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venerdì 23 gennaio 2015

De Benedetti è già stufo di Renzi Ecco dove sposta la residenza fiscale

De Benedetti sposta la residenza in Svizzera





Avanti e indietro. Carlo De benedetti continua la sua spola tra l'Italia e la Svizzera, Paese del quale ha la cittadinanza dal 2009.  Come riporta il sito di news e gossip Dagospia, il presidente del gruppo Espresso ha sempre considerato la Confederazione elvetica come una seconda patria: da quindici anni ha  casa a Sankt Moritz e in varie occasioni ha raccontato che la Confederazione gli ha "salvato la vita" due volte. La prima da ragazzino, durante le persecuzioni razziali contro gli ebrei, e la seconda volta durante gli anni del terrorismo e dei rapimenti.Sorgenio è tornato svizzero, a sorpresa. Nel 2010 era ritornato “italiano”, anche a seguito di varie polemiche, prenendo la residenza a Dogliani in Piemonte. Ora il nuovo dietrofront all'alba degli ottant’anni.

Angela Merkel sbarca a Firenze Renzi la "invita" a cena e c'è un regalo...

Firenze, vertice bilaterale Renzi-Merkel





Angela Merkel sbarca a Firenze per un incontro diplomatico bilaterale con Matteo Renzi. La Cancelliera alle 19,50, così come previsto dal rigido cerimoniale, Merkel sarà prima accolta dalle bandiere tedesche di via Calzaiuoli e poi sull’arengario di Palazzo Vecchio, dove allo squillo delle chiarine ci saranno l’ex sindaco Renzi, il suo successore Dario Nardella e, forse, il governatore Enrico Rossi. Sarà proprio Palazzo Vecchio ad offrire alla Merkel il primo dono della sua 24 ore fiorentina: si tratta di un prezioso vaso in vetro, molato dalle mani esperte degli artigiani della Locchi, storica bottega radicata in Oltrarno da sempre. 

La cena - La delegazione poi salirà nella Sala dei Gigli per la cena ufficiale: oltre a Renzi e Merkel ci saranno infatti solo altre 12 persone, tra tecnici e diplomatici. I vini saranno toscani, scelti però da Palazzo Chigi. Due ore di cena, per poi tuffarsi agli Uffizi per una visita notturna, passando direttamente dal cavalcavia della Ninna, che unisce Palazzo Vecchio alla Galleria, per uscire in piazza Pitti dopo aver visitato il Corridoio Vasariano, accompagnati dal direttore Antonio Natali.

Il vertice - Il vertice diplomatico si terrà venerdì mattina nell’Accademia di Belle Arti, dopo una visita al David. Ingenti le misure di sicurezza, decise dal questore Raffaele Micillo: saranno decine e decine i poliziotti e i carabinieri impegnati, comprese 4 squadre di tiratori scelti appostate sui tetti (più una a completa disposizione della Digos, a cui è affidato ogni aspetto dell’evento). Un dispositivo ritenuto sufficiente a sorvegliare la passeggiata a piedi che Renzi, passando dalla "sua" piazza Duomo pedonalizzata, spera di fare al fianco di Merkel per raggiungere la Galleria dell’Accademia. 

Un finto Papa telefona al prete pedofilo: "Ai bambini cosa hai fatto?". E lui: "Santità, io...".

Un finto Papa telefona al prete pedofilo: "Santità, sono umiliatissimo"





