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venerdì 9 ottobre 2015

Caivano (Na): Il Caso L'ex Assessore Salvatore Fusco richiama l'ex candidato di Forza Italia Nino Navas

Caivano (Na): Il Caso L'ex Assessore Salvatore Fusco richiama l'ex candidato di Forza Italia Nino Navas 


di Angela Bechis


Salvatore Fusco
ex Assessore Comune di Caivano



Da qualche giorno sulla sua pagina Facebook, un certo Nino Navas (pare che sia lo stesso che voleva candidarsi a Sindaco di Caivano e poi, candidatosi a consigliere comunale in Forza Italia, è arrivato "quinto non eletto" nonostante il suo partito abbia avuto ben 6 consiglieri!). Si vanta di aver firmato un protocollo di intesa con il Garante dell'Infanzia e dell'adolescenza in rappresentanza del Comune di Caivano. Qualcuno gli ha chiesto se fosse possibile che un cittadino qualsiasi, peraltro pare nemmeno caivanese, possa rappresentare la comunità caivanese. Nino Navas, con molta sufficienza ha risposto di avere una delega del sindaco e, secondo lui, tutto era regolare. Tra i commenti spiccavano quelli di Salvatore Fusco, che affermava: “ASSOLUTAMENTE NON E' CONSENTITA LA DELEGA AD UN NAVAS QUALSIASI. Con tutto il dovuto rispetto Navas (che invito a leggersi lo statuto) NON HA ALCUN TITOLO per rappresentare il Sindaco in quella sede”.

Salvatore Fusco riportava, a supporto di quanto affermava, alcuni estratti  dallo statuto: “Statuto Comunale approvato con Delibera di C.C. n. 26 del 06/05/2004, esecutiva a norma di Legge. Art. 41 comma 1: Il Sindaco rappresenta l’ente ed è l’organo responsabile dell’amministrazione. Comma 15: Il Sindaco sceglie tra gli assessori, il vicesindaco che lo sostituisce in tutte le sue funzioni in caso di assenza o impedimento. Comma 16: il Sindaco può delegare agli assessori, al presidente del consiglio di circoscrizione. Può altresì delegare ai Funzionari Dirigenti il compimento di atti e attività che non abbiano contenuto politico (Di Navas nessuna traccia)”. E concludeva con il commento: “Navas, col suo post, dimostra di essere un ignorante! (dal verbo ignorare)”. Tra i commenti c’era anche quello di del Giornalista Sossio Barra, che sosteneva che comunque Il Sig. Navas aveva raggiunto un obiettivo positivo. A tale commento, Salvatore Fusco, precisava: “Caro Sossio, io ho solo precisato che Navas non ha alcuna leggittimità’ a firmare protocolli di intesa a nome del Comune di Caivano. Il sindaco non può delegare a firmare questo tipo di atti. Ho precisato questo - continua Salvatore Fusco - solo perché Navas ha liquidato un commentatore che gli chiedeva se fosse possibile che lui firmasse atti non avendo cariche istituzionali. Io credo - conclude Fusco - che in un Paese Civile e Democratico vadano rispettate REGOLE, NORME, RUOLI e LEGGI!

Secondo chicchessia, il Sindaco potrebbe stipulare contratti milionari con ditte pur efficientissime, senza gare e procedure previste da Leggi? CERTAMENTE NO! Se lo facesse, cosa succederebbe? qualcuno lo difenderebbe dicendo: “ha fatto bene perché la ditta risolve i problemi?” CERTAMENTE NO! In Democrazia, purtroppo, per i vari Navas, NON E’ CONSENTITO agire fuori dalle regole”.

Navas, che se in buona fede avrebbe potuto e DOVUTO contrastare i discorsi di Fusco cosa ha fatto? Ha cancellato TUTTI i commenti di Fusco e lo ha “bloccato” impedendolo di scrivere sulla sua pagina! L'ex assessore Salvatore Fusco, affida a il Notiziario sul web la risposta all'ex candidato al consiglio comunale di Caivano, Nino Navas: Caro Navas, se Lei non è d’accordo ad avere un CONFRONTO DEMOCRATICO e vuole solo commenti benevoli perché non si fa un bel gruppo chiuso con pochi intimi in modo che possiate cantarvele e suonarvele da soli?

