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martedì 11 febbraio 2014

Forza Italia: Forti dubbi sul ruolo di Napolitano, sarà impeachment?

Forza Italia: Forti dubbi sul ruolo del Colle


"Apprendiamo con sgomento che il Capo dello Stato, Napolitano, già nel giungo 2011, si attivò per far cadere il governo Berlusconi e sostituirlo con Monti. Lo conferma lo stesso Monti". Cosi in una nota congiunta, i capigruppo di Forza Italia di Camera e Senato, Brunetta e Romani, dopo le anticipazioni del Corsera. Le rivelazioni di Friedman destano "forti dubbi sul modo di intendere l'altissima funzione di presidente della Repubblica da parte di Napolitano". Dal Colle "attendiamo urgenti chiarimenti e convincenti spiegazioni", concludono. Per Gasparri il libro di Friedman "apre squarci inquietanti". Minzolini invita a valutare la procedura di impeachment. 

Bufera sul Colle per come gestì Monti: tutta colpa di Napolitano?

Bufera sul Colle per come gestì Monti: tutta colpa di Napolitano?

di Gaetano Daniele


"Già nell'estate del 2011 Napolitano sondò Monti come Premier". Lo rivela Alan Friedman nel libro le anticipazioni del "Corriere della Sera". Si parla di "conversazioni tra Napolitano e Monti, che precedono di 4 o 5 mesi" la nomina dell'allora presidente della Bocconi a Palazzo Chigi il 13 novembre. E si fa riferimento al video di un'intervista in cui Monti alla domanda: "Lei non smentisce che, nel giugno-luglio 2011, il presidente della Repubblica le ha fatto capire o le ha chiesto esplicitamente di essere disponibile se fosse stato necessario?", Monti ha risposto: "Si, mi ha dato segnali in tal senso". Nella seire del video interviste rilasciate per il libro di Alan Friedman, si riportano anche le parole di Carlo De Benedetti e di Romano Prodi che confermano i contatti che Monti ha avuto con Napolitano nel 2011. De Benedetti, si legge sul Corriere della Sera, dice che in quell'estate Monti "è andato a chiedergli un consiglio, se accettare o meno la proposta di Napolitano sulla sua disponibilità a sostituire Berlusconi a Palazzo Chigi, in caso fosse necessario". Poi la conversazione con Prodi che gli avrebbe detto: "Mario non puoi far nulla per diventare presidente del Consiglio, ma se te lo offrono non puoi dire di no". 

Le rivelazioni di Mario Monti
"Nell'estate del 2011 ho avuto dal Presidente della Repubblica dei segnali: mi aveva fatto capire che in caso di necessità dovevo essere disponibile. Ma è assurdo che venga considerato anomalo che un presidente della Repubblica si assicuri di capire se ci sia un'alternativa se si dovesse porre un problema. 

La replica del Presidente della Repubblica Napolitano
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, replica con una nota al Corriere della Sera alle anticipazioni contenute nel libro di Friedman, negando che ci sia stato un "complotto" ai danni di Berlusconi. "E' fumo, solo fumo. I veri fatti sono noti e incontrovertibili. Si riassumono in un sempre più evidente logoramento della maggioranza di governo uscita vincente dalle elezioni del 2008", afferma il capo dello Stato. "Nel 2011, continua la nota di Napolitano, "Monti appariva una risorsa da tener presente e, se necessario, acquisire al governo del Paese. Nelle consultazioni successive alle dimissioni di Berlusconi riscontrai una larga convergenza" sulla candidatura. 

Insomma, Monti fu proposto dal Capo dello Stato che ad oggi parla di Monti come una risorsa, sì, un'altra risorsa da bruciare al momento opportuno, proprio come nel caso di Berlusconi che, per fare un passo indietro nell'esclusivo interesse del Paese, si è ritrovato smacchiato da Napolitano. Tanto è piaciuto il termine "smacchiare" che è passato da Napolitano al discepolo Bersani che, in più trasmissioni ha gettato appunto il nuovo termine "smacchiare il giaguaro". Napolitano nega e parla di fumo, evidentemente sarà abituato di tanto in tanto a buttarne un pò negli occhi degli italiani. 