“Al convegno di Milano sono stato invitato da una famiglia, amici di Costanza Miriano”. Così don Mauro Inzoli, l’ex parroco di Crema condannato dal Vaticano per abusi sessuali, durante uno scherzo telefonico realizzato da La Zanzara su Radio 24. Un finto Papa Francesco chiama a casa don Mauro Inzoli e gli chiede conto della sua partecipazione al convegno di Milano sulla famiglia tradizionale. “Ho letto quello che è successo al convegno. Questo mette a repentaglio la Chiesa, ma voglio sentire la tua versione”, dice il finto Bergoglio. “Santità - risponde emozionato don Inzoli - la mia versione è semplicissima. Sono stato invitato da una famiglia ad andare a questo incontro. Sono andato ed è stato tutto molto semplice e sereno, sono tornato a casa, ero anche contento. Poi due giorni dopo è successo questo, diciamo, problema di comunicazione. Un onorevole di Sel ha visto la mia fotografia e ha detto quello che ha detto. Sono umiliatissimo”. Hai parlato di una famiglia, quale famiglia, chiede il ‘Pontefice’: “Erano amici della Costanza Miriano (giornalista di Rai3, autrice di un libro ‘Sposati e sii sottomessa’ e una delle organizzatrici del convegno, ndr)”. “La Chiesa ha deciso - chiede il finto Papa - ma io voglio sapere: hai fatto qualcosa ai bambini?”. Don Inzoli risponde: “Ma…Santità… lei ha visto e lei lo sa”. A questo punto il Bergoglio della Zanzara insiste: “Voglio sapere la verità, dalla tua voce”. E il parroco: “Santità, Lei ha conosciuto perché ha visto la documentazione e lei lo sa per cui è lei che mi ha…”. Poi la comunicazione si interrompe.

giovedì 22 gennaio 2015

EXPO, GELMINI (FI): Su 1° Maggio CGIL contro Milano

EXPO, GELMINI (FI): Su 1° Maggio Cgil contro Milano 

di Gaetano Daniele 


Maria Stella Gelmini
Coordinatrice Forza Italia (Lombardia)

"L'indicazione arrivata ai lavoratori del Teatro alla Scala di astenersi dal lavoro il 1° maggio, giorno dell'apertura di Expo, è qualcosa di più di un atto sindacale: è un manifesto di arretratezza culturale, storica, sociale. Qualcosa che misura la distanza tra la sinistra riformista e quella ottocentesca. Così la Coordinatrice di Forza Italia, Lombardia, Maria Stella Gelmini al nostro blog, il Notiziario. 

E nota: L'invito a disertare lo spettacolo scaligero di inaugurazione dell'Expo denuncia l'incapacità completa di leggere il presente, e l'assenza di una gerarchia di priorità per il Paese. Si difende il rito del 1° maggio, e il proprio interesse di rappresentanza, contro un evento straordinario di cultura e contro l'interesse di tutti: di Milano, del Paese, degli stessi lavoratori scaligeri. 

Cgil Lombardia - Persino la segreteria regionale CGIL Lombardia, - conclude Gelmini - di fronte a tanta miopia, auspica un ripensamento. Dal Sindaco di Milano, che presiede il CDA della Scala, avremmo voluto sentire subito una parola chiara contro questa indicazione. Ci auguriamo che questa parola arrivi, sia pure in ritardo, e malgrado le recenti svolte radicali a sinistra del primo cittadino".

Il clamoroso retroscena su Prodi: "Ecco chi era il capo dei 101 traditori"

Quirinale, Stefano Fassina: "Renzi era il capo dei 101 traditori di Romano Prodi"





"Renzi ha capeggiato i 101 traditori di Romano Prodi nella corsa al Colle". A svelare il retroscena sulla mancata elezione di Mortadella nel 2013 sulla poltrona del Quirinale è Stefano Fassina. A meno di dieci giorni dall'elezione del nuovo capo dello Stato uno dei leader della minoranza dem "regola i conti" col premier. "A differenza di quelli che oggi chiedono disciplina e due anni fa hanno capeggiato i 101, noi siamo persone serie. Nessuno deve temere da noi i franchi tiratori", risponde Stefano Fassina a Montecitorio. E a chi gli chiede se Matteo Renzi ha capeggiato i 101, Fassina risponde: "Non è un segreto". A Fassina risponde Guerini: "Quelle che ha detto sono solo sciocchezze". Poi l'ex viceministro parla anche dell'alleanza tra Berlusconi e Renzi sull'Italicum e sul patto del Nazareno: "Il patto stretto che Renzi ha fatto da tempo con Berlusconi - continua Fassina ai microfoni di Radio Città Futura -, ignorando i contributi che arrivano dalla minoranza del Pd, si è trasformato nel partito unico del Nazareno, Renzi ha scambiato con Berlusconi la possibilità di avere i nominati, con il premio alla lista".

