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sabato 23 agosto 2014

Beccati su strada dall'autovelox? Ecco quando la multa è nulla

Autovelox: ecco quando la multa è nulla




Non sempre bisogna pagare. La multa per eccesso di velocità, accertato con l'ausilio dell'autovelox, è nulla se il segnale del limite di velocità non viene ripetuto dopo l'incrocio. A stabilirlo è stata la Corte di Cassazione (ordinanza n.11018/14 del 20 maggio 2014) ribadendo il principio secondo cui, quando viene imposto un limite di velocità che abbassa quello previsto per il tipo di strada, deve essere ribadito con un segnale apposito dopo ogni incrocio, altrimenti diventa inefficace. Quindi, se un guidatore trova prima un limite di velocità, poi attraversa un incrocio e infine incappa in un autovelox, non potrà essere sanzionato. Un altro di quei casi nel quale il ricorso contro una multa è virtualmente sempre vincente. 

Il verdetto - La Cassazione si è pronunciata dopo aver esaminato un caso di un automobilista calabrese a cui era stato contestato un eccesso di velocità, accertato con l'autovelox. La Corte ha accolto il suo ricorso, sentenziando che "Va infatti ritenuto che la mancanza della ripetizione del segnale poteva indurre il conducente a credere che la riduzione del limite di velocità disposta prima dell'intersezione fosse venuta meno, giacché il coordinamento tra l'art. 119 e l'art. 104 del Regolamento è da formulare nel senso che il limite di velocità imposto da un segnale cessi, per effetto del segnale di fine del limite, solo se ci si trova in presenza di un tratto di strada continuo".

Gola profonda del Pd frega Renzi: "Aumenterà le tasse, ecco come"

La soffiata dal Pd: "Così il governo Renzi aumenterà le tasse"




Dopo gli annunci e le smentite su taglia alle pensioni, manovre d'autunno e nuove tasse in arrivo, il premier Matteo Renzi e il sottosegretario Graziano Delrio hanno assicurato che le tasche degli italiani non saranno toccate. Almeno direttamente. A quanto pare il governo sta studiano un piano per aumentare la pressione fiscale in modo indiretto scaricando le responsabilità sugli enti locali. Al Nazareno in tanti sostengono questa tesi e una gola profonda del Pd vicina che ad Affaritaliani racconta quali saranno le prossime mosse del governo.

Le mosse - La prima riguarda la riduzione delle detrazioni fiscali. Nel 2011 erano stati censiti 264 miliardi di euro, ora, con un intervento mirato e non lineare, si punta a recuperare qualche miliardi, quattro o cinque. C'è di tutto in questa voce, dall'Iva agevolata ai bonus per i figli a carico. Il ministero dell'Economia sceglierà, d'intesa con Palazzo Chigi, dove operare il blitz. Il secondo punto, quello più preoccupante riguarda la Tasi. Nel 2015 scatta il "liberi tutti" per i Comuni e quindi non ci saranno più tetti né sulla prima né sulla seconda casa. Ed è probabile che una delle misure di Renzi in autunno sia un'ulteriore riduzione dei trasferimenti agli enti locali, che, di conseguenza, aumenteranno l'imposta sugli immobili per recuperare quegli introiti che non arriveranno più da Roma. Dunque i comuni avranno mano libera per rincarare le imposte sulla casa. Una soluzione che va bene al governo ma che svuoterà ancora una volta le tasche degli italiani. 

Agli immigrati non piace il resort: "Portateci a Napoli" accontentati a spese nostre...

Agli immigrati non piace il resort: "Portateci a Napoli". E vengono accontentati

di Antonio Amorosi 


L’Italia come un albergo di lusso? Anche di più, ma non per tutti. Solo per immigrati. Dopo due giorni di proteste perché la collocazione del resort offerto dallo Stato italiano è stata ritenuta troppo lontana dalle grandi città, tornano a Napoli i 47 immigrati giunti a Cagliari lunedì scorso. Erano stati trasferiti in un posto incantevole, il Janas Village Hotel Restaurant di Sadali, al confine tra le province di Cagliari e Nuoro. Hotel con piscina, aria condizionata e tv satellitare in camera, menù a base di prodotti biologici, costo al pubblico 65 euro a notte, 35 per i profughi (pagati dallo Stato). Ma non andava bene.