La critica e il dibattito sono il sale della democrazia (democrazia, Navas! Le dice niente questa parola????). Se Lei non era CAPACE DI RISPONDERE perché IGNORANTE (sempre dal verbo ignorare) poteva farsi consigliare da chi E’ MENO IGNORANTE di Lei (ce ne sono tanti, glielo assicuro.) Forse CHI NON IGNORA ha dato ragione a me? e allora ??????  Era molto più onorevole rispondermi in qualunque modo ritenuto opportuno. Cancellandomi e bloccandomi, SOTTRAENDOSI IN MODO MISEREVOLE AL CONFRONTO potrebbe farla passare per un vile e buffone. (potrebbe!)

Insomma, Salvatore Fusco non le manda di certo a dire, e, legittimamente, a nome dei cittadini di Caivano, raggiunge piena solidarietà per la mancanza di rispetto subita, legittimamente o illegittimamente, da un praticante esponente di Forza Italia. 

VOGLIONO ARRESTARE LEO MESSI Quel (grossissimo) guaio della Pulce

Leo Messi, evasione fiscale: chiesti 22 mesi di carcere




Il procuratore di Stato spagnolo ha chiesto 22 mesi di carcere per Lionel Messi, il fuoriclasse del Barcellona, accusato frode fiscale. Secondo la magistratura inquirente, il calciatore avrebbe frodato insieme al padre, Jorge Horacio, oltre 4 milioni di euro.

Il caso - Il fuoriclasse argentino deve rispondere di tre reati contro l’Agenzia delle Entrate commessi fra il 2007 e il 2009. Chiesta anche una multa di 4,1 milioni di euro, ovvero l’ammontare della frode ai danni del fisco. Secondo il quotidiano El Pais, l’Avvocatura di Stato, pur riconoscendo che Messi è "profano" in tema tributario, ritiene che "non si può ignorare" che buona parte delle sue entrate relative allo sfruttamento dei diritti d’immagine arrivavano attraverso società registrate in paradisi fiscali come Uruguay e Belize. Il pubblico ministero, invece, aveva chiesto l’archiviazione per il giocatore ritenendo il padre Jorge Horacio unico responsabile della frode fiscale. Il tribunale di prima istanza di Gavà ha così deciso il rinvio a giudizio di entrambi davanti al giudice penale di Vilanova i la Geltrú (Barcellona).

Gli affari (d'oro) del monsignore omosex Che cosa "combina" dopo il coming-out

Krzysztof Charamsa: libri, festival e servizi fotografici. Il business del sacerdote gay


di Alessandra Menzani



Sicuramente  Krzysztof Charamsa ha deciso di fare coming out per un autentico orgoglio gay e per la necessità di vivere liberamente la sua identità sessuale insieme al bel fidanzato. Ne siamo certi. Siamo altrettanto sicuri che da quando è gay (ufficialmente gay), il coraggioso teologo polacco sosia di Paolo Bonolis è più ricco di quando era solo un prete. Contratti per libri, inviti al Gay Village, lussuosi orologi mostrati in un servizio posato su Chi, offerte a go go. 

Tutto molto bello. "Col passare dei giorni quello di Charamsa si sta rivelando un coming out mediatico studiato a tavolino", scrive Selvaggia Lucarelli oggi sul Fatto Quotidiano. Viene definito "un gran paraculo". In effetti... La Lucarelli fa notare che su Chi di questa settimana cattura l'attenzione  un servizio fotografico patinato fatto comodamente prima del clamoroso coming out in cui il religioso indossa un appariscente cronografo, è abbellito da una buona dose di Photoshop e ha l'aria sexy  e convinta alla George Clooney in abito telare. Mah.

Così Charamasa si posiziona come testimonial cool dell'orgoglio gay nella Chiesa. E non è difficile notare che, ancora prima di uscire allo scoperto, ha un contratto per un libro-verità, immancabile, e prima ancora un sito personale (http://cris-charamsa.blogspot.it/). E oggi anche un invito di Vladimir Luxuria per fare da testimonial al Gay Village. Poi? Mancano solo la conduzione di Sanremo e la parte in un Cinepanettone e poi è ufficialmente un prezzemolino.

Il prodotto con un batterio mortale Panico alla Coop: cosa devi evitare

Coop, ritirato il "Girellone farcito": batterio potenzialmente mortale




La Coop ritira dai suoi supermercati un prodotto alimentare che potrebbe contenere un pericoloso batterio. Il prodotto incriminato è il Girellone farcito con le olive, della marca Il Forteto. La cooperativa ha annunciato il ritiro dagli scaffali del prodotto gastronomico perché in esso potrebbe essere presente la Listeria Monocytogens, un pericoloso batterio che vive e prolifera in una fascia di temperature molto ampia: tra i 3 e i 45°C. Questa caratteristica lo rende un potenziale contaminante di alimenti, anche se conservati in frigorifero. La Listeria Monocytogens provoca la listeriosi: malattia che nei neonati può essere anche mortale. Per gli adulti invece i sintomi sono quelli di un'influenza, ma può provocare setticemia, meningite purulenta e l'aborto nelle donne in gravidanza.

