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giovedì 19 giugno 2014

Riforme, patto Renzi-Berlusconi-Calderoli

Riforme, patto Renzi-Berlusconi-Calderoli


L'intesa è vicina. La grande trattativa per le riforme sta per chiudersi. L'assetto del nuovo Senato e l'accordo sulla riforma del Titolo V della Costituzione dovrebbe nascere da un patto Pd-Forza Italia-Lega. Matteo Renzi ha capito che senza il Cav le riforme non si fanno. Così pian piano il premier ha deciso di abbassare le pretese e di piegarsi alla linea dettata da Forza Italia. Il Pd ha abbandonato l'idea di un Senato sul modello francese composto per due terzi (prima versione) e per un terzo (nella seconda versione) dai sindaci.  Sul modello si era registrata la netta contrarietà di Forza Italia e Lega, perché quel Senato, di fatto, regalerebbe alla sinistra una maggioranza per l’elezione del prossimo capo dello Stato. La nuova base dell'accordo (portata avanti da Anna Finocchiaro, con la Lega ma anche con pezzi di Forza Italia) prevede che il Senato debba essere eletto con un elezione di “secondo livello” è ormai un dato acquisito. 

Il piano - E condiviso da tutti. E anche sulla “composizione” l’impianto è cambiato. Si passa dunque da un modello che “parla francese” a uno che “parla tedesco”. Il numero dei sindaci è ridotto, mentre per la gran parte il Senato sarà composto di rappresentanti eletti dai “consiglieri regionali”. I dettagli saranno oggetto dell’ultima settimana di incontri. La quota di sindaci offerta dal Pd è molto ridotta. Per chiudere i dem scenderanno a un quarto del totale. Ma c’è anche un’altra ipotesi sul tavolo che prevede solo “21 unità”, insomma un sindaco per regione. Approvato l'accordo comincia la corsa contro il tempo per approvare il testo della riforma. La data chiave è quella del 3 luglio. Il governo vuole andare in Aula prima della chiusura dei lavori per le ferie estive e soprattutto dopo il voto della Commissione Affari Costituzionali. 

Fisco, arriva il nuovo 730 Occhio a sgravi e tranelli

Come cambia il 730

di Antonio Castro



Il 730 precompilato spedito direttamente a casa a 35 milioni di italiani? Nel 2015 dovrebbe trasformarsi in realtà e i lavori per questa innovazione epocale cominceranno giusto oggi (intorno alle 15,30) quando si dovrebbe riunire il Comitato interparlamentare per «l’attuazione della Delega fiscale». Il programma prevede, preliminarmente, l’analisi «delle linee guide del dlgs sulla semplificazione fiscale», ovvero gettare le basi proprio per l’invio dal 2015 del 730 precompilato a casa degli italiani.

Tra le fantasmagoriche promesse del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, quella della dichiarazione dei redditi senza Caf, senza commercialisti, senza esperti, è apparentemente la più impegnativa, più ancora dei famosi 80 euro al mese per chi ne guadagna meno di 26mila lordi l’anno. Ma attenzione. 
L’idea non è solo di mandare a casa di 3,5 milioni di dipendenti pubblici - di cui il fisco conosce quasi tutto - la precompilata, né di farlo solo per i pensionati. L’idea - anticipata ieri da Il Sole 24 Ore - è di estendere l’invio dei precompilati a 35 milioni di lavoratori anche di aziende private (sostanzialmente quasi tutti quelli registrati in banca dati all’Agenzia delle Entrate). E infatti sarà proprio l’Agenzia - dove è appena sbarcata, al posto di Attilio Befera, Rossella Orlandi, ex allieva di Vincenzo Visco e considerata fedelissima di Renzi - a gestire la massa monumentale di dichiarazioni. 
Attenzione però: secondo il giornale di Confindustria al singolo contribuente arriverà una dichiarazione comprensiva anche delle deduzioni e detrazioni (spesa sanitarie, previdenziali, assicurative, sconti mutui, ristrutturazioni, ecc), e se il destinatario riterrà congruo il conteggio effettuato a suo nome, potrà avallarne la validità ed ottenere in cambio una sorta di “scudo fiscale” che lo proteggerà da eventuali errori.

