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mercoledì 7 gennaio 2015

AUTOMOBILI, CASE E REDDITO 5 mosse per evitare i guai col Fisco

Fisco, le 5 mosse per evitare le contestazioni




Le contestazioni da parte del Fisco per gli incrementi patrimoniali potrebbero turbare il 2015 di milioni di contribuenti. Così è meglio sapere come difendersi di fronte ai rilievi fiscali. Secondo quanto racconta il Sole 24 Ore basterebbe dimostrare il possesso di proventi già tassati o fiscalmente irrilevanti di entità tale da giustificarne la spesa. Ad esempio per quanto riguarda la sottoscrizione di un aumento di capitale sociale il contribuente potrebbe dimostrare con documentazione bancaria o contabile che la sottoscrizione è avvenuta con compensazione di crediti ventati nei confronti della società. 

Le mosse - Per quanto riguarda invece l'acquisto di un'autovettura, il contribuente potrebbe dimostrare che l'acquisto è stato fatto con l'uso di elargizioni familiari, presentando così copia degli assegni circolari emessi dai familiari. Un'altra spina nel fianco potrebbe essere l'acquisto di un immobile. Il contribuente in questo caso potrebbe dimostrare che in realtà l'immobile è stato oggetto di una donazione da parte dei genitori e che dunque si è trattato di una vendita simulata. Nel mirino del fisco anche l'accensione di una polizza assicurativa. In questo caso, come ricorda sempre il Sole 24 ore, il contribuente potrebbe dimostrare che la spesa è stata sostenuta con redditi di tutto o in parte esenti a ritenuta alla fonte a titolo d'imposta, quali indennizzi, somme riscosse a titolo di risarcimento patrimoniale, eredità, donazioni o vincite. Infine fare attenzione anche all'acquisto di titoli e fondi immobiliari: anche questi finiscono nel mirino del fisco. Il contribuente, se riceve contestazione, deve limitarsi a dimostrare di possedere proventi già tassati o fiscalmente irrilevanti di entità tale da giustificare l'incremento patrimoniale, ma non occorre la prova che queste risorse siano state utilizzate proprio per il sostenimento dell'acquisto. 

martedì 6 gennaio 2015

Alemanno pubblica una foto e scoppia la bufera: pioggia di insulti al veleno. Ecco cosa ha combinato...

Gianni Alemanno e la foto sulla neve: pioggia di insulti




Una foto e scoppia la polemica su twitter. Gianni Alemanno poco dopo capodanno ha postato sul suo profilo un immagine che lo ritraeva impegnato in una scalata sul Cascata Antares, sul Gran Paradiso. Alla foto ha aggiunto una didascalia: "Per allenarsi a risalire". Non l'avesse mai fatto. Sui social è stato ricoperto di insulti. Molti followers in quelle parole hanno letto un riferimento allo scandalo Mafia Capitale e all'indagine a carico dello stesso alemanno. Così qualcuno ha commentato: "Gianni, non dire dove stai che sennò la Guardia di finanza ti trova subito". Per Alemanno c'è stato anche spazio per una battuta quando qualcuno lo ha accusato di trovarsi a Courmayeur come il premier. La risposta è stata lapidaria: "Mai dove sta Renzi".  

Euro ai minimi dal 2006 sul dollaro Ecco perché l'Italia ci guadagna

Euro ai minimi dal 2006: con il mini-euro +10 mld per il Made in Italy




Euro ai minimi dal 2006. Con il mini-euro +10 mld per il Made in Italy. L’euro scende ancora e tocca i minimi dal 2006, prima di riprendere quota. La moneta unica scende fino a 1,1864 dollari, valore minimo dal marzo 2006, per poi risalire fino a 1,1959 dollari. In calo anche sullo Yen, a 143,16, ai minimi da inizio novembre. Come sottolinea il Wall Street Journal, la divisa unica è sospinta verso il basso dalle turbolenze greche, dalle aspettative sui programmi di stimolo monetario della Bce (l’acquisto dei titoli di Stato) e dal rafforzamento del dollaro (al livello più alto da 11 anni rispetto alle monete concorrenti).

Chi ci guadagna - La moneta unica ai minimi dal 2010 sul dollaro favorirà il rilancio del made in Italy soprattutto negli Stati Uniti. Per gli esperti il tasso di cambio attuale potrebbe valere per le aziende italiane 10 miliardi in più di ricavi all’estero. A beneficiarne, saranno in particolare le imprese della Lombardia (+2,6 miliardi) e quelle del Piemonte (+1 miliardo). La base di partenza è solida: nel primo semestre del 2014, a livello globale, solo la Polonia ha fatto registrare ritmi di sviluppo delle vendite estere migliori di quelli italiani. Poi c’è stato un rallentamento, ma il consuntivo degli ultimi tre mesi, per quanto riguarda gli affari con i Paesi extra-europei, fa segnare un più 3,2%.

