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domenica 17 aprile 2016

OPERAZIONE COMPIUTA Cav, il sorpasso ora è realtà: il sondaggio che cambia tutto

Cav, operazione sorpasso compiuta. Il sondaggio cambia tutto: le cifre



Milano è sempre Milano. È lì che si respira prima l'aria che tirerà in futuro nel Paese. Per questo, guardando i risultati del sondaggio Ipsos realizzato tra il 9 e il 13 aprile sulle elezioni per il sindaco del capoluogo lombardo, Matteo Renzi dovrebbe toccare qualcosa di più del classico ferro. Perché il margine di vantaggio del suo candidato, l'ex numero uno di Expo Giuseppe Sala, si è ridotto ai minimi termini: Ipsos lo dà al 38,8% contro il 37,1% del suo avversario di centrodestra Stefano Parisi. Il 5 Stelle Gianluca Corrado segue col 16,5% davanti al veterano Basilio Rizzo col 3,5%.

Se poi si guarda al voto di lista, si scopre che il sorpasso del centrodestra c'è già stato: i partiti che sostengono Parisi messi insieme (Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia, Milano Popolare e Lista Parisi) arrivano al 36,5% delle preferenze, contro il 35,9% di quelli che sostengono Sala: Pd, Lista Sala, Sinistra per Milano e Italia dei valori.

Un altro indice a favore di Parisi è quello delle risposte alla domanda se il nuovo sindaco dovrà proseguire o meno nella direzione e nel lavoro di Giuliano Pisapia: a gennaio il 39% degli intervistati da Ipsos rispondeva che bisognava proseguire nel solco del sindaco uscente, mentre oggi quella percentuale è scesa al 32%. Il 57%, invece, ritiene che si debbano cambiare sostanzialmente contenuti e modo del governare.

Le cattive notizie per il centrodestra, però, arrivano dal ballottaggio: ad oggi, sempre secondo la rilevazione in esame, si imporrebbe Sala con il 52% (contro il 48% di Parisi). Va però detto che lo svantaggio è assolutamente colmabile: all'inizio della campagna elettorale, infatti, il candidato del Pd veniva dato come vincente sicuro. Ma l'aria, appunto, è cambiata.

Truffati dalle banche e pure umiliati A chi regala 800 mln il governo Renzi

Truffati dalle banche e pure umiliati: il governo dà agli istituti 800 milioni


di Franco Bechis
@FrancoBechis


È l’ultima beffa che il governo ha preparato per i risparmiatori truffati di Banca Etruria, Banca delle Marche, e Casse di risparmio di Ferrara e di Chieti. All’inizio della prossima settimana arriverà in consiglio dei ministri un nuovo decreto, che in teoria avrebbe dovuto regolare i rimborsi a chi ha perso tutto il 22 novembre scorso, ma che nella sua vera sostanza farà un nuovo incredibile regalo al sistema bancario. Perché la ciccia più corposa contenuta nelle bozze che circolano in queste ore, e anticipata dallo stesso viceministro dell’Economia Enrico Zanetti, sarà un regalo non da poco che il governo fa al sistema bancario. Il decreto infatti sanerà una dimenticanza provvidenziale della Banca d’Italia (che in questa vicenda ha inanellato una sfilza di errori che non onorano certo l’antica competenza e prestigio maturati nei decenni), e stabilirà di trasferire in capo alle nuove banche circa 800 milioni di euro di crediti di imposta che sono restati in pancia alla bad bank creata il 22 novembre dello scorso anno con i decreti di risoluzione.

Da dove derivano quegli 800 milioni? Lo diciamo in parole povere: le banche avevano pagato negli anni tasse anticipate sulla loro attività, fra cui c’era anche la concessione di prestiti alla clientela e l’emissione di strumenti finanziari come le obbligazioni ordinarie e subordinate. Il 22 novembre con i decreti di risoluzione è stata decisa una clamorosa svalutazione dei crediti derivanti da quelle attività condizionata da una operazione fatta pochi giorni prima da Banca Etruria, che aveva venduto (quasi regalato) a Fonspa al 14,7% del loro valore circa 300 milioni di propri Npl (non performing loans, crediti in sofferenza). Grazie alla solerzia degli uomini di Bankitalia che stavano lavorando ai decreti di risoluzione, quella operazione è stata comunicata alla Commissione europea come «operazione di mercato», e come tale è stata presa a riferimento dalla Ue per dare il proprio ok alle svalutazioni che sarebbero state fatte per le 4 banche il 22 novembre successivo.