L’enormità di questa innovazione nei rapporti tra fisco e contribuenti è nella massa di dati che l’Agenzia tratterà per arrivare a computare deduzioni e detrazioni. Considerando anche lo sconto ex post per l’acquisto di farmaci. Verranno messi in diretta comunicazione pure le 18mila farmacie italiane e quindi, grazie allo scontrino parlante - quello che il farmacista ci rilascia all’acquisto di farmaci e parafarmaci con il nostro codice fiscale - troveremo in dichiarazione anche le detrazioni per le spese sostenute.

La notizia sarebbe esclusivo appannaggio di commercialisti, consulenti del lavoro, ed esperti fiscali, se non fosse che l’operazione “730 per tutti”, trasferisce all’Agenzia la facoltà di determinare l’importo degli eventuali rimborsi, e di controllare direttamente la leva delle erogazioni (magari tramite il datore di alvoro/sostituto d’imposta o l’ente previdenziale).

Il principio del previsto «vantaggio per il contribuente» (con lo scudo che protegge da successivi controlli), per chi accetta i calcoli dell’Agenzia fa sorgere il sospetto che l’operazione 730 nasconda, in verità, una profonda rivisitazione di tutte le detrazioni e deduzioni. La famosa tax expenditur di Vieri ceriani (260 miliardi di sconti e bonus con conseguente perdita d’incasso erariale), andrà rivista e probabilmente si coglierà l’occasione del 730 per limare le agevolazioni fin ora concesse. Da questa spuntatina potrebbero arrivare gli stimati 20 miliardi per il lancio (promesso anche questo da Renzi), del “quoziente familiare”, la serie di sconti nelle tasse personali proporzionale all’allargarsi del nucleo familiare che dovrebbe ricalcare il virtuoso modello francese che ha rilanciato la natalità Oltralpe. Insomma, più si è in famiglia meno si paga dividendo il reddito del nuclo per i componenti (neonati compresi).

Dal punto di vista tecnico giugno è tradizionalmente mese di scadenze e visto l’ingorgo di pagamenti e bollettini, giusto ieri è stato confermato lo slittamento al 7 luglio, per professionisti e artigiani «soggetti agli studi di settore, incluso chi versa l’imposta forfettaria del 5%», dei pagamenti relativo all’Unico 2013.

Insomma, non ci sarà alcuna maggiorazione per chi alla scadenza del 16 giugno non era riuscito a saldare i conti con il fisco per l’anno passato. Secondo il decreto (del Cdm di venerdì pubblicato ora sulla Gazzetta Ufficiale) il termine del 7 luglio per il pagamento con maggiorazione (0,40%), slitta a sua volta al 20 agosto.

mercoledì 18 giugno 2014

Brescia, Sabato 21 Giugno, l'On. Comi (F.I) inaugura l'ufficio Europe4you

BRESCIA, SABATO COMI (FI) INAUGURA L’UFFICIO EUROPE4YOU

di Gaetano Daniele 



Dall’Europa arrivano i finanziamenti per l’Italia ma è proprio l’Italia che non è in grado di utilizzarli, perdendo così una grande opportunità di crescita e di sviluppo. Per creare un rapporto tra il cittadino, gli operatori economici, le amministrazioni e gli enti e il Parlamento Europeo:

sabato 21 giugno, alle ore 11, in via Callegari 10, a Brescia
l’europarlamentare Lara Comi inaugurerà l’Ufficio Europe4you

