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lunedì 25 aprile 2016

SIGNORA SCUDETTO Festa Juve, ecco le pagelle Chi è da 10, chi ha fallito

Juventus campione d'Italia, le pagelle: Buffon e Allegri perfetti, Dybala quasi



Con la vittoria della Roma sul Napoli, la Juventus si laurea campione d'Italia per la 32esima volta (senza contare i 2 dell'era Calciopoli), la quinta di fila, grazie a 12 punti di vantaggio a 3 giornate dalla fine. Una stagione clamorosa, con una partenza da incubo e una rimonta da primato, 24 vittorie in 25 partite. Non a caso il capitano Gigi Buffon, che ha centrato anche il record d'imbattibilità, ha parlato del suo "scudetto più bello". E proprio a lui va il voto più alto di questa stagione da ricordare.

Buffon 10 - D'accordo, la perfezione non esiste. Ma vincere così, con un rendimento in crescendo, il proprio settimo scudetto (più i due di Calciopoli) con sulle spalle un migliaio di partite ufficiali, la dice lunga sul suo status di mito. Capitano con le parate, superbe, che hanno blindato la rimonta da record di questo 2016. E soprattutto con le parole, di piombo, che ha pronunciato dopo il ko con il Sassuolo: "Partita indegna, approccio indecoroso". Era una Juve allo sbando, dalla domenica successiva è diventata uno schiacciasassi. Non è un caso. Ah, dimenticavamo: firma il nuovo record d'imbattibilità. Sì, qualche volta la perfezione esiste.

Neto sv - Una presenza, portiere di Coppa (Italia).

Alex Sandro 7 - Parte piano, cresce tanto. Ha gamba, testa e piede: può fare di più, l'impressione è che inizierà a farlo stabilmente dalla prossima stagione.

Barzagli 8,5 - Ormai è assodato: è il miglior centrale difensivo del calcio italiano e a 34 anni è merito suo, non demerito dei più giovani. Regge la baracca anche quando manca Chiellini: imprescindibile.

Bonucci 8,5 - Cuore Juve: qualche svarione, qualche miracolo (chi si ricorda la spaccata che toglie a Higuain un gol fatto nella sfida-scudetto di febbraio?), una "garra" che ricorda quella di Montero. Leader in campo e fuori, la sfida sarà resistere alle sterline della Premier League.

Caceres sv - Messo ko dagli infortuni, il suo ciclo alla Juve però sembrava già finito.

Chiellini 7 - Anche lui frenato dai guai fisici: tanto mestiere, tanta carica agonistica. E nel record di Buffon c'è anche la sua firma.

Evra 7 - Anche lui è uno dei leader silenziosi, uno di quelli che hanno dato la sveglia ai giovani e ai novellini nel momento peggiore, l'autunno nero della Signora. A quasi 35 anni insegnaa tutti come essere sempre sul pezzo anche a fine carriera.

Lichtsteiner 7 - Il pendolino svizzero è meno esuberante degli anni scorsi. L'età anche per lui avanza, l'attenzione però non viene mai meno. Non a caso, sul mercato la Juve cercherà con grande attenzione l'erede di questo elemento-chiave nel ciclo d'oro 2011-2016.

Rugani 6,5 - Timido, timidissimo nelle prime partite in bianconero, s'impone con sorprendente personalità quando è chiamato a sostituire l'infortunato Chiellini. Allegri ne ha forgiato il carattere, la qualità ce l'aveva di suo. Il centrale del futuro (prossimo).

Asamoah sv - Un altro che deve maledire gli infortuni.

Cuadrado 7,5 - Imprevedibile, nel bene e nel male. Con lui sono tutte montagne russe: appare e scompare dai radar ma restano negli occhi alcune abbaglianti accelerazioni, molte in partite-chiave. Tornerà al Chelsea da Conte, che tanto lo voleva nel 2014.

Hernanes 5 - Acquistato come ripiego, e come tale utilizzato da Allegri che mai ha puntato davvero sul brasiliano ex Lazio e Inter. Corpo estraneo in questa Juve tutta velocità e muscoli.

Khedira 8 - Ecco uno che con gli infortuni sa convivere eccome: muscoli di seta, testa iper-fosforica, piedi sapienti e una impressionante capacità di tornare in forma in tempi-lampo dopo ogni stop. E anche cinque gol, pesanti. Non è Vidal ma anche lui è decisivo.

Lemina 6 - Da rivedere quando starà bene. Il talento c'è, non è detto che lo mostrerà ancora nella Juve, visto che è in prestito.

Marchisio 8,5 - Cuore e personalità, l'erede di Pirlo anche se con altre qualità e predisposizioni. Punge meno in zona gol ma forse è il suo campionato più brillante per continuità di rendimento e "pesantezza" nel motore-Juve. Sarebbe stato un grande protagonista all'Europeo, tornerà in autunno.

Padoin sv - Il talismano, mito dei tifosi juventini: 5 anni a Torino, 5 scudetti.

Maxi Pereyra 5 - Alle prese con gli infortuni (che caso, quest'anno...) ma soprattutto con una preoccupante involuzione tecnica, tattica e di personalità. Un anno fa sembrava poter diventare il trequartista titolare, o almeno il dodicesimo uomo. Quest'anno a volte non sembrava nemmeno in grado di stare nella rotazione dei 15-16.

Pogba 8,5 - Il predestinato ci mette un po' a carburare. C'è chi lo accusa di avere la mente altrove, magari già in Spagna o Inghilterra. Lui non parla, non polemizza, pensa solo al campo (che differenza con altri pupilli di Raiola) e risale la corrente a modo suo. Otto gol, giocate sontuose, presenza dominante. Quando sembra in panne, ingrana la quinta, proprio come la Juve.

Sturaro 6 - L'anno scorso, al debutto, nella Juve, aveva stupito per maturità e sicurezza. Quest'anno un mezzo passo indietro: nonostante i tanti infortuni a centrocampo, non è mai stato protagonista vero. Serve qualcosa in più per tornare ai livelli che tutti gli pronosticano.

Dybala 9 - Allegri lo vuol far crescere piano, Paulo va più veloce di tutti. Devastante per come gioca a tutto campo negli ultimi 30 metri, per come tiene palla, per come salta l'uomo, per come fa sempre la cosa giusta. Sedici gol, assist, illuminazioni. Trequartista, seconda punta, nuovo Tevez? No, semplicemente Dybala: ne riparleremo quando dall'estero partiranno le proposte indecenti.

Mandzukic 8,5 - Incostante sotto porta (ma alla fine le palle insaccate sono 10, non malissimo), per il resto è un caterpillar. Non era e non sarà mai un bomber, ma con lui segnano tutti. Prototipo del centravanti moderno, che sa cantare ma soprattutto portare la croce. Così, è come giocare in 12.

Morata 7,5 - Eterno dilemma: fenomeno o sopravvalutato? L'anno scorso era partito piano ed è esploso nel girone di ritorno, soprattutto in Champions. Quest'anno è partito pianissimo, proprio quando si pensava che sarebbe stato lui a raccogliere l'eredità di Tevez. Ha passato "momenti difficili", si è sbloccato ma non ha mai dato l'impressione di esplodere. Stranezze del calcio: la sua stagione fatta di più ombre che luci potrebbe comunque riportarlo al Real Madrid. Perché il ragazzo ha classe, e 23 anni.

Zaza 7 - Il perfetto attaccante di scorta, quello che sarebbe titolare nelle altre 19 squadre di A. Vai a vadere le cifre e strabuzzi gli occhi: solo 4 gol. Eppure spesso è partito dalla panchina, senza fiatare. E ha segnato la rete spacca-campionato, l'1-0 al Napoli. Vuole giocare di più, Allegri non lo vuole mollare. Ovviamente, hanno ragione tutti e due.

Allegri 10 - L'anno scorso "viveva del lavoro fatto da Conte". Quest'estate gli hanno smontato la squadra anche se, a differenza del Milan post Ibra-Thiago, la dirigenza gliel'ha rimontata. Lui ha lavorato in silenzio per qualche mese, ha fatto e disfatto, ha provato il trequartista poi si è adattato, rispolverando l'affidabile 3-5-2. Ma non c'è dubbio: questa è la Juve di Allegri, e basta. Più meditativa rispetto all'ipercinetica Signora di Conte, più saggia, più cinica. Tutte qualità che la possono rendere grande anche in Champions, dove peraltro ha già fatto più che bene. A patto di risolvere il problema degli infortuni, che in Europa ha compromesso tutto.