Morto Pino Daniele, Napoli tradita?: funerali a Roma, tomba in Toscana

Pino Daniele è morto, schiaffo alla "sua" Napoli?: "Vuole essere sepolto a Talamone"




Uno schiaffo alla "sua" Napoli?: i funerali di Pino Daniele, morto a quasi 60 anni per un infarto, verranno celebrati a Roma mercoledì 7 gennaio per volontà dei figli. Una scelta che ha provocato le proteste dei fratelli del cantautore napoletano. "Abbiamo scelto Roma perché noi figli siamo nati e viviamo qui", ha spiegato la figlia Sara. Cerimonia aperta al pubblico al santuario del Divino Amore, "una chiesa grande, siamo sicuri che papà vorrebbe che chiunque avesse la possibilità di dargli l'ultimo saluto". "Noi fratelli vorremmo che i funerali fossero a Napoli: Pino è un pezzo di quella città", ha spiegato il fratello Carmine, anche se il rapporto tra lo schivo Pino e i suoi (troppo?) calorosi concittadini non è mai stato facile. Da anni Daniele aveva scelto di vivere lontano dalla sua casa, dividendosi tra Roma e Toscana. Non a caso, il suo cardiologo di fiducia lavorava a Roma e quando la notte di domenica si è sentito male il chitarrista ha provato a farsi portare in auto nella Capitale, e non in un ospedale della più vicina Grosseto. 

La tomba a Talamone - La Toscana comunque era la sua seconda casa. Lo stesso Daniele avrebbe manifestato la volontà di essere seppellito in Maremma. Per questo la sua famiglia ha deciso di tumulare la salma del cantante nel piccolo cimitero di Talamone, nel comune di Orbetello (Grosseto). Un avvocato che rappresenta la famiglia ha contattato questa mattina Monica Paffetti, sindaco di Orbetello, il Comune di residenza di Daniele, chiedendo l'ospitalità dell'amministrazione per la tumulazione. "Abbiamo ricevuto la richiesta da parte della famiglia di Pino Daniele per la sepoltura nel cimitero di Talamone - ha detto Pataffi all'agenzia Adnkronos -. Abbiamo dato la disponibilità e siamo onorati da questa scelta", ha aggiunto il sindaco. "La Maremma per Pino non era soltanto un rifugio, ma un luogo dove incontrare gli amici e suonare. Siamo onorati e profondamente commossi che abbia scelto Talamone - ha dichiarato il sindaco -. La città di Orbetello e la sua amministrazione partecipano al dolore per la morte di Pino Daniele, il grande musicista partenopeo profondamente legato a questo territorio". 

"Questa era casa sua" - "La casa è dove sei nato o dove scegli di vivere e di tornare. Pino Daniele aveva scelto di vivere con noi - ha aggiunto Pataffi -. Si sentiva nel posto giusto forse anche grazie alla riservatezza della nostra gente. E così aveva portato ciò che amava di più: la musica. Far nascere un locale in Giannella è stato, anche quello, un modo per sentirsi a suo agio e, contemporaneamente
restituire qualcosa a noi tutti". "La Maremma per Pino non era soltanto un rifugio, ma un luogo proprio, dove incontrare gli amici e suonare insieme fuori dai circuiti ufficiali, e lasciare scorrere il tempo. Di tutto questo lo ringraziamo. Siamo onorati e profondamente commossi che abbia scelto Talamone".

Un milione di spie contro gli evasori Ecco il sito che denuncia i furbetti

Evasione fiscale, in un anno un milione di denunce anonime




E' il capolavoro del duo Monti-Befera. Non che il sito www.evasori.info abbia direttamente a che fare con l'ex presidente del Consiglio e l'ex numero uno dell'Agenzia delle entrate. Ma il suo successo è il frutto del clima di terrore e di caccia alle streghe creato nell'anno in cui il bocconiano ha spadroneggiato su un'Italia scioccata dalla crisi economica e dalla prematura fine del governo Berlusconi. A quei tempi risalgono i blitz degli 007 del fisco in rinomate località turistiche e pure nelle strade dello shopping a Milano e Roma. E sempre in quel periodo sono stati varati strumenti come il redditometro e incentivati i cittadini a denunciare chi non paga le tasse. A fare cioè quel che uno Stato incapace non è riuscito a fare per decenni.