Il primo di una serie di uffici distribuiti in diverse città del Nord Ovest  che metteranno a disposizione, di chi lo richiederà,  le informazioni necessarie per accedere e usufruire dei fondi Ue, aiutare i giovani a trovare occupazione nei Paesi europei e informare le imprese e il settore produttivo sulle tante possibilità offerte dall’Europa. “L’Italia utilizza meno del 50 per cento dei finanziamenti messi a disposizione – sottolinea l’eurodeputato e vicepresidente del Gruppo Ppe, Lara Comi, – e la causa è da ricercare nella carenza di capacità progettuale, nelle lungaggini burocratiche e anche nella disinformazione. C’è bisogno di più informazione e questi uffici, che saranno aperti in diverse città del Nord Italia, vogliono proprio essere un punto di riferimento, un collegamento diretto tra cittadini, imprese, giovani ed amministratori e le tante possibilità offerte dall’Europa e questo al di là di ogni colore politico”. La sede centrale sarà a Milano e molte altre sedi territoriali saranno aperte in tutto il Nord Italia.

 “Sono numerosi – sottolinea l’europarlamentare Lara Comi – i bandi emessi dall'Unione europea a favore dei giovani e dell'imprenditoria italiana alla luce di un elevato tasso di disoccupazione presente nel nostro Paese. 

E sono circa 3 mila i posti di lavoro disponibili presso le istituzioni europee cui i giovani italiani possono ambire – sottolinea Lara Comi – mentre le imprese beneficiano di programmi ad hoc. Un altro tema importante è quello legato alla formazione internazionale con il progetto Erasmus per giovani imprenditori, con l’opportunità di imparare i segreti del mestiere da professionisti già affermati che gestiscono piccole o medie imprese in un altro Paese partecipante al programma europeo”.


 Margherita Peroni che sostiene ed è impegnata nell’iniziativa si è così espressa: “L’ufficio che Lara Comi apre a Brescia è un bell’esempio di coerenza politica . In campagna elettorale ha chiesto la fiducia dei bresciani impegnandosi a creare un collegamento stabile con l’Europa. Ha ricevuto dai bresciani molta fiducia ed ora riprende il suo ‘lavoro’ mantenendo la promessa  fatta che per Brescia rappresenta una grande opportunità. Vogliamo creare una ‘filiera virtuosa’ che permetta di abbattere le distanze, di usufruire delle opportunità che l’Europa offre, di valorizzare le progettualità e le capacità imprenditoriali”.

MOZZARELLE E MARCHETTE Napolitano ha fulminato Renzi Tutti i motivi dello scontro

Quirinale, Napolitano non firma il decreto di Renzi: furioso per le "norme Farinetti"


di Franco Bechis 



È stata una vocina, sfuggita dal sen del Consiglio dei ministri e approdata sul Colle a provocare il primo vero incidente diplomatico fra Matteo Renzi e Giorgio Napolitano. Qualcuno aveva fatto arrivare al Quirinale la bozza originaria del decreto legge sulla pubblica amministrazione approvato poi dal consiglio dei ministri venerdì 13 giugno. Un testo monstre, di 123 articoli che affrontava lo scibile in 98 pagine e portava in testa la data «12 giugno 2014 ore 24,00». Il plico arrivato venerdì mattina sul Colle prima che si riunisse il Consiglio dei ministri portava scritto: «12 giugno 2014 - ore 24,00». E un bigliettino vergato a mano per il presidente da un membro del governo segnalava gli articoli 105- 110 con una battuta di accompagnamento: «Questa parte è il cosiddetto decreto Eataly, scritto da Oscar Farinetti». 

Il testo segnalato al Quirinale è comunque approdato in Consiglio dei ministri, dove nessuno ha osato sollevare appunti. Ma il misterioso messaggero ha sortito l’effetto voluto. È bastata un’occhiata ai tecnici di Napolitano per cassare buona parte del testo voluto da Renzi. E senza mezzi termini il presidente della Repubblica ha informato il capo del governo che la sua firma non poteva essere messa sotto un testo omnibus con parti eccessivamente eterogenee fra loro e numerose perplessità anche su alcune norme proposte. Non ultime quelle sull’agricoltura e la difesa anche finanziaria dell’alimentare made in Italy: che c’azzeccava con la riforma della pubblica amministrazione? Renzi ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco e alla fine ha fatto espungere dal testo non solo quella parte ribattezzata «decreto Eataly», ma anche numerose altre norme che sollevavano le perplessità del capo dello Stato. Una cura dimagrante di rapidità tale da fare invidia perfino aa uno specialista come Pierre Dukan: da 123 a 39 articoli, da 98 a 35 pagine.