La bomba di Salvini su Berlusconi: "Renzi lo ricatta, la prova è questa"

Matteo Salvini: "Renzi ricatta Berlusconi. Ecco le prove"



Che ci sia un "partito Mediaset" che non voglia la rottura tra Silvio Berlusconi e Forza Italia da una parte con Matteo Renzi e il governo dall'altra, è opinione di diversi osservatori della politica italiana. Ma in una intervista rilasciata oggi al sito affaritaliani.it, il leader della Lega Nord Matteo Salvini si spinge ancora un po' oltre sostenendo che ai danni del Cavaliere sia in atto un vero e proprio ricatto da parte di Renzi e del suo esecutivo. Lo dice, il leader leghista, nello spiegare la linea di chiusura tenuta dal Cavaliere sulla candidatura per tutto il centrodestra di Giorgia Meloni. E nel motivare la sua pervicacia nel sostenere Guido Bertolaso, dato per fuori dal ballottaggio in tutti i sondaggi. "L'unico Centrodestra che può arrivare al ballottaggio e vincere siamo io e la Meloni. Gli altri aiutano Renzi, compresi Bertolaso e Berlusconi".

E ancora: "Poi se uno volesse essere maligno, leggendo l'intervista di oggi di Renzi su Repubblica può anche avere dei sospetti. Quando Renzi dice 'faremo una legge sui diritti televisi per il calcio', 'ci occuperemo di conflitto di interessi' e 'faremo la riforma della Giustizia'... se uno vuole pensar male pensa che Berlusconi non abbia convenienza a far la guerra a Renzi. Chiaramente e Renzi ha in mano delle armi di ricatto. Lì ci sono in ballo miliardi di euro. E quindi Salvini rispetto a miliardi di euro vale un po' di meno".

È guerra civile in Forza Italia Berlusconi isolato: cosa succede

Forza Italia nel caos, è guerra civile. Berlusconi isolato: cosa succede ora



E' guerra totale in Forza Italia." E' come nel film Le Iene. Ci siamo sparati a vicenda e oggi siamo tutti morti", dice l'azzurro che vuole restare anonimo al Corriere della Sera. "Dico una sola parola", chiosa Paolo Romani, capogruppo al Senato: "La parola è sconcerto. Arrivederci".

Silvio Berlusconi ha confermato la candidatura di Guido Bertolaso - quando era praticamente dato per certo il tcket tra Alfio e Guido - e il partito ora è in pezzi. Malumori ci sono tra i "nordisti" (Romani, Giovanni Toti, Maurizio Gasparri, Mariastella Gelmini, Matteoli) che volevano appoggiare la Meloni dando vita alla "Federazione del Centrodestra" insieme a Fratelli d'Italia e Lega. E anche tra coloro (come Tajani o Nunzia de Girolamo) che speravano in un "Fronte Moderato" che nascesse proprio dall'appoggio alla candidatura di Alfio Marchini. 

Secondo il Corriere sarebbe stata Maria Rosaria Rossi a spingere affinché il Cavaliere non la desse vinta a Salvini: "Dobbiamo andare avanti con Guido. Piuttosto che finire nelle mani di Salvini, a questo punto è meglio morire con dignità", avrebbe detto la coordinatrice forzista. Ma la reazione in Forza Italia è pressoché unanime: "Per noi è un disastro". Se la Meloni perderà, infatti, "la Lega ci accuserà di aver fatto un favore a Renzi". Altrimenti "sarà la dimostrazione che ormai siamo ininfluenti".

Obama dalla Merkel, vertice tragicomico: "È nel giusto. Sapete che fuori da qui...?"

Obama dalla Merkel: "Sui migranti è sul lato giusto della storia. E poi fa ridere..."



Il cancelliere tedesco Angela Merkel "è stata coerente e tenace. Di lei ci si può fidare. Ha anche un buon senso dell'umorismo, che non mostra durante le conferenze stampa". Così il presidente degli Usa Barack Obama "omaggia" la cancelliera tedesca dopo il faccia a faccia ad Hannover, in quel palazzo, lo Schloss Herrenhausen, che nel 19esimo secolo era la residenza estiva del Casato degli Hannover, dinastia che regnava sulla Gran Bretagna e sull'Irlanda del Nord quando scoppiò la  Rivoluzione Americana e nacquero gli Usa. "Qui davanti a tutti voi - continua Obama - è molto più seria. Ed è probabilmente per questo che dura così a lungo come leader: sta  attenta a quello che dice. Ma se pensate alla prima volta che sono venuto qui, eravamo nel mezzo di un possibile collasso dell'economia  globale. E credo sia stato in gran parte grazie alla nostra leadership congiunta, grazie al fatto che gli Usa, l'Europa e altri partner nel mondo si sono riuniti, che con una visione chiara siamo stati in grado di stabilizzare il sistema finanziario".

"Il lato giusto della storia" - Ora, insieme al perdurare della crisi economica (con la Germania sempre più isolata, sia all'Ecofin sia soprattutto nei confronti della Bce di Mario Draghi), c'è un altro gravissimo problema: quello dell'emergenza migranti. Su questo punto la Merkel, assicura il presidente americano, "è sul lato giusto della storia". Per lei, prosegue Obama, questo vuol dire "assumersi politiche molto impegnative" ed affrontare questioni "non solo di carattere umanitario, ma anche pratico", perché "in questo mondo globalizzato, è molto difficile per noi costruire semplicemente dei muri. Lei - conclude - sta dando voce a quel genere di principi che mette insieme le persone, invece di dividerle e sono molto orgoglioso di lei e del popolo tedesco per questo".

Religioso, fuga d'amore con la volontaria Scappa con il malloppo: quanto ha rubato

Religioso, fuga d'amore con la volontaria. Scappa con il malloppo: quanto ha rubato


Il rettore camilliano del centro di prima accoglienza per poveri ed emarginati Casa Sollievo di San Camillo di Acireale, nel catanese, sarebbe fuggito con una volontaria della struttura e 27.900 euro dell'ente di beneficenza. L'uomo è un 44enne originario del palermitano appartenente all'Ordine dei Chierici Regolari Ministri degli Infermi. A presentare nei suoi confronti, per conto dei religiosi camilliani, una denuncia, "per una condotta appropriativa", alla Procura della Repubblica di Catania è stato il legale del Centro, l'avvocato Giampiero Torrisi. "Sono molto amareggiato. Posso comprendere le fragilità umane, ma sono amareggiato per questo gesto un po' nascosto, di questo appropriarsi. Non è proprio per niente bello" ha detto il vescovo della Diocesi di Acireale, Mons. Antonino Raspanti, precisando però di "non avere giurisdizione sui Camilliani, con i quali, essendo sul territorio, la Diocesi si coordina in merito ad alcune attività".

Roberto Saviano, depressione totale: parole buie e tristi. Cosa gli è successo

Roberto Saviano, depressione totale: parole buie e tristi. Cosa ha detto



"Non credo nella giustizia, neanche più per un secondo. In nome della giustizia si sono fatti i peggiori crimini ed ancora oggi vengono commessi. Credo nella bontà, credo nel bene fatto". Lo ha detto a Sky TG24 Roberto Saviano. "Gomorra in questi ultimi 10 anni mi ha fatto perdere ogni forma di speranza - ha aggiunto lo scrittore -. Non ho alcuna speranza verso le istituzioni, non ho alcuna speranza verso la politica, non ho alcuna speranza verso i media. In questa catastrofe depressiva in realtà ho imparato a riconoscere il gesto di bontà aldilà dell'ideologia del bene, quindi non le associazioni, non i guru e non i gruppi che vogliono raccontare che fanno del bene e della giustizia"

Alfano, scontro totale con i giudici: cosa dice a Davigo. La frase terremoto

Alfano, scontro totale con i giudici: cosa dice a Davigo. La frase terremoto



"Continuo a sperare che i magistrati contrastino i reati e non i governi e che abbiano sempre chiaro il perimetro che la Costituzione assegna alla loro funzione... Nessuno chiede loro di fare di meno, ma nessuno accetterebbe che andassero oltre". Il ministro dell'Interno Angelino Alfano in una intervista a Il Messaggero commenta le parole del presidente dell'Anm Piercamillo Davigo e parla del rapporto tra magistrati e politica: "Scontro magistrati-politica? Non lo definirei uno scontro, ma un attacco unilaterale che rompe un periodo molto duraturo che sembrava avere riportato a un livello normale la dialettica tra poteri e ordini dello Stato. Evidentemente, c'è un interesse al conflitto, ma la linea del governo è quella di andare avanti offrendo rispetto e pretendendo rispetto".