I 47 provenienti da Nigeria, Mali, Costa d’Avorio e Senegal, sono sbarcati in Italia assieme ad altri 73 con vari mezzi di fortuna tra marzo e giugno scorso (chi in barca, recuperato dai mezzi di Mare Nostrum, chi in treno). Inizialmente accolti in alcune strutture napoletane, intorno al 18 agosto sono stati trasferiti in Sardegna, vista la disponibilità logistica dell’isola a direzionarli nelle strutture provinciali. E così è stato: 47 a Nuoro, 47 ad Oristano, 21 a Sassari e 5 a Cagliari. Per il vitto, l’alloggio e i vari altri benefit il costo per la collettività è di circa 35 euro al giorno per immigrato. Ma i 47 arrivati all’Hotel Janas di Sadali, resisi conto di trovarsi in un paese non così vicino alla città - «qui siamo troppo isolati» - si sono prima barricati sul pullman noleggiato per trasportarli, poi una volta convinti ad uscire hanno protestato per strada, sdraiandosi davanti alle automobili dei cittadini e rifiutandosi di accettare la cena preparata per loro dai ristoratori. Costruita una sorta di barricata con bidoni e cassonetti della spazzatura, hanno isolato un capitano dei carabinieri, tre poliziotti e due operatori della Scientifica di Nuoro, inscenando una protesta e restando tutta la notte all’esterno della struttura.

Forti della richiesta di status di rifugiati politici - ci fanno sapere dalle questure di Sassari, Oristano e Nuoro - dopo una lunga trattativa con le forze dell’ordine, 21 immigrati hanno accettato di entrare in albergo a Sadali e cenare, mentre altri 26 hanno ottenuto di essere imbarcati per Napoli, pur continuando con la protesta, sia pur più lieve. I 26 hanno alla fine acconsentito a una tregua accettando di trascorrere la notte in un albergo, “Il Platano” di Ottana, altra località incantevole. Di lì a poco è arrivata la decisione del ministero dell’Interno di accettare il diktat dei 47 e, come detto, di riportarli a Napoli. Nel pomeriggio di ieri è stato dunque organizzato un pullman per condurli fino all’aeroporto cagliaritano di Elmas, e da lì un volo Meridiana per farli sbarcare nel capoluogo campano. Il costo dell’imprevisto non sembra per il momento quantificabile. E anche le nostre richieste di chiarimenti formali inviate al Viminale non hanno trovano risposta.

Romina Mura, sindaco di Sadali e anche deputata del Pd, ha dichiarato al quotidiano Unione Sarda: «Sono persone libere, non possono essere trattenute in un posto in cui non vogliono stare». Infatti, ci confermano dalle questure, «chi richiede lo status di rifugiato politico non è in alcun modo trattenibile dalla polizia italiana, formalmente è libero di andare dove vuole». Questo, quindi, in virtù di una richiesta di parte che non attesta alcunché, ma che viene verificata con tempi non certo celeri. Peraltro, se sono «persone libere», non si vede perché debbano spostarsi a lor piacimento a spese della collettività. Ma tant’è.

Nel marzo scorso la presidente della Camera Laura Boldrini disse: «Non possiamo, senza un’insopportabile contraddizione, offrire servizi di lusso ai turisti e poi trattare in modo a volte inaccettabile i migranti che giungono in Italia dalle parti meno fortunate del mondo, spesso in condizioni disperate». Giusto: mancava lo champagne!

Livorno, caos a 5 Stelle: a due mesi dalle elezioni non c'è la giunta

Livorno, caos a 5 Stelle: a due mesi dalle elezioni non c'è la giunta




Non c'è pace per Filippo Nogarin, il sindaco pentastellato di Livorno. Dopo il guaio per lo striscione anti-Israele di qualche tempo fa, si ritrova con una nuova gatta da pelare. Lo scorso 8 giugno infatti, alle elezioni comunali, dopo anni di onorato servizio, la sinistra, di casa in città, ha abdicato proprio in favore del 5 stelle Nogarin, eletto sindaco al secondo turno. A due mesi dalle elezioni, però, non c'è ancora la giunta.

