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martedì 17 maggio 2016

Mentana, il sondaggio definitivo Sindaci: i risultati città per città

Sondaggio Mentana, elezioni amministrative: i risultati 


Il sondaggio definitivo. Perchè poi scatterà il divieto di pubblicare rilevazioni in vista delle prossime elezioni amministrative. Certo, anche lunedì prossimo, Mentana continuerà a fornire dati su cosa succederebbe se si andasse al voto oggi. Ma quello di oggi, al tg di La7, era l'ultimo appuntamento con le previsioni sulle elezioni che si terranno il 5 e il 19 giugno.

Secondo la Emg, a Milano la situazione è più fluida che mai: al primo turno dà Parisi del centrodestra avanti col 36,5% delle preferenze contro il 36 di Sala, ma il candidato del centrosinistra avrebbe la meglio al ballottaggio per 51 a 49. A Roma ci sono almeno tre candidati con speranze di accesso al ballottaggio: la 5 Stelle Raggi data al 28%, il Pd Giachetti al 24, la Meloni al 22 e Marchini al 17. Al ballottaggio, nella Capitale la Raggi vincerebbe a mani basse su Giachetti (56 a 44) e Marchini (56,5 a 43,5), mentre la spunterebbe di un soffio sulla candidata dei Fratelli d'Italia e della Lega (51,5 a 48,5).

A Torino Fassino avanti di brutto al primo turno sulla grillina Appendino: 40% contro 29. Ma al Ballottaggio il risultato è più che mai in bilico, visto che l'attuale sindaco Pd la spunterebbe con soli due punti di vantaggio (51 a 49). Assai più definita la situazione a Napoli, dove secondo Emg, se si votasse oggi, al primo turno De Magistris comanderebbe col 39% davanti a Lettieri del centrodestra col 24% e a Valente del centrosinistra col 19%. Il ballottaggio tra i primi due vedrebbe il sindaco in carica trionfare col 64% delle preferenze contro il 36% di Lettieri.

lunedì 16 maggio 2016

Diluvio di morti per una lite tra poliziotti Stragi di Parigi e Bruxelles, verità horror

Negligenza, invidie e antipatie. Le colpe degli 007 di Bruxelles



Prima delle stragi di Parigi e Bruxelles, la polizia belga avrebbe ignorato un documento che avrebe potuto evitare quelle tragedie. Secondo Il Giornale, Yves Bogaerts, capo della polizia di Malines-Willebroek, a metà strada tra Bruxelles e Anversa, non avrebbe prestato attenzione a un dossier redatto da uno dei suoi ispettori a causa di una antipatia personale, per una pregressa vertenza sindacale. L'attento investigatore, nel carteggio in oggetto, avrebbe meticolosamente spiegato gli spostamenti del gruppo jihadista di Salah Abdeslam e dei suoi fiancheggiatori, il tutto corredato da mappe e indirizzi di possibili covi dei terroristi. Un caso di deliberata negligenza che avrebbe ostacolato l'esiziale lavoro di intelligence alla base dell'antiterrorismo.

Le dichiarazioni - "Non capisco come una relazione informativa così delicata non sia stata letta o trasmessa all'antiterrorismo - ha spiegato il sindaco Bart Somers, confermando la storia - Quando è scoppiato il caso ho manifestato sostegno al comandante Bogaerts, ma la nostra comunità merita maggiore attenzione". Sulle falle della polizia è intervenuto ieri anche Olivier Vanderhaegen, direttore dei mediatori culturali di Malines, gettando ulteriore benzina sul fuoco: "Lavoriamo in situazioni critiche e sotto minaccia - ha detto - È inconcepibile che la polizia si permetta di giocare con la nostra vita non prendendo sul serio denunce, segnalazioni o, peggio ancora, rapporti di funzionari". Il caso, infine, è passato al "Comitato P", l'organo di controllo dei servizi di polizia che dovrà pronunciarsi nelle prossime settimane e, con molta probabilità, potrebbe sollevare dall'incarico il comandante della caserma di Malines. La commissione dovrà fare chiarezza su un caso di possibile negligenza, che ha portato alla morte di 162 vittime fra gli attacchi del novembre 2015 a Parigi e lo scorso marzo a Bruxelles.