"Spero - aggiunge il leader Ncd- che tra i magistrati sia chiara la consapevolezza che avviare unilateralmente uno scontro con la politica e i politici non fa bene a nessuno, men che meno alla magistratura". Per Alfano "alcuni giornali ed esponenti politici giustizialisti andavano alla ricerca di un nuovo leader. Spero che Davigo si sottragga a questo ruolo e che le sue dichiarazioni siano state solo una scivolata d'esordio".

Bomba Gabanelli su Rai e i gettoni d'oro: sono un "pacco" e spunta una banca...

Bomba Gabanelli, imbarazza la Rai: quel "pacco" dei gettoni d'oro



Si indaga sui "gettoni d'oro" nella puntata che andrà in onda stasera 24 aprile a Report su Rai 3. "Chi li vince i gettoni d'oro si sente baciato dalla fortuna e non gli viene in mente di andarci a guardare dentro", anticipano dalla trasmissione condotta da Milena Gabanelli. Ma "la Rai sborsa ogni anno dai 6 ai 10 milioni di euro in gettoni d'oro che acquista dall'Istituto Poligrafico Zecca dello Stato. Sono i gettoni con cui premia i vincitori dei concorsi a quiz". 

Inoltre, la Rai si distingue perché è l'unica televisione al mondo a premiare con gettoni d’oro 999,9 che significa che su un chilo ci sono più di 999 grammi di oro: il massimo della purezza. Mediaset, invece, pagano con gettoni in oro 750. La Rai ha un contratto di fornitura esclusiva con la Zecca dello Stato, la quale conia i gettoni d'oro e li certifica. Ma è davvero tutto oro quello che luccica?

Pare di no. Sembra infatti che per ogni chilo d'oro fuso ci sia una "perdita" di 20 grammi e a conti fatti, la vincita di 100 mila euro si riduce così a poco più di 64 mila (tolte tasse, iva e appunto il misterioso calo"). Un laboratorio specializzato accreditato dal ministero per le analisi legali conferma che l'oro è 995. Significa che per ogni chilo ci sono 5 grammi di altro metallo non prezioso. Ma la Rai lo ha comprato e pagato come oro 999,9. Insomma, anche la Rai è parte lesa, insieme ai vincitori dei gettoni. 

Ma da chi si rifornisce di lingotti la Rai? Da Banca Etruria, l'istituto travolto dalla bufera nei mesi scorsi. perché "è la banca che ci fa il prezzo più basso", replica la Zecca. Tant'è. Ora la Zecca ha fatto un esposto in Procura. 

domenica 24 aprile 2016

"Come e chi voteranno gli italiani" Verità inquietante dal sondaggista

Sondaggio choc: cambia il voto. Chi scelgono gli italiani



Gli elettori sono cambiati, non seguono più i leader ma decidono chi votare in modo autonomo ascoltando più l'opinione pubblica che la comunicazione politica. Lo scrive sul Giorno Antonio Noto, direttore Ipr Marketing. Emblematico, spiega il sondaggista, è il caso del centrodestra romano, incapace di trovare un accordo su un candidato. In ogni caso ciò che sembra davvero improbabile è che la parola finale di Silvio Berlusconi possa in qualche modo influenzare le scelte degli elettori. 

Si registra infatti una profonda crisi di credibilità dei partiti, che non sembrano più in grado di costruire consenso attorno alle proprie scelte. Basti pensare che durante la Prima repubblica la fiducia nei partiti si attestava attorno al 62%; nel 2006 era già scesa al 30%. Oggi siamo ai minimi storici: 5%. Anche per questa ragione aumenta il numero di liste civiche.

Oggi gli italiani quando devono scegliere il sindaco guardano più alle caratteristiche vincenti del candidato (54%) che al suo partito di riferimento (22%), mentre solo 5 anni fa nella formazione del consenso prevaleva il peso del partito di provenienza del candidato (58%). 

Caivano (Na): Caso Via Puccini Solidarietà non è sinonimo di bancomat

Caivano (Na): Caso Via Puccini Solidarietà non è sinonimo di bancomat

di Gaetano Daniele



Caso Via Puccini. Aiuti si aiuti no. Ormai la situazione sta degenerando. Ieri ad attirare l'attenzione del primo cittadino Simone Monopoli è stata l'intervista rilasciata al nostro blog, il Notiziario sul web, da Enzo Castricato, il figlio di Pasquale Castricato ancora ricoverato all'Ospedale Bufalini di Cesena. "Non siamo un bancomat", così Simone Monopoli riporta sulla sua pagina Facebook, quasi a voler giustificare una mancata prontezza e competenza nel gestire una catastrofe come quella di Via Puccini. Ma i fatti della famiglia Castricato dicono tutt'altro!

Come riporta in una recente intervista rilasciata proprio al nostro blog, il Notiziario sul web, da Enzo Castricato, figlio di Pasquale, l'eroe uscito ferito gravemente dallo scoppio del 25 marzo scorso, mai e poi mai sono stati chiesti soldi al primo cittadino se non per raggiungere l'Ospedale Bufalini di Cesena. Anzi, in una sola occasione, agli inizi, ovvero all'incontro con la dott.ssa Damiano. La risposta non tardò: "Solo un biglietto del treno", solo uno! Almeno così affermava insistentemente Antonella Castricato ai nostri microfoni. Si, è vero, oltre al singolo biglietto del treno gli fu offerto anche un Hotel, ma in realtà non era neanche un Hotel, ma un Fitta Camere "La Casa dei nonni", in pratica provate ad immaginare Antonella Castricato con due figli e la mamma ancora convalescente, che poi da lì a qualche giorno subì anche un intervento chirurgico alla gamba, recarsi da un fitta camere, ed in più dividere il bagno con altri studenti. Una situazione che aldilà che la responsabile della Casa dei nonni tenne subito a precisare di non avere più camere, il Sindaco Monopoli, dopo averlo saputo quale altra soluzione propose alla famiglia Castricato? 

Un caso gestito male che sta rischiando di finire ancora peggio. La giustificazione è peggio della proposta. Oltre all'aiuto economico che non è mai arrivato, Enzo Castricato ha denunciato anche uno scarso aiuto morale. Solidarietà non è sinonimo di bancomat. 

Colpo al cuore dell'Unione europea: dalle urne un messaggio nerissimo

Austria, messaggio all'Unione europea: l'estrema destra vince le presidenziali



L'estrema destra ha vinto il primo turno delle presidenziali in Austria. In base alle prime proiezioni Norbert Hofer del Partito della Libertà ha ottenuto il 36,7% dei voti, seguito dal verde Alexander van der Bellen (19.7%) e dal candidato indipendente Irmgard Griss (18.8%). Il socialdemocratico Rudolf Hundstorfer ha l'11,2% e così anche Andreas Khol del Partito del Popolo.

Segnale forte all'Europa - Un segnale forte all'Europa e contro l'immigrazione, nel giorno in cui al Brennero al confine con l'Italia si sono registrati nuovi scontri e tensioni. Manifestanti hanno tentato di smantellare le barriere alzate dalla polizia sul lato austriaco del confine. La polizia austriaca ha utilizzato gas lacrimogeni e manganelli contro i dimostranti, in maggioranza italiani, che hanno marciato per opporsi ai controlli che Vienna intende imporre al valico in vista di un possibile aumento nel numero di migranti in arrivo. I dimostranti si sono dispersi velocemente. Dopo l'episodio, la polizia ha trasferito sul posto due camion-cisterna con cannoni ad acqua, che non ha utilizzato, scrive l'agenzia Apa. Il 3 aprile scorso durante una manifestazione analoga si erano già verificati disordini. Il nuovo ministro dell'Interno austriaco, il conservatore Wolfgang Sobotka, sabato ha dichiarato che i controlli entreranno in vigore a fine maggio e ha chiesto all'Italia di proteggere meglio la frontiera esterna dell'Ue, registrare i migranti e creare per loro più centri di accoglienza. "Se l'Italia non prenderà provvedimenti, allora sarà creato un muro", ha sottolineato.

Diocesi di Aversa: Mostra per il Giubileo della Misericordia

Diocesi di Aversa: Mostra per il Giubileo della Misericordia
"Misericordiae Vultus": venerdì 29 Aprile la presentazione in Cattedrale

a cura di Gaetano Daniele




In occasione del Giubileo straordinario della Misericordia, indetto da Papa Francesco, il Museo Diocesano di Aversa organizza una Mostra storico-artistica dal titolo  “Misericordiae Vultus: La Bellezza della Misericordia  in  Terra di Lavoro” (2 - 31 maggio 2016) con opere d’arte e documenti storici provenienti dal centro  aversano e dalle chiese della diocesi normanna sul tema della Misericordia. La presentazione alla stampa è fissata per venerdì 29 aprile 2016 alle ore 11:30 presso la sede della mostra (Museo Diocesano, Deambulatorio della Cattedrale, Piazza Duomo), mentre l’inaugurazione ufficiale è in programma lunedì 2 maggio alle ore 16:30.