Nel testo originario c’erano norme di ogni tipo, ma quelle che hanno stupito gli stessi ministri a cui il testo è stato sottoposto sono proprio quelle la cui paternità è stata attribuita dal vox di palazzo Chigi al patron di Eataly, l’imprenditore Oscar Farinetti, da sempre grande amico e sponsor di Renzi. Difficile dimostrare che le abbia scritte lui, mentre non c’è dubbio sul fatto che se Napolitano non avesse imposto lo stop e gli articoli fossero entrati in vigore, Farinetti e le sue società ne avrebbero beneficiato.

Il primo articolo era titolato «Disposizioni urgenti per il rilancio del settore vitivinicolo», che in effetti sembra titolo piuttosto estraneo alla riforma della pubblica amministrazione (dove sicuramente ci saranno enologi sopraffini e cultori dei tre bicchieri. Ma per hobby, non per mestiere). Dentro norme tecniche che favoriscano la produzione di mosto cotto «denominato anche saba, sapa e similiare», e ne allentino gli attuali controlli. La Saba della Dispensa di Amerigo è proprio uno dei prodotti più amati da Farinetti e dal primissimo momento fiore all’occhiello degli store di Eataly. Secondo la norma Renzi avrebbe dovuto venire sottratta anche ai rigorosi controlli degli ispettorati antifrode non avendo più bisogno di autorizzazione preventiva alla produzione, sostituita da una banale comunicazione di inizio attività.

Il secondo articolo del «decreto Farinetti» portava il titolo «Interventi per il sostegno del Made in Italy», e garantiva per ogni società che produce prodotti agricoli (come tante del gruppo Eataly) «un credito di imposta nella misura del 40 per cento delle spese per nuovi investimenti sostenuti, e comunque non superiore a 50mila euro, nel periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2014 e nei due successivi, per la realizzazione e l’ampliamento di infrastrutture informatiche finalizzate al potenziamento del commercio elettronico». Altro credito di imposta previsto fino al 40 per cento delle spese «per i nuovi investimenti sostenuti per lo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie, nonché per la cooperazione di filiera, e comunque non superiore a 400mila euro», anche qui nel 2014, nel 2015 e nel 2016. Altri articoli riguardavano il sostegno alla produzione di mozzarella di bufala campana dop e alla riduzione del costo del lavoro nelle aziende agricole oltre ad alcune misure fiscali per favorire l’affitto di terreni agricoli. Ora il decreto Farinetti è uscito dalla porta per estraneità della materia. C’è da scommettere che presto rientrerà dalla finestra di palazzo Chigi.

martedì 17 giugno 2014

LA PROCURA CONTRO ALFANO "Su Yara ha parlato troppo presto"

Yara, il procuratore: "Alfano ha parlato troppo presto"



Sul caso Yara scoppia la polemica non ci doveva essere una fuga di notizie. "Era intenzione della Procura mantenere il massimo riserbo" sul fermo di Massimo Giuseppe Bossetti, fermato per l'omicidio di Yara Gambirasio. "Questo - ha spiegato il procuratore Francesco Dettori - anche a tutela dell'indagato in relazione al quale, secondo la Costituzione, esiste la presunzione di innocenza". Il magistrato ha anche puntualizzato che gli inquirenti puntavano a mantenere la vicenda sotto silenzio. Il procuratore di Bergamo ha aggiunto che "il fermo avrà il consueto iter di tutti gli altri". Gli atti saranno quindi trasmessi entro 48 ore dall'esecuzione del fermo al gip che ne avrà altre 48 per fissare l'udienza e decidere sulla convalida del fermo.