La distribuzione - Il lotto interessato è il 40115 con scadenza il 14/10/2015, venduto nel Lazio, in Toscana, Umbria e Campania. Nel caso in cui qualcuno avesse in casa il prodotto deve riconsegnarlo al supermercato dove l'ha acquistato. Per informazion
i è possibile chiamare il numero 0555370574.

De Girolamo, veleno sugli alfaniani Le pagelle, i voti (e i loro segreti)

Nunzia De Girolamo, le pagelle sugli ex amici del Nuovo Centrodestra




Nunzia De Girolamo, recentemente rientrata in Forza Italia, ha analizzato uno a uno i suoi ex compagni di Ncd. La deputata, intervistata da Panorama, ha detto di aver capito che la sua felicità politica l'aveva già trovata in Fi ed ora se ne è resa conto. La De Girolamo aveva lasciato il partito di Berlusconi per seguire Angelino Alfano nell'avventura di Ncd. Era stata ministro del governo Letta, fu costretta a dimettersi per una vicenda legata a nomine nella sanità locale, benché non fosse indagata. E Ora è rientrata in Fi dopo un contrasto con Alfano e il suo partito, che accusa di aver virato troppo a sinistra per seguire Matteo Renzi.

Ncd - "Il Nuovo centro destra è ormai una costola, anzi una costoletta dal Pd - ha detto De Girolamo - Il progetto è fallito. Sia chiaro, mi ci metto anche io tra quelli che hanno sbagliato qualcosa. Però un appiattimento così supino su Renzi era inimmaginabile alla vigilia".

Alfano - Quindi la deputata inizia a dipingere i membri di Ncd con aggettivi ed episodi che li connotano: "Alfano ha il difetto della vanità. Il problema è tutto lì. Pur di non spegnere il riflettore sul Viminale, ha indotto il partito a farsi renziano."

Gaetano Quagliarello - "Un individualista. Anche per questo non può più sopportare mortificazioni. Si appresta a uscire da Ncd."

Beatrice Lorenzin - "Coerente, ha il coraggio di dire apertamente che è renziana. Ed è l'unica che si salverà, rimane la più furba".

Maurizio Lupi - "Come Alfano ha scelto l'io e non il noi. Eletto europarlamentare, doveva dimettersi da ministro e prendere in mano il partito. Ma invece di sfidare Angelino ha preferito rimanere alle infrastrutture..."

Renato Schifani - "Lo vedo infelice. Non credo finirà la sua carriera politica nel Pd". 

Fabrizio Cicchitto - "Il suo approdo è ideologico. Da ex socialista vede in Renzi la rivalsa sui comunisti che distrussero il Psi e Bettino Craxi. Così lui fa pace con la sua storia".

Barbara Saltamartini - Lei è un'amica, spero possa tornare con noi, prima o poi".

Quella voce sulla Meloni: al voto, Giorgia in campo? Roma, tutti i nomi in gioco

Ignazio Marino si è dimesso, toto-nomi a Roma: chi si candiderà a sindaco




Ignazio Marino si è dimesso. Roma tira un sospiro di sollievo. Ma guarda anche al futuro, tanto che sono già iniziate le indiscrezioni e le ipotesi su chi potrebbe occupare la poltrona lasciata vuota al Campidoglio (indiscrezioni e ipotesi che, in verità, proseguivano da tempo, da prima che Marino ufficializzasse il suo ineludibile destino: andarsene). Ciò che ora accadrà a Roma è chiaro: si va alle urne, probabilmente nella primavera del 2016 e, va da sé, si fanno i nomi dei possibili candidati alla poltrona di sindaco capitolino.

Sinistra - Si parte dal Pd, dove si fanno i nomi del prefetto Franco Gabrielli (commissario de facto di Marino), di Francesco Rutelli (per un clamoroso e improbabile bis) e anche di Walter Veltroni, che al pari di Rutelli è già stato sulla poltrona più alta del Campidoglio. Ma i democratici potrebbero puntare anche su Matteo Orfini, commissario per Roma e assai gradito a Matteo Renzi, o Roberto Giacchetti, altrettanto gradito al premier.