Realizzata dall’Ufficio Diocesano per i Beni Culturali Ecclesiastici, diretto da Mons. Ernesto Rascato, in collaborazione  con le Soprintendenze Belle Arti e Paesaggio per le Province di Caserta, Benevento e Napoli, con il supporto logistico dell’Associazione In Octabo di Aversa, la rassegna iconografica dedicata al Volto della Misericordia offre un percorso storico artistico che va dal romanico all’arte moderna con numerose opere  provenienti dal territorio della Diocesi.

L’itinerario è articolato in tre sezioni: Volto di Gesù Misericordioso, Maria Mater Misericordiae, Santi testimoni della Misericordia. La prima sezione offre  una breve rassegna di opere: dal Santo Bambinello delle Cappuccinelle, dal Crocifisso catalano della Cattedrale, Crocifisso miracoloso  della Trinità di Aversa, il Crocifissso di Lsuciano, da vari Ecce Homo, dipinti e statue come  il Gesù Trasfigurato del Santissimo Salvatore di Casal di Principe, il Crocifisso bruciato di Grumo Nevano, dipinti come le Tavolette rinascimentali dello Spirito Santo di sant’Antimo. La seconda sezione presenta alcune immagini  preziose per la devozione mariana e l’arte aversana:  S.Maria Iconavetere di S.Maria a Piazza, la Galactrouphusa o Madonna Lactans da S. Francesco alla Villa, la Madonna della Strada da S. Maria delle Grazie, il tronetto con l’icona della Madonna di Casaluce proveniente dal monastero benedettino  di san Biagio, la statua dell’Addolorata da San Filippo e Giacomo. La terza sezione  presenta alcune figure emblematiche di Santi della Misericordia: alcuni busti d’argento come san Giuseppe e san Francesco dal Tesoro della cattedrale, alcuni dipinti  come la Vocazione di Matteo di G.B.Lama della chiesa di S.Maria degli Angeli (pertinenza Tribunale Napoli Nord), san Rocco della Confraternita di san Rocco degli Agonizzanti; alcuni busti lignei come santo Stefano di Qualiano, san Filippo Neri,  statue come santa Lucia da Santa Sofia di Giugliano in Campania, san Giuseppe  Cottolengo da Trentola Ducenta. Una sezione a sorpresa offrirà  testimonianze archivistiche con documenti storici e musicali sulle traccie della misericordia nel territorio diocesano.

Canone Rai, è delirio totale: date e scadenze, cambia tutto

Canone Rai, delirio totale: date e scadenze, cambia tutto


di Sandro Iacometti



Per molti, ma non per tutti. Potrà sembrarvi incredibile, ma una bella fetta di contribuenti rischia di restare esclusa dallo slittamento delle scadenze per il canone in bolletta. Chi non possiede un televisore, salvo ulteriori colpi di scena, può stare relativamente tranquillo. Con il provvedimento dello scorso 21 aprile l' Agenzia delle entrate ha chiarito che al posto delle due scadenze prima previste, 30 aprile per il cartaceo e 10 maggio per l' online, l' invio delle dichiarazioni di esenzione dovrà avvenire entro il 16 maggio per tutte le modalità di spedizione. In quel modo il contribuente potrà evitare di pagare il balzello a luglio con l'addebito automatico in bolletta.

Il problema riguarda tutti gli altri cittadini che, sulla base delle indicazioni fornite dalla stessa Agenzia nelle scorse settimane, non sono tenuti al pagamento del canone. Per essere più chiari, come recita il provvedimento del 24 marzo firmato dal direttore delle Entrate, Rossella Orlandi, coloro che, pur essendo intestatari di utenza elettrica, sono esenti dal pagamento poiché «il canone è dovuto in relazione all' utenza intestata ad altro componente della stessa famiglia anagrafica».

I casi, come si può vedere sul sito del Fisco, sono molti. Dai coniugi con due diverse utenze intestate, ai genitori che pagano la bolletta per la casa del figlio, fino ai titolari di contratto elettrico di una abitazione data in affitto. In molti di questi esempi, come abbiamo già scritto nei giorni scorsi, sorgono numerosi interrogativi rispetto alle tariffe residenziali scontate dell' energia illegittimamente ottenute (non essendoci la residenza), su cui le Entrate sembrano sorvolare ma che, in caso di auto-dichiarazione per non pagare il canone, provocheranno inevitabilmente la richiesta di arretrati da parte delle società elettrica.

Ma non è questo il punto. La questione è che per chi deve evitare il rischio del doppio canone lo slittamento della scadenza non vale. «Il provvedimento delle Entrate», spiega il legale dell' Aduc, Emmanuela Bertucci, «non cambia i termini per l' invio delle dichiarazioni relative al quadro B del modulo. Quelle che riguardano chi ha un' utenza intestata ma non deve pagare il canone. In questo caso, per quanto ne sappiamo, potrebbero anche valere le vecchie date del 30 aprile e 10 maggio».

Possibile che l' Agenzia delle entrate, peraltro sostituendosi all' esecutivo, abbia deciso di impantanarsi in un groviglio regolamentare di tali proporzioni? Basta leggere il testo del Fisco per avere la conferma. Il documento del 21 aprile va a modificare i punti 3.2 e 3.4 del precedente provvedimento del 24 marzo, introducendo la scadenza del 16 maggio. Il secondo punto riguarda le nuove utenze elettriche attivate nei mesi di gennaio, febbraio e marzo di quest' anno. Anche in questo caso c' è un mistero. Se il termine è slittato, perché non includere anche le attivazioni di aprile nell'opzione?

Il punto 3.2 è invece quello relativo a due ipotesi prese in considerazione dal punto 1.1 del provvedimento (a e b), entrambe riferite alla «dichiarazione sostitutiva di non detenzione di un apparecchio televisivo». Insomma quando nessun componente della famiglia anagrafica ha una tv in casa, tranne quella (ipotesi b) per cui è stata presentata, occhio al linguaggio moderno e comprensibile, «denunzia di cessazione dell' abbonamento per suggellamento». Il testo non è equivocabile: «In via transitoria, la dichiarazione sostitutiva di cui alle lettere a) e b) del punto 1.1» va presentata entro il 16 maggio 2016.

E gli altri titolari di utenza? Questi si trovano alla lettera c) del punto 1.1, che il nuovo provvedimento assolutamente non menziona. Il bello è che rileggendo il vecchio testo si scopre che le date non ci sono neanche lì. In altre parole, la scadenza per la presentazione della dichiarazione per evitare il doppio canone semplicemente non esiste. L' unico passaggio in cui vengono citati i casi di famiglie anagrafiche con più utenze è il punto 3.5 in cui le Entrate si limitano a spiegare che «la dichiarazione sostitutiva di cui alla lettera c) del punto 1.1 ha effetto per l' intero canone dovuto per l' anno di presentazione».

Per avere chiarimenti bisognerà aspettare necessariamente il decreto attuativo. L' attesa, però, rischia di essere lunga. Dopo la pioggia di rilievi arrivati dal Consiglio di Stato, che ha rimandato il testo al ministero dello Sviluppo, il governo si è limitato ad emanare una nota in cui si definisce l' apparecchio tv. Cosa ben differente dall' inserire la definizione nel decreto, come invece chiedeva Palazzo Spada. La saga, evidentemente, riserverà ancora sorprese.

"Sono io l'assassina della mia bambina": questa mamma si è fidata del medico e...

"Sono io l'assassina della mia bambina": questa mamma si è fidata del medico e...



"Non ho vaccinato mia figlia perché la pediatra mi aveva detto che non era necessario visto che non la portavo all'asilo nido e lei ora è morta". Sono le parole disperate di una mamma che adesso si sente "l'assassina di sua figlia". La piccola Azzurra aveva undici anni ed è morta nel 2014 per un attacco fulminante di meningite. La donna ha raccontato all'Huffington Post di non aver mai fatto il vaccino contro il meningococco C alla figlia perché non andava all'asilo nido. La pediatra le aveva assicurato che non sarebbe mai successo nulla e invece.  La donna ha raccontato di averle sempre fatto tutte le vaccinazioni: "L'avevo immunizzata per tutte le malattie compreso il morbillo, la varicella e la parotite". Antonella, però, aveva tralasciato la profilassi contro il meningococco C, responsabile della meningite perché si era fidata della pediatra. "Da ignorante mi sono fidata della dottoressa che mi assicurava che si trattava di una malattia rara e che lei non aveva vaccinato nemmeno i suoi figli". Ma ora se potesse tornare indietro non rifarebbe più quella scelta perché la sua bimba se ne è andata per sempre.