Le parole di Alfano - Lunedì è stato proprio il ministro degli Interni, Angelino Alfano, a dare la notizia, anche su twitter, che "È stato individuato l'assassino di Yara Gambirasio". "Le forze dell'ordine - ha scritto in una nota il responsabile del Viminale -, d'intesa con la magistratura, hanno individuato l'assassino di Yara Gambirasio. Secondo quanto rilevato dal profilo generico in possesso degli inquirenti, l'assassino della piccola Yara è una persona del luogo, dunque della provincia di Bergamo. Nelle prossime ore, saranno forniti maggiori dettagli. Ringraziamo tutti, ognuno nel proprio ruolo, per l'impegno massimo, l'alta professionalità e la passione, investiti nella difficile ricerca di questo efferato assassino che, finalmente, non è più senza volto".

Italia-Costa Rica, Buffon e De Sciglio ko Un'altra tegola: a rischio pure De Rossi

Mondiali, Italia contro la Costa Rica senza Buffon e De Sciglio. I dubbi del ct Prandelli sulla difesa



Tutto a posto e niente in ordine in casa Azzurri a pochi giorni dalla sfida con la sorprendente Costa Rica. L'umore è di sicuro a mille dopo la vittoria d'esordio contro l'Inghilterra, ma le buone notizie attese dall'infermeria non arrivano, anzi la situazione degli infortuni e le relative scelte tattiche del ct Cesare Prandelli fino al prossimo venerdì non dovrebbero cambiare rispetto alla prima partita. La soddisfazione è almeno sullo stato di forma dei giocatori, come ha sottolineato il medico della Nazionale, Enrico Castellacci: "Non abbiamo lasciato nulla al caso - ha detto il professore - nessuno ha avuto nemmeno crampi". Un pizzico di polemica il medico la solleva a proposito del time-out che non ci sono stati a Manaus, sulla falsa riga del ct Prandelli: "Spero che a Recife e a Natal, dove le condizioni non saranno migliori anche per via dell’orario, la Fifa torni sui propri passi - ha rimbrottato Castellacci - il limite dei 32 °C, quello che determina automaticamente il ricorso al time-out, non tiene conto del fatto che un’umidità sopra l’85% cambia di molto la temperatura percepita. E in partite del genere si perdono almeno due litri di sudore".

Fuori Gigi - Contro il Costa Rica, Buffon guarderà i compagni dalla tribuna e non è detto che rientri contro l'Uruguay il 24 giugno. La quasi certezza arriva dal dottor Castellacci, che in conferenza stampa ha mantenuto i piedi per terra sul recupero dello juventino: il trauma non ha solo interessato la caviglia, ma anche il ginocchio sinistro. Nei prossimi giorni ci saranno altri esami medici, ma lo staff azzurro sembra già sollevato del fatto che il capitano della Nazionale non sia stato costretto a rinunciare del tutto al Mondiale. De Rossi oggi non si è allenato a scopo precauzionale, visto un principio di infiammazione alle ossa cervicali. Rientro complicato anche per il milanista De Sciglio che secondo Castellacci sta recuperando. Il terzino si allena ancora a parte, ma la speranza di ritrovarlo in campo già venerdì alle 18, sia pur piccola, resta. Sarebbe una scelta in più che a Prandelli non dispiacerebbe, visti i grattacapi che ha dato la difesa azzurra nel primo incontro.

Rebus formazione - Le incertezze per il ct azzurro sui titolari contro il Costa Rica sono per lo più concentrate alle spalle di De Rossi & co. La soluzione con Chiellini esterno a sinistra e Paletta al suo posto al centro ha fatto mugugnare tanto il tifo tricolore per le incertezze del difensore del Parma sulle offensive inglesi. Bonucci rimane l'alternativa a disposizione, ma lo stato di forma dello juventino sono un freno ancora forte. Un'altra ombra è a centrocampo su Verratti che rispetto al monumentale Pirlo deve ancora trovare un equilibrio e un'intesa con Balotelli. La suggestione che si paleserebbe agli occhi di Prandelli sarebbe sostituirlo con Immobile schierato al fianco di Supermario, anche se il tecnico bresciano ha già fatto capire che i due difficilmente si vedranno insieme in campo. Contro un avversario imprevedibile come il Costa Rica, in testa al girone dopo la vittoria contro l'Uruguay, e un asso nella manica come Joel Campbell, potrebbe tornare utile la fantasia di Cassano, più probabile in corso d'opera.