L'alleanza col Cav - Purtroppo, aggiunge il deputato del Pd, "Berlusconi agisce come imprenditore e non come leader politico, altrimenti non avrebbe accettato il premio alla lista che penalizza il centrodestra che così non vincerà più, dovendosi dividere tra Lega e Forza Italia. Gli unici che pagano questo patto sono i cittadini, che si vedono ancora una volta sottratta la possibilità di scegliere chi li rappresenta e lo paga la nostra Costituzione, con un Parlamento molto meno autonomo".

La mossa - Fassina poi annuncia che non tutti nel Pd voteranno la riforma della legge elettorale: "Credo che ci saranno dei comportamenti differenti sull'Italicum al Senato: una parte del Pd non voterà la legge elettorale". "Sono consapevole - spiega - della gravità politica dello scenario, ma temo che sbaglieremmo a non prendere atto della realtà dei fatti, ovvero del partito del nazareno. Comunque rimaniamo impegnati a condividere con tutto il pd il criterio fondamentale per l'elezione del nuovo presidente della repubblica, cioè l'autonomia dall'esecutivo e la capacità di garantire l'autonomia del parlamento".

Si alza ancora l'allarme terrorismo arrestato un albanese, atroce sospetto

Terrorismo, fermato un albanese: nel pc le foto col kalashnikov





Un albanese di 30 anni è stato bloccato e fermato dalla polizia all'aeroporto di Catania: era in possesso di documenti falsi. Dai controlli antiterrorismo è emerso che era già stato denunciato il 13 gennaio a Malpensa perché trovato anche in quell'occasione in possesso di documenti falsi con i quali voleva salire a bordo di un aereo per Londra.

Non solo. L'albanese aveva una pen drive in cui erano salvate alcune foto di lui con un'altra persona mentre tenevano dei kalashnikov. La pen drive è stata trovata dagli uomini della polizia di frontiera dell'aeroporto durante la perquisizione. Trovati anche altri file con documenti di varie nazionalità.

Salerno, De Luca (area Pd) condannato ad un anno per abuso d'ufficio

Salerno, De Luca condannato ad un anno per abuso d'ufficio





Ieri, 21 gennaio, Vincenzo De Luca sindaco della città di Salerno, è stato condannato ad un anno di reclusione per abuso d'ufficio nella realizzazione del termovalorizzatore della sua città. La sentenza di primo grado inoltre, lo ha interdetto per un anno dai pubblici uffici, anche se i giudici hanno concesso la sospensione della pena. La decisione del Tribunale di Salerno, nonostante lo sconto di pena a fronte dei tre anni richiesti dai pm, rischia di far saltare i progetti futuri del sindaco che è il candidato alle primarie Pd per la Regione Campania. 

Sondaggio pazzesco: Salvini doppia FI, Renzi nel mirino

Il sondaggio Coesis Research: la Lega Nord al 25%





Una Lega Nord al 25%, cioè secondo partito del Paese. Potrebbe essere questa la pazzesca conseguenza del rinnovato patto del Nazareno, quello da cui usciranno la nuova legge elettorale e la scelta del prossimo capo dello Stato. A dirlo il sondaggista Alessandro Amadori, numero uno di Coesis Research, intervistato dal sito affaritaliani.it. A pagare, in termini di consenso, sarebbero proprio i due partiti protagonisti del Nazareno: Forza Italia e Partito democratico: "Forza Italia ha già perso moltissimi voti ed è attualmente al 12,5%. Con questa mossa dell'ex Cavaliere potrebbe perdere altri 200mila voti e scendere al 12%. Quello è lo zoccolo dura che seguirebbe Berlusconi ovunque e comunque. Qualunque cosa faccia" spiega Amadori ad affaritaliani.it. Ma le cose andrebbero ancora peggio a Matteo Renzi e soci, già ben lontani da quel trionfale 41% ottenuto nel maggio 2014 alle elezioni europee. Attualmente, secondo le rilevazioni di Coesis, se si votasse oggi il Pd  si attesterebbe intorno al 36% delle preferenze. "Ma nei prossimi mesi - dice Amadori - è probabile un'ulteriore discesa fino al 33%".