Un falso clamoroso, perché sul mercato solo la vendita di Etruria a Fonspa è arrivata a cifre così basse (oggi la media di cessioni di Npl oscilla qualche punto sopra il 30% del valore dei crediti), e l’affare l’ha fatto il compratore, perché ha potuto scegliere i 300 milioni in un pacchetto di sofferenze assai più ampio. Una volta svalutate in modo così selvaggio (che il governo invece definisce benignamente «molto prudenziale») le sofferenze, le vecchie banche hanno guadagnato il diritto a vedersi rimborsare sotto forma di crediti di imposta quelle tasse già pagate su attività il cui valore si era ridotto così sensibilmente. Almeno 160 milioni di euro di quegli 800 milioni però sono crediti di imposta nati sull’azzeramento da 750 milioni a zero delle obbligazioni subordinate. Nascono quindi dalla ormai certa truffa ai piccoli risparmiatori. Invece di essere accantonati per trovare soluzioni ulteriori per il loro rimborso, vengono allegramente regalati alle nuove banche per «renderle più appetibili», come dice il Tesoro, ai compratori. Sono soldi dei risparmiatori, e vengono dati alle banche: vengono truffati una seconda volta.

Per addolcire questo sonoro schiaffo dato a gente ormai stremata da truffe e vuote promesse fatte dall’esecutivo in questi mesi, nel nuovo decreto è stato inserito quello che nella pratica è poco più di un contentino. Il viceministro Zanetti spiega a Libero che è stato accettato lo spirito di un vecchio emendamento di Scelta civica, facendo venire meno il tetto massimo di 100 milioni previsto dalla legge di stabilità per i rimborsi ai truffati. Zanetti aggiunge che dopo tanto tempo perduto in trattative con Ue e sistema bancario italiano, nel decreto saranno previsti automatismi di rimborso.

Nell’ultima bozza entrambe queste anticipazioni trovano posto: non c’è più il tetto massimo di spesa a 100 milioni di euro, ed è stato previsto un meccanismo automatico per sbloccare i risarcimenti. Ma varrà solo per chi aveva dossier titoli inferiori ai 50 mila euro complessivi per nucleo familiare e in possesso di un Isee assai basso. Traduce in pratica Alvise Aguti, consulente della Associazione vittime del salva-banche: «Se i parametri sono questi, di fatto i rimborsi automatici riguarderanno pochissimi risparmiatori, escludendo di fatto tutti quelli che hanno casa di proprietà». Per tutti gli altri (se è così, oltre il 90% dei risparmiatori) si andrà invece ai previsti e lunghissimi arbitrati. Risultato: alle banche subito un nuovo regalo, ai risparmiatori ora una mancetta ai più bisognosi e poi chissà...

sabato 16 aprile 2016

Intervista - L'ultimatum della Meloni al Cavaliere "Vuoi salvare l'alleanza? Fai così..."

L'ultimatum della Meloni al Cavaliere: "Vuoi salvare l'alleanza? Fai così..."


intervista a cura di Paolo Emilio Russo



Per parlarle bisogna letteralmente strappare Giorgia Meloni dalle grinfie del macellaio del mercato di San Basilio, il trentesimo quartiere della Capitale, periferia estrema, dove la candidata sindaco si è spinta a bordo della sua Mini per «ascoltare le persone».

Che le dicono queste persone, i romani che sta incontrando?

«Vogliono che restiamo uniti e che andiamo a vincere queste elezioni, qui e altrove».

Beh, con tre candidati di centrodestra serve un miracolo, non crede?

«Basta anche meno. Ho ancora fiducia che ci sarà una ricomposizione, anzi, ne approfitto per lanciare un nuovo appello. Siamo in tempo».

Antonio Tajani ha smentito il ritiro di Guido Bertolaso, candidato di Fi. 

«Non mi intrometto in questioni che non riguardano il mio partito. So per certo una cosa: moltissimi elettori di centrodestra, se non dovessero cambiare le cose, sceglieranno di esprimere un voto utile e voteranno ugualmente per me. Lo faranno anche gli elettori di Forza Italia».

Lei pensa di arrivarci al ballottaggio, sostenuta “solo” dal suo partito, dalla Lega, dai Liberali e da alcune liste civiche?

«L’alternativa è assistere ad un ballottaggio tra due sinistre: quella del Pd e quella del M5s. È uno scenario che non vedremo perchè io andrò al ballottaggio e i sondaggi dicono che ce la posso fare».

Se la sostenesse anche Berlusconi la corsa per il Campidoglio sarebbe quasi una passeggiata... 

