Visualizzazioni totali

giovedì 2 febbraio 2017

"Re" Napolitano: "Non si deve votare" Massacrato: Salvini, una frase terminale

Il vizio rosso di Napolitano: "Meglio non votare". Salvini lo massacra: "Traditore, ti devono processare"



"Nei Paesi civili alle elezioni si va a scadenza naturale e a noi manca ancora un anno. In Italia c'è stato un abuso del ricorso alle elezioni anticipate". Non è più presidente in carica, ma Giorgio Napolitano mantiene quel suo vizietto: rinviare il più a lungo possibile le urne. Intercettato dai cronisti in Senato, al presidente emerito scappa una riflessione sullo scenario politico destinata a far discutere, e molto. "Bisognerebbe andare a votare o alla scadenza naturale della legislatura, o quando mancano le condizioni per continuare ad andare avanti - spiega con calma Re Giorgio -. Per togliere le fiducia ad un governo, deve accadere qualcosa. Non si fa certo per il calcolo tattico di qualcuno". Una bella mazzata per Matteo Renzi, che Napolitano quand'era al Quirinale ha accompagnato per mano fino a Palazzo Chigi e che ora scarica, servendo un assist a Gentiloni, Mattarella, D'Alema e anche a Berlusconi.

Non è un caso che i più inviperiti con Napolitano siano i leghisti, tra i più accesi sostenitori del ritorno al voto, con qualsiasi legge elettorale. "Nei Paesi civili - nota polemicamente Matteo Salvini - chi tradisce il proprio Popolo viene processato, non viene mantenuto a vita come parlamentare, presidente e senatore". Per chiarire il concetto, su Facebook e Twitter parte l'hashtag #napolitanovergogna. E Roberto Calderoli rincara la dose: "Napolitano sostiene che in un Paese civile si vota alla scadenza naturale della legislatura? Caro presidente emerito in tutti i Paesi civili i cittadini scelgono chi deve governarli con il proprio voto, ci dica in quale Paese civile ci sono quattro premier consecutivi non votati dal popolo ma scelti dal palazzo? In quale paese civile è dal 2011 che non c'è un premier scelto dal popolo? E già che ci siamo in quale paese civile un ex presidente della Repubblica continua a voler fare il presidente in carica?". 

"O fai così o addio Pd: andiamo via" Bersani sbrocca: "Renzi, basta ca..."

Bersani, ultimatum a Renzi: "Senza il Congresso, scissione Pd"



Dopo settimane di chiacchiere, voci e indiscrezioni, Pierluigi Bersani lo dice chiaro e tondo: la scissione è una opzione. "Se Renzi forza, rifiutando il Congresso e una qualunque altra forma di confronto e di contendibilità della linea politica e della leadership per andare al voto, è finito il Pd". Non erano voci, dunque: il presunto smacchiatore di giaguari vuole rompere davvero e rifarsi il suo partitino, la cosa rossa. Chiarissimo il diktat: senza congresso il Pd si spacca. E ora, con il voto a giugno che pare un'opzione praticabile (e chiesta a gran voce proprio da Renzi) i tempi per un eventuale congresso si accorciano in modo netto.

Bersani lancia la sua sfida in un'intervista all'Huffington Post, dove aggiunge anche che in caso di scissione "non nasce la cosa 3 di D'Alema, di Bersani o di altri, ma un soggetto ulivista, largo plurale, democratico". Il ritorno all'Ulivo, insomma. E ancora, all'ex premier, con tono sprezzante: "Non incontro Renzi, parlo in pubblico. E mi piacerebbe farlo nel Pd, dove è preoccupante il restringimento degli spazi democratici". Quando nell'intervista si ricorda a Bersani che Renzi afferma che il Congresso, dopo il 4 dicembre, non lo ha voluto la minoranza, lui risponde: "Cazzate. Scriva così che non si scandalizza nessuno. Vogliamo dirci la verità? Per anticipare il Congresso servono le dimissioni del segretario. Evidentemente qualcuno non si vuole dimettere, e infatti il Congresso anticipato non l'ha mai proposto. Ora dico io: chiamalo come vuoi, Congresso, primarie, ma un luogo di confronto e di contendibilità lo chiedo".

