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domenica 4 settembre 2016

Il dramma privato di Tiberio Timperi: "Prima il dolore, poi le denunce..."

Il dramma privato di Tiberio Timperi: "I giudici danno sempre ragione alle mamme"



Tiberio Timperi è uno dei tanti papà separati ed è anche diventato uno dei leader della battaglia per la difesa dei loro diritti. Parla della situazione italiana, spiega in un'intervista a Il Giorno come in Italia ci sia un problema culturale per cui "la mamma è sempre buona, mentre il padre è colpevole a prescindere. La paternità è rilevante solo a livello finanziario, il padre è il socio di maggioranza senza diritto di voto. Le decisioni dei giudici spesso escludono la figura paterna, che però è importantissima nel delineare le regole educative. Se si cancellano i padri non meravigliamoci della società malata che abbiamo oggi". Giudica, sulla base della sua esperienza personale, un "fallimento" la legge sull'affido condiviso. E fa un esempio: "Io volevo che mio figlio andasse in una scuola pubblica, la madre in una privata, alla fine il giudice ha deciso per una terza. Per denunciare queste e altre disfunzioni ho intenzione di chiedere un incontro al ministro della giustizia Andrea Orlando".

La richieste - E ancora: "Chiederei al governo Renzi oltre che i patti prematrimoniali anche l'obbligo di rendicontazione. Io do 2500 euro al mese per il mantenimento di mio figlio, ma non so come vengono spesi". Parla ancora della sua triste vicenda personale: "Io sono stato accusato di ingiurie e percosse a terzi, e maltrattamenti nei confronti di mio figlio, ma le denunce sono state archiviate. Però il giudice non ha agito contro chi mi aveva falsamente accusato". Poi l'ultima richiesta: "Vorrei chiedere che i giudici che si occupano di diritto di famiglia fossero specializzati, preferibilmente non divorziati e non tutte donne. Ogni tanto nelle aule di giustizia vorrei incontrare anche qualche uomo. In tribunale mi sento, in quanto maschio, ontologicamente colpevole. Ogni mese un figlio trascorre 23 giorni con la madre e 8 col padre: che possibilità c' è per un uomo di stabilire un rapporto profondo con il figlio? Vorrei una più equa ripartizione dei tempi».

L'Avvocato Risponde: "Servitù Coattiva"

L'Avvocato Risponde: "Servitù Coattiva" 


Avv. Mario Setola

Egregio Avvocato Mario Setola, mi chiamo Emilia e scrivo da Napoli. Seguo sempre la sua Rubrica su il "Notiziario sul web". Sono proprietaria di un terreno. Anni fa fu impiantato senza il mio consenso un palo elettrico. Qualche tempo fa ne ho chiesto la rimozione, ma ho incassato dall’ente un netto rifiuto, perchè il palo risulta essere necessario ed indispensabile per la zona. Ora, come posso comportarmi?E'possibile chiedere un risarcimento per aver in forma arbitraria impiantato questo palo elettrico sul mio fondo? Inoltre mi è stata chiesta una servitù a vita dall'ente. Grazie e complimenti per l’interessante rubrica.


Gentile signora Emilia, la ringrazio per avermi contattato e per i complimenti. Innanzitutto individuiamo l’istituto di diritto civile che la legge prevede in questi casi. In generale i diritti di servitù si definiscono tradizionalmente come "un peso imposto sopra un fondo per l'utilità di un altro fondo appartenente a diverso proprietario" (art. 1027). Le servitù vengono variamente classificate. Una di queste classificazioni è proprio quella delle servitù coattive, quelle cioè che vengono imposte al proprietario di un fondo anche contro la sua volontà, che si differenziano da quelle volontarie che invece si originano liberamente su base contrattuale. Non avendo lei stipulato alcun contratto con l’ente di cui giustamente mantiene il riserbo per una questione di tutela della privacy, è chiaro che si tratta di una tacita imposizione configurabile come servitù coattiva. Il diritto alla costituzione coattiva delle servitù è dalla legge previsto in una serie di casi: Acquedotto coattivo: è la servitù di far passare acque attraverso il fondo, o i fondi, altrui (escluse case e giardini) per soddisfare il bisogno di acqua del proprio fondo (analoga è la servitù di scarico coattivo). 

Passaggio coattivo: è la servitù di passaggio sul fondo, o sui fondi, altrui (escluse case e giardini) che spetta al proprietario del cd. fondo intercluso, ossia del fondo che non ha un accesso diretto alla strada pubblica o che potrebbe realizzarlo solo con eccessivo dispendio o disagio (quando il fondo sia destinato ad usi agricoli o industriali, il proprietario di questo ha diritto al passaggio coattivo anche se ha un proprio accesso sulla strada pubblica, ma si tratta di un accesso insufficiente ai bisogni agricoli o industriali del suo fondo). 

