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venerdì 24 luglio 2015

La Proposta di Di Maio M5S: "Ecco come si può risolvere il caro Rc auto"

Luigi di Maio, M5s: "Ecco come si può risolvere il caro Rc auto"





La soluzione ai rincari delle assicurazioni auto? Esiste, parola di Luigi Di Maio, deputato del Movimento 5 stelle e vicepresidente della Camera. Il grillo in un intervista concessa al quotidiano il Mattino, ha fatto luce sul capitolo sulle Rc auto contenuto del decreto di legge sulla competitività. L'emendamento, suggerito proprio dal M5s, prevede soluzioni per abbassare i costi delle assicurazioni sui mezzi privati. Ma non per tutti. "L’obiettivo da centrare è premiare i virtuosi. Gli automobilisti che non hanno mai fatto incidenti. Inizieremo con la prima classe" afferma Di Maio.

Come funziona - Il provvedimento, se ricevesse l'ok della Camera, prevederebbe che gli automobilisti che non abbiano fatto incidenti negli ultimi cinque anni ricevano un bonus sulle tariffe dell'assicurazione. Questa tariffa-premio dovrà essere corrisposta dalle imprese di Rc auto sia ai nuovi clienti che ai vecchi, in maniera spontanea, anche senza richieste esplicite da parte degli automobilisti. Ma, parlando di soldi, in quanto consisterebbe questo premio? "Questa tariffa-premio dovrà essere riconosciuta con l'applicazione del premio più basso previsto sull'intero territorio nazionale, da ciascuna compagnia di assicurazione, per la corrispondente classe universale di rischio di assegnazione del singolo contraente-assicurato, come risulta dall’attestato di rischio" afferma Luigi Di Maio. Significa che gli assicurati di una qualsiasi classe delle 14 totali previste dalle Rc auto, che negli ultimi cinque anni non abbiano denunciato sinistri, si vedrebbero applicare il premio della stessa classe dell'assicurazione che presenta le tariffe più basse sul suolo italiano.

Il gap - E le differenze fra le regioni del Belpaese in quanto ad assicurazioni sono notevoli: in Campania la media per polizza di aggira intorno ai 700 euro, ad Aosta ai 318. Per non parlare dell'assenza di assicurazioni, in provincia di Napoli il 30% delle automobili circola senza alcun tipo di Rc auto. Questo provvedimento si profila dunque come un premio agli automobilisti meritevoli. Ancora più sconti per coloro che non fanno incidenti da otto anni, per i quali le Rc auto dovrebbero prevedere un'ulteriore riduzione del premio, direttamente proporzionale all'incidenza dei sinistri rilevati nel territorio dalla stessa impresa (più incidenti ci sono in una certa zona, tanto più ti premio per il fatto che non fai incidenti dal almeno otto anni). Luigi Di Maio pensa anche alla possibilità che le compagnie di assicurazione non vogliano sganciare il malloppo: "Il mancato rispetto da parte dell’impresa assicuratrice dell’obbligo di riduzione del premio comporta l’applicazione alla stessa impresa, da parte dell’IVASS, di una sanzione amministrativa pecuniaria da 5mila a 40mila euro e la riduzione automatica del premio di assicurazione relativo al contratto in essere. I relativi importi sono versati all’entrata del bilancio per essere riassegnati al Fondo di garanzia vittime della strada" afferma il vicepresidente della Camera. Le commissioni bilancio e finanze della Camera cominciano oggi a discutere del ddl competitività, al cui interno c'è la parentesi sulle Rc auto. Il difficile sarà mettere tutti d'accordo sull'efficacia di un provvedimento di questo tipo, che premia i migliori. La meritocrazia, questa sconosciuta.

SILVIO-VERDINI, È FINITA Il pranzo d'addio: i retroscena

Forza Italia, Denis Verdini lascia. Berlusconi: "Vai con Renzi, sei politicamente finito"




Tra Silvio Berlusconi e Denis Verdini adesso è finita davvero. Il pranzo a Palazzo Grazioli, presenti anche Gianni Letta, Fedele Confalonieri e Niccolò Ghedini, ha sancito l'uscita dell'ex coordinatore del Pdl da Forza Italia. I toni sono stati pacati, da vecchi amici quali rimangono il Cavaliere e il suo ex braccio destro. Ma politicamente il dado è tratto: Verdini guiderà ora la sua pattuglia di "responsabili" a sostegno di Matteo Renzi, promettendo di appoggiare le riforme condivise ma non la fiducia, come avverte l'uscente Luca D'Alessandro. 