mercoledì 1 febbraio 2017

Incontriamoci in Curia: intervista a don Stefano Rega / Video

 Intervista al Direttore della Pastorale delle Vocazioni in vista della Giornata Vocazionale per i Giovani di domenica 12 febbraio 2017


intervista di don Francesco Riccio
a cura di Gaetano Daniele



In occasione della Giornata Vocazionale per i Giovani, in programma domenica 12 febbraio 2017 al Seminario Vescovile di Aversa, “Incontriamoci in Curia” oggi accende i riflettori sull’Ufficio per la Pastorale delle Vocazioni, intervistando il direttore Mons. Stefano Rega.

“C’è una grande sinergia con gli altri uffici della curia”, ci racconta Mons. Rega, “insieme si è deciso di focalizzare l’incontro vocazionale di domenica prossima sul tema che sarà al centro del Sinodo del 2018: giovani, fede e discernimento vocazionale”. Illuminati nella riflessione dal contributo di Don Armando Matteo, docente di teologia fondamentale e autore del libro “La prima generazione incredula”, il confronto con le giovani generazioni verterà sul punto centrale del prossimo Sinodo, ma anche sull’interessante indagine che lo stesso don Armando ha svolto nel suo testo, un’indagine sui giovani che, più che essere contro Dio, sono senza Dio, famiglia, lavoro.

“Confronto, dunque, ma anche ascolto, seguendo le indicazioni che ci hanno dato la Chiesa e il nostro vescovo, Mons. Angelo Spinillo: metterci in ascolto dei nostri giovani e lavorare non per loro, ma insieme a loro”, conclude Mons. Rega.

3 febbraio 2017: come cambia l’Istituto Caracciolo di Aversa

3 febbraio 2017: come cambia l’Istituto Caracciolo di Aversa



a cura di Gaetano Daniele



In occasione dell’Open Day verrà ufficialmente presentato l’ampliamento dell’offerta formativa

Venerdì 3 febbraio 2017, dalle ore 10:30 alle ore 12:30, la comunità scolastica dell'Istituto Paritario "Card. Innico Caracciolo" apre le proprie porte in occasione dell’Open Day.

Non è la prima volta che l’Istituto Scolastico che ha sede nel Seminario Vescovile di Aversa organizza un evento finalizzato a far conoscere più da vicino le attività curriculari ed extracurriculari riguardanti il percorso formativo intrapreso dagli studenti.

Quest’anno, però, l’Open Day assume un’importanza particolare perché, nell’occasione, il Coordinatore Didattico del “Caracciolo”, don Carlo Villano, presenterà ufficialmente l'ampliamento dell'offerta formativa e la riorganizzazione del tempo scuola. Novità sostanziali, dunque, che riguarderanno tanto il Liceo Classico quanto il Liceo Scientifico.

Dopo la conferenza, che vedrà la presenza del Vescovo di Aversa S. E. Mons. Angelo Spinillo, spazio alla visita guidata che vedrà gli alunni dell’istituto condurre i presenti alla scoperta delle aule scolastiche, della Biblioteca Paolo VI e della Pinacoteca, dove ci si soffermerà per ammirare le preziose opere qui conservate.

Manovra-bis, la follia di governo e Pd: "Rischiamo la sanzione Ue? Meglio..."

Manovra-bis, cosa prometterà l'Italia all'Ue. Voce choc: "Rischiamo la procedura d'infrazione? Meglio"



Entro questa sera il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan dovrà inviare una lettera a Bruxelles per chiarire dove e come il nostro governo intenda trovare i 3,4 miliardi di euro che la Commissione Ue ha chiesto per restare sotto il tetto dello 0,2% del deficit strutturale, pena il via alla procedura di infrazione. L'Italia aveva due strade: fare muro contro muro, per scardinare la folle politica dell'austerità che ci sta soffocando. Battaglia annosa che, di fatto, abbiamo rinunciato a combattere dal 2011. La seconda era abbassare il capo e pagare tutto e subito. In entrambi i casi il rischio sarebbe stato grandissimo: far saltare i conti pubblici oppure pagare dazio dal punto di vista elettorale, con una mini-manovra bis fatta tutta di tasse e aumenti. Il premier Paolo Gentiloni e Padoan hanno scelto la terza, assai più timida: rinviare il problema. 