lunedì 10 febbraio 2014

Napoli: Scandalo doppi pagamenti all'Asl, confermato sequestro per 32 milioni di euro a Montemarano e altri 14

Napoli: Scandalo doppi pagamenti all'Asl, confermato sequestro per 32 milioni di euro a Montemarano e altri 14



Scandalo ‘doppi pagamenti’ all’Asl Napoli1, la Corte dei Conti conferma il sequestro conservativo di beni e crediti nei confronti dei 15 indagati. Il blitz del 18 ottobre scorso ad opera della Guardia di Finanza del Comando provinciale di Napoli giunse a conclusione di una lunga indagine sul sistema contabile dell’azienda sanitaria partenopea, che consentì di accertare l’assenza di una valida struttura organizzativa in capo all’A.S.L. Napoli 1 Centro, tale da non permettere di rilevare i doppi pagamenti effettuati ai propri fornitori per un valore di circa 32 milioni di euro.  Gli accertamenti svolti dal Nucleo Polizia Tributaria di Napoli hanno riguardato il periodo 2000/2012, ed hanno permesso di rilevare come l’Ente – nonostante pagasse regolarmente alla scadenza le prestazioni e/o servizi fruiti – non fosse in grado di dimostrare l’avvenuto pagamento. I 15 destinatari del provvedimento di sequestro sono, oltre all’ex amministratore delegato dell’Asl Angelo Montemarano, Mario Tursi; Giovanni Di Minno; Raffaele Ateniese; Pasquale Corcione; Luigi Affinito; Anna Monti; Alberto Di Capua; Antonio Atonna; Giovanni Gualdiero; Aldo Del Vecchio; Mario Bardi; Albino D’Ascoli; Giuseppe Borretti; Giancarlo Favro Ghiodelli. L’Asl a seguito del rilevamento dei doppi pagamenti, non ha attuato, nel corso degli anni, una efficace azione di recupero dei crediti, eseguita principalmente con il ricorso all’istituto della compensazione.  Invece, l’attuale Direttore Generale dell’Asl, conformandosi all’attività investigativa intrapresa dalle Fiamme Gialle, nel mese di novembre 2012 ha adottato nuove procedure, idonee per l’immediato recupero dei doppi pagamenti. Da ulteriori accertamenti eseguiti dal Nucleo di Polizia Tributaria di Napoli , in riferimento alla nuova attività di recupero svolta dall’Asl dal mese di gennaio al mese di novembre 2013, è emerso infatti che l’azienda sanitaria ha attivato numerose pratiche di recupero crediti per un valore di circa 17 milioni di euro (di cui 13 milioni risultano essere ulteriori doppi pagamenti iscritti nel bilancio 2013). Sono stati inoltre rilevati ulteriori doppi pagamenti per 14,5 milioni di euro, già segnalati dalla Guardia di Finanza alla Procura Regionale della Corte dei Conti. La stessa società di revisione ha inoltre rilevato circa 34 milioni di euro di carte contabili non sufficientemente documentate, per le quali l’azienda sanitaria napoletana non è stata in grado, al momento, di reperire la necessaria documentazione di supporto.

Produzione industriale: Calo del 3%

Produzione industriale: Calo del 3%


La produzione industriale nel 2013 è scesa del 3% rispetto al 2012 e a dicembre è tornata a calare dello 0,7% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, dopo il +1,5% di novembre. Lo rileva l'Istat che registra una contrazione su base mensile dello 0,9%. In aumento solo i beni intermedi (+5,6%) mentre calano quelli strumentali (-5,6%) l'energia (-3,2%) e, in maniera più contenuta i beni di consumo (-1%). La produzione di autoveicoli è scesa del 2,6% con un +1,9% a dicembre. 

Le Foibe e l'esodo del confine est. Oggi giorno del ricordo, cercando la Storia

Le Foibe e l'esodo del confine est. Oggi giorno del ricordo, cercando la Storia


"La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale Giorno del ricordo al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale". Comincia cosi il primo articolo della legge 92/2004, che dal 2005 ha istituito la commemorazione delle vittime di un periodo storico a lungo rimosso dalle nostre coscienze. Quest'anno il presidente del Senato Grasso sarà dopo Roma, anche a Trieste. 