«Già. E sarebbe la cosa più normale, visto che così manderemmo a casa questo governo, conquisteremmo la Capitale, continueremmo quel percorso iniziato alla manifestazione di Bologna. Da quel dì siamo sempre saliti nei sondaggi, abbiamo riaperto il bipolarismo...».

Gliel’ha detto al Cavaliere, quando vi siete visti? 

«Gli ho sempre detto la stessa cosa: non mi sono candidata contro nessuno, ma voglio provare a vincere a Roma. Sono quella che ha le maggiori chance di farcela. Dobbiamo mandare a casa questo governo servo delle lobby, non ultima quella dei petrolieri contro la quale voteremo domenica».

Si parla di un accordo tra Fi e il “civico” Alfio Marchini alle sue spalle.

«Sarebbe una scelta innaturale, non penso che gli elettori amerebbero la prevalenza della tattica sulla politica».

Avrebbe qualche conseguenza questa scelta?

«Beh, io sono segretario di un partito della coalizione, sono stata ministro del governo di centrodestra, mi sono candidata in prima persona, pare che abbia un buon seguito... Se non mi sostengono è difficile parlare di coalizione. Fdi continuerà a stare coi candidati sindaci che ci convincono come Stefano Parisi a Milano, ma niente è più scontato. Non accetto che veniamo considerati figli di un dio minore».

Cosa chiede a Fi, scusi?

«Reciprocità. Noi sosteniamo i candidati “degli altri”, ma non abbiamo neanche un candidato nostro. Alle ultime elezioni non hanno sostenuto nemmeno Guido Crosetto in Piemonte, che era l’uomo giusto».

I sondaggi a livello nazionale dicono che il centrodestra unito sarebbe davanti a tutti.

«Già. Come un tempo. E invece così rischiamo l’irrilevanza».

Lei aspetta una figlia, ha un suo partito, la situazione non si sblocca. Sinceramente non ha mai pensato di fare un passo indietro?

«Mai, nè i sondaggi o gli incontri che ho fatto in questi giorni mi hanno scoraggiato. Lo farei solo se ci fosse un candidato più forte, ma non c’è. Il 21 aprirò ufficialmente la campagna elettorale alla Terrazza del Pincio».

Ci saranno Salvini e Berlusconi?

«Uno sicuramente sì, l’altro non si sa mai...».

Il 730 precompilato è online, con errori: a cosa dovete fare (molta) attenzione

Il modello 730 precompilato è online, con tanti errori: ecco a cosa dovete fare attenzione


di Attilio Barbieri



Il nuovo 730 è accessibile da ieri su internet. Circa 30 milioni di contribuenti possono accedere alla propria propria dichiarazione dei redditi con tutti i dati già inseriti dal Fisco. Per ora si può soltanto leggere o stampare. Dal 2 maggio sarà invece possibile integrarlo o modificarlo. Attenzione però: per accedere alla propria posizione è necessario munirsi delle «credenziali telematiche», in pratica una password e un codice Pin simile a quello di Bancomat e carte di credito. Chi ne fosse sprovvisto può richiederli all’Agenzia delle entrate (www.agenziaentrate.gov.it), all’Inps o in alternativa al neonato Spid, il Sistema pubblico dell’identità digitale. 

Procedura complessa - La procedura non è per nulla semplice e l’ente sul cui sito viene eseguita provvederà a inviare le credenziali al recapito del contribuente in busta chiusa, nel giro di 8-15 giorni. Chi avesse dei dubbi può sempre rivolgersi agli intermediari autorizzati, a cominciare dai Caf. Quest’anno i contribuenti troveranno già incluse nel conteggio effettuato dall’amministrazione finanziaria anche le spese sanitarie per un controvalore di 14,5 miliardi di euro, cui si aggiungono altri oneri come le spese universitarie, il bonus ristrutturazioni ed energia, i contributi per la previdenza complementare, per ulteriori 37,4 miliardi di euro. In totale, si tratta di 700 milioni di informazioni aggiuntive confluite nei server di Agenzia delle entrate e Sogei. Tutte voci che integrano quelle già presenti come i contributi previdenziali, i premi assicurativi e gli interessi passivi dei mutui.