Il 18 marzo del 2014 senza dare inizialmente sintomi preoccupanti, la ragazza, ormai 11enne, si è ammalata. "Mi chiamarono dalla scuola per dirmi che non stava bene, aveva 37 e mezzo di febbre e perciò non mi sono allarmata. Il giorno successivo era la festa del papà. Lo chiamò al telefono per fargli gli auguri, poi disse che la testa le scoppiava. Quindi le consigliai di andare a letto. Ma non appena si alzò dal divano cadde a terra con la schiuma alla bocca. Dopo 24 ore i medici dissero che ormai non c'era più nulla da fare, il cervello aveva subito danni irreversibili a causa della meningite. Nel giro di due giorni è morta" - ha raccontato la signora Salimbene in lacrime.

La donna, nella disperazione più totale, ha voluto sapere il ceppo della malattia. "Quando mi dissero che era il meningococco C allora mi ricordai della pediatra e della mia decisione di non vaccinarla. Ho sentito come se avessi preso mia figlia e l'avessi scaraventata sotto un tir. Penso che la colpa sia mia perché non ho consultato altri medici e sono stata una ignorante". Ora la donna sta conducendo diverse campagne di sensibilizzazione sul tema delle vaccinazioni.

Nei giorni scorsi, ad esempio, è nata una associazione che porta il nome della sua piccola, "Un bacio ad Azzurra", con l'obiettivo di convincere gli altri genitori a vaccinare i propri figli. "Mi piace dire alle mamme e ai papà che ogni somministrazione di vaccino è un bacio che arriva a mia figlia, alla quale chiedo continuamente perdono quando vado a visitare la sua tomba in cimitero. Dopo la sua morte cinquanta bambini sono stati vaccinati contro la meningite a Lodi e io stessa mi sono sottoposta all'immunizzazione" - ha concluso la donna.  La storia di Antonella Salimbene e della sua bambina poco a poco sta diffondendo una coscienza collettiva sull'importanza dei vaccini. Molte mamme ringraziano la donna per la sua testimonianza perché da questa storia hanno imparato tantisismo.

Fca richiama oltre un milione di auto "Difetti al cambio": i modelli interessati

Fca richiama oltre un milione di auto: "Difetti al cambio", i modelli interessati



Fca ha annunciato oggi il richiamo di oltre un milione di auto in tutto il mondo per migliorare la trasmissione evitando così il movimento mentre sono parcheggiate. Il problema sorgerebbe nel momento in cui, una volta parcheggiata, il conducente dimentichi di azionare la funzione "park". La casa automobilistica sta conducendo un’indagine sul problema con l’Agenzia statunitense per la sicurezza del traffico (Nhtsa). Tale disfunzione avrebbe provocato il ferimento di 41 persone. Sono circa 1,12 milioni i veicoli interessati di cui 811.586 negli Usa, 52.144 in Canada, 16.805 in Messico e il resto al di fuori del Nord America. Il Dodge Charger del 2012-2014, la Chrysler 300 degli stessi anni e la Jeep Grand Cherokee del 2014-2015 sono i veicoli interessati. Fca ha affermato che apporterà modifiche per risolvere il problema. 

Genova, grave disastro ambientale È allarme: il petrolio va verso il mare

Cede una diga di contenimento, è allarme



È uscito materiale oleoso dalle dighe di contenimento sul Polcevera a Genova ma il problema più grave resta quello della sacca di petrolio sul versante del Pianego, su cui non si può operare perché l'rea è sotto sequestro da parte della magistratura. Una delle briglie sifonate di contenimento sul torrente Polcevera, costruite per bloccare il greggio fuoriuscito da una tubatura dell’oleodotto Iplom domenica scorsa, a causa della pioggia che ha alzato il livello dell'acqua è stata superata. Altre due briglie sono state aperte appositamente perché il materiale non defluisse con eccessiva violenza.

Rassicurazioni - "Tutto si sta muovendo secondo i piani, la macchina organizzativa sta funzionando come doveva. L’emergenza in mare è stata aggredita, quella sul fiume è sotto  controllo. Il sistema di difesa ha tenuto nonostante le piogge che sono arrivate come ampiamente previste dal nostro sistema meteo". Lo ha detto il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti nel corso del sopralluogo sul Polcevera per fare il punto sull’emergenza petrolio a Genova con l’assessore all’ambiente e alla Protezione Civile Giacomo Giampedrone, il commissario Straordinario di Arpal Carlo Emanuele Pepe, il responsabile di Arpal Stefano Maggiolo, il dirigente regionale della Protezione Civile, Stefano Vergante.

AEREI A RISCHIO " I motori sono difettosi" Paura in tutto il mondo

"Motori difettosi": allarme sui voli. A rischio la metà degli aerei nel mondo



Uno dei due motori sui 787 della Boeing rischia di spegnersi durante il volo. Il gravissimo difetto è stato scoperto dall'Agenzia federale Usa dell'aviazione che ha imposto all'azienda una revisione urgente prima che il motore di ultima generazione in materiali compositi provochi incidenti peggiori rispetto a quelli già accaduti lo scorso gennaio.

Il precedente - Durante un volo del 29 gennaio scorso da Vancouver a Tokyo della Japan Airlines, il motore destro dell'aereo si è spento in aria e il pilota non è mai riuscito a riavviarlo. A bordo c'erano 166 persone e il jet era a circa 90 miglia dall'aeroporto di Tokyo: solo la bravura dei piloti ha permesso di atterrare senza problemi, sfruttando un solo motore.

Il difetto - Secondo la richiesta della Faa, il motore rischia di spegnersi per l'accumulo interno di ghiaccio. Il fenomeno interessa 176 velivoli di 29 compagnie diverse, cioè circa il 44% della flotta mondiale. Il pericolo maggiore lo rischiano quegli aerei che montano lo stesso motore su entrambe le ali: in quel caso entrambi rischiano di spegnersi, costringendo il volo all'ammaraggio d'emergenza. L'allarme è talmente serio che la Faa lo ha definito "questione di sicurezza urgente".

Una tassa occulta ammazza-famiglie La chiedono i giudici: cosa aumenta

Una tassa occulta ammazza-famiglie. La richiesta dei giudici: i dettagli



Arriva dalla Corte dei conti l'ultima proposta che promette di svuotare i portafogli di tutti gli italiani, nessuno escluso. Secondo i giudici lo spostamento di circa l’8% della base imponibile con Iva agevolata al 10% verso l’aliquota ordinaria al 22% porterebbe al conseguimento di un maggior gettito di 5 miliardi a partire dal 2017. La simulazione è stata inserita in un documento proposto al Parlamento a proposito del Def: "L’Italia si colloca tra gli ultimi Paesi europei per incidenza dell’Iva sul Pil, - si legge nel documento - con un valore che non raggiunge il 6% e che è di circa 0,8 punti percentuali inferiore al valore della media UE-27. La quota di base imponibile assoggettata ad aliquota ordinaria (22%) è pari a circa il 57%, mentre quella assoggettata alle aliquote ridotte del 4% e del 10% (circa il 43%) è di gran lunga superiore al 25% sperimentato in media in Europa. Simili le divergenze dal lato delle aliquote: il nostro Paese si colloca all’undicesimo posto per livello di quella ordinaria (anche se al primo tra i maggiori paesi), mentre solo altri quattro paesi (Francia, Lussemburgo, Malta e Regno Unito) hanno aliquote cosiddette super-ridotte, inferiori cioè al 5%. In tale contesto, l’esigenza di innalzare il rendimento dell’Iva identifica un obiettivo strutturale della politica fiscale».

I motivi - L'ideale secondo la Corte dei conti sarebbe portare la base imponibile dell'Iva italiana alle proporzioni della media europea, ma la soluzione appare anche per i giudici troppo drastica e difficilmente praticabile. Per questo l'ipotesi percorribile sarebbe quella dell'aumento della tassa sui beni di consumo, che porterebbe quindi circa 5 miliardi di euro in più nelle casse dello Stato: "Tale risultato si conseguirebbe se circa l’8% della base imponibile su cui è applicata l’aliquota Iva del 10% fosse trasferita verso l’aliquota ordinaria del 22%; sia pure nell’ipotesi di un’incompleta traslazione a causa di un aumento del tasso d’evasione. Si può rilevare che l’impatto sul Pil reale sarebbe contenuto, con una flessione di un decimo di punto solo nel 2018. Limitato anche l’effetto sui prezzi, con una crescita del Def latore del Pil pari a 1 decimo di punto nel 2017 e 3 decimi nel 2018. In termini nominali il Pil aumenterebbe di circa un miliardo e mezzo nel 2017, oltre 5 miliardi sia nel 2018 sia nel 2019. L’indebitamento netto osserverebbe un miglioramento di 3 decimi di Pil nel triennio 2017 - 19, mentre il rapporto debito/Pil diminuirebbe di 1,2 punti nel 2019".