Fatto sta che i numeri diffusi oggi dal sito evasori.info fanno impressione. Nel corso del 2014, infatti, le segnalazioni online compiute da semplici cittadini contro l’evasione fiscale sono cresciute del 76%. Il dato annuale aggiornato a oggi 5 gennaio 2015 parla di 1.122.589 segnalazioni e riguarda un’importo evaso di 170.518.147 euro. Se si confrontano i numeri con quelli di un anno fa, al 6 gennaio 2013 le segnalazioni erano state 854.681 per 129.284.347,61 euro. Nel mirino dei "delatori della porta accanto" non ci sono, ovviamente, i grandi evasori. Ma i comportamenti quotidiani, spesso all’insegna dell’evasione totale: dal caffé al bar alla cena al ristorante, passando per le prestazioni di  dentisti, idraulici ed elettricisti, concessionari e meccanici auto e  moto.

In testa alla classifica che riguarda il numero di segnalazioni ci  sono i bar (34,6% del totale delle segnalazioni) e i ristoranti (12%). Perché l’evasione più diffusa è quella che nasce e cresce intorno alla ristorazione: il caffè e  cornetto, per iniziare la giornata, senza scontrino; e poi la pizzeria che scrive il conto a penna direttamente sulla tovaglia di carta o  l’agriturismo che non registra gli ospiti, così può fare lo sconto. Seguono i servizi alla persona (9,4%), gli alimentari e tabacchi (9,3%), il catering e i fast food (5,7%), gli ambulanti (4,1%), i medici e i dentisti (3,1%), i rivenditori di auto e moto (1,5%).

Guidano invece la graduatoria costruita sulle somme evase medici e dentisti. Perché interi piani tariffari possono essere declinati  secondo il doppio binario: migliaia di euro con regolare fattura,  oppure migliaia di euro, ma un pò di meno, con una qualche fattura ogni tanto. Ben posizionate anche le imprese edili. Per i lavori di ristrutturazione di casa non si accettano assegni, solo contanti. Lo  impongono i fornitori, servono a pagare gli operai, sono le giustificazioni più ricorrenti. Ecco la classifica delle delle somme evase per categoria: medici e dentisti 12.542.961 euro; ristoranti 10.321.904 euro; immobiliari 9.501.176 euro; bar 9.460.976 euro; servizi alla persona 8.945.984 euro; costruttori 8.464.856 euro; rivenditori di auto e moto 7.526.005 euro; studi legali, avvocati e notai 5.639.768 euro.

Vendetta Berlusconi: "Se è stato lui, ecco cosa gli faccio"

Vendetta Berlusconi: "Se è stato Fitto lo sbatto fuori"




"Se è stato lui, questa volta lo sbatto fuori a calci"- Silvio Berlusconi è furioso per il codicillo all'interno della riforma fiscale che è stato svelato il giorno di Capodanno e finito su tutti i giornali. Quella norma avrebbe potuto permettergli la ricandidatura, ma il premier Renzi lo ha prontamente bloccato. Ieri si sono rincorse le voci secondo cui a dare in pasto ai giornali la notizia sarebbe stato Raffaele Fitto. Il Giorno, ha raccolto lo sfogo di Berlusconi contro il dissidente interno, anche se il Cav, a Toti, Verdini, Romani e Brunetta ha detto che lui non ha bisogno di un codicillo, "sono innocente e la sentenza di Strasburgo lo dimostrerà una volta per tutte". Non vuole averci più nulla da fare con la norma salva-Silvio.

Il nodo Fitto - D'altronde anche il Mattinale, house organ del capogruppo alla Camera Renato Brunetta, scriveva: "Berlusconi non ha bisogno di regali, né di spintarelle". La notizia che la legge salva-Silvio ha fatto infuriare i fedelissimi "incomprensibile come una norma concepita con l'intento di venire incontro a problematiche di cittadini onesti venga congelata perché potrebbe essere utile a Berlusconi", dice Ignazio Abriganini. Berlusconi ha detto chiaramente che non ha senso alzare le barricate in questo momento e conviene mantenere aperto il canale di dialogo con Renzi. Sia per il Colle che per le rifome. Un messaggio mandato anche a chi come Brunetta ripete che bisogna prima votare per il Colle e poi mettere mano alle riforme e a chi, come Romani, non si fida delle deleghi in bianco a Renzi sull'Italicum. Il nodo di Raffaele Fitto resta. Ieri è stato accusato di aver passato ai media la notizia della norma, ma il punto vero e che lui e i suoi 40 uomini hanno un peso sia sul tavolo dell'elezione della presidente della Repubblica, sia su quello delle riforme. 