Referendum, mossa sporca di Renzi Per vincere cambia tutto (all'ultimo)

Referendum, mossa sporca di Renzi: per vincere cambia tutto (all'ultimo)


La strategia di Matteo Renzi, un premier alle prese con i sondaggi e un tangibile crollo di consenso e popolarità, di giorno in giorno si fa più chiara e delineata. Ormai il fatto che alle Comunali si voterà su due giorni è un dato sostanzialmente certo. Renzi "magnanimo"? Non proprio. Certo, in apparenza la scelta sembra un mezzo autogol: tutti gli analisti dei flussi elettorali indicano che la scelta di votare soltanto la domenica potrebbe avvantaggiare la sinistra, che storicamente ha un popolo più "motivato" ad andare al voto. Non a caso, le polemiche sulla scelta di votare alle amministrative in un giorno soltanto avevano scatenato una violenta polemica, che ora parte archiviata: si voterà anche lunedì.

Ma, attenzione. Putacaso, subito dopo la scelta di spalmare la corsa alle urne su una seconda giornata, ha iniziato a circolare un'indiscrezione, che parimenti ora ha assunto il contorno di un dato di fatto. Si voterà su due giorni anche in occasione del referendum costituzionale di ottobre, quello su cui Renzi si gioca la faccia e il governo: a più riprese ha ripetuto che in caso di vittoria dei "no" abbandonerebbe Palazzo Chigi e la politica. La conferma al voto su due giorni è arrivata dal ministro dell'Interno, Angelino Alfano.

Tutti i sondaggi, ad oggi, indicano i "no" in vantaggio. Renzi, insomma, rischia di saltare. E insomma, è in questo contesto che sarebbe maturata la scelta di spalmare il voto su due giorni anche in occasione del referendum. Il presupposto dietro alla scelta è semplice da comprendere: anche in questo caso, votando in un solo giorno, il "no" sarebbe favorito poiché chi è contrario al pacchetto di riforme è più motivato a recarsi alle urne. Il voto su due giorni, dunque, assume le sembianze di un tentativo di non andare a schiantarsi. Infine, si ricorda che su un referendum costituzionale non vi è alcun quorum da raggiungere: per le ragioni elencate qui sopra, insomma, votare due giorni invece che uno, per il fronte del "sì" è soltanto un vantaggio.

Milano, panico alla fermata Duomo: metrò evacuata, il (brutto) sospetto

Milano, panico alla fermata Duomo: metrò evacuata, il (brutto) sospetto


Momenti di terrore sulla Metropolitana M1 della linea rossa, a Milano. Intorno alle 20 di domenica sera, un vagone in arrivo da Bisceglie e diretto a Sesto San Giovanni, è stato fatto evacuare alla fermata Duomo, in pieno centro, a causa di "una saturazione di una sostanza nell'aria", ha riferito la procura. Non è ancora chiaro se qualcuno abbia spruzzato spray urticante o se il disagio a vie respiratorie e visive sia stato provocato dal rilascio di una sostanza dovuto a un guasto tecnico.

Stando alla ricostruzione fornita da alcuni testimoni oculari, i passeggeri non riuscivano a respirare in modo regolare e presentavano occhi arrossati. Sul luogo sono intervenute ambulanze del 118 e quattro mezzi dei vigili del fuoco. La situazione è però sotto controllo: nessuno è stato ricoverato. Per precauzione, la fermata Duomo è stata momentaneamente chiusa.