La mazzata - In questo modo la tassa sarebbe occulta e colpirebbe tutti consumatori, soprattutto le famiglie. Ma i giudici fiscali sostengono che gli italiani sarebbero colpiti in "misura limitata, mentre gli investimenti, dopo la contenuta flessione del biennio 2017 - 18, riuscirebbero a recuperare terreno soprattutto grazie al più basso livello di tassi d’interesse al netto dell’inflazione. Il livello dei prezzi, infine, esaurirebbe la propria accelerazione con la limitata impennata registrata nel 2018".

Le previsioni dei quattro sondaggisti Elezioni partito per partito: chi vince

La parola a quattro big dei sondaggi Elezioni partito per partito: chi vince



Parlano i sondaggisti. Esprimono il loro parere sulle amministrative di Roma e sui possibili vincitori. Non danno numeri, ma esprimono opinioni. Il quotidiano Il Tempo ha intervistato Klaus  Davi, Nicola Piepoli, Roberto Weber e Luigi Crespi.  Klaus Davi non ha dubbi:  Berlusconi è mal consigliato “qualcuno dovrebbe intervenire perché chi gli sta intorno lo sta rovinando”.  Davi si riferisce alla scelta di Bertolaso che “è una persona per bene ma non ha appeal”. Inoltre sostiene che Giorgia Meloni attirerebbe consensi anche a sinistra.  Dice inoltre che adesso Virginia Raggi è al massimo dei suoi consensi e che Giachetti “è sottostimato perché sta lavorando meglio rispetto a quanto pensassi”.  Piepoli ha un’opinione diversa:   per lui la scelta migliore sarebbe Marchini più Meloni. Quest’ultima però, spiega al quotidiano romano, da sola “non arriva al ballottaggio, deve appoggiarsi a qualcun altro.  Piepoli è molto scettico sulle prospettive di Bertolaso mentre per quanto riguarda gli altri candidati dice che “Virginia Raggi sicuramente conquisterà il ballottaggio. La vera partita è per il secondo posto. Roberto Giachetti è molto tonico in questo momento, sta facendo delle belle liste, con figure che la città sente vicine”.

Occhio a Giachetti - Il terzo sondaggista intervistato da Il Tempo è Roberto Weber che fa un’analisi molto diversa. Secondo lui Bertolaso che non fa presa sulla gente non “è imputabile a lui. Bisogna tener conto che Forza Italia sul territorio non funziona”. Molto più convinto sulla figura della Meloni che tuttavia, “con quattro candidati del centrodestra al ballottaggio passa sicuramente Giachetti”.  E ancora: se Berlusconi dovesse scegliere tra Marchini e Meloni “si verificherebbe un paradosso: al primo turno avrebbe più spinta Meloni mentre al ballottaggio sarebbe più competitivo Marchini perché trasversale”.  Molto interessante l’analisi di Crespi secondo cui “insistere su Bertolaso rilancia il ruolo di Berlusconi come decisore nel centrodestra, la scelta della Meloni su se stessa è invece perdente.  “La mia impressione – argomenta – è che lei (Meloni, ndr) voglia soltanto arrivare prima tra i quattro del centrodestra e Berlusconi avrebbe un solo modo per rovinarle l’obiettivo: appoggiare Marchini”.  Spiega che in passato Berlusconi lo avrebbe fatto. Poi, per quanto riguarda le singole campagne elettorale dice che dalla Meloni si sarebbe aspettato di più, che Bertolaso si sta “dimostrando indaguato. Marchini è come un ghepardo che aspetta di agguantare la preda al momento giusto. Quanto a Raggi, a parte qualche sbavatura, non sta facendo nulla di sbagliato. Giachetti  è l’uomo da tenere d’occhio. Partito male, sta dimostrando grinta e personalità”.

sabato 23 aprile 2016

Fondi pensione e Tfr, cambia tutto: dove andranno a finire i nostri soldi

Fondi pensione e Tfr, cambia tutto: dove andranno a finire i nostri soldi



Adesione obbligatoria ai fondi pensione e destinazione obbligata di almeno una parte del Tfr alle forme di previdenza complementare. Sono le principali novità, riporta Studio Cataldi ripreso da Adnkronos, della mini-riforma della previdenza integrativa allo studio del governo che dovrebbe arrivare con la prossima legge di stabilità.

"Il pacchetto di misure si muove su due fronti - si spiega - da un lato introdurre l'obbligatorietà dell'adesione ai fondi pensione, che sarebbero resi più convenienti grazie all'alleggerimento della tassazione (di circa 3-4 punti) e l'aumento della deducibilità fiscale dei versamenti; dall'altro rendere obbligatoria la destinazione di almeno una parte del Tfr alle forme di previdenza complementare".

Tra le altre opzioni allo studio dell'esecutivo per rendere più flessibile la legge Fornero, "la più quotata rimane quella del prestito pensionistico erogato dalle banche. Il lavoratore in sostanza potrebbe chiedere un anticipo che sarebbe dato dalle banche attraverso l'Inps, da restituire poi al raggiungimento del requisito di vecchiaia (sempre tramite l'istituto di previdenza) in piccole rate spalmate sull'assegno finale".

Migranti, l'ultima follia del governo: accoglieremo anche chi scappa dal caldo

Migranti, l'ultima follia italiana: il governo vuole accogliere anche chi scappa dal caldo


di Marco Gorra


Buon ultimo, è arrivato anche Paolo Gentiloni. «Non sono soltanto le guerre in Siria e Iraq ad avere un impatto sui flussi migratori», ha detto il ministro degli Esteri del governo italiano intervenendo ad un convegno organizzato dalla Bocconi di Milano, «ma anche l’aumento demografico mondiale e i cambiamenti climatici che in Africa causano siccità e carestie, che stanno colpendo, ad esempio l’Etiopia e il Mozambico». Quale sia dunque la linea del governo è chiaro: come l’essere in fuga da una zona di guerra garantisce lo status di rifugiato, allo stesso modo si dovrà accordare lo statuto giuridico ad hoc anche a quanti si trovino a scappare dalla siccità e dal riscaldamento globale. Tradotto con sintesi appena più brutale: porte aperte a chi fugge dal caldo. Fosse solo una fola partorita dal capo della nostra diplomazia, ci sarebbe da stare preoccupati il giusto. Il problema, però, è che il titolare della Farnesina giunge al supremo momento del salto sul carrozzone dei climate migrants quando ormai stanno finendo anche i posti in piedi.

Ultima moda - È infatti da qualche tempo ormai che quello dei migranti climatici è un tema di centrale attualità per cancellerie, istituzioni internazionali, terzo settore ed opinioni pubbliche di riferimento. Per dire, sono già passati sei anni da quando il tema si è imposto all’attenzione mondiale mediante passaggio allo chicchissimo Sundance film festival dell’ormai celebre documentario Climate refugees dello statunitense Michael Nash. Si è imposto talmente tanto, il tema dei rifugiati da global warming, che ormai non c’è consesso più o meno istituzionale che non lo abbia fatto in qualche modo proprio.

In prima linea non può che esserci l’Onu, il cui organismo dedicato ai rifugiati (Unhcr) avvisava già nel 2009 che «nel prossimo futuro i cambiamenti climatici diventeranno il maggior fattore di mobilità per le persone sia all’interno dei confini nazionali sia attraverso di essi». Oggi l’impatto degli immigrati climatici viene stimato in 250 milioni di persone entro il 2050. Al Palazzo di Vetro hanno preso talmente sul serio la cosa da metterla al centro dell’ultimo megavertice sul clima, tenutosi in autunno a Parigi poco dopo i tragici attentati del 13 novembre e le cui conclusioni sono solennemente state sottoscritte dagli Stati membri ieri a New York. Qui si discusse lungamente (pur senza arrivare ad una conclusione univoca) su come aggiornare i regolamenti internazionali che disciplinano la concessione dello status di rifugiato alla situazione presente, includendo nel novero degli eleggibili non solo coloro i quali siano in fuga da stati di persecuzione ma anche quanti scappino da «effetti climatici antropogenici di macro-livello».