lunedì 5 gennaio 2015

Renzi si difende sul volo di Stato ma queste carte lo smentiscono

Il documento che smentisce il premier




L’onorevole grillino si è premurato di recuperare anche la schermata del radar dell’aeroporto di Aosta, svelando - senza farsi troppi problemi - il codice utilizzato per segnalare la presenza a bordo di un velivolo del Presidente del consiglio. Lo screenshot scattato nel piccolo scalo della Val D'Aosta il 30 dicembre scorso dimostra qualcosa che pochi si aspettavano: Matteo Renzi ha utilizzato l’aereo di Stato per andare a sciare insieme alla famiglia, per raggiungere Courmayeur. La rivelazione è del deputato Paolo Romano, che ha pubblicato sul blog i piani di volo dell’aereo, la sua rotta spezzata da Tirana fino a Roma e poi, dopo una sosta a Firenze per far salire la signora Agnese e i bimbi, ripartito per l’aeroporto più vicino alla nota stazione sciistica. «Il Falcon 900 con Renzi e famiglia atterra alle 21,25 di martedì per le vacanze», denuncia. Il grillini sbertucciano il premier e il suo capodanno «all’insegna del risparmio per lui, a spese della comunità»: «Quanto è costato questo volo di Stato in missione-vacanza? Un Falcon costa 9.000 euro all’ora». Il premier che per mesi aveva tuonato contro le «scorte usate come carrello umano», detto di non volerne una perchè «la mia scorta è la gente» e promesso di non utilizzare le auto blu, si è dovuto difendere. «Gli spostamenti aerei, dormire in caserma, avere la scorta, abitare a Chigi non sono scelte, ma protocolli di sicurezza», ha tweettato Renzi ieri pomeriggio. A completare la risposta del Rottamatore ci hanno pensato “fonti di Palazzo Chigi”: «Il Presidente non ha raggiunto Aosta con il volo di Stato con cui si è recato a Tirana, in visita ufficiale in Albania (regolarmente atterrato a Roma), ma con un Falcon 900, nel pieno rispetto della normativa e dei protocolli di sicurezza. Ciò riguarda anche la famiglia quando si muove con lui, sottoposta agli stessi obblighi di sicurezza e a norma di legge». 

Tranne il cambio di aereo - non quello grosso con le insegne della Repubblica, ma il jet più piccolo (e veloce) in dotazione al trentunesimo stormo, sono confermate tutte le osservazioni dei grillini. Le “fonti” garantiscono che il premier ha pagato di tasca almeno l’alloggio nella caserma degli alpini dove dormiva, l’attrezzatura da sci («presa da un privato per la somma di 450 euro per tutta la famiglia»), skipass e cibo nei rifugi. «Il fatto che il Presidente sia sottoposto a una serie di misure di sicurezza non è una scelta, ma il rispetto delle norme che regolano il suo ruolo e il suo incarico, in linea con quanto avviene per i capi di governo in tutto il mondo», aggiungono le stessi fonti.

Peccato che le ragioni di “sicurezza” genericamente addotte per motivare la missione - vacanza contrastino in maniera aperta con una circolare della Presidenza del consiglio. Firmata dal segretario generale di Palazzo Chigi e spedita a tutti i capi di gabinetto il 10 maggio 2013 ha come oggetto le “modalità di concessione del trasporto aereo di Stato”. Non bastano i «motivi di sicurezza» - sempre che ve ne fossero, visto che il premier ha sciato tranquillo sulle piste, in mezzo alla gente -: il premier al momento di “prenotare” il volo deve invece dimostrare che non esistevano alternative. La circolare fu scritta al tempo in cui “regnava” Enrico Letta: seppur accusato dal suo successore di essere finito «nella palude», sugli aerei di Stato si era messo a fare sul serio. Non soltanto Letta aveva messo in vendita due jet della flotta, ma, appunto, aveva ristretto le possibilità di accedere al servizio. Il regolamento approvato meno di due anni fa prevede che sia «necessario corredare ogni istanza per la concessione di un volo di Stato da documentazione attestante le circostanze che rendono indispensabie e necessario l’utilizzo del mezzo aereo». Le sole deroghe previste dal documento sono «urgenza, motivazioni istituzionali, mancanza di mezzi di trasporto alternativi»: nessuna di queste condizioni sembra verificarsi nel caso della vacanza a Courmayeur. Non è finita: il premier o i ministro che utilizzano i Falcon devono «precisare» le circostanze «ostative all’uso di voli commerciali o altri mezzi di trasporto». La Val D’Aosta non era forse raggiungibile in altro modo?