Quanti sono i responsabili - Sulla carta, si tratta di una mezza dozzina di deputati, forse 8 (che non bastano per creare un gruppo autonomo a Montecitorio, ne servirebbero 20) e di una decina quasi esatta al Senato, dove i numeri ballerini del governo potrebbero giocare a favore dei verdiniani, creando però molti mal di pancia tra quelli del Pd. 

"Denis, con Renzi sei finito" - È proprio su questo punto che Berlusconi picchia per cercare di convincere Verdini a restare: "Stai facendo un errore gravissimo - gli avrebbe detto -. Mi dispiace, umanamente, personalmente, che te ne vai dal nostro partito ma andando con Renzi sei politicamente finito. Che prospettiva hai? Quanto conteresti? Davvero pensi che lì ci sia un futuro per voi?". Non a caso, ai suoi fedelissimi, l'ex premier assicura: "Se ne andranno in 5 o 6, non ci faranno male. Anzi, vedrete, il danno sarà tutto per Renzi, che dovrà gestire gente che nel suo partito considerano impresentabile. Voglio proprio vedere come farà...". 

Lo scontro sul Cerchio magico - Verdini, però, è giunto all'incontro già convinto di cosa fare, forse anche per merito della cena avuta un paio di giorni prima con Luca Lotti, il braccio destro del premier che vede l'appoggio esterno di Verdini più come una pistola alla tempia per la minoranza interna (numericamente non più decisiva) che come una reale stampella governativa. Toni pacati, si diceva, ma irremovibili. D'altronde, da mesi Verdini lamentava una situazione interna a Forza Italia ormai ingestibile, con critiche sia alla linea del partito sia alla sua nuova guida. Grande sponsor del Patto del Nazareno, il fiorentino ha lavorato per ricucire lo strappo di febbraio senza riuscirci. Soprattutto, però, si è sentito via via spodestato da azzurri rampanti come Giovanni Toti, Maria Rosaria Rossi, Deborah Bergamini. Non a caso, i più maliziosi (vedi alla voce: Repubblica) riportano una frase velenosissima che Verdini avrebbe riferito a Berlusconi: "Silvio, non posso farmi comandare da quelle tre ragazzine". E se le prime due sono la Rossi e la Bergamini, la terza è un attacco anche personale al Cav, perché si tratta di Francesca Pascale.

giovedì 23 luglio 2015

BANCHE RIDONO Occhio a case e donazioni: così potranno prendersele

Dl Fallimenti approvato: il creditore potrà rivalersi sui beni del debitore ceduti in donazione




Il creditore potrà rivalersi sui beni che i debitori hanno ceduto in donazione, gratuitamente. E' una delle modifiche introdotte dal governo con il Dl Fallimenti (quello sull'Ilva di Taranto), approvato con voto di fiducia oggi alla Camera. Secondo il Movimento 5 Stelle, come spiega al Tempo il deputato Alfonso Bonafede, si tratta di un "nuovo piacere di Renzi alle banche", perché, questo è l'esempio portato dal grillino, "se una banca deve avere 1.000 euro da Tizio che, sei mesi prima, ha donato alla figlia la casa, ora la banca potrà procedere con esecuzione forzata verso la casa della figlia, senza bisogno di aspettare un giudice e perché la norma è retroattiva di un anno". La misura suscita non pochi malumori anche tra gli addetti ai lavori, che si sono esposti con una nota assai dura. 

Sì all'esecuzione forzata - Fino ad oggi, scrive l'Associazione Nazionale Forense, certamente c'era il rischio che fondi patrimoniali, donazioni e trust fossero "simulati" o "realizzati in frode ai creditori". In quel caso, "i terzi creditori danneggiati erano ammessi a provare la volontà fraudolenta del loro debitore di sottrarre la sua garanzia patrimoniale alla successiva pretesa del creditore". Da oggi, invece, il creditore, "per il solo fatto che ritenga di essere pregiudicato da una donazione, da un fondo patrimoniale, da un trust, da un vincolo, può iniziare l'esecuzione forzata senza alcun permesso del giudice". 

