Sanità, medici in rivolta contro il decreto di Beatrice Lorenzin: "A rischio il diritto alla salute"
Il decreto sanità, tra limitazione degli esami inutili e tutela dei pazienti. Continua a far discutere il provvedimento firmato dal ministro Beatrice Lorenzin, che per 208 esami stabilisce delle regole di erogabilità molto più stringenti rispetto a quelle attuali, con sanzioni previste per i medici che li prescrivono inutilmente. Il risultato è che per sottoporsi a questa serie di esami, al di fuori dei nuovi parametri fissati per decreto, si dovrà pagare per intero la prestazione o rivolgersi al privato, così che molte persone potrebbero trovarsi nella condizione di dover rinunciare a curarsi.
Gli esami - Tra le prestazioni colpite dalla scure dei tagli, ci sono esami radiologici e medicina nucleari, fondamentali nella diagnostica e le cure dentistiche. Ma anche esami di controllo abbastanza comuni, come le prove allergiche e i livelli di colesterolo.
I medici - I medici di famiglia sono in rivolta e minacciano lo sciopero se il decreto non verrà rivisto. Gli oppositori sostengono che il provvedimento leghi loro le mani, esponendoli a sanzioni e mettendo così a rischio il diritto alla salute. I dottori fanno riferimento alla necessità, in determinate circostanze, di ricorrere a esami per escludere patologie e per ottenere la corretta diagnosi. Inoltre, secondo i medici, questa politica distrugge la cultura della prevenzione e a lungo andare questo porterà un aumento dei malati e un conseguente aggravio per la spesa sanitaria.
La replica - Il ministero si difende parlando di un ricorso eccessivo agli esami indicati; il provvedimento va nella direzione dell'efficienza, senza penalizzare i pazienti, perché le regole fissate per erogare gli esami sono, secondo il ministero, adeguate alle necessità.