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domenica 20 marzo 2016

Custode nei guai: "Non ha detto la verità" Bossetti ora spera: la svolta al processo

"Avevo paura che mi davate la colpa". Terremoto per Bossetti: parla il custode



Un nuovo colpo di scena irrompe nel processo a Massimo Bossetti, accusato dell'omicidio di Yara Gambirasio. Il presidente della Corte d'assise di Bergamo ha deciso di sospendere la deposizione in aula del custode della palestra, Walter Brembilla, proprio quel luogo da cui sparì la giovane ginnasta bergamasca. Secondo il magistrato era venuta meno "qualsiasi genuinità dele prove". Una decisione necessaria considerando il tenore delle domande che gli avvocati della difesa di Bossetti avevano cominciato a fare a Brembilla, cioè come fosse un imputato più che un testimone.

I dubbi - Il custode ha depositato diverse testimonianze agli inquirenti, mettendo insieme una serie di versioni contrastanti. A cominciare dalla sua presenza in casa, accanto alla palestra, nel lasso di tempo in cui Yara è sparita. L'uomo ha spiegato che si è contraddetto per: "paura che mi davate la colpa perché ero il custode. Ero sotto pressione, sono stato in Questura un casino di volte. Ho avuto paura che se dicevo che ero sceso in casa alle 18.30 - ha detto incalzato dai legali - avrebbero sospettato di me. non avevo niente da nascondere, non mi ha minacciato nessuno". La corte ha sintetizzato la sua posizione, Brembilla ha confermato aggiungendo: "Se non fossi stato in grado di dare risposte molto precise sugli orari, avrebbero sospetato di me. ma io non ho visto niente".

I movimenti - In aula Brembilla ha spiegato che quel pomeriggio era andato alla stazione di Ponte San Pietro per prendere un ragazzo. È poi rientrato in palestra intorno alle 17.10, prima di riaccompagnarlo a fine allenamento in stazione verso le 18.40. Nel mezzo di quei due viaggi, il custode dice di aver ricevuto due telefonate.

Sospettato - Per uno degli avvocati difensori di Bossetti, Paolo Camporini, il custode della palestra ha avuto finora un atteggiamento di "omertà e reticenza". Parole dette ai giornalisti e ribadite in aula: "Vi sono reati commessi in aula - ha chiarito l'avvocato - appunto omertà e reticenza". I sospetti dei legali di Bossetti puntano il dito proprio sulla paura del custode: "È una persona che sicuramente sa qualcosa, non vuole e non ha voluto dirlo. Strano che avesse paura, perché allora la ragazza non era ancora stata ritrovata".

sabato 19 marzo 2016

Come nel peggiore degli incubi: ecco quanto avrai di pensione

Come nel peggiore degli incubi: quanto avrai di pensione



attivi. Il grande piano di comunicazione per informare gli italiani su quanto prenderanno di pensioni (forse) partirà il 7 aprile. Sono decenni che si valuta quanto potrebbe essere impattante (politicamente) informare gli italiani sul futuro previdenziale. Prima, con il sistema retributivo, non era una gran sorpresa. Questione di poche migliaia di lire. Ma ora con la riforma Dini prima (e con la Fornero per chi ci andrà tra qualche lustro), il calcolo è assai più complicato. Dipende dai versamenti, dagli anni di anzianità, dalle aspettative di vita, dall' andamento del Pil, dall' inflazione e da molte altre variabili che possono far oscillare (e di molto) l' assegno.

L' operazione Busta Arancione costerà in tutto circa 3,5 milioni l' anno (il Parlamento a dicembre aveva fatto saltare i fondi, ma Boeri testardo li ha fatti saltare fuori risparmiando altrove e coinvolgendo anche l' Agenzia per la digitalizzazione che ci metterà 5 milioni tra 2016 e 2017). Francobolli e fogli stampati (4 pagine a testa), sono un impegno notevole. Come quello di inserire nelle buste paga di un milione e mezzo di statali le proiezioni future.