Di sicuro, nella lettera si indicheranno interventi immediati, ma d'impatto minimo, intorno agli 1,7 miliardi: aumenti alle accise e sulle sigarette. Il resto sarà il più classico dei "pagherò": il governo metterà sul piatto misure a medio-lungo termine come le classiche "misure di contrasto all'erosione e all'evasione fiscale" (con clausole di salvaguardia "amministrazione" relativi a tagli alla spesa dei ministeri in caso di fallimento), l'estensione della inversione contabile dell'Iva (il reverse charge su appalti, settore edile e commercio all'ingrosso di prodotti hi-tech), l'ampliamento dello split payment, il rafforzamento della voluntary disclosure (l'autodenuncia dei redditi nascosti al fisco). Insomma, tante belle promesse. 

Non ci sarà spazio, come suggerito da Bruxelles, per nuove tasse, interventi depressivi per la quasi inesistente crescita né per decreti urgenti. Tutto sarà rinviato ad aprile, quando verrà presentato il Documento di economia e finanza. La conseguenza, ovvia, è che non è detto che la trattativa con l'Ue verrà gestita da questo stesso governo. Al contrario, con le elezioni anticipate a giugno sempre più probabili, la letterina a Bruxelles appare come una bella cartolina di saluti. "L'Italia sta giocando col fuoco", avvertivano dall'Unione europea. E ci giocherà per altri mesi. Rischiamo una punizione? Meglio, perché, sussurrano fonti vicine a Matteo Renzi (gran burattinaio di questa strategia), "una procedura di infrazione sarebbe una medaglia di cui fregiarsi in vista delle urne".

Renzi, patto con Grillo e Lega per il voto Retroscena: una telefonata e il ricatto

Renzi, asse con M5S e Lega per il voto: "Così non scattano i vitalizi"



Matteo Renzi vuole andare al voto al più presto. Così il Pd, con l'appoggio di 5 Stelle, Lega e Fratelli d'Italia, scrive Maria Teresa Meli sul Corriere della Sera, ha ottenuto che la legge elettorale venga discussa in aula il 27 febbraio. In questo scenario il Partito democratico è pronto a dire sì alla proposta grillina di estendere l'Italicum riveduto e corretto dalla Corte costituzionale pure al Senato: cioè con il premio di lista e senza il ballottaggio. Restano in sospeso: premio di lista o premio di coalizione e soglie di sbarramento. 

Se i tempi fossero davvero questi, la riforma elettorale sarebbe pronta per aprile. E si potrebbero sciogliere le Camere per andare a votare a giugno. "Ora non ci sono più alibi", ha detto ai suoi fedelissimi il segratario del Pd che peraltro in questi giorni si sarebbe sentito con Matteo Salvini: "Il Paese non capirebbe se il Parlamento perdesse un anno a discutere di riforma elettorale, con tutti i problemi che ha l'Italia. La politica non ci farebbe una bella figura. Per me votare nel 2017 o nel 2018 è lo stesso". E conclude, con un ricatto morale: "L'unica cosa è evitare che scattino i vitalizi perché sarebbe molto ingiusto verso i cittadini. Sarebbe assurdo".

"IL DUCE? CREDO CHE..." Salvini-bomba in diretta: che mazzate alla Boldrini

"Mussolini?", Salvini risponde così in diretta: mazzate alla Boldrini



"Capisco la gente che si dice disposta a votare un nuovo Mussolini". Matteo Salvini, intervistato da Gerardo Greco ad Agorà su Raitre, risponde senza paura a chi gli chiede dei crescenti istinti autoritari degli italiani e ribalta la frittata: "Mi spaventa se mi metto nei panni di Letta, Monti, Gentiloni e Boldrini che non facendo nulla incentivano queste reazioni". Il segretario della Lega Nord lancia la sfida: "Non uomini forti ma idee forti è quello che io mi sento di sottoscrivere".