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giovedì 18 agosto 2016

Il dramma dell'inviata tv alle Olimpiadi. Si sente male, la ricoverano: è in coma / Foto

Inviata tv inglese alle Olimpiadi colpita da rara forma di malaria: è in coma



Tutti a pensare a zika. Ma il Brasile è un Paese tropicale. Dove il batterio-superstar trasmesso dalle zanzare è solo una delle possibili minacce alla salute. Ne sta sapendo qualcosa, suo malgrado, l'inviata britannica al seguito della squadra olimpica di Sua Maestà. Giunta a Rio lo scorso 4 agosto, la 33enne Charlie Webster, inviata tv, ha cominciato a stare male durante la cerimonia. Per questo è stata trasferita in ospedale e sottoposta a esami. Nel giro di pochi giorni, però, le sue condizioni si sono aggravate, i reni hanno smesso di funzionare correttamente e la donna è stata sottoposta a dialisi. Poi, come riposrta il tabloid inglese "The Sun", è apparsa la febbre e una malessere generale che ha indotto i medici brasiliani a ricoverare la Webster in rianimazione e a porla in coma indotto. Ora lotta per la vita. Delle Olimpiadi non ha visto, ovviamente, nemmeno una gara. I medici sono ora giunti a una diagnosi: quella di una rarissima forma di malaria

Il Nobel: basta col suicidio dell'euro La via d'uscita: due monete uniche

Il Nobel Stiglitz: serve un euro per il nord e uno per il sud


Lo aveva detto anche Silvio Berlusconi. Anni fa. Prima che la crisi peggiorasse una situazione già difficile. All'Europa servono due euro: uno del Nord per i Paesi più forti e a economia più stabile; e uno per il sud, per i Paesi con più problemi col debito. A dirlo è il premio Nobel per l'Economia Joseph Stiglitz, secondo il quale solo con una doppia moneta unica si correggerebbe il peccato originale che l'Euro si porta dietro fin dalla nascita: ovvero un regime di cambi fissi la cui rigidità , non essendo tollerabile per i Paesi più deboli, ha generato fenomeni come l'austerity e accelerato il processo di deflazione salariale già innescato dalla globalizzazione.

Caivano (Na): Opposizioni Vere? Occhio Come distinguerle

Caivano (Na): Opposizioni vere? Come distinguerle


 di Gaetano Daniele




Premetto che la distinzione fra un’opposizione posticcia e una autentica non è troppo difficoltosa, tenendo presente che l’opposizione genuina si sposa sempre con un’alternativa complessiva di sistema, di linee di politica strategica e, in casi estremi, addirittura di civiltà.

Premetto, altresì, che oggi le vere opposizioni latitano, anzi non esistono, che c’è un vuoto sempre più incolmabile sul fronte della critica al sistema, anche se le false opposizioni, che anelano tutte ad affermarsi esclusivamente per via elettorale occupando i banchi del consiglio comunale, senza però, arrecare troppo fastidio ai grandi poteri. 

Qualche Manifesto: "VATTENE" oppure "VAI A CASA" frasi fatte, retoriche, per conquistare appunto parte di un elettorato scontento, e in questo ultimo periodo di scontenti nel Paese ce ne sono tanti. Solo pochi possono permettersi Barche e Champagne e musica house in sottofondo alla Vacchi, con la sola differenza del conto in banca e del fisico.

Insomma, altri soldi sprecati che, a differenza di un Comune in dissesto finanziario, quelle stesse opposizioni, o parte di esse, che appunto non amano il contraddittorio e neanche un semplice pensiero, non sono state nei confronti di una maggioranza assente, in grado di proporre, a favore dei tanti cittadini rimasti nelle loro abitazioni, nemmeno un modesto concertino di Paesino, alla Caianiello per intenderci. Nulla. Nulla di Nulla. Chi in montagna, chi in barca alla Vacchi, chi altrove, tutti guardano e criticano l'operato della maggioranza, ma nessuno ha alzato un dito affinchè qualcosa venisse offerto loro.  

Guai a ricordarglielo. Guai, qualcuno addirittura potrebbe sbroccare. Preciso, inoltre, che il discorso sulle false opposizioni non riguarda soltanto il nostro paese, ma buona parte dell’Italia, anzi dell'Europa e del cosiddetto occidente.

In certi casi, non basta neppure la “professione di fede” liberale per legittimarsi pienamente agli occhi dei manovratori. Pensiamo a Berlusconi e al suo pdl di governo, che pur dichiarandosi pubblicamente liberali, nel 2011 sono stati messi da parte dalla troika, in favore di Mario Monti e di un esecutivo di “tecnici”. Questo perché, l’allora presidente del consiglio e il suo partito del predellino non davano sufficienti garanzie ai veri decisori, cioè alle élite del denaro e della finanza, che premevano per il rapido varo delle riforme anti-sociali.

