PER
FESTEGGIARE SAN BIAGIO 2012
PANETTONE,
OLIO, VINO E TORRONE "CHARLOT" HA PREPARATO CONDELE E TORTANETTI
RIVESTITI DI MANDORLE E CIOCCOLATO
Biagio
nacque a Sebaste, in Armenia, sul finire del III secolo dopo Cristo.
Studiò medicina e intraprese la professione di medico, e medico
sarebbe morto, se la popolazione della sua città non lo avesse
voluto come vescovo, nonostante non fosse né consacrato né
ordinato. Un po' come Ambrogio, anche Biagio non volle accettare
subito la carica a cui il popolo lo spingeva. Dopo un periodo però
si fece convincere e assunse il ministero, non dimenticando però la
sua vera natura. Cominciò così a compiere i suoi doveri vescovili,
accompagnandoli con gli altrettanto importanti doveri di medico. Il
neo vescovo curava le anime del suo gregge ma spesso, in maniera più
terrena, ne curava anche i corpi.
Un
giorno una madre disperata corse al suo cospetto. Suo figlio aveva
mangiato del pesce, una lisca gli si era conficcata in gola e ora
stava soffocando. Biagio non perse tempo e corse al capezzale del
giovane. L'istinto di medico ebbe presto il sopravvento e Biagio,
invece di perdersi in inutili benedizioni e unzioni, prese un pezzo
di pane e lo fece inghiottire al ragazzo. La mollica portò con sé
la lisca e il figlio della disperata signora riprese a respirare
normalmente. Con un metodo che aveva ben poco di miracoloso, Biagio
aveva salvato una vita, come probabilmente aveva fatto spesso in
passato e come, altrettanto probabilmente, avrebbe continuato a fare
in futuro. Ma, vuoi perché come vescovo Biagio era già in odore di
santità, vuoi perché, per sottintendere ai doveri dell'abito che
indossava, prima di far ingoiare la mollica al ragazzo l'aveva
benedetta facendogli il segno della croce, la fortunata madre
cominciò a gridare al miracolo. Biagio ovviamente minimizzò e tornò
ai suoi doveri. Ma notizie eccezionali come un miracolo fanno presto
a passare di bocca in bocca e a diffondersi a macchia d'olio fra
tutto il popolo. E presto giunsero alle orecchie sbagliate, quelle di
Agricola, prefetto di Diocleziano per l'Armenia. Agricola non
apprezzava che la fama di un qualunque vescovo si accrescesse così a
dismisura e decise, con una scusa, di convocare il vescovo Biagio.
Trovandoselo davanti, non si sa perché, Agricola decise che era
meglio eliminarlo per evitare che il popolo ne facesse un santo.
Detto, fatto, lo fece scorticare con pettini da cardatori e poi
decapitare.
Come
altri prima di lui, anche Agricola fece male i suoi conti. Biagio a
breve divenne un martire e poi un santo, il Santo protettore dei
cardatori e dei materassai (onore dovuto allo strumento che era stato
usato per martirizzarlo). In più, in ricordo dell'episodio del
bambino e della lisca di pesce, il 3 febbraio, giorno della festa di
San Biagio, si usa mangiare del pane benedetto e farsi benedire la
gola toccandola con due candele incrociate.
Ogni
località d’Italia usa commemorare in modo diverso questo Santo, ad
esempio, a Milano si usa mangiare il panettone proprio il 3 febbraio,
a Nardò, in Puglia, si commemora con dell’olio benedetto, a
Lamezia terme con del vino, mentre qui a Napoli, specificamente a
Cardito, si commemora oltre che in chiesa con dell’olio benedetto,
anche nelle vie, dove si vendono i tortanetti di San Biagio, ovvero
dei veri e propri torroni bianchi di forma circolare, proprio per
simboleggiare il collare del santo.
Ed
è proprio a Cardito che la Pasticceria Charlot ha deciso di
reinventare e rinnovare questa tradizione con la creazione, oltre che
del tortanetto classico con miele e mandorle, anche con due novità:
il tortanetto ricoperto di cioccolato bianco e mandorle tritate, e le
candele di S.Biagio, dalla forma di una candela, ma dal sapore di un
torroncino ricoperto di cioccolato.