Elettrodotto coattivo (analogamente: acquedotto pubblico, metanodotto, oleodotto, linee telefoniche, installazione di antenne televisive ecc.): è la servitù che spetta all'ente o alla società che gestisce il servizio di erogazione al pubblico di energia elettrica, acqua potabile, metano ecc. su tutti i fondi che sono situati lungo il percorso della linea elettrica, dell'acquedotto ecc. 

Le servitù coattive sono di regola costituite con sentenza dell'autorità giudiziaria, su domanda dell'interessato; la sentenza determina anche l'indennità dovuta al proprietario del fondo servente. 
Nei casi espressamente previsti dalla legge, la servitù coattiva può anche essere costituita con provvedimento dell'autorità amministrativa (provvedimento che assume carattere analogo all'espropriazione per pubblica utilità).

Quindi, la saluto informandola che non è possibile chiedere la rimozione del palo finchè questo risulta essere necessario per pubblica utilità, ma è possibile chiedere la corresponsione di un'indennità per l'asservimento del fondo. Addirittura la legge prevede che fino a quando l’ente non paga l'indennità, il secondo può opporsi all'esercizio della servitù. Non comprendo, invece, cosa intenda l'ente per "servitù a vita".

Avv. Mario Setola - Civilista -  Esperto in Diritto di Famiglia 
Studio: Cardito (Na) Corso Cesare Battisti n. 145
Cell. 3382011387 Email: avvocato.mariosetola@libero.

Ecco il partito degli islamici italiani Le tappe verso il voto: chi c'è dietro

Arriva il partito degli islamici italiani. Chi lo ha lanciato



Sta per essere lanciata a Roma la Consulta islamica italiana sulla spinta dell'iniziativa di Hamza Roberto Picardo, italiano convertito all'islam e grandi animatore degli islamici italiani. L'idea però, secondo quanto riporta il Tempo, sarebbe solo il preludio per un passo ben più grande che frulla nella testa di Picardo: fondare un partito di ispirazione islamica. A creare non poco scompiglio nella già frastagliata comunità islamica italiana è stato un post pubblicato sul profilo Facebook di Picardo, datato 24 agosto.

Sul web, l'attivista aveva spiegato quanto necessaria fosse la sua iniziativa: "Il fatto di essere minoranza oppressa e quotidianamente minacciata - ha scritto - non può essere fonte di diritto. In tal modo si giustificherebbero le leggi razziali del 1938. In quel tempo gli ebrei, tutti gli ebrei, erano considerati potenzialmente nemici dello Stato e della Nazione (allora non si diceva Paese). Se accettassimo, in nome della contingenza internazionale e delle guerre in corso, una limitazione dei diritti costituzionali, tradiremmo lo spirito stesso della Carta fondamentale della Repubblica, noi stessi e i nostri figli".

Picardo è sempre più convinto che i tempi siano maturi perché anche gli islamici abbiano un accordo con lo Stato, sulla falsa riga dei Patti lateranensi per i cattolici: "Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano. I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze". Ed è qui che cade a pennello il suo progetto, visto che non esiste un'organizzazione unitaria che metta insieme tutti i musulmani in Italia.

Il modello a cui si ispirerebbe il nascente partito islamico sarebbe quello del Movimento Cinquestelle di Beppe Grillo, con un reclutamento di attivisti attraverso il web. L'obiettivo più immediato punterebbe quindi a raggiungere un numero di iscritti accettabile per essere considerati rappresentativi dei musulmani italiani. Il movimento diventerebbe così un partito pronto per presentarsi alle prossime elezioni. L'idea non ha accolto però particolari entusiasmi, a cominciare dall'Ucoii che teme di farsi scavalcare, se non addirittura cancellare da questa iniziativa.

Piccolo Loris, il dramma infinito del papà Che cosa gli ha tolto il nuovo sindaco

Piccolo Loris, il dramma infinito del papà. Che cosa gli ha tolto il nuovo sindaco


Brutte notizie per Davide Stival, il padre del piccolo Loris ucciso il 29 novembre 2014 in provincia di Ragusa. Il nuovo sindaco del comune di Vittoria ha annunciato che all'uomo non sarà rinnovato il contratto da autista comunale: "Era stato assunto dall'ex sindaco Giuseppe Nicosia - ha detto il primo cittadino, Giovanni Moscato - Il suo era un contratto a termine della durata di un anno legato al mandato del sindaco. Non lo riassumo, perché all'epoca contestai da consigliere comunale quell'atto, definito a suo tempo mediatico, a pochi mesi dalla fine della campagna elettorale".

Dramma D'Alessio, lo sfogo amarissimo di Gigi contro il giornalone: "Mi avete crocifisso, ma io ho..."