E se a tracciare il solco è l’Onu, a difenderlo non potrà che essere l’Unione europea. Che sul tema dei rifugiati climatici ha parlato chiaro per bocca del proprio massimo rappresentante: «Dobbiamo agire presto e non c’è tempo da perdere», ha infatti detto il presidente della Commissione Jean Claude Juncker nel dicembre scorso per propiziare il successo proprio della conferenza di Parigi, «perché se non troviamo l’accordo, nei prossimi vent’anni i rifugiati non si conteranno più a centinaia di migliaia, ma a milioni». E nessuno dica che a Bruxelles si sono svegliati tardi solo perché si sono messe di mezzo le Nazioni Unite: è infatti almeno un lustro che il Parlamento europeo è al lavoro per elaborare le linee guida legali e politiche per arrivare a cambiare l’approccio - così come recita un imponente studio prodotto qualche anno fa dall’istituzione - nei confronti dei fenomeni di «emigrazione ambientalmente indotta».

Anche il Papa - Né poteva mancare la Chiesa. Nella recente enciclica “Laudato sì”, papa Francesco traccia infatti un parallelo molto chiaro tra emergenza ambientale e flussi migratori. Antifona che sarebbe stata chiarita da Bergoglio in persona qualche mese dopo visitando il quartier generale delle Nazioni Unite in Kenya: «Coloro che fuggono dal degrado ambientale», ebbe allora a dire il Pontefice, «non vengono riconosciuti come rifugiati nelle convenzioni internazionali e portano il peso della propria vita abbandonata senza alcuna tutela normativa». Al capitolo Italia si segnala il ministro dell’Ambiente Gian luca Galletti, secondo cui quello migratorio «è anche un tema ambientale, perché con i cambiamenti climatici in atto i migranti di domani saranno esclusivamente climatici». Meno male che un posticino per Gentiloni era rimasto. 

"Sapete perché Renzi ora non parla?" Il sospetto-bomba: di cosa ha paura

Matteo Renzi non parla su Davigo. Il sospetto: "Ha paura, nuove imbarazzanti intercettazioni"



Non parla, Matteo Renzi. Indiscrezioni si limitano a riferire di una sua stupita reazione alle "parole incredibili" di Piercamillo Davigo, presidente Anm sui "politici ladri". Mezzo Pd e pure il Csm ha censurato l'ex toga di Mani Pulite, M5S e Lega Nord invece difendono il magistrato. Ma Renzi tace. Perché?

"Teme le intercettazioni" - La ricostruzione, dettaglio più dettaglio meno, è unanime. Come ricorda il direttore di Libero Maurizio Belpietro, quello di Davigo e dei magistrati è "un avviso" al governo. Di garanzia? Non ancora, anche se il rischio e la paura ci sono. Il Giornale sostiene che a consigliare cautela al premier sarebbe il timore che imbarazzanti intercettazioni sul suo conto possano venire pubblicate da qui a qualche giorno. L'ex ministro socialista Rino Formica, intervistato dal Fatto quotidiano, è sulla stessa lunghezza d'onda: "Renzi teme le inchieste, ci sarà un imbarbarimento della lotta politica a suon di dossier, informative e intercettazioni". 

"Crociata contro il governo" - Eccole di nuovo, le intercettazioni: quelle che Renzi vuole riformare, esortato anche dall'ex presidente Giorgio Napolitano, a costo di spaccare nuovamente il Pd. Ma il sospetto che agita i sonni del premier, suggerisce maliziosamente Francesco Verderami sul Corriere della Sera, è "crociata contro il governo". Chi siano i congiurati è facile intuirlo: indossano una toga. E Renzi non si sarebbe esposto finora sperando che siano gli stessi magistrati a spaccarsi dopo le parole di Davigo.

Gita per il 25 aprile? Lasciate perdere Ritorna il gelo siderale: dove nevicherà

Gita per il 25 aprile? Lasciate perdere. Torna il gelo siderale: dove nevicherà



Brutte notizie per chi ha programmato una gita fuoriporta durante il lungo weekend del prossimo 25 aprile. Secondo le previsioni meteo del sito 3bmeteo.it, il clima non sarà molto clemente in buona parte d'Italia: "Una massiccia irruzione fredda di diretta estrazione artica e intensa per il periodo in corso dilagherà su gran parte d'Europa dal weekend - ha spiegato il meteorologo Edoardo Ferrara - riversandosi soprattutto su Scandinavia, Isole Britanniche, poi anche Francia, Olanda, Germania, Danimarca dove praticamente tornerà l'Inverno con neve a tratti persino in pianura”. Questi movimenti di aria fredda non ci risparmieranno: “Parte di quest'aria fredda raggiungerà anche Mediterraneo centrale e Italia dove scaverà una bassa pressione e darà luogo ad un generale guasto del tempo con piogge, temporali e calo delle temperature”.

Piove - "Secondo gli ultimi aggiornamenti tra sabato e domenica le aree più a rischio piogge e temporali saranno quelle del Centro-nord, dove si scaverà una bassa pressione, ma in particolare Nordest, Marche, Lazio, Umbria, Toscana - prosegue l’esperto - Domenica più coinvolto anche il medio versante adriatico, mentre maggiori schiarite si faranno strada sul Nordovest, pur con qualche nuovo rovescio o temporale dal pomeriggio; ai margini il Sud con rischio pioggia soprattutto tra Campania e Calabria tirrenica, fenomeni solo occasionali altrove. Lunedì 25 Aprile rovesci e temporali marceranno verso il Centro-sud, mentre al Nord e Toscana il tempo andrà migliorando. I forti contrasti termici attesi tra l’aria fredda in arrivo e quella mite di questi giorni potrà dar luogo a temporali localmente violenti, con anche grandinate”

Sprazzi di sole - "Il peggioramento in arrivo non comporterà pioggia 24 ore su 24 per tutti i giorni, anzi non mancheranno delle belle schiarite. Nel weekend le aree più favorite in tal senso saranno quelle dell’estremo Sud e le Isole, in particolare area ionica e sud Sicilia, ma domenica belle aperture si potranno avere anche al Nordovest. Il 25 Aprile avremo sole prevalente al Nord, salvo residue nubi e fenomeni al mattino, poi anche Toscana e Sardegna”.

Nevica - "Con l'arrivo dei venti da Nord, insolitamente freddi per il periodo in corso, si avrà un netto calo delle temperature, soprattutto tra domenica notte e il 25 Aprile quando si potrebbero perdere fino ad oltre 6-8°C al Centro-nord, anche oltre 10°C su Alpi e nord Appennino, tanto che proprio lunedì sulla dorsale potrà tornare la neve sin verso i 900-1200m. Si scenderà così su valori anche ben al di sotto delle medie del periodo. Calo termico più contenuto ma comunque avvertibile anche al Sud” aggiungono gli esperti 3bmeteo.

Venti - "Attenzione infine al vento, che tornerà a soffiare sostenuto da Ponente su Tirreno ed Isole, bora sull’Alto Adriatico. Lunedì venti di Maestrale su gran parte della Penisola, anche forti su Tirreno, Sardegna e Sicilia dove si potranno superare raffiche di 80km/h con mari agitati".

Mara Carfagna, un clamoroso ribaltone: la penna rossa la manda in orbita

Mara Carfagna, che sorpresa: per l'Espresso è la nuova Oriana Fallaci



Il giornalismo italiano ha trovato una nuova Oriana Fallaci: è Mara Carfagna, ma la sorpresa vera è che a dirlo sia (senza nemmeno troppa malizia), l'editorialista dell'Espresso Denise Pardo nella sua rubrica Pantheon.

Interviste con la storia - In tempi in cui i politici della seconda repubblica si reinventano, scrive la Pardo, spicca il nuovo ruolo dell'ex ministra delle Pari opportunità: "Bellezza di spicco di quel che fu Forza Italia, ora più sobriamente membro della Commissione esteri della Camera". Ma soprattutto, da febbraio sul Tempo è diventata "intervistatrice non pasticciona ma, viste le domande fiume e le paginate, a dir poco secchiona. Altro che Paolo Guzzanti". "Occhi da bambi e grinta da dobermann", la lusinga la penna rossa: "In pochi mesi la Carfagna ha raccolto le impressioni di donne influenti sul piano internazionale, dall'ex braccio destro di Sarkozy Rachida Dati alla viceministra britannica Joyce Anelay, dall'ex ministra israeliana Tzipi Livni all'austriaca Benita Ferrero-Waldner. Un gruppetto da tè con Federica Mogherini, come minimo".

venerdì 22 aprile 2016

Caivano (Na): Caso Via Puccini Enzo Castricato, il figlio dell'eroe Pasquale, rompe il silenzio stampa: nessun aiuto da parte del Comune

Caivano (Na): Caso Via Puccini Enzo Castrigato,  figlio dell'eroe Pasquale, rompe il silenzio stampa: "nessun aiuto da parte del Sindaco Monopoli"


di Gaetano Daniele


Enzo Castricato

A rompere il silenzio stampa è Enzo Castricato, il figlio di Pasquale, l'eroe di Via Puccini, che nel tentativo di salvare un'inquilina del primo piano rimase coinvolto in una fortissima esplosione (cause ancora da accertare, si teme una fuga di gas). La brutta notizia è di qualche giorno fa, la signora Rita Grimaldi ricoverata in pessime condizioni non ce l'ha fatta, è deceduta appunto qualche giorno fa in Ospedale. 