Le nomine - A poche ore dalla scelta di Simona Corradini come assessore alla Mobilità gli attivisti 5 Stelle inviano a Nogarin una richiesta di sostituzione, spiegando che la Corradini si era presentata alle elezioni nelle liste di un altro movimento e ciò va contro alle regole e ai valori del partito. Stessa sorte per almeno tre casi: a metà luglio arrivano in comune altre due richieste di sostituzione, nei confronti di Serafino Fasulo (Cultura) e Giovanni Giordani (Ambiente): anche qui, i due si erano già candidati a precedenti elezioni amministrative con partiti diversi dal M5S. Paradossalmente non s'era mai vista tanta burocrazia dal partito che maggiormente la vorrebbe levare. 

In vacanza - Polemiche pure sul procedimento con cui sembrano essere state prese alcune decisioni relative alle suddette nomine: sono state comunicate infatti martedì 19 agosto, dal capogruppo M5s Francesco Bastone, col sindaco Nogarin stabilmente in vacanza. "La nomina è di mia competenza, io sono in ferie e finora non l’ho fatta" si affretta a dire il sindaco: la materia della conferma nomine era infatti di sua competenza. Pastrocchio nel pastrocchio, dalla villeggiatura in Sicilia l'eventuale rettifica arriva e non arriva, ma giudicatela voi. Un selfie,del sindaco al mare, con il seguente virgolettato: "Non esiste nessun caso assessori. Ho deciso che nomino San Vito Lo Capo (la località balneare), che mare :)"

Risposta dell'ambasciatore ai deliri sull'Isis di Di Battista "Vuole trattare con i terroristi? Il visto per l'Iraq è pronto"

Alessandro Di Battista, l'ambasciatore Iracheno: "Vuole trattare con i terroristi? Il visto è pronto"




Il grillino Alessandro Di Battista, su Facebook, ha rincarato. Il risultato? La proverbiale toppa peggiore del buco: ha cercato di argomentare la sua posizione sull'Isis, il movimento fondamentalista che sta trucidando le minoranze irachene, spiegando in buona sostanza che la loro ultra-violenza è una conseguenza delle violenze degli americani, per esempio, ad Abu Ghraib. Folli teorie da Cinque Stelle, insomma. Parole, quelle di Di Battista, che hanno innescato anche la reazione dell'ambasciatore iracheno a Roma, Saywan Barzani: "Se l'onorevole Alessandro Di Battista ha la possibilità di entrare in contatto con i terroristi e vuole andare nelle zone sotto il loro controllo per intavolare con loro una discussione, sappia che il suo visto di ingresso in Iraq è pronto: può andare ad Erbil, raggiungere in qualche modo Mosul e convincere i terroristi a fermare il genocidio di cristiani e musulmani come sta avvenendo in questi giorni". L'ambasciatore, però, aggiunge che "è impossibile per chiunque intavolare discussioni con questa gente". Barzani prosegue, non senza ironia: "Diamo il benvenuto a qualsiasi iniziativa lodevole, quindi anche a quella dell'onorevole Di Battista, atta a porre fine al massacro della minoranza cristiana e yezidi nel nord del Paese, dove i terroristi seminano il terrore uccidendo bambini e rapendo donne su basi unicamente identitarie".

venerdì 22 agosto 2014

Battaglia Anti-Sla, la doccia gelata di Matteo Renzi

Renzi fa la doccia gelata e nomina Baggio ...