D'Alessio: "Ho sbagliato investimenti ma creato tanto lavoro"



Gigi d'Alessio sommerso dai debiti. Non si tratta di 25 milioni di euro come si è scritto negli ultimi giorni ma, fanno sapere dal suo entourage, di una cifra decisamente inferiore. In ogni caso il cantante napoletano, nonostante gli oltre venti milioni di dischi venduti in carriera, vive ora una turbolenta situazione economica a causa di alcuni investimenti sbagliati e a causa del caos mediatico che è esploso e ha deciso di scrivere una lettera al Corriere della Sera dove ha esposto la propria posizione.

"L'ingiusto sciacallaggio mediatico a cui sono stato sottoposto - ha scritto d'Alessio - è dovuto al fatto di essere stato accompagnato in investimenti sbagliati e a mutui contratti con istituti di credito. Vorrei ricordare che i mutui vengono erogati solo se c'è un acquisto di un bene,con lo stesso a garanzia del dovuto. Ma non per questo chiunque lo faccia viene crocifisso come è stato fatto con me. Faccio inoltre presente, per chi ha indagato nella mia vita privata, che alcuni di questi sono stati accesi, benchè mi dispiaccia dirlo, per finalità benefiche."

"Ho constatato - ha concluso il cantante napoletano - che l'opinione pubblica è nettamente divisa in due. A chi mi attacca vorrei però ricordare che il lavoro è creato dall'impresa e io, pur assumendomi tutti i rischi del caso, ho comunque creato  lavoro per tante persone nell'indotto delle mie attività". 

sabato 3 settembre 2016

"JE SUIS CHARLIE" Daniele: "Vignette senza gusto, mi fanno schifo"

"JE SUIS CHARLIE" Daniele: "Quelle vignette mi fanno schifo"

Gaetano Daniele
Amministratore il Notiziario sul web

Molti mi scrivono ed altri mi domandano su quanto apostrofato da Charlie Hebdo. Cerco di formulare in maniera democratica il mio pensiero. Critico fortemente le vignette lanciate da Charlie Hebdo, perchè sono vignette brutte, ma soprattutto non fanno ridere, oltre ad essere offensive. Seguo spesso le vignette di Charlie Hebdo, anche quelle su Maometto erano piuttosto macabre, per non parlare di quelle fatte sulla religione cristiana o sul Papa. Ma questo c'entra pochissimo, anzi nulla. Dire che una vignetta è un obbrobrio non significa impedire a qualcuno di farla, tanto meno entrare con un kalashnikov e fare una strage in una redazione soltanto perchè la vignetta non è piaciuta. 

Anch'io, dopo la strage di Parigi, ho gridato #JeSuisCharlie e sono pronto a rifarlo in qualsiasi momento perché quell'attacco alla libertà di stampa e di satira era un attacco a uno dei cardini fondamentali dell' Occidente, esattamente come l'attacco a Nizza è stato l'attacco al diritto di andare in vacanza dove ci pare e l'attacco a Rouen è stato l'attacco al diritto di inginocchiarci di fronte al nostro Dio. Ma vado oltre e cerco aldilà della vignetta satirica, stomachevole e sicuramente offensiva sotto alcuni punti di vista, e cerco di capire anche da quella vignetta il perchè Charlie Hebdo, ha associato certe battute: mangiare, appalti, mafia etc etc. Ecco, da cittadino Italiano mi domando perchè lo Stato non sia intervenuto prima? Dopo la tragedia che colpì l'Emilia, si poteva, ma non è stato fatto. Dopo il dramma che colpì l'Aquila, si poteva ma non è stato fatto, anzi, molti aquilani ne stanno pagando ancora cara la pelle, quindi, cerchiamo di interrogarci anche su questi piccoli aspetti, che poi tanto piccoli non sono. 

In questo caso, anche se la vignetta di Charlie Hebdo mi fa schifo, io difendo sempre il diritto e la libertà di espressione e di stampa, quello stesso diritto che consente a me oggi di dire liberamente che quelle vignette "mi fanno schifo". 

Renzi, la sua mossa disperata Cosa vuole fare con il canone Rai

Renzi, la mossa disperata: sarà ritoccato il canone Rai



Si avvicina il voto, quello del referendum sulle riforme istituzionali, e Matteo Renzi pigia il suo tasto di propaganda prediletto: quello delle "mance" pre-elettorali. Lo ha fatto in una intervista radiofonica a Rtl, ripresa dal quotidiano Il Giornale, nella quale ha garantito che il bonus di 80 auro per i lavoratori a basso reddito resterà anche il prossimo anno. Sul fronte delle tasse, ha aggiunto, "il prossimo anno abbasseremo l'Ires dal 27,5 al 24% per le società ci capitali, ma anche l'Iri per le società di persone. Sui lavoratori autonomi faremo anche un intervento per dare certezze ai giovani". Non pago, ha aggiunto che l'anno prossimo sarà ulteriormente abbassato anche il canone di abbonamento Rai, inserito dallo scorso mese di luglio nelle bollette.