Scoppia il caso rimpasto, Renzi: A Governo senza voto non conviene

Scoppia il caso rimpasto, Renzi: A Governo senza voto non conviene 


"Ma chi ce lo fa fare ad andare al governo senza elezioni?. Nelle anticipazioni dell'intervista esclusiva ad Agorà, in onda oggi su Rai 3, il segretario del Partito Democratico Renzi, replica a Cuperlo, ospite ieri in "Mezz'ora", che ha detto no al voto e si al rimpasto, con l'ingresso dei renziani nell'esecutivo. "Sono tantissimi i nostri che dicono: ma perchè dobbiamo andare? Tra questi ci sono anch'io. Nessuno di noi ha mai chiesto di andare a prendere il governo", spiega ancora Renzi a proposito delle ipotesi rimpasto o staffetta con il Premier Letta. "Non dirò mai che voglio posti per i ministri o sottosegretari, non farò nessuna lista della spesa", aggiunge Renzi. Poi: "E' stato preso un impegno di 18 mesi per fare certe cose e Letta ha detto che ci farà sapere cosa intende fare. Il Premier ha oneri e onori, a lui il compito di dire cosa ha funzionato e cosa no". E ancora: "Giusto fare la riforma della legge elettorale, come intervenire per rilanciare investimenti sul lavoro e su altre riforme, ciò serve anche a ridare credibilità alla politica". Sul problema rimpasto, a dire no è anche il neo partito di centrodestra (Ncd) che dice: "Non ci stiamo a un governicchio che ogni giorno rischia di scivolare su un incidente perchè sostenuto da una maggioranza che non ci crede fino in fondo". "La mia idea - spiega Alfano, leader di Nuovo Centro Destra - è che serva una vera ripartenza, temo che qualche ritocco non basti". Pur riconoscendo meriti al governo che, prosegue Alfano, "ha fatto il meglio possibile nelle condizioni date, non possiamo accettare che si dia vita a un tira a campare". Infine: "Non siamo disposti ad aspettare fino al 20 febbraio, domani presenteremo i contenuti della nostra proposta per il 2014". Insomma, una vera confusione all'interno del governo. Cuperlo e i nominati non vogliono nuove elezioni e premono per un Letta-Bis. Renzi e la nuova politica, premono invece a concludere le varie riforme promesse a monte, quelle riforme che hanno poi scaturito le larghe intese e dare finalmente la parola ai cittadini. Cosa accadrà?

Caso Marò, Ennesimo rinvio da Corte Indiana. Si va al 18. Procura insiste: "Terrorismo"

Caso Marò, Ennesimo rinvio da Corte Indiana. Si va al 18. Procura insiste: "Terrorismo". Letta: inaccettabile, reagiremo


La Corte suprema indiana ha rinviato al 18 febbraio l'udienza sul caso dei Marò Girone e Latorre. Oggi l'Alta corte avrebbe dovuto decidere sul ricorso italiano che chiedeva di conoscere i capi d'imputazione a loro carico. La procura ha confermato in aula la richiesta di applicazione della legge per la repressione della pirateria - Sua act - senza una specifica richiesta di pena di morte. Categorica l'opposizione della difesa italiana. "Se ci sarà un altro rinvio o sarà breve  reagiremo", aveva detto il ministro degli Esteri, Bonino, ribadendo: l'Italia non è terrorista, i nostri Marò non sono terroristi. A New Delhi il ministro della Difesa Mauro. Sulla vicenda Marò, è intervenuto anche il presidente del consiglio, Enrico Letta, che nota: "L'imputazione proposta dalle autorità indiane è inaccettabile", l'uso e il concetto di terrorismo è inaccettabile. "Italia e Ue reagiranno", afferma Letta dopo la decisione della Corte suprema indiana di convocare una nuova udienza il 18 febbraio in seguito della richiesta della procura di Delhi appunto di processare i Marò con la legge antiterrorismo. "Abbiamo riproposto con forza la richiesta che i Marò tornino in Italia", rimarca invece l'inviato De Mistura.