Grillini - Ma ora come ora, i grandi favoriti per la corsa al Campidoglio, potrebbero essere i grillini, in grado di "godere" dei disastri di Marino e della disgregazione della destra, che dopo Gianni Alemanno (anche lui assai criticato e ben poco popolare) non è riuscita ad esprimere un candidato valido. Per i pentastellati si parla di Alessandro Di Battista, candidato ideale e molto "gradito". Lui tempo fa aveva smentito l'ipotesi, ma la "manina" di Beppe Grillo potrebbe spingerlo in corsa: suo il nome adatto per raccogliere il "seminato" delle disastrose precedenti amministrazioni. 

L'outsider - Il nome più caldo per la prossima tornata elettorale, insieme a quello di "Dibba", è infine quello di Alfio Marchini, che nel 2013 si candidò da indipendente ed ottenne un significativo 10 per cento. Marchini, si dice, potrebbe essere interessato anche al palcoscenico della politica nazionale, ma dopo il crollo di Marino avvenuto prima del previsto potrebbe anche tornare sui propri passi e ritentare la corsa capitolina, dove con buona probabilità potrebbe essere appoggiato anche dal centrodestra. Infine, una suggestione, sempre a destra: Giorgia Meloni. Romana e popolarissima, potrebbe anche farsi ingolosire dalla corsa al Campidoglio, dove con l'appoggio del centrodestra avrebbe grosse, grossissime, possibilità di spuntarla.

giovedì 8 ottobre 2015

"MI DIMETTO...O FORSE NO" Ignazio Marino, l'ultima pagliacciata

Ignazio Marino si è dimesso da sindaco di Roma: "Ma potrei ripensarci entro 20 giorni"




Assediato, Ignazio Marino cede. O forse no: il sindaco di Roma, travolto in ultimo dallo scandalo rimborsi, fa l'atteso passo indietro. Definitivo? Mistero. Perché l'allegro chirurgo ci regala l'ultimo colpo di teatro: "Presento le mie dimissioni - spiega -, sapendo che queste possono per legge essere ritirate entro venti giorni". Così nella lettera con cui annuncia il passo indietro (a metà): "Non è un'astuzia la mia - aggiunge -, è la ricerca di una verifica seria, se è ancora possibile ricostruire queste condizioni politiche".

Pioggia di dimissioni - Schiacciato dalle cene (private) pagate con la carda di credito del Comune, il sindaco, all'angolo, stupisce ancora (in negativo). Dopo un'infinita sequela di disastri - dalla Panda rossa fino alle smentite papali, roba da record - Marino cede sotto al peso dell'accusa di aver portato al ristorante moglie, parenti e amici, spacciando il banchetto come pranzo di lavoro. Ci ha provato, fino all'ultimo, a coprire lo scandalo. Si è offerto di restituire 20mila euro (restituire?). Ma niente, niente da fare. Il Campidoglio lo ha "espulso", il premier Matteo Renzi (e il Pd) lo hanno scaricato. Nelle ultime ore, il diluvio: prima le dimissioni di Stefano Esposito, poi quelle di Marco Causi, dunque quelle di Luigina Di Liegro. Quindi la nota, ambigua, in linea con il personaggio. Dimissioni che assomigliano un po' a un "ricatto" al Pd, che resta nel limbo: davvero, Marino, avrà l'ardore di ritirarle? Difficile. Eppure vuole dare "fastidio" fino a quando gli sarà possibile farlo.

Una "aggressione" - Nella nota, Marino, prosegue: "Non nascondo di nutrire un serio timore che immediatamente tornino a governare le logiche del passato, quelle della speculazione, degli illeciti interessi privati, del consociativismo e del meccanismo corruttivo-mafioso che purtroppo ha toccato anche parti del Pd e che senza di me avrebbe travolto non solo l’intero Partito democratico ma tutto il Campidoglio". E ancora, l'ex sindaco aggiunge: "Tutto il mio impegno ha suscitato una furiosa reazione. Sin dall’inizio c’è stato un lavorio rumoroso nel tentativo di sovvertire il voto democratico dei romani. Questo ha avuto spettatori poco attenti anche tra chi questa esperienza avrebbe dovuto sostenerla. Oggi quest’aggressione arriva al suo culmine. Ho tutta l’intenzione di battere questo attacco e sono convinto che Roma debba andare avanti nel suo cambiamento".