Chi festeggia, e ormai sta diventando un'abitudine, è la Lega di Matteo Salvini che già oggi viaggia sul 15%, sempre secondo Coesis. "Nei prossimi mesi, a medio termine, la somma del Carroccio e del nuovo movimento per il Centro-Sud arriverà a toccare facilmente il 20%. E in prospettiva, anche se non è facile, Salvini può raggiungere il 25%" spara Amadori. Voti che il partito padano strapperebbe in parte ai concorrenti di centrodestra, ma anche al Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, che il numero uno di Coesis descrive ad affaritaliani.it come "una ghiacciaia", perché da tempo ormai il suo consenso appare congelato tra il 15 e il 20%. Amadori ritiene "improbabile un incremento. Anzi, nel medio termine è facile una discesa fino al 15% per poi col tempo tornare al valore 'normale' del 10%".

Ferrara abdica prima di Berlusconi: "Lascio la direzione del Foglio", ecco chi prenderà il posto dell'elefantino

Giuliano Ferrara: lascio la direzione del Foglio





La notizia-bomba arriva alla fine dellla sua lunga chiacchierata con Daria Bignardi a Le invasioni barbariche su La7: Giuliano Ferrara, a breve, lascerà la direzione de Il Foglio, il quotidiano che guida dal 1996, anno in cui lo fondò. A succedergli sarà Claudio Cerasa. Il passaggio non avverrà, come ha ammesso lo stesso Elefantino, nell'immediato, ma comunque "presto". L'ex ministro del primo governo Berlusconi non ha fornito particolari motivazioni per il suo addio: "L'anno prossimo fanno trent'anni che sono lì, non esiste che io vada avanti ancora" ha spiegato, lasciando basiti tanto la conduttrice quanto il pubblico in studio.

Influenza, il peggio deve ancora arrivare: ecco le regioni più colpite dal virus

Influenza, mezzo milione d'italiani a letto





Sono mezzo milione, gli italiani a letto con l'influenza. esattamente 519mila, secondo le stime dell'Istituto superiore di Sanità nella settimana tra il 12 e il 18 gennaio. Ma il picco, relativo all'incidenza dei malati sul totale degli italiani, non è ancora arrivato. "Non è detto che questa sia la settimana clou della stagione influenzale. I casi potrebbero  ancora aumentare, di solito la parte più alta della curva si  raggiunge a inizio febbraio, per cui ci stiamo avvicinando, i casi sono ancora in aumento" spiega Gianni Rezza,  direttore del Dipartimento malattie infettive dell’Iss, commentando i nuovi dati Influnet.

Da notare anche il tipo di virus predominante: "Dai dati - evidenzia Rezza - emerge che sta circolando molto l’H1N1, di più rispetto  all’H3N2. Sotto certi aspetti questo è positivo perché H1N1 è un virus molto stabile e perfettamente uguale a quello incluso nel vaccino,  mentre H3N2 potrebbe porre qualche problema in più". In sintesi, «c’è una  doppia circolazione importante, e questa stagione risulta un pò più  attiva rispetto agli ultimi 2 anni. Ma per ora siamo nella norma delle influenze stagionali".

Dall’inizio  della sorveglianza, i casi totali sono stati circa 1.911.000. Nelle due fasce di età pediatrica il numero dei contagi  è raddoppiato. Nella fascia di  età 0-4 anni l’incidenza è di 22,95 casi per mille assistiti, mentre  nella fascia 5-14 anni è pari a 13,15 per mille. Tra i 15-64enni si  registrano 7,88 casi per mille, mentre fra i 65enni e oltre 3,65  casi/mille. Marche, Campania, Provincia autonoma di Trento ed Emilia-Romagna sono  le regioni più colpite.