Scadenze diverse - Quest’anno il 730 precompilato non si rivolge solo ai 20 milioni di contribuenti titolari di redditi di lavoro dipendente o di una pensione, ma anche a circa 10 milioni di soggetti che finora hanno utilizzato il modello Unico per le persone fisiche. Saranno i contribuenti a optare per l’uno o per l’altro grazie un menù che li indirizzerà verso quello più indicato in base alle loro caratteristiche. Cambiano le scadenze di rilascio: per completare tutte le operazioni c’è tempo fino al 7 luglio per quanti usano il 730 o al 30 settembre per chi utilizza Unico. 

Nuove voci - Nella dichiarazione 2016, oltre alle spese sanitarie (al netto dei farmaci da banco), entrano pure le spese universitarie, quelle per i servizi funebri, che si aggiungono agli esborsi sostenuti per interventi di ristrutturazione e riqualificazione energetica dei fabbricati fin dal primo anno durante il quale il contribuente ha sostenuto la spesa.

Rebus controlli - Si ripropone il rebus sui controlli già noto per l’edizione 2015 del 730 online. Chi dovesse accettare senza modifiche la precompilata dovrebbe beneficiare di controlli più leggeri da un punto di vista formale. Ma ove nei conteggi predisposti dall’amministrazione finanziaria - a cominciare dalle spese mediche - vi fossero degli errori, sarebbe il contribuente a risponderne.

Caivano (Na): Cumuli di spazzatura l'Amministrazione Monopoli? #Tuttanatastoria

Caivano (Na): Cumuli di spazzatura l'Amministrazione Monopoli? #Tuttanatastoria


di Domenico Acerra



Così è stamattina piazza Cesare Battisti, la piazza principale della città, occupata da cumuli di immondizia incendiata che sprigiona una puzza acre e nauseabonda.

Questo luogo e' il centro storico e dovrebbe ricevere tutte le cure e le maggiori attenzioni da parte di chi amministra e essere trattato come un qualcosa di caro e unico. Invece, purtroppo, esso è oggi la metafora del disastro civile e amministrativo e riassume plasticamente lo stato della città, dimenticata a sé stessa, malissimo amministrata, rappresentata da persone indegne e irresponsabili.

Una brutta immagine e un segno inequivocabile del decadimento del paese, costretto a un tracollo irrimediabile.

"ORA TOCCA A VOI..." Equitalia, cambia tutto: così umiliano i dirigenti

Equitalia, la lettera ai dirigenti: così verranno "umiliati" i manager



Tempi durissimi dentro Equitalia: i dirigenti dovranno rimboccarsi le maniche, scendere "in campo" e dare una mano agli sportellisti. Secondo quanto riferisce Repubblica è questo il contenuto di una lettera inviata dall'ad Ernesto Maria Ruffini a tutti i manager. L'obiettivo è quello di aiutare i dipendenti "semplici" a smaltire code e ridurre i tempi di attesa dei cittadini, dall'altro forse fornire un salutare "bagno di umiltà" ai vertici dell'agenzia attraverso il contatto quotidiano con gli (spesso inviperiti) italiani. Da lunedì, dunque, inizieranno le settimane "di affiancamento". "In questi mesi abbiamo intrapreso un percorso di iniziative e di interventi mirati a definire e concretizzare una strategia che possa offrire una pluralità di canali di accesso ai servizi di Equitalia (sito web, app, pagamenti in domiciliazione bancaria e tramite Sisal, Lottomatica)", scrive Ruffini, sottolineando però come i problemi veri si registrino agli sportelli, "fattore critico di non successo". I dirigenti coinvolti, sottolinea Repubblica, saranno 94: esclusa la Sicilia, dove Equitalia non c'è, andranno a presidiare 203 sportelli, dei quali il 42% in Equitalia Nord, il 28% nella struttura del Centro e il 29% in Equitalia Sud (in cui è compresa Roma e Lazio).

Occhio alle gomme, c'è ancora un mese Poi scatta la stangata: multe terrificanti

Gomme invernali: fino al 15 maggio per sostituirle, poi scattano le multe



La primavera è arrivata ormai da quasi un mese. E per gli automobilisti è tempo di ri-sostituire gli pneumatici: da quelli invernali a quelli estivi. Per farlo c'è tempo fino al 15 maggio, cioè esattamente un mese. Lo dice una circolare ministeriale, la numero 1049. Ma la sostituzione non è un mero adempimento burocratico, nè è lasciata al libero arbitrio dei conducenti. Infatti, chi venisse fermato per un controllo dai vigili o dalla polizia stradale con le gomme invernali dal 16 maggio in avanti rischia grosso: una sanzione amministrativa da 419 a 1.682 euro e il ritiro del libretto di circolazione. In più, in caso di incidente stradale, l’assicurazione è autorizzata a non pagare i danni.