Problemi tecnici e gestionali a parte gli italiani (dotandosi di un Pin o chiedendo appuntamento ad uno sportello Inps), potranno sapere con ragionevole certezza quanto gli spetterà. Ha spiegato ieri Boeri: «Molti contribuenti non riescono ad immaginare quanto sarà la propria pensione, perché si costruisce con i primi anni di contributi, non con gli ultimi, come succedeva un tempo. Qualcuno può scoprire che avrà la pensione più bassa, altri che sarà più alta: con delle variabili che possono essere cambiate e valutate. In genere, al termine della simulazione online, una maggioranza ha scoperto di averla più bassa: presumibilmente il 60%. Ma quasi il 95% dei rispondenti era felice di avere questa risposta. Per molti anni i governi», ha ammesso il presidente dell' Inps, «non hanno voluto darla questa informazione, e credo che l' incertezza faccia male all' economia, molto più che la consapevolezza».

Di certo le simulazioni di precari, lavoratori atipici e cococo lasciano ben poco alla consapevolezza e tanto spazio allo sconforto. Ieri il Corriere della Sera si è lanciato in simulazioni e proiezioni. Ed è saltato fuori quello che i politici temono di più: la generazione mille euro - fra 30 o 40 anni - non avrà di che mangiare (se non alla caritas). Un ragazzo di 25 anni, con un contratto precario da 600 euro al mese, potrebbe andare in pensione (a legislazione vigente) a 63 anni (minimo di 20 anni di contribuzione).

Peccato che i contributi su 600 euro (circa il 30%) costituiscano una ben misera rendita. O il precario si trova rapidamente un lavoro meglio pagato (i primi anni di contribuzione sono fondamentali, ripete Boeri come un mantra), oppure, calcolatrice Inps alla mano, partendo dai 600 euro mensili che guadagna adesso, l' assegno Inps che maturerà sarà molto modesto. Stando alla simulazione del CorSera «potrà percepire, a 67 anni una rendita grosso modo pari a 300 euro». Una paghetta da figlio di papà, peccato che mamma e papà presumibilmente non ci saranno più fra 40 anni per compensare gli ammanchi (come fa oggi il welfare familiare). Non è un mistero che i contributi versati oggi dai precari servano a pagare parte delle pensioni dei fortunati pensionati andati in pensione con il sistema retributivo.

Non se la passeranno meglio neppure coloro che un posto di lavoro meglio retribuito (o meno sfruttato) lo hanno. La crisi economica globale (dal 2008 a quando finirà), ha eroso non solo il portafogli ma anche il "castelletto previdenziale". I rendimenti sono stati modesti o negativi. E oltre un lustro di andamento negativo peserà sugli assegni futuri.

Certo allungare il numero di anni lavorati - come dimostrano le simulazioni che abbiamo realizzato - serve a rimpinguare l' assegno. Non si raggiunge più (o molto difficilmente) l' ultima retribuzione lavorativa, però ci si avvicina parecchio. Certo restare al lavoro più tempo possibile "blinda" il posto di lavoro - e quindi i giovani resteranno precari a vita - sempre che non si venga derubricati ad esubero...

Gli ultimi sondaggi città per città La mappa di chi vince e chi perde

Gli ultimi sondaggi sulle comunali Chi vince a Milano, Roma e Napoli



A Milano vince Giuseppe Sala con il 38%, a Roma la grillina Virginia Raggi con il 25%, a Napoli si conferma Luigi De Magistris con il 30%. Sono queste i risultati degli ultimi sondaggi commissionati da Porta a porta a Ipr e Tecnè in vista delle comunali della prossima primavera. Per Milano entrambi gli istituti vedono il candidato del centrosinistra Sala in vantaggio su quello del centrodestra Parisi.

A Milano per Ipr Sala ottiene al primo turno il 39 % dei voti mentre Parisi si attesta al 34. Per Tecnè Sala arriva al 38% e Parisi al 34%. Nel ballottaggio, per entrambi gli istituti, Sala del centrosinistra vince con il 52% contro il 48% del candidato del centrodestra Parisi.

A Roma sono stati sperimentati tre scenari: uno con il solo Bertolaso a rappresentare il centrodestra, uno con Bertolaso e Meloni a dividersi i voti del centrodestra ed un terzo in cui l'unico candidato per il centrodestra è la Meloni. In tutte e tre le simulazioni è comunque presente il candidato Storace per la destra.