Il giallo della chat di Greta e Vanessa con il loro migliore amico siriano

Il mistero della chat del migliore amico siriano di Greta e Vanessa





Il nome con cui si è registrato sui social network è di pura fantasia: Maxemiliano Maximo. Di lui si sa che viene dalla città siriana di Homs e che sulla rete di conversazioni chat di Paltalk, la più utilizzata dal mondo arabo, si fa chiamare “Abu Victor Shamia”. Da tempo è probabilmente il migliore amico siriano di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, le due volontarie il cui rapimento si è felicemente concluso grazie al probabile pagamento di un riscatto versato dal governo italiano a un gruppo aderente ad Al Qaeda. Nella rete è restata traccia delle sue conversazioni con le ragazze, di cui c’è evidenza fotografica insieme a molti post-preghiera in ricordo dei “martiri” di Homs. Lo stesso profilo FB di Abu Victor Shamia riporta come immagine identificativa un biglietto commovente scrittogli in inglese a caratteri stampatello un momento difficile da Greta. Come ha spiegato a un amico arabo che gliene chiedeva l’origine, lei lo consolava: “Soffrendo molto, Dio ci ama più di quel che ci immaginiamo. Diffondi amore, dai pace. Il meglio deve ancora venire, riceverai grandi cose. Non sentirti solo, perchè Dio è qui. E anche io sono qui”.

A consolare il ragazzo siriano aveva pensato anche Vanessa. Lui ha postato una conversazione chat avuta con lei su FB. Anche in questo caso per l’amico siriano ci sono parole tenere. Vanessa gli dice di non potere “paragonare le mie sofferenze alle tue. Ma voglio solo farti sapere che c’è gente come me che vorrebbe realmente prendere metà del tuo dolore e condividerlo, soffrire insieme ed essere forti insieme, perchè la gente siriana è come la mia famiglia e ora ho gli occhi pieni di lacrime mentre scrivo…”. Nella foto postata è indicato solo l’ora di trasmissione del messaggio di Vanessa: le 23 e 43, e l’indicazione della provenienza della chat: era un messaggio personale su facebook. L’amico siriano però l’ha postato il 9 novembre scorso, quando da più di tre mesi Vanessa era nelle mani dei rapitori. Il post ha subito attirato l’attenzione di altri amici siriani delle due ragazze, desiderosi di sapere la data di quel messaggio: proveniva dalla prigionia? Era a quelle sofferenze che si riferiva Vanessa? E se no, perchè renderlo pubblico in quel momento, a tante settimane dal rapimento? Abu Victor Shamia agli amici non ha risposto. Ma dopo che mercoledì 21 gennaio sul quotidiano Libero sono stati citati sia il biglietto di Greta che la chat di Vanessa, ha ripulito il suo profilo FB. La foto del biglietto di Greta è stata sostituita da una con un tulipano arancione. La chat con Vanessa e le reazioni degli amici sono state in fretta furia cancellate dal profilo alle 10 del mattino. Quando probabilmente qualcuno dall’Italia lo ha avvisato. Il mistero così è ancora più grande.

mercoledì 21 gennaio 2015

GRETA E VANESSA, COMI: Non rimanere ancorati al passato, guardiamo avanti: Ue proibisca pagamenti riscatto ostaggi

GRETA E VANESSA, COMI: Non rimanere ancorati al passato, guardiamo avanti: Ue proibisca pagamenti riscatto ostaggi


di Gaetano Daniele


On. Lara Comi
Europarlamentare Gruppo Ppe 

 "La liberazione delle due giovani cooperanti italiane deve essere l'occasione per uno scatto in avanti nella legislazione europea. E' inutile continuare a rivangare il passato, guardiamo avanti e troviamo soluzioni efficaci. Così l'europarlamentare Lara Comi al nostro blog, il Notiziario, in merito alla liberazione di Greta e Vanessa. E nota: A questo scopo, come europarlamentare, ho presentato un'interrogazione per introdurre norme europee specifiche in materia di proibizione del pagamento del riscatto per la liberazione degli ostaggi. 

Ostaggi - La presa degli ostaggi è proibita dal diritto internazionale umanitario, ma nulla è previsto per vietare il  pagamento del riscatto che rischia di costituire una fonte di finanziamento dei gruppi terroristici e di accrescere la probabilità che altre persone vengano rapite, facendo così scattare  un circolo vizioso. Il Consiglio, nelle sue conclusioni del 23 giugno 2014, si era espresso dichiarando di respingere "in modo inequivocabile il pagamento di riscatti e concessioni politiche ai terroristi". Nonostante ciò, la decisione di pagare o meno il riscatto rimane in capo a ciascun Governo, non sempre condivisa da altri Paesi. 

