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sabato 23 gennaio 2016

Bruno Vespa incredibile su Renzi Quelle frasi spericolate su Matteo

Porta a Porta, Bruno Vespa incantato da Renzi




Deve essere rimasto incantato dall'eloquio del Rottamatore, Bruno Vespa. Giovedì sera, a "Porta a Porta" aveva Matteo Renzi ospite. E oggi sul quotidiano "Il Giorno", il conduttore si produce in un editoriale che, fosse lui un politico e non un volto tv e fossimo noi sotto elezioni, sarebbe da considerarsi a tutti gli effetti un "endorsement".

Ora, Vespa non è certo nuovo a infatuazioni per i potenti di turno, soprattutto per quelli che passano dal suo studio televisivo. Ma, certo, dimostra un certo scoraggio e forse un po' di spericolatezza nel difendere il presidente del Consiglio in un momento di grossa difficoltà sua e del suo esecutivo tanto sul fronte interno, quanto su quello europeo. Dice, addirittura, che "guardandolo nei novanta minuti della conversazione a Porta a Porta, di giovedì sera, ho avuto l'impressione netta che Renzi controlli perfettamente la situazione".

E ancora: "E' innegabile che in meno di due anni Renzi abbia fatto molte riforme di cui si aveva grande bisogno: alcune suggerite, ma non attuate dal centrodestra (Jobs Act, eutanasia dell' articolo 18), altre avviate da Berlusconi,ma non completate (pubblica amministrazione, scuola). Altre del tutto nuove: il Senato non è un gran che, ma finisce il rimpallo con la Camera. I poteri delle regioni sono stati ridotti meno del dovuto. L' abolizione delle province va completata, perché così è assurdamente mutila
ta. Ma è difficile non riconoscere che il bilancio complessivo è positivo.

Un litro di benzina a 44 cent Ecco in che modo e quando

Benzina: al netto delle tasse la pagheremmo 44 cent al litro





Del crollo del prezzo del petrolio si parla un giorno sì e l'altro pure. Certo, il picco minimo di 9 dollari e 55 centesimi al baarile toccato dal Brent nel 1998 è ancora lontanissimo. Ma i 29 dollari toccati ieri restano una delle quotazioni più basse di sempre. Eppure, come risulta da una indagine di Confartigianato, se anche arabi, norvegesi, venezuelani, e quant'altro ci regalassero il loro oro nero, noi continueremmo comunque a pagare il carburante alla pompa circa 1 euro. Tale e tanto è, infatti, l'ammontare complessivo di tasse e accise che gravano oggi si diesel e benzina. Tolte le quali, appare evidente come oggi al netto di tutto il ciarpame del Fisco dovremmo pagare il gasolio poco meno di 20 centesimi al litro e la benzina intorno ai 44 centesimi.

"Danni neurologici ai bimbi italiani" Allarme a scuola: cosa rovina tuo figlio

"Danni neurologici ai bimbi italiani". Allarme a scuola: che cosa li rovina




I tablet a scuola? Provocano "demenza digitale" e gravi danni neurologici ai bambini, incapaci di scrivere a mano, specialmente in corsivo, e soggetti più facilmente a cali di attenzione e di autostima.

Posizioni - Tra i tecno-diffidenti c'è il regista Michael Moore, secondo cui il corsivo è uno stimolo alla creatività: "Non ci togliete l'unica cosa che tutti siamo in grado di fare ed è unica per ciascuno di noi. Il corsivo è l'impronta digitale della nostra creatività". Anche uno dei riferimenti accademici italiani, il professor Benedetto Vertecchi, difende a spada tratta la scrittura a mano. L'ha scritto in un recente dossier Alfabeto aperto. A proposito dei cosiddetti "nativi digitali", ovvero quelli nati dopo il '95 in poi, il neuroscienziato Manfred Spitzer coniò l'espressione "demenza digitale": "Quando si dichiara che a scuola si studia meglio grazie ai media digitali, non bisogna dimenticarsi che non esistono dimostrazioni di questa tesi. Anzi. Ci sono molte più ricerche che affermano quanto l'apporto della tecnologia informatica abbia un effetto negativo sull'istruzione". Il Giorno, che si è occupato della questione, ha sottolineato come il tema della scrittura a mano è delicatissimo e non si tratta di fare crociate contro i supporti digitali, ma di preservare le abilità e le competenze legate all'esplorazione fisica e mentale del mondo.

Scrivere a mano - Migliora la capacità di leggere e contare, potenzia l'attenzione e la facoltà di apprendimento. Stimola il pensiero critico, aiuta a costruire buone relazioni, incoraggia ad uscire dall'anonimato, migliora le capacità motorie e tante altri sono gli effetti positivi che la scrittura a mano si porta dietro. La diagnosi diventa difficile ma "l'uso dei mezzi digitali comporta l'attenuazione e talvolta la perdita delle capacità di coordinare il pensiero con l'attività necessaria per tracciare i segni", aggiunge Il Giorno.