"Il centrodestra presto al governo" Il documento che cambia la storia

"Il centrodestra presto al governo": il documento che cambia la storia del Paese



Nel febbraio del prossimo anno, si sussurra, l'Italia potrebbe essere chiamata alle urne per le elezioni politiche (e questo al netto del risultato del referendum). E dunque, cosa potrebbe accadere se si andasse al voto tra nove mesi? Una risposta al quesito la ha fornita il sondaggista Alessandro Amadori ad Affaritaliani.it. Amadori ha elaborato i dati dell'ultimo sondaggio Piepoli per spiegare che cosa potrebbe accadere.

Si parte dal Pd, "il partito che rischia maggiormente". Amadori spiega che "la variabilità dipende da come andranno le Amministrative del 5 giugno e soprattutto il referendum di ottobre sulla riforma costituzionale. Se ci fosse una sconfitta simbolica e la vittoria del no al referendum costituzionale si potrebbe generare un effetto-galvanizzazione dell'elettorato di centrodestra". In cifre, secondo Amadori, il Pd potrebbe oscillare tra il 30 e il 34 per cento.

La vera sorpresa, però, è relativa al centrodestra: ha tutte le carte in regola per riprendersi, vincere e governare. E questo nonostante le divisioni interne che si sono manifestate in modo violento a Roma. La parola alle cifre. La Lega gode di un 13-15%, Forza Italia dell'11-13%, Fratelli d'Italia in netto rialzo può arrivare al 5-7 per cento. Mettendoci i voti di altri partiti, il centrodestra potrebbe arrivare al 31-34%, superare il Pd e vincere.

Chi invece potrebbe uscire ridimensionato dal voto a febbraio 2017 è il Movimento 5 Stelle, il cui consenso potrebbe oscillare tra il 24 e il 26 per cento. Spiega Amadori: "Dopo la morte di Casaleggio ha perso smalto. Non ha ancora un leader. Di Maio non lo è e Grillo è tornato a fare il comico. Anche le ultime grane che sono emerse in questi giorni sono state gestire in modo poco brillante e per certi versi anche contraddittorio".

domenica 15 maggio 2016

Scandalo Antinori, parla la vittima Infermiere-modelle, i soldi, il furto

Scandalo Antinori, ora parla la vittima. Dentro la clinica "delle modelle": il furto



È stata sottoposta a bombardamenti ormonali, continue iniezioni e visite ginecologiche, finché non le hanno "rubato" gli ovuli. Parla in un'intervista a Repubblica una delle prime ragazze che ha denunciato il ginecolo Severino Antinori, facendolo arrestare dopo aver scoperto quello che racconta come un furto in un clima di violenza vera e propria. Giovanissima, ha solo 22 anni, accento brasiliano, la ragazza, nome di fantasia Maria, ha raccontato come è entrata in contatto con la clinica Matris, gestita da Antinori e da sempre famosa per essere riuscita a portare a termine gravidanze ritenute impossibili, o di certo complesse nel rispetto delle leggi italiane. In Italia infatti è vietata la vendita di ovuli, ne è concessa solo la donazione, il che rende più difficile reperirli.

Il sistema - La soluzione di Antinori quindi sarebbe stata quella di acquistare gli ovuli da giovanissime ragazze, in cambio di denaro e favori di vario genere. Lo racconta Maria che, in difficoltà economiche perché disoccupata e con un affitto da pagare, dice di essere stata avvicinata dalla sua amica Barbara, che già lavorava nella clinica Matris. Il contatto è stato l'annuncio di una casa pubblicato da Barbara, un alloggio che Maria non si sarebbe mai potuta permettere finché l'altra non le ha proposto un aiuto. La proposta era quella di vendere i suoi ovuli per mille euro a ogni prelievo. Se portava un'amica, avrebbe guadagnato altri 500 euro.