E conclude - Ho quindi chiesto all'Alto Rappresentante se non ritenga opportuno adottare una linea condivisa a livello europeo contro il pagamento del riscatto e quali misure e azioni concrete intenda adottare sulla base di quanto dichiarato nelle conclusioni del Consiglio dello scorso 23 giugno. Inoltre ho chiesto di proporre in sede di Nazioni Unite un Protocollo aggiuntivo alla Convenzione del 1979 contro la presa d'ostaggi che disciplini in modo chiaro ed esaustivo la proibizione del pagamento del riscatto."

In aula l'oscenità del Senatore: "cita" Papa Francesco, poi l'insulto

Italicum, Vincenzo D'Anna (Gal) alla maggioranza: "Vi siete piegati così tanto che vi si vede il c...".





Dopo una feroce battaglia, dopo gli strappi che si sono consumati tanto nel Pd quanto in Forza Italia, l'aula del Senato ha dato il via libera all'emendamento Esposito, il cosiddetto "super-canguro" che di fatto taglia tutte le altre proposte di modifica all'Italicum. Il via libera è arrivato con 175 sì, 110 no e due astenuti. I senatori azzurri hanno votato sì, e senza il loro ok il governo di Matteo Renzi sarebbe andato sotto. Renzi salvato dal Cav, dunque. E che sarebbe andata a finire così lo si era capito già dopo l'incontro tra i due leader, durante il quale avrebbero sottoscritto un nuovo patto di governo.

Frase incriminata - Ma più che del voto, al Senato, ora si discute dell'intervento di Vincenzo D'Anna di Grandi Autonomie e Libertà (Gal). D'Anna è indicato da molti come il punto di riferimento di Raffaele Fitto in Campania, lo stesso Fitto che è a capo dei frondisti di Forza Italia che si oppongono all'accordo con Renzi e si opponevano al "sì" al maxi-emendamento (soltanto ieri, Fitto ha affermato che Berlusconi sta "suicidando Forza Italia"). Non è un caso, dunque, che D'Anna in aula si sia prodotto in una frase ai limiti dell'irriferibile. Si rivolge alla maggioranza, il senatore. Punta il dito e accusa: "Vi siete tanto inchinati che vi si vede il c...".

Le spiegazioni - Dopo la sparata, la vice-presidente del Senato Linda Lanzillotta lo prega di "usare un linguaggio più consono". Ma D'Anna non demorde, e ricorda che il "c..." è un termine anatomico. E la Lanzillotta: "Ci sono vari modi per indicare la stessa parte del corpo". Ma D'Anna non demorde: "L'ha usato il Papa, credo sia consono". Il senatore si riferisce alla frase del Papa, che disse - di fronte a un tentativo di corruzione - di dare un calcio "dove non batte il sole". Altre parole, insomma, ma D'Anna non demorde, e poi ricorda che in fin dei conti esiste anche la "forma idiomatica faccia da culo".

Le reazioni - Una frase - volgare - in cui si condensa tutta la contrarietà del senatore - e di ampie fette di Forza Italia e Pd - all'Italicum delineato dall'emendamento Esposito. Da par suo, Renzi risponde dal Forum di Davos, in Svizzera, dal quale manifesta la propria soddisfazione per la riforma elettorale in dirittura d'arrivo: "Con l'Italicum anche in Italia abbiamo la possibilità di scegliere un leader per cinque anni. Il mio governo ha di fronte tre anni. Penso ce dobbiamo creare le condizioni per guidare il Paese per il tempo previsto e che non ci siano continui cambiamenti di governo". Per Forza Italia ha parlato il capogruppo Paolo Romani, che si è detto soddisfatto per la (presunta) ritrovata unità del centrodestra.