Usa - Ma l'allarme "spaventoso" arriva dagli Usa. I bimbi non sanno più leggere il corsivo, viene insegnato solo in prima elementare. In seguito a questa ricerca che ha rilevato segnali negativi dopo l'introduzione dei tablet nelle scuole è stata creata una campagna per il corsivo proprio contro la linea federale in corso negli Usa. Sheila Lowe - scrittrice, grafologa e portavoce della Campagna per il corsivo - ha rilasciato un'intervista a Il Giorno sulla tragica questione: "La direttiva federale è stata adottata da molti stati. Alcuni, consapevoli del "danno" stanno indietreggiando e noi stiamo cercando di incoraggiarli a non smettere di insegnare il corsivo". "La scuola l'ha rifiutato perché a sua volta anche gli insegnanti hanno difficoltà con la scrittura e così si rifiutano di insegnarlo" - dice la portavoce - "Gli insegnanti non conoscono i rischi. Negli ultimi anni c'è stato un enorme aumento dei disturbi di apprendimento nei bambini". Alla domanda se esistono prove scientifiche di quanto si sta dicendo, la scrittrice menziona gli studi di Virginia Berninger e Karin James: hanno dimostrato che il cervello si "illumina" in più aree quando si scrive in corsivo, al contrario di quando si scrive con la tastiera. Sheila non esclude lo zampino dell'industria informatica, rispetto alla questione: "Mi risulta che Bill Gates abbia fatta pressione sul sistema educativo per spingerlo a utilizzare maggiormente il computer". La questione è tenere - per la portavoce - un posto per la scrittura a mano e un posto per i dispositivi elettronici". 

Nuova tegola sul papà della Boschi Ora rischia un'accusa pesantissima

Banca Etruria, Pier Luigi Boschi rischia un'accusa per bancarotta fraudolenta




Già indagato (e poi archiviato) per estorsione turbativa d'asta nel 2010, il papà del ministro delle riforme Pier Luigi Boschi rischia ora una accusa gravissima in merito alla vicenda di Banca Etruria, che lo vede coinvolto in qualità di ex vicepresidente dell'istituto di credito: bancarotta fraudolenta. Per sapere se sarà così, scrive il quotidiano "Il Giornale", bisognerà attendere il prossimo 6 febbraio, quando il collegio fallimentare si riunirà e certificherà lo stato di insolvenza della banca. Allora si saprà se Pier Luigi Boschi sarà o no iscritto nel registro degli indagati. Dopo quella data le carte finiranno in procura e Rossi dovrà aprire un fascicolo contro gli ex vertici dell' istituto, compreso Boschi.

Cosa devono fare a Fabio Fazio" Filippo Facci azzanna il "giornalista"

"Cosa devono fare a Fabio Fazio": Filippo Facci azzanna il "giornalista"


di Filippo Facci
@Filippo Facci1



Su un piano logico, Fabio Fazio tra qualche giorno non dovrebbe più condurre Che tempo che fa, o perlomeno non dovrebbe più fare interviste. Sì, perché Fabio Fazio è un giornalista (benché pubblicista) ma ha deciso di lasciare l’Ordine dei giornalisti per fare da testimonial pubblicitario di Tim, ciò che l’Ordine proibisce. Pare che la paga sia buona e dunque saluta. E siccome l’Ordine dei giornalisti ha più volte tuonato contro Barbara D’Urso (per esempio) proprio perché non è una giornalista, lei che pure faceva svariate interviste televisive, beh, i due, Fazio e la D’Urso, ora sarebbero pari: entrambi indegni di esercitare la sacra facoltà di porre delle domande suggerite da alcuni autori. Succederà questo? Su un piano logico e formale sì, dovrebbe.

Fazio non è stato cacciato dall’Ordine, e neppure invitato ad andarsene: si è proprio dimesso lui, segno che continua a ritenere incompatibile un cachet pubblicitario e la professione giornalistica: che dunque non eserciterà più. Fazio non ha polemizzato: è stato coerente. Lo ha fatto a suo tempo, semmai, contro la non-giornalista Barbara D’Urso che si ostinava a fare interviste che il giornalista Fazio riteneva illegittime: per tutto il 2012, sul suo profilo twitter, Fazio rilanciò pesanti ironie sugli ospiti di Domenica live (tra questi un certo Berlusconi) aggiungendo peraltro che il suo Che tempo che fa faceva invece uno spettacolo di qualità senza la presenza di ospiti chiacchierati come Berlusconi, Michele Misseri ed Eva Henger. Niente sensazionalismi e nazional-popolare sulla Raitre di Fabio Fazio: il quale, del resto, stava soltanto per condurre l’elitario Festival di Sanremo 2013.

Peccato, per Fazio: come intervistatore - pardon, giornalista - nel suo genere era anche bravo. Ma forse ha ragione lui: occorre aver passato un esame di Stato, bisogna aver studiato per porre delle domande preparate che risultino palatabili al pubblico popolare della tv generalista del weekend. Ecco perché l’Ordine giunse a promuovere una legge che punisse addirittura con la galera (più confische e multe fino a 50mila euro) chi esercitasse abusivamente la professione come faceva la D’Urso e come farebbe d’ora in poi anche Fazio, se osasse.