Per entrambi gli istituti al secondo turno la candidata del M5s Raggi vince la competizione elettorale ottenendo la maggioranza dei voti con qualsiasi ballottaggio: con Giachetti (55 contro 45 per Tecné e 57 contro 43 % per Ipr), con Bertolaso (52 contro 48 per Tecné e 53 contro 47 % per Ipr), con la Meloni (53 contro 47 per Tecné e 51 contro 49 % per Ipr).

Peraltro, nella prima simulazione, al primo turno, Raggi M5s ottiene il 25% per Tecné (26% Ipr), Bertolaso il 25% - Tecné (24.5 Ipr), Giachetti 24 % Tecné (24% Ipr), Marchini - lista indipendente + Ap 11% (12 % Ipr), Fassina - lista di sinistra 8% Tecné (6% Ipr), Storace - Azione Nazionale 5% Tecné (6% Ipr)

Nella seconda simulazione con la compresenza dei due candidati del Centrodestra, Bertolaso e Meloni si dividono il bottino dei voti di centrodestra (15 % a testa). Nella terza simulazione la sola Meloni in campo a rappresentare il centrodestra otterrebbe il 25% (Ipr) o il 24% (Tecné).

A Napoli, secondo i sondaggi, Il sindaco uscente De Magistris non ha rivali e vincerebbe al ballottaggio con il candidato del centrodestra Lettieri 52 % a 48 % per Ipr - 54% contro 46 % per Tecné. L'eventuale lista Bassolino se si presentasse prenderebbe il 10% (per entrambi gli istituti) facendo scendere i consensi della candidata del centrosinistra Valente dal 20 all'11 per Ipr - dal 19 al 12% (per Tecné)

Mossa clamorosa: Cav e Alfano insieme cosa faranno per fregare Meloni e Salvini

Berlusconi e Alfano ancora alleati: dove, come e cosa cambia per il centrodestra



Silvio Berlusconi vuole riproporre il "modello Milano" anche in Sicilia. Tradotto: Forza Italia tornerà alleata con Ncd, come del resto già accade in Regione Lombardia e nella candidatura comune di Parisi a sindaco di Milano. Intervistato dal quotidiano La Sicilia, è lo stesso Cavaliere a lanciare un messaggio chiaro ad Angelino Alfano, lo stesso giorno in cui Maurizio Lupi a sua volta chiede a Berlusconi di riunire i moderati allontanandosi dalla "destra lepenista di Salvini e Meloni". 

"Non servo rancore" - "In politica vince chi non serba rancore. Ncd è un partito costituito da donne e uomini che vengono dal centrodestra, la cui collocazione naturale è con noi. E sono solo felice quando, come a Milano, si creano le condizioni perché i moderati stiano tutti insieme; mi auguro che questo succeda anche in Sicilia". A lavorare alla grande intesa siciliana è Gianfranco Miccichè: "Sono ottimista e so che con i moderati faremo grandi cose. La gente ci chiede di stare uniti, non divisi. La posizione di Ncd a livello nazionale ovviamente mi dispiace, ma ora stiamo parlando della Sicilia. Mi sta a cuore parlare dei temi siciliani, più che di quelli nazionali". 

Il messaggio a Salvini e Meloni - Con il Pd demolito dalla gestione disastrosa del governatore Rosario Crocetta, la vittoria finale del Movimento 5 Stelle nell'isola sembra sicura. E la Sicilia è, storicamente, un laboratorio politico assai complesso che raramente è riuscito ad esportare assetti ed alleanze sul piano nazionale, ma il nuovo patto tra Forza Italia e Ncd potrebbe inviare un messaggio (bellicoso) agli attuali compagni di viaggio dell'ex premier. Che non potrebbero essere più tali, tra qualche settimana. 

Flop Bignardi, tragedia in prima serata tutta la colpa è di un big della politica

Daria Bignardi, il suo primo flop a Raitre: tragedia in prima serata, la colpa è di un big



Primo flop del direttore Daria Bignardi. E la colpa è di Walter Veltroni. Ieri sera è andato in onda in prima serata il documentario (flop) diretto da Walter Veltroni I bambini sanno, che al cinema non ha visto nessuno. E neppure in tv: l'ascolto ha toccato un misero 3.8% di share in prima serata su Raitre, nella rete diretta da Daria Bignardi. Che ottiene così il suo primo croccante fiasco. 