I pagamenti - Maria ha quindi venduto la prima volta ed è stata pagata. Si è sottoposta a un secondo ciclo di cure ormonali, ma al suo risveglio, dopo l'intervento: "mi hanno detto che avevano trovato solo acqua. Ma gli ovuli tre giorni prima si vedevano dall'ecografia. Non volevano pagarmi".

La clinica - Maria dimostra di avere una discreta memoria storica sulla clinica Matris di Antinori e ne racconta il declino degli ultimi tempi: "Quando ho accettato di diventare donatrice, c'erano medici ed esperti di fecondazione alla Matris. Non li ho più trovati lì. Se ne sono andati quasi tutti - ha aggiunto - In compenso il centro si è popolato di ragazze bellissime, vestite da infermiere, che hanno iniziato a lavorare alla Matris. Giovani come le mie coetanee che portavo a Barbara".

SOLDI PER LE FAMIGLIE La novità sul primo figlio: quanto vale ora l'assegno

Soldi per le famiglie. La novità sul primo figlio: quanto vale ora l'assegno


Il Governo sta ragionando sull’ipotesi di introdurre il ’fattore famiglià, proposto dal Forum delle associazioni familiari come rimodulazione della no-tax area in base al numero dei componenti di uno stesso nucleo. Lo ha affermato il ministro della Famiglia, Enrico Costa, intervenuto oggi al convegno organizzato a Roma dal Forum, in occasione della Giornata internazionale della famiglia che si celebra domani. «Voglio lanciare un grande ’Patto con le famigliE e lo voglio chiamare così perchè penso che le risorse che vengono investite, lasciate in tasca o messe in tasca alle famiglie italiane, rientrino: non si tratta di un segno meno nel bilancio dello Stato ma di un segno più in termini di crescita e sviluppo», ha premesso Costa, non escludendo il ’Fattore famiglià tra gli strumenti fiscali a favore dei nuclei con figli. «È una proposta molto seria, complessa e interessante che ha un obiettivo assolutamente condivisibile: favorire le famiglie in rapporto al numero dei figli. È un tema sul quale stiamo ragionando». Poi, secondo il ministro, è necessario «rafforzare i sistemi e i meccanismi che già ci sono, dal bonus bebè alle detrazioni, e farlo anche per incentivare le coppie a fare non solo il primo figlio ma anche il secondo o il terzo. Inoltre dobbiamo semplificare la normativa, ora frastagliata e disordinata, e per questo puntiamo a fare un Testo unico sulla famiglia», ha aggiunto Costa, spiegando che «bisogna semplificare» attraverso «un approccio organico» che vada a «cucire insieme misure frammentarie, disorganiche, senza una visione complessiva, a sfrondarle e a vedere quelle che sono state utili e quelle che non lo sono state, quelle non finanziate o inefficaci»

L’obiettivo, per il ministro, è chiaro: «la famiglia è la prima impresa italiana e noi abbiamo un grande problema che è quello del tasso di denatalità. Ci preoccupiamo giustamente dei cervelli in fuga ma dobbiamo anche preoccuparci delle 100 mila culle vuote rispetto a 5 anni fa, con una progressione che dobbiamo fermare e invertire» mediante «misure concrete ed efficaci», ha concluso, osservando che «la coperta è corta ma la priorità è la famiglia». Il Forum famiglia, per voce del suo presidente Gianluigi De Palo, chiede che «le famiglie non vadano in difficoltà, altrimenti produrremo sempre costi: la richiesta del ’fattore famiglià e di un fisco più equo serve proprio a evitare questo tipo di problemi, perchè c’è da decidere se essere curatori fallimentari di un paese che non fa più figli o se investire le risorse sull’impresa che produce più frutti, che è la famiglia». Il fattore famiglia, ha spiegato De Palo, «a regime costa 14 miliardi di euro ma rimodulando il bonus degli 80 euro, in funzione dei figli e non del contratto di lavoro, ci sarebbero già 10 miliardi a disposizione e quindi in due anni si potrebbe fare».