Signor Castricato, perchè ha deciso di rompere il silenzio stampa?

Sono diverse settimane che ascoltiamo un sacco di sciocchezze sul caso di Via Puccini, sugli sfollati e sulla mia famiglia. 

Si spieghi meglio. 

Dopo lo scoppio e dopo la tragedia che ha visto coinvolte diverse famiglie, siamo stati completamente abbandonati dalle Istituzioni locali. Solo qualche formalità. 

Quindi lei sta dicendo che da quando è successo l'accaduto, la sua famiglia, la famiglia Castricato, non ha mai ricevuto nulla dal Comune di Caivano?

No. Nessun aiuto economico e soprattutto nessun aiuto morale. 

Signor Castricato, come stanno i suoi genitori? 

Mio padre per grazia di Dio è fuori pericolo, ma è ancora in una fase delicata. Mia mamma purtroppo aspetta ancora degli esami. Addirittura si parla di un secondo intervento alla gamba. 

Sig. Castricato, una delle signore coinvolte nello scoppio purtroppo non ce l'ha fatta, la signora Rita Grimaldi, proprio la signora che tentò di salvare suo padre, ormai definito l'eroe di Via Puccini. Come hanno reagito i suoi genitori alla notizia?

Il dolore per la perdita della signora Rita è fortissimo. Mio padre è molto triste, perchè saperla viva, di averla salvata, alleviava i suoi dolori. 

Sigor Castricato, si sente di aggiungere altro?

Un grazie di cuore a tutte le persone che in questi ultimi giorni ci hanno dimostrato affetto e solidarietà. 

Doppio schiaffo a Salvini e Meloni Silvio, no a Giorgia (con sorpresa)

Forza Italia conferma Bertolaso, ma Berlusconi ha anche un altro nome: doppio schiaffo a Meloni e Salvini



Con buona pace delle previsioni e dei rumors degli ultimi giorni, che davano per certo entro oggi un ripensamento di Silvio Berlusconi in favore di Giorgia Meloni come candidata sindaco del centrodestra unito a Roma, Forza Italia conferma (per ora) la decisione presa a febbraio: il candidato al Campidoglio è Guido Bertolaso. Non si esclude però un cambio di rotta verso Alfio Marchini, ipotesi sulla quale sin dall'inizio Berlusconi aveva mostrato interesse. 

Il leader del partito nella tarda mattinata ha convocato a palazzo Grazioli molti esponenti azzurri, da Renato Brunetta a Maurizio Gasparri allo stesso ex capo della Protezione civile. Si va avanti come stabilito, con il via libera a Bertolaso e la preparazione delle liste che saranno presentate il 29 aprile, ma non si esclude una convergenza dell'ultima ora su Marchini, come riferisce all'agenzia Agi Davide Bordoni, coordinatore romano del partito. "L'orientamento - spiega - è quello di rimanere su Bertolaso" ma "molti sondaggi dicono che ad un un eventuale ballottaggio Marchini avrebbe la meglio sulla Raggi, può essere dunque una ipotesi».

Meloni: "Beghe di partito interne" - "Meloni e Salvini sono nostri alleati - ha detto Brunetta al termine del summit -, ma avevano deciso insieme a Berlusconi di candidare Bertolaso lo scorso 12 febbraio, ed io rimango alla parola data". Se loro, ha aggiunto, "hanno cambiato idea, mi dispiace. Berlusconi ha ricevuto il mandato di sentirli per confermare, ovviamente, la decisione del 12 febbraio. Noi non abbiamo cambiato idea". Per ora, però, nessuna riunione è in programma. La Meloni ha escluso un faccia a faccia: "Io non ne ho notizia - ha detto la presidente di Fratelli d'Italia -. La questione è tutta interna a Forza Italia, non legata alla linea politica. Credo sia un problema interno tra varie anime del partito, una questione di piccolo cabotaggio. Sarebbe un peccato che Berlusconi si facesse trascinare dalle beghe di partito". Sulla stessa linea il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, deciso ad appoggiare la candidatura di Meloni: "Penso che Berlusconi abbia più che un barlume di lucidità, ma penso che sia circondato da gente che pensa solo alle poltrone e che se si presentasse alle elezioni non prenderebbe neanche un voto. Le beghe politiche ci hanno stufato e le lasciamo ad altri", ha aggiunto annunciando che la lista per le candidature alle amministrative di Roma "è sostanzialmente già pronta".

Bertolaso: "Non rinuncio, rilancio" - Bertolaso, ripete come un mantra la sua linea: "Se avessi solo la percezione che Berlusconi volesse staccare la spina, sarei il primo a ritirarmi. Ma non è così" e quindi "io non rinuncio, io rilancio" e "ho chiesto a Berlusconi di sparigliare la situazione, cambiare le carte", ha scritto su Twitter. "Quando i cittadini si rendono conto di chi sono e della mia esperienza mi dicono di non mollare".

Caivano (Na): Intervista al Consigliere comunale (PD) Arch. Luigi Sirico

Caivano (Na): Intervista al Consigliere comunale (PD) Architetto Luigi Sirico


di Gaetano Daniele


Architetto Luigi Sirico
Assessore Opere Pubbliche
Consigliere comunale

Architetto Sirico, lei è consigliere comunale a Caivano, da circa una settimana è stato nominato assessore ai Lavori Pubblici nel Comune di Afragola, perchè ha accettato e quali sono i suoi obiettivi?

Afragola è una città importante, non solo per numero di abitanti, ma soprattutto per il ruolo che potrà svolgere nell’ambito della città metropolitana di Napoli. Le infrastrutture pubbliche previste potranno determinare positivamente il destino di tutta la vasta area a nord di Napoli. Anche per questo il mio impegno sarà massimo e senza riserve. Con altrettanto zelo e passione continua il mio impegno istituzionale di consigliere comunale di Caivano. Non ho mai pensato di poter tradire la fiducia di coloro i quali mi hanno votato. Continuo a lavorare con immutata continuità, contando sulle mie modeste conoscenze e sulla ben più grande passione civile.

Architetto Sirico, Opere Pubbliche, cosa manca invece a Caivano?

Una visione strategica. Una idea di sviluppo. Fare opere pubbliche non è in se buono. Si possono fare anche opere inutili o addirittura dannose per l’ambiente e per i cittadini. Le buone opere sono quelle che soddisfano un bisogno reale dei cittadini, che siano sostenibili economicamente anche nel futuro, dal punto di vista gestionale e che soprattutto siano inquadrate in un orizzonte più vasto di trasformazione coerente e razionale della città. Io ho tentato negli ultimi mesi di dirottare l’attenzione politica dalle chiacchiere alla riflessione dell’idea di futuro che abbiamo di Caivano. Nell’ultimo consiglio comunale abbiamo discusso del nuovo PUC  (per intenderci il piano regolatore generale) e del piano di sviluppo commerciale, sulla base di un ordine del giorno scritto da me (basta dare uno sguardo anche distratto agli atti ufficiali del Consiglio Comunale). Nel prossimo consiglio comunale discuteremo della variante est, cioè del progetto di una nuova strada verso Acerra che consenta di liberare il corso dal traffico pesante, collegandoci direttamente all’asse mediano e di costruire in questo modo un nuovo asse attrezzato verso est. La proposta è firmata da me. Più in concreto dovremmo completare la scuola di via Rosselli, dovremmo pensare ad una nuova casa comunale e ad un nuovo stadio, trasformando l’esistente in un grande parco urbano. Ma soprattutto dovremmo riprendere una stagione di cura e manutenzione adeguata della città e uscire dalla logica emergenziale delle somme urgenze, che tanto danno fanno alla città e alle sue finanze. Il resto come al solito sono chiacchiere…