Baby squillo, un altro terremoto: nuova inchiesta a Roma, per ora quattro indagati
Per ora sono quattro le persone indagate nell'ultima inchiesta di Roma sullo sfruttamento di due baby squillo, ma l'elenco potrebbe presto allungarsi e toccare nomi noti e notissimi della Capitale. Le accuse si reggono su due reati, contestati a vario titolo: sfruttamento della prostituzione minorile e atti sessuali con minori.
La storia si ripete, altre due adolescenti romane di 16 anni sono state sfruttate come squillo, così come era successo ad altre due coetanee scoperte tempo fa nel quartiere Parioli. Stavolta però le loro famiglie non erano complici dello sfruttamento, le ragazze sono riuscite a fare tutto di nascosto, finché qualche vicino dell'appartamento non si è insospettito. Più volte al giorno, riporta il Tempo, vedevano uscire le ragazze in abiti succinti, truccate pesantemente e con i tacchi alti. A prenderle c'era sempre un'auto, di giorno e di notte.
Le ragazze venivano scarrozzate un po' ovunque, da parcheggi bui e isolati ad appartamenti in pieno centro storico, fino ai paesi dell'hinterland romano. Chi le sfruttava le promuoveva come "merce". I clienti dovevano solo telefonare, indicare un indirizzo ed essere raggiunto da una delle ragazze o da entrambe contemporaneamente. Uomini che potevano essere padri delle ragazze, professionisti affermati e conosciuti nella Capitale, ma anche persone meno note disposte semplicemente a pagare per avere una minorenne disponibile a letto.
Davanti ai giudici, le due hanno tenuto posizioni diametralmente opposte. Una ha confessato tutto quello che era costretta a fare. L'altra ha negato anche davanti all'evidenza.