Giustizia in tilt - La norma, spiegano gli avvocati, "limita grandemente la difesa del debitore e del terzo che ha ricevuto il bene, perché essi non sono più chiamati a difendere le proprie ragioni in una causa ordinaria ma possono esclusivamente proporre opposizione all'esecuzione." Il risultato concreto è il rischio che l'esproprio di un immobile prima che vi sia una sentenza di inefficacia dell'atto possa portare ad auto-alimentare il contenzioso in attesa del solito intervento della Cassazione". Con ovvie lungaggini burocratiche, tanto per gradire.

Polizia e Carabinieri: cambia tutto Forze dell'ordine, ecco chi sparirà

Forze dell'ordine, così cambieranno con la riforma Madia: carabinieri fuori dalle città, tagli alla Polizia, Guardia forestale soppressa




Semplificazione in base a materia e territorio, ossia tagli, anche molto criticati. La riforma Madia sulle forze dell'ordine inciderà non poco sulla vita quotidiana degli italiani, ridisegnando la presenza di poliziotti e carabinieri. La mappa della sicurezza, insomma, cambierà profondamente. E per il sindacato della Guardia forestale, soppressa, cambierà in peggio. 

I "nuovi" Carabinieri - I carabinieri manterranno tutti i corpi speciali come il Noe (Nucleo operativo ecologico), che assorbirà parte del personale del Corpo forestale, e i Nas (Nuclei Antisofisticazioni e Sanità). Sul territorio avranno competenza fuori dalle città, nelle aree extraurbane. Verrà inoltre ridotta la capillarità (pattugliamenti, compagnie, presenze).

Tagli alla Polizia - La Polizia manterrà le proprie specialità: Stradale, Ferroviaria, Postale, Immigrazione/Frontiera. La competenza sarà nel territorio urbano. Il corpo perderà 42 squadre nautiche, con la competenza sul mare ad esclusiva pertinenza della Guardia di Finanza. La razionalizzazione di sedi e strutture dovrebbe portare a circa 40 milioni di euro di risparmi, cui si dovrebbero sommare altri 26 dalla spesa unica dei servizi a carico di ogni struttura, dalla mensa alle lavanderie. 

Guardia forestale addio - È il punto più "doloroso" della riforma Madia: la Guardia forestale scomparirà e verrà smembrata e assorbita in gran parte dai Carabinieri, per evitare doppioni e concorrenze. Su 8mila unità circa del Corpo forestale, le 300 che combattono gli incendi boschivi dovrebbero passare al Corpo nazionale dei Vigili del fuoco. Il sindacato autonomo dei forestali, il Sapaf, sta preparando un ricorso in Corte Costituzionale.

Inps, salta la quattordicesima: quali sono i pensionati spennati

Inps, pasticcio sugli assegni: salta la quattordicesima per 80mila pensionati




Non solo rimborsi fiscali in ritardo per colpa del 730 precompilato. Per i pensionati arriva un'altra brutta sorpresa: l'Inps rischia di far saltare anche la cosiddetta quattordicesima (da 336 euro a 504 euro). Sono in 70-80mila, secondo il Giorno, a tremare per colpa di disfunzioni organizzative, gestionali e informatiche. I beneficiari sono i pensionati con almeno 64 anni che si trovino in specifiche condizioni contributive e di reddito (fino a 1,5 volte la minima, meno di 10.200 euro circa annui). "Con evidente imbarazzo - racconta Valentino Minarelli, segretario Spi di Bologna - l'Inps nazionale, dopo venti giorni, ha ammesso che qualcosa nella sua banca dati non sta funzionando. Il risultato è che, mentre tutti i giorni assistiamo a proposte avanzate dal suo presidente sulle povertà, in questo caso, a dei poveri si è negata la prestazione che attendevano". 

Quando arrivano i rimborsi - Come detto, l'altra batosta potrebbe arrivare dal fronte 730 precompilato e i rimborsi saltati che coinvolgerebbero 500mila pensionati. Per chi ha consegnato il 730 entro il 30 giugno i soldi arriveranno l'1 agosto, per gli altri a settembre. Di sicuri ci sono solo i soldi della rivalutazione degli assegni lordi compresi tra 1.450 e 2.900 euro. Merito della Consulta, non di Inps o governo.