«La signora», spiegava uno dei tanti esposti dell’Ordine dei giornalisti, «pur non essendo iscritta all’Albo, compie sistematicamente un’attività (l’intervista) individuata come specifica della professione giornalistica... Si chiede di avviare ogni accertamento di competenza, ivi compreso quello per esercizio abusivo di una professione ai sensi dell’articolo 348 del Codice». Una denuncia penale: non è un rischio che Fabio Fazio vorrà certamente correre.

A meno che, ecco, Fazio decida di accompagnarsi con un giornalista di sostegno: nel maggio scorso, infatti, l’ennesimo esposto faceva riferimento a un’intervista che era «stata effettuata dalla signora D’Urso senza la presenza di alcun giornalista», scriveva l’Ordine, lasciando intendere che la presenza di un professionista avrebbe potuto quantomeno mitigare l’atmosfera dilettantesca dell’intervista. Chissà, magari la presenza di Checco Zalone, pardon: di Massimo Gramellini potrebbe bastare.

Non certo quella di un Fabio Volo, che pure tre anni orsono faceva reportage da tutta Europa proprio perché «inviato» dal pubblicista Fabio Fazio. E neppure quella di una Ilaria Cucchi, che pure tempo fa fu annunciata come «inviata» dalla pensosa Raitre: nonostante risultasse amministratrice di condominio.

Chissà, forse il destino incrociato di Fabio Fazio e di Barbara D’Urso potrà sciogliere una matassa che cominciò a intricarsi quando le interviste le faceva ancora Mara Venier, o le proseguì Paola Perego, o ancora Eleonora Daniele: tutte non giornaliste, aiuto, ma l’elenco è ben più lungo.

Senza contare il più complicato mondo della carta stampata, laddove tutto è più sommerso: a una prorompente intervistatrice del Fatto Quotidiano, neanche un me se fa, scappò addirittura di dire: «Quando cito nomi di aziende per colorire un pezzo, le aziende, nel giro di mezza giornata, mi riempiono di regali per ringraziarmi della citazione. Ecco, lì più che delirio di onnipotenza realizzo di avere un gran culo, perché so di essere viziata».

Radiatela subito. Tutti fuori: come la D’Urso, Fazio, Giampiero Mughini, la Venier, la Perego. Tutti fuori: compreso l’Ordine. Dalla realtà.

giovedì 21 gennaio 2016

Caso Mancini-Sarri Quel "finocchio" al Mancio, parla il Cav Le sue parole a sorpresa sul rosso Sarri

La sentenza del Cav sul "frocio" a Mancini. Le parole a sorpresa: che ha detto




Al suo Milan Silvio Berlusconi non aveva voluto Maurizio Sarri sin dalla scorsa estate. Il tecnico toscano era troppo lontano dallo stile rossonero tanto caro al Cavaliere, lui sempre in tuta che fosse un allenamento o una partita ufficiale. E poi Sarri non aveva mai fatto segreto del suo essere di sinistra, un difetto non proprio trascurabile per Berlusconi. Ma nella polemica sugli insulti "frocio" e "finocchio" partiti dal tecnico del Napoli contro quello dell'Inter Roberto Mancini, Berlusconi non ha avuto dubbi su chi difendere. Durante la presentazione del libro della giornalista Myrta Merlino, il Cav ha detto: "Sono cose che nel campo possono accadere, ma è sbagliato metterle sui giornali e renderle pubbliche". La linea di Berlusconi è la stessa espressa da Sarri subito dopo la denuncia a Raisport di Mancini. Quindi il tecnico interista secondo Berlusconi ha sbagliato: "Penso proprio di sì" ha tagliato corto e chissà che ora le porte del Milan per Sarri possano essere un po' meno chiuse.

Fino a 100 euro non è corruzione Come e perché è legale la mazzetta

Fino a 100 euro non è corruzione. Come e quando puoi pagare un agente




Non si commette reato se si offre a un pubblico ufficiale una banconota da 100 euro. Non può bastare una cifra così bassa perché si possa parlare di corruzione, almeno secondo i giudici della Cassazione. In una sentenza del 19 gennaio (la n.1935), un automobilista è stato assolto dall'accusa proprio di corruzione perché, dopo essere stato trovato alla guida in stato di ebbrezza, aveva provato a evitare la multa offrendo all'agente del posto di blocco un biglietto da 100 euro. Niente carcere per l'automobilista, perché secondo i giudici quella cifra non può provocare nel pubblico ufficiale un concreto ed effettivo turbamento e spingerlo a chiudere un occhio. Secondo la sentenza quindi, il valore di una cifra in denaro non può essere considerata in relazione alla capacità di reddito. Resta un mistero però quale debba essere la quantità di denaro necessaria perché si possa parlare di corruzione davanti a un pubblico ufficiale. E secondo l'originale sentenza della Cassazione, oltre alla taccagneria, anche lo stato di ebbrezza potrebbe salvare l'aspirante corruttore dalla galera. L'automobilista assolto, infatti, è stato ritenuto incapace di intendere e volere quando è stato fermato dal posto di blocco. Quel suo gesto di accompagnare ai documenti anche una banconota da 100 euro potrebbe essere stato involontario e irrazionale.