Questi infatti i risultati delle altre reti: su Raiuno Don Matteo 10 ha registrato nella prima puntata 7.264.000 telespettatori, share 27,07% e nella seconda (in seconda serata) 6.542.000, 29,62%. Il netto è di 6.903.000, 26,22%. Virus - Il contagio delle idee ha registrato su Raidue 974.000 telespettatori, share 4,17%. Il Segreto, in prima tv, ha registrato su Canale 5  3.489.000 telespettatori, share 14,28%. Le Iene Show su Italia 1 ha fatto nella presentazione 1.054.000 telespettatori, share 3,86% e nel programma 2.021.000, 9,42%. Su Rete 4 il film Pari e dispari ha toccato 1.292.000 telespettatori, share 5,32%. Infine su La7 l'esordio di Eccezionale veramente ha registrato 854.000 telespettatori, share 3,73%.

"Quel farmaco fa venire il tumore": all'estero è stato ritirato, in Italia no

"Quel farmaco fa venire il cancro". All'estero è stato ritirato, in Italia no



In Italia l'Actos, farmaco per la cura del diabete, è regolarmente commercializzato. In Germania e Francia è stato ritirato, negli Stati Uniti c'è stata addirittura la condanna dell'azienda produttrice a 9 miliardi di dollari (poi ridotti a 36,8 milioni) in risarcimento per i pazienti, visto che aveva nascosto intenzionalmente i rischi legati all'uso del farmaco e addirittura distrutto la documentazione scientifica tra il 2002 e il 2012. L'Actos è un farmaco in compresse che dovrebbe curare il diabete mellito di tipo 2. Come scrive la Stampa, però, il farmaco contiene un principio attivo, il pioglitazone, associato a un aumento del rischio di contrarre il cancro alla vescica.

L'indagine - La procura di Torino ha aperto un fascicolo sul farmaco prodotto dalla Takeda Pharmaceutical Co. e dalla Eli Lilly & Co., ipotizzando il reato di commercio e somministrazione di medicinali guasti. Il rischio che l'uso del farmaco possa aumentare le possibilità di sviluppare un cancro alla vescica è indicato da diversi documenti e relazioni degli ultimi anni, da quella della Commissione europea del 2011, a un altra dell'Aifa che nell'agosto dello stesso anno mostrava l'aumento del rischio di cancro alla vescica, tant'è che la correlazione è stata inserita nella scheda tecnica del farmaco.

Migranti, c'è l'accordo Ue con la Turchia: gli irregolari saranno rimandati indietro

C'è l'accordo Ue con la Turchia: i migranti irregolari saranno rimandati indietro



Gli Stati membri dell'Unione Europea e la Turchia hanno trovato l'accordo per arginare l'ondata migratoria che sta coinvolgendo alcune zone dell'Europa e avrà effetto immediato. A partire dal prossimo 20 marzo inizieranno le operazioni per individuare i migranti irregolari mentre i ritorni inizieranno a partire dal 4 aprile. 

Italia - In conferenza stampa Matteo Renzi si è detto soddisfatto del vertice: "L'accordo raggiunto rispetta i requisiti che ci eravamo dati c'è un esplicito riferimento ai diritti umani, alla libertà di stampa e quei valori fondanti dell'Europa. La nostra posizione era sì all'accordo, ma non a tutti i costi, abbiamo ottenuto questo principio, adesso vedremo di lavorare per fare in modo che tutto vada nel miglior modo possibile. Alle parole ora devono seguire i fatti. L'accordo - continua il Premier italiano - con la Turchia è frutto di un lungo negoziato, vedremo se sarà applicato, l'auspicio naturalmente è tutto. Lo stesso approccio dovrà valere con i paesi del Nord Africa". 

Le condizioni - Nelle prossime ore saranno più chiari i termini dell'accordo, ma tutti i migranti in arrivo nelle isole greci saranno registrati individualmente e le loro richieste di asilo analizzate una per una. Chi non dovesse avere i requisiti necessari sarà riportato in Turchia.