Italiani rapiti in Libia, ipotesi vendetta Alfano: "Forse scafisti ma non si tratta"

Libia, l'ipotesi della vendetta degli scafisti dietro il rapimento dei quattro italiani




Una "vendetta dei trafficanti di uomini": sarebbe questa l'ultima ipotesi dietro il rapimento dei 4 tecnici italiani della Bonatti in Libia. Secondo l'ambasciatore libico in Italia Ahmed Safar "non ci sarebbero motivazioni politiche", e gli inquirenti sono convinti che ad agire domenica sera sull'autostrada tra Tunisi e Tripoli sia stata una banda di criminali legata a un clan. Non si possono escludere però legami tra questi ultimi e lo Stato Islamico, nel panorama molto fluido che regola i rapporti di forza nel post-Gheddafi. Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha definito "premature e irresponsabili" le parole di chi etichetta il rapimento degli italiani come un atto para-terroristico, ma alcune fonti di informazione di Tobruk avanzano appunto il collegamento tra la lotta agli sbarchi e l'attività anti-scafisti dell'Italia e il rapimento dei 4 italiani, una rappresaglia a metà strada tra la ricerca di soldi facili e la bandiera "ideologica". Il Ministro degli interni Angelino Alfano ha commentato a caldo questa ipotesi, affermando che "nessuno può dire se il rapimento possa essere attribuito agli scafisti, ma l’unica cosa esclusa è che si tratti con gli scafisti". Linea dura quindi.

Una soffiata - Fajr Libya, la milizia islamista che ha stabilito a Tripoli un governo non riconosciuto dalla comunità internazionale, si è messa in contatto con l'Ansa e ha riferito che non sa chi sia l'autore del rapimento, non essendoci dietro loro, ma sa che gli italiani rapiti si trovano nel sud-ovest del paese e che nel giro di dieci giorni saranno liberi. Le parole sono state riferite da Alaa Al Queck, il capo della milizia di Tripoli, che afferma: "Ignoriamo i rapitori e dunque non ne conosciamo il motivo del gesto, ma quando lo sapremo lo riveleremo". Promettono di collaborare perché gli italiani vengano liberati al più presto. Resta da capire come possano dire con certezza che saranno gli ostaggi liberi in dieci giorni.

730, la doppia fregatura del Fisco Addio ai rimborsi delle tasse

Fisco, addio ai rimborsi dell'Agenzia delle entrate per chi usufruisce della proroga per la dichiarazione dei redditi




Se non avete consegnato la dichiarazione dei redditi prima della metà di luglio, potete dire addio agli eventuali rimborsi di cui potevate godere dal datore di lavoro. La notizia nefasta più che da una norma è dettata da un dato di fatto che i Caf hanno provato a comunicare da tempo ai contribuenti, ma che sembra sia passata un po' in sordina visto il caos di quest'anno con gli intermediari impelagati di problemi per la novità del 730 precompilato.

La resa - Gli stessi Caf hanno gettato la spugna davanti ai guai che l'ultima idea del governo Renzi ha introdotto, in teoria per semplificare la vita dei contribuenti. Rispetto ai soliti 10 giorni di proroga, i Caf hanno chiesto più tempo. Non solo per l'incertezza delle regole, ma anche perché da quest'anno è stato introdotto l'onere a carico degli intermediari per le imposte non pagate dal contribuente. Questo li ha portati a stare mille volte più attenti e verificare tutto con più meticolosità, quindi con un allungamento dei tempi necessari notevole.

La beffa - Il monito dei Caf aveva messo in guardia i contribuenti sui rischi di ridursi all'ultimo momento nella compilazione del 730. Superata la metà del mese di luglio, quindi usufruendo della proroga, ci sarebbe stato il rischio molto alto che venisse meno il tempo tecnico per ottenere le compensazioni. Chiarisce il Sole 24 ore, infatti, che una volta compilato dall'intermediario, la dichiarazione dei redditi deve essere poi inviata all'Agenzia delle Entrate che manda il modello al datore di lavoro. Questo a sua volta deve procedere con il rimborso, o eventuale addebito. Qui si inceppa tutto, perché gli uffici amministrativi sbrigano le buste paghe prima della metà del mese e riaprire i cedolini non è sempre operazione possibile in tempi brevi. Il tutto slitterebbe quindi alle buste paga di agosto, ma a quel punto i calcoli verrebbero fatti solo per le compensazioni a favore del Fisco, visto che per rimborsi i tempi sarebbero scaduti.