Il premier Matteo Renzi si versa il secchio d'acqua gelata in testa, segno dell'adesione alla battaglia anti-sla. Renzi passa il testimone a Roberto Baggio, a un suo amico medico che cura i malati di sla e a tutti i direttori dei giornali, per dimostrare che della battaglia per i fondi per la sla non si parlera solo in questa occasione.
Il premier Matteo Renzi si versa il secchio d'acqua gelata in testa, segno dell'adesione alla battaglia


Balotelli, la "mela marcia" se ne va I tifosi vip esultano: ecco chi gioisce

Mario Balotelli, addio al Milan: i tifosi vip esultano su Twitter




Mario Balotelli se ne va. "E' il mio ultimo giorno a Milanello" fa sapere il bomber arrivando al centro sportivo in Ferrari. Addio al Milan, direzione Regno Unito: dopo il Manchester City, ecco il Liverpool. Ma se a qualche fan scende una lacrima per un talento mai del tutto espresso, non tutti i supporter si disperano per la partenza del numero 45. Anzi. Chi di social ferisce spesso di social perisce. E Balotelli in quest'ultimo anno, seppur idealmente, ha "ferito" parecchio. E allora, nel giorno del commiato, parecchi addetti ai lavori, giornalisti, tifosi vip o semplici appassionati hanno sfogato sui social - appunto - il loro sollievo, non risparmiando all'ex City qualche staffilata.

"Finalmente" - Matteo Salvini ad Affaritaliani.it ha confidato: "Sono contento! Era un anno che dicevo che Balotelli ha grandi numeri in campo ma non ha la testa". Il segretario della Lega Nord ha poi rincarato la dose, puntando il dito contro la scarsa modestia del numero 45: "Ora il Milan punti su El Shaarawy, ha più equilibrio e più umiltà". Su Twitter scherza Paolo Giordano, che ha da ridire sull'apporto alla causa rossonera dell bomber della Nazionale: "La cosa più grande che Balotelli ha fatto in Italia è stata la gigantografia in Duomo a Milano". Della stessa idea pare Andrea Scanzi, il giornalista del Fatto Quotidiano che la butta sul politico: "La cessione di Balotelli ha unito l'Italia come nessun politico è mai riuscito a fare."

Eccezziunale veramente - Poi un tifoso rossonero doc, Diego Abatantuono che dal canto suo ci scherza su e ironizza sull'attitudine gossippara dell'attaccante: "Balotelli verso l'Inghilterra... Signorini disperato!". Non poteva mancare all'appello neanche il super tifoso milanista Vittorio Zucconi, che, spazientito dalle cifre sproporzionate del contrattino inglese pronto per Supermario sbotta: "Posso dire senza ricevere valanghe delle solite banalità sui soldi che Balotelli comincia a farmi pena? Povero ricchissimo bambino". Chiosa implacabile Bobo Vieri: "Oggi Galliani ha fatto il più grande COLPO della storia del MILAN". Da Bobogol, il colpo di grazia.

Avevano detto - Amato poco sin dai primi giorni - da tifosi e dirigenza milanista - Balotelli si è confermato come una sorta di Re Mida al contrario del calcio italiano: se a livello internazionale Mario gode di ottima stampa (copertine a destra e a manca, Sports Illustrated e Time su tutte) l'Italia pallonara l'ha spesso scaricato e ridimensionato, pure a livello tecnico. Celebre la "mela marcia" del Presidente Silvio Berlusconi, una frecciata soltanto pochi giorni prima del suo sbarco rossonero: "Mi spiace doverlo dire, ma nel Milan è molto importante l’aspetto umano. Se metti una mela marcia nello spogliatoio può infettare tutti gli altri", disse il presidente.

La verità di Emilio Fede... - E oggi, nei minuti del nuovo addio all'Italia del presunto super-Mario, a un anno e mezzo di distanza dalla pluricitata "mela marcia", è Emilio Fede che sempre ad Affaritaliani.it dice: "Berlusconi lo ha venduto non per una questione economica. Ma perché si è reso conto che non è più governabile". L'ex direttore del Tg4, rossonero doc, aggiunge: "Berlusconi non vuole comandare ma essere ascoltato. Diciamo che Balotelli è, tra virgolette, troppo capriccioso. Ovvero disordinato". Insomma, neanche Fede si dispera per l'addio del bomber: "Oggi Balotelli aveva perso credibilità tra i tifosi del Milan che non erano più pronti a sostenerlo. Aveva perso credibilità sul piano umano e atletico. Insomma, non è più quello di prima. Il giudizio di Berlusconi è completo e ricordiamoci che non lo ha voluto lui...".