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mercoledì 1 febbraio 2017

Manovra-bis, la follia di governo e Pd: "Rischiamo la sanzione Ue? Meglio..."

Manovra-bis, cosa prometterà l'Italia all'Ue. Voce choc: "Rischiamo la procedura d'infrazione? Meglio"



Entro questa sera il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan dovrà inviare una lettera a Bruxelles per chiarire dove e come il nostro governo intenda trovare i 3,4 miliardi di euro che la Commissione Ue ha chiesto per restare sotto il tetto dello 0,2% del deficit strutturale, pena il via alla procedura di infrazione. L'Italia aveva due strade: fare muro contro muro, per scardinare la folle politica dell'austerità che ci sta soffocando. Battaglia annosa che, di fatto, abbiamo rinunciato a combattere dal 2011. La seconda era abbassare il capo e pagare tutto e subito. In entrambi i casi il rischio sarebbe stato grandissimo: far saltare i conti pubblici oppure pagare dazio dal punto di vista elettorale, con una mini-manovra bis fatta tutta di tasse e aumenti. Il premier Paolo Gentiloni e Padoan hanno scelto la terza, assai più timida: rinviare il problema. 

Di sicuro, nella lettera si indicheranno interventi immediati, ma d'impatto minimo, intorno agli 1,7 miliardi: aumenti alle accise e sulle sigarette. Il resto sarà il più classico dei "pagherò": il governo metterà sul piatto misure a medio-lungo termine come le classiche "misure di contrasto all'erosione e all'evasione fiscale" (con clausole di salvaguardia "amministrazione" relativi a tagli alla spesa dei ministeri in caso di fallimento), l'estensione della inversione contabile dell'Iva (il reverse charge su appalti, settore edile e commercio all'ingrosso di prodotti hi-tech), l'ampliamento dello split payment, il rafforzamento della voluntary disclosure (l'autodenuncia dei redditi nascosti al fisco). Insomma, tante belle promesse. 

Non ci sarà spazio, come suggerito da Bruxelles, per nuove tasse, interventi depressivi per la quasi inesistente crescita né per decreti urgenti. Tutto sarà rinviato ad aprile, quando verrà presentato il Documento di economia e finanza. La conseguenza, ovvia, è che non è detto che la trattativa con l'Ue verrà gestita da questo stesso governo. Al contrario, con le elezioni anticipate a giugno sempre più probabili, la letterina a Bruxelles appare come una bella cartolina di saluti. "L'Italia sta giocando col fuoco", avvertivano dall'Unione europea. E ci giocherà per altri mesi. Rischiamo una punizione? Meglio, perché, sussurrano fonti vicine a Matteo Renzi (gran burattinaio di questa strategia), "una procedura di infrazione sarebbe una medaglia di cui fregiarsi in vista delle urne".

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