Persino ovvio che le false opposizioni, desiderose, non troppo, a volte, di mandare il mostro tanto criticato a casa, timorose anche dei “poteri forti” esterni o interni ai quali segretamente s’inchinano, non usciranno mai dal solco del politicamente corretto, ad esempio mandando in soffitta antifascismo e anticomunismo, oppure assumendo posizioni apertamente “antisemite”, cioè anti-israeliane e, di conseguenza, anti-americane. Né si permetteranno, costoro, di lavorare seriamente per l’uscita dall’alleanza atlantica e dall’euro, nonché per nazionalizzare l’intero sistema bancario a partire dalla banca centrale. Potrebbero farlo credere inizialmente agli elettori, con adeguati slogan elettorali (Basta SPRECHI!) o promesse VARIEGATE ma poi, alla prova dei fatti, appoggiando governi o addirittura partecipandovi con incarichi o poltrone, ad esempio come capitò al Partito Democratico, quando bocciato dall'elettorato si ritrovò a governare Caivano. 

Un caso ormai palese, macroscopico di falsa opposizione, mascherata addirittura da populismo a comando, è quello di alcuni partiti che l'unica cosa che gli riesce fare è criticare l'operato altrui: se ad esempio un eletto di un partito avversario paga troppo un dirigente, gridano allo scandalo degli sprechi, viceversa se la stessa misura viene adottata da un loro dirigente, in quel caso non si bada a spese, perchè la professione va pagata, va premiata. Insomma, il politicamente corretto da un unico punto di vista, un po come parlarsi allo specchio e darsi ragione. Ecco spiegato perchè non amano il confronto politico. 

Veniamo, ora, a ciò che ci consente di distinguere un’opposizione posticcia da un’opposizione autentica, che potrebbe riuscire a entrare miracolosamente nel civico consesso. Di seguito le principali e più evidenti discriminanti.

L’aspetto ideologico (e il pensiero filosofico che sta alla base). Mai fidarsi di coloro che si dichiarano “pragmatici”, come ad esempio i piddini-renziani  - “una sinistra moderna e pragmatica” - e di coloro che interpretano il superamento della dicotomia destra/sinistra come superamento degli aspetti ideologici. Dove non vi è alcun elemento ideologico, o ancor peggio ideale e dove non si distingue fra destra e sinistra semplicemente perché c’è stata la “morte delle ideologie”, falcidiate dall’ideologia nuovo-capitalista e dall’affermazione del neoliberismo, significa che dominano il pensiero unico neocapitalistico e il politicamente corretto, i quali inevitabilmente riempiono il vuoto., proprio come il vuoto di una bottiglia di Champagne appena finita, VUOTO. 

Quale può essere la base filosofica, in simili casi? Solo quella coerente con l’ideologia di legittimazione del capitalismo a vocazione finanziaria, a dir poco il relativismo, la negazione delle verità assolute, che nella società si traduce in assenza di Etica e apre le porte al darwinismo sociale, alla competizione più sfrenata fra singoli individui, senza più coscienza e consapevolezza comunitaria. Se domina il pensiero unico, che ha scalzato via le ideologie novecentesche, allora vi saranno l’antifascismo in assenza di fascismo, l’anticomunismo in assenza di comunismo.

Il superamento di destra e sinistra, invece, è nei fatti e non nella (presunta) “morte delle ideologie”, poiché se c’è un unico programma di governo non possono concretamente esistere due visioni contrapposte, come quelle che hanno caratterizzato e opposto, per decenni, la destra alla sinistra. Una vera opposizione, per contro, sarà portatrice di ideali, aderirà a una precisa corrente di pensiero filosofico e presenterà, inevitabilmente aspetti ideologici contrapposti a quelli dominanti. Altro che Governo di Salute Pubblica, o famiglia allargata per il bene dei cittadini, quelli si chiamano "INCIUCI"

Non vado oltre, perché, se uno è ancora moderatamente raziocinante, se ha un minimo di capacità analitica, ci arriva da solo a certe conclusioni e soprattutto riesce a individuare le opposizioni-false, non cadendo nella loro trappola. Eppure, forse per assenza di alternative mista a disperazione e sconforto, milioni di italiani ripeteranno ancora questo errore, con grande soddisfazione dei signori che credono di manovrare l'intelligenza di pochi e l'ignoranza di molti. Alè....

mercoledì 17 agosto 2016

Caivano (Na): Piove al Paese: Politici ed ex segretari non rinunciano alle vacanze.. Da Vip ovviamente

Caivano (Na): Toglieteci tutto ma non.............


di Gaetano Daniele



"Io resto qui e certo ci resterò. È così dolce restare. Forse che la natura va all'estero?", ha scritto il poeta svizzero Robert Walsen. La natura no, ma i politici sì, passato lo spauracchio delle dimissioni, forse farsa, archiviate per un secondo le diatribe interne alla maggioranza, e via, tutti al mare. Un tuffo dove il mare è sempre più blu. Perchè no. Ognuno coi suoi soldi è libero di fare quello che vuole. Certo, ma se questo è sperperone non può di certo badare ai nostri risparmi, figuriamoci dirigere una segreteria di Partito importante come il PD.

