La minaccia alla sorella. L'intercettazione: "Non rompa i..."
Guai a mettersi contro i dirigenti del Partito democratico in Emilia-Romagna. Una lezione che deve aver imparato in prima persona il premier Matteo Renzi, visto che il suo nome è spuntato in un'intercettazione sull'indagine del 2015 per le minacce al sindaco romagnolo anti-cemento Isabella Conti.
Come riporta il Giorno, a gennaio dello scorso anno in tantissimi avevano espresso la propria solidarietà alla Conti. Tra questi non solo il presidente dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, ma anche lo stesso premier. Un dettaglio che ha fatto saltare la mosca al naso di Stefano Sermenghi, sindaco di Castenaso, comune nel bolognese di meno di 15 mila anime, già noto alle cronache per avere in giunta l'assessore Benedetta Renzi, sorella del presidente del Consiglio.
In una telefonata dell'8 gennaio 2015 tra Sermenghi, indagato, e l'ex sindaco di San Lazzaro, Aldo Bacchiocchi, anche lui indagato, si parla della Conti e gli inquirenti hanno riportato: "È una puttanata che si è inventata tutto, ha fatto un casino sul nulla". Bacchiocchi ha risposto a Sermenghi: "Appunto, è una cosa gravissima... ancora più grave Renzi e Bonaccini... È una situazione delicatissima... la cosa delicata è quando il presidente del Consiglio, senza saper niente...". Così Sermenghi lo interrompe e si sfoga: "Il presidente del Consiglio l'ho già cazziato, perché Toni gira con sua sorella e gli ho detto: 'Tu di' a tuo fratello che lasci stare, che la situazione di San Lazzaro non è come sembra, che non rompa i maroni...'".
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