La Germania umilia Cristiano Ronaldo: 4-0 al Portogallo, Mueller ne fa tre Follia Pepe: colpi proibiti e rosso

La Germania asfalta il Portogallo: 4-0


Poker servito e la Germania asfalta il Portogallo. Nel 100° match mondiale della propria storia, la Mannschaft rifila un pesantissimo 4-0 a Cristiano Ronaldo & co per aprire il Gruppo G. A Salvador, davanti alla cancelliera Merkel, Mueller si presenta con una tripletta e la selezione del ct Loew mostra subito i muscoli ribadendo un concetto arcinoto: la Germania c’è sempre. A mancare clamorosamente invece è il Portogallo, che si sbriciola dopo l’avvio vivace.

Primo tempo da incubo - I lusitani si fanno vivi con le accelerazioni di Almeida e Ronaldo che chiamano Neuer ai primi interventi elementari. Dall’altra parte, al 7’, Rui Patricio rischia di combinare un disastro: consegna il pallone a Khedira con un rinvio sgangherato, il centrocampista del Real Madrid non inquadra la porta da una ventina di metri. La difesa lusitana non brilla per solidità e al 10’ concede spazio a Goetze. Joao Pereira si arrangia con una vistosa trattenuta, rigore solare e Mueller dal dischetto non sbaglia: 1-0. La reazione del Portogallo è affidata all’iniziativa di Nani, che al 25’ spaventa Neuer con un destro da 20 metri: palla alta di poco. La Germania crea pericoli ogni volta che accelera. Al 30’, Ozil scappa sul filo del fuorigioco e serve Goetze che arriva a rimorchio: solo l’intevento in extremis di un difensore evita il 2-0. Il raddoppio, però, arriva pochi secondi dopo: Hummels decolla sul corner da destra, colpo di testa potente e 2-0. Il Portogallo potrebbe tornare in corsa al 36’ quando Fabio Coentrao, forse pensando di essere in fuorigioco, inventa un improbabile tiro-cross da posizione favorevolissima. Pochi secondi e arriva il colpo del ko. A chiudere il match, al 37’, provvede la follia di Pepe. Il difensore del Real rifila una manata a Mueller, che cade al suolo come se colpito da una fucilata. Il centrale peggiora la situazione con una testata ’soft’ all’avversario: l’arbitro Mazic tira fuori il cartellino rosso, Portogallo in 10 e Germania sul velluto. Il tris si materializza al 45’: Bruno Alves rinvia in maniera inguardabile, Mueller sfrutta l’assist e infila per il 3-0.

La quarta rete - In avvio di ripresa, Ozil spreca la palla per il poker al 51’ e Mueller fallisce il tap in. La Mannschaft non alza il piede dall’acceleratore e di fatto si gioca solo in una metà campo. Per vedere all’opera Ronaldo, bisogna aspettare un calcio di punizione al 60’. Il Pallone d’oro centra la barriera, non è proprio giornata. Lo conferma anche l’infortunio che al 65’ mette al tappeto Coentrao, costretto a uscire in barella. Goetze continua a sbagliare davanti alla porta mentre il Portogallo reclama inutilmente un rigore per un intervento scomposto di Mertesacker su Eder al 76’. Chi non stecca mai è Mueller, che al 78’ sfrutta la papera di Rui Patricio sul cross basso di Schuerrle: tripletta per il numero 13 e 4-0. Prima del sipario, altri 2 piazzati per Ronaldo: il gol della bandiera non c’è.