Un noto spot pubblicitario diceva: toglietemi tutto ma non il mio Breil, a Caivano, invece, i politici locali, non si fanno mancare proprio nulla. Dalle isole più belle del Sud Italia, alle lussuose Barche a motore con tanto di ritmo di musica house sottofondo, altro che Vacchi. Insomma, c'è chi ostenta nei luoghi più esotici o nei centri città, sempre e comunque iperconnesse: se le vacanze dei consiglieri comunali, ex segretari politici etc etc, sono uno specchio della politica, quella della terza repubblica, senza eccessi particolari o colpi di scena, faticano a mostrare una loro precisa identità. Come avveniva invece con la sobrietà del Dopoguerra. 

Per loro - politici, ex segretari politici, consiglieri comunali etc etc - resta comunque la frenesia del web, perché le ferie ormai sono sempre iperconnesse: non si stacca mai, non si può restare indietro dal tamburellare dei tweet che vede dichiarazioni, commenti e propaganda susseguirsi anche durante il mese che un tempo era dedicato al relax e alle vacanze politiche. Cambia però lo scenario: dalle stanze del Castello ai luoghi di villeggiatura.

Insomma, per dirla in breve, a settembre si riparte. Sì, si riparte con le solite frasi fatte: dagli sprechi, agli "ultimi". Dai roghi tossici al sociale. Certo, il sociale, un tema delicato che parecchie mamme conoscono bene, soprattutto in questo ultimo periodo, dove non si sono viste nemmeno riconoscere i propri diritti. Altro che Champagne in riva al mare. Altro che Babà con la panna. Altro che motori da 150 cavalli. Altro che Albergo a 5 stelle, a Caivano quest'anno non si è visto nemmeno un evento, nemmeno un carro, nemmeno un Film sotto le stelle...... nulla. Solo la puzza. Quella non manca mai. ... Alè

Cardito (Na): Famiglia beve acqua dal rubinetto: tutti in ospedale

Immediata la corsa al pronto soccorso dell'ospedale di Frattamaggiore San Giovanni di Dio



Bevono acqua dal rubinetto della propria abitazione e finiscono in ospedale. Protagonista della vicenda che riporta Cronache di Napoli, un'intera famiglia residente nel centro storico di Cardito. I fatti si sono registrati in via Vico Giardino.“

Dolori alla pancia e la corsa al pronto soccorso dell'ospedale di Frattamaggiore "San Giovanni di Dio". La famiglia ha poi denunciato di aver notato che l'acqua presentava un colore più scuro. Nelle prossime ore, potrebbero essere effettuati controlli sulla rete idrica comunale.

Quando i Preti vogliono fare solo i Preti L'anatema del prete sulle banche: "Truffatori, ecco cosa dovete fare"

L'anatema del prete contro le banche: "Truffatori, ecco che dovete fare"


Don Enrico Torta

Alla sua età, 78 anni, tanti colleghi di Don Enrico Torta hanno appeso l'abito al chiodo da anni. Lui invece non sembra averne abbastanza e si è messo alla testa dei tanti risparmiatori truffati dalla Popolare di Vicenza e da Veneto Banca. Il fenomeno è ben noto ai lettori di Libero, a quelli de il Notiziario sul web, ma come del resto a tutti i cittadini italiani, sono circa 205 mila i correntisti che negli ultimi tre anni si sono visti bruciare sotto gli occhi 19 miliardi di euro. Come riporta il Giorno, alla vigilia di Ferragosto, il parroco di Dese, piccola comunità vicina al capoluogo veneto, ha preso carta e penna e ha scritto una lettera ai manager delle due banche per una ramanzina che scuote d'orgoglio tutti i truffati: "È stato commesso un crimine - ha detto don Enrico - e ora a pagare sono i risparmiatori. Devono mettere a posto tutto quello che è stato defraudato. Devono dare indietro i soldi. Sono convinto che ci sono fondi nascosti per garantire la salvezza delle banche. Hanno tante case, palazzi, quadri... - ha aggiunto il prete - che vendano tutto e che diano i soldi ai risparmiatori". Secondo il parroco di Dese la truffa non ha niente di diverso di una bestemmia: "Quando il denaro entra nel cervello non si riesce più a controllare, uno diventa avaro senza accorgersene. E allora le persone non valgono più niente, valgono i miliardi, i paradisi fiscali".

Anche don Enrico come i tanti rispamriatori truffati si chiede dove fosse lo Stato e gli organi di controllo quando tutti quei soldi venivano mal gestiti dai banchieri. Però conserva una speranza fortissima: "La giustizia deve tornare a essere alla base dell'etica. Questa riflessione deve essere nazionale, le persone devono aprire gli occhi".

Scivolone Saviano: quella frase su Bolt che scatena il putiferio / Leggi

Scivolone Saviano: quella frase su Bolt che scatena il putiferio



Fa discutere il post che Roberto Saviano ha pubblicato sulla sua pagina Facebook. Commenta la vittoria del super campione Bolt, ma ricorda che discende dagli schiavi giamaicani. Una precisazione che, da uomo di sinistra, poteva anche evitare. Ecco il post. 


Roberto Saviano: Usain Bolt, discendente di schiavi africani deportati in Giamaica nelle piantagioni di canna da zucchero, oggi è (di nuovo) l'uomo più veloce del mondo. Il re sorride e vola ancora.