, sociale e anche etico: è arrivato il momento di dare certezze a tutti i pazienti con infezione da HCV, eliminando ogni barriera per l’accesso alle nuove terapie attraverso un Piano nazionale finalizzato alla completa eradicazione di questa patologia», afferma Federico Gelli, membro della XII Commissione ‘Affari Sociali’ della Camera dei Deputati.

Se negli ultimi 70 anni l’avanzata delle malattie infettive di origine batterica ha trovato un muro, questo muro è stato rappresentato dagli antibiotici. Ma in anni recenti, l’antibiotico-resistenza, la capacità cioè dei batteri di resistere agli antibiotici, è cresciuta fino a diventare un problema drammatico. Entro il 2050, le infezioni resistenti agli antibiotici potrebbero essere la prima causa di morte al mondo, con un tributo annuo di oltre 10 milioni di vite. In Italia, la resistenza agli antibiotici si mantiene tra le più elevate in Europa. Nel nostro Paese, le Infezioni Correlate all’Assistenza (ICA) colpiscono ogni anno circa 284.100 pazienti causando non meno di 5.000 decessi. La risposta da dare su questo altro fronte passa per procedure di buona pratica clinica, uso appropriato degli antibiotici introducendo il concetto di stewardship, ossia la possibilità di razionalizzare l’uso degli antibiotici, e la ricerca di nuove terapie antibiotiche in grado di sconfiggere i batteri resistenti. Principi che ispirano il Piano contro la resistenza agli antibiotici che sarà varato in primavera.

«Il Piano Nazionale contro la resistenza agli antibiotici, annunciato nei giorni scorsi dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin. va nella giusta direzione per non tornare in qualche decennio all'era pre-antibiotici e alle morti pre-penicillina: l’aspetto qualificante è la scelta di affrontare in modo integrato tutti gli aspetti dell’antibiotico-resistenza secondo un approccio 'One Health', ovvero un approccio olistico alla salute umana e degli animali. Altro aspetto fondamentale è la disponibilità degli antibiotici di nuova generazione, che devono essere resi accessibili al paziente nel rispetto dei criteri di una corretta stewardship», afferma Mario Marazziti, Presidente XII Commissione ‘Affari Sociali’ della Camera dei Deputati. In prima linea insieme alle Istituzioni, nella ricerca di nuove terapie e nella definizione di una adeguata stewardship antimicrobica, anche un’azienda farmaceutica come MSD, che ha scritto alcune delle pagine fondamentali nella storia della lotta alle malattie infettive.

«MSD vanta una lunga storia nel trattamento delle malattie infettive - afferma Nicoletta Luppi, Presidente e Amministratore Delegato MSD Italia - una storia costellata da successi importanti, con la scoperta di vere e proprie pietre miliari che hanno cambiato l’approccio alle patologie e soprattutto l’aspettativa e la qualità di vita per i pazienti. Un ambito che MSD ha sempre continuato a presidiare, anche quando gli investimenti delle aziende sono stati diretti verso altre aree terapeutiche. I nostri sforzi protesi all'avanzamento scientifico ci hanno consentito di affermare nel tempo la nostra leadership in questo campo, cogliendo importanti risultati nella terapia delle malattie infettive di origine virale, come per esempio l’epatite C (una vera e propria emergenza sanitaria, per la quale in pochi anni sono stati fatti passi da gigante e finalmente sappiamo che, grazie alle terapie di ultima generazione, la guarigione è possibile) piuttosto che nella lotta contro i cancri causati dal virus HPV. Sul fronte delle infezioni batteriche, MSD è uno dei pochi gruppi farmaceutici ancora attivi in ambito della salute sia umana che animale per favorire l’adozione di una vera stewardship antimicrobica attraverso lo sviluppo di nuovi antibiotici in grado di contrastare il fenomeno dell’antibioticoresistenza e la ricerca di nuovi vaccini che possano dare concrete risposte ai bisogni sanitari insoddisfatti sia nei Paesi a economia avanzata che in quelli in via di sviluppo. Intendiamo ribadire e proseguire il nostro impegno contro le malattie infettive, non solo continuando a ricercare nei nostri laboratori innovazioni tecnologiche, ma anche collaborando con tutti gli stakeholder coinvolti attraverso partnership trasparenti e di valore a fianco della sanità pubblica».