Autogrill, la rivoluzione anti-crisi: come cambia la tua sosta in autostrada

Autogrill, la rivoluzione causa crisi: come cambia la pausa in autostrada





Autogrill, il business della ristorazione in autostrada, ha sempre rappresentato per anni un'occupazione stabile e tranquilla per moltissime persone, non solo in Italia ma anche all'estero. Il gruppo infatti è attivo in 30 paesi e conta 56mila dipendenti in tutto il mondo. Negli ultimi anni le cose sono iniziate a cambiare: in Italia a causa della grande crisi i gusti dei consumatori nei confronti di questi servizi hanno iniziato a mutare, e le spese nei momenti di sosta al volante hanno iniziato a diminuire. 

Tempi che cambiano- Una volta il concetto di pasto "on the road" rappresentava una sorta di prolungamento della propria casa: all'Autogrill, insomma, non c'era aletrnativa. Le generazioni più anziane raccontano che un pasto tipico era la morbidella, una sorta di polpettone ricavato da avanzi di salumeria. Oggi i tempi sono cambiati e i picchi di clienti si concentrano solo nelle prime ore della giornata, con i guidatori che si fermano al volo per la colazione o per il pranzo, il tutto accompagnato da una forte insofferenza per le code alle casse che potrebbero essere "modernizzate" con l'ausilio delle nuove tecnologie: card o app legate allo smartphone.

Un nuovo layout- Le difficoltà economiche delle famiglie italiane negli ultimi anni hanno causato una diminuzione del traffico, come detto la gente spende meno e si sposta meno. Questa tendenza  è in notevole aumento e per tenere dritta la barra ad Autogrill non resta che cambiare il suo modello di business. Oggi non basta vendere bibite e panini o un comunissimo caffè con la brioche alla mattina, bisogna fare di più.  Servono degli spazi meno standardizzati in grado di andare incontro alle diverse esigenze dei viaggiatori: postazioni lampo per accedere facilmente ad Internet tramite una rete WiFi, angoli dedicati a chi necessita di lavorare al computer o di scaricare semplicemente la posta elettronica. E' questa quindi la direzione in cui Autogrill si potrebbe muovere per evitare di essere l'ultima eccellente crisi della crisi economica.

Una nuova logica- In quest'ottica è fondamentale che l'approccio utilizzato vada incontro non solo alle singole esigenze dei clienti ma anche a quelle dei dipendenti dell'azienda stessa. Cosa si può fare in questo nuovo processo? Innanzitutto bisogna cercare di ottimizzare il dialogo col cliente, evitando una comunicazione frenetica e standardizzata ma offendo all'acquirente che vuole acquistare solo un caffè, un pacchetto completo creato ad hoc che potrebbe convincerlo ad aggiungere alla sua ordinazione particolari specialità culinarie previste per quel giorno. Inutile però esplicitare il fatto che questa nuova tecnica di marketing non è sempre perseguibile: in alcuni momenti della giornata le code sono troppo lunghe per dedicare ad ogni cliente troppe attenzioni e il dialogo ritorna inevitabilmente ad essere frenetico e limitato. Non è importante solo rivisitare il ruolo e l'approccio col cliente ma è utile ragionare anche in termini di welfare aziendale a vantaggio del dipendente. Autogrill, dunque, si sta già muovendo in questa direzione garantendo ai lavoratori una shopping bag costituita da 80 euro di spesa e una serie di convenzioni mediche legate a visite specialistiche. Questi propositi però sono in fase embrionale e l'azienda ci sta ancora lavorando.

Minzo-soffiata "So il nome di chi vincerà. E' già scritto, al Quirinale..."

Augusto Minzolini: "Il prossimo Capo dello Stato potrebbe essere Ugo De Siervo"






Sono giorni di alta tensione in Parlamento: i partiti giocano il match finale per trovare il nome per il prossimo Capo dello Stato. Una scelta che rischia di ribaltare anche gli equilibri interni di Forza Italia e Pd e che si presta anche al gioco delle fronde. Ma tra i senatori c'è chi ha le idee chiare sul nome che vincerà la sfida per il Quirnale. Tra questi c'è Augusto Minzolini che su Repubblica svela la sua profezia sul Colle: "Al momento il dilemma è tra Casini e Amato e voglio vedere cosa farà Renzi se alla prima o alla seconda votazione spunteranno quaranta o cinquanta schede con il nome di Prodi". E ancora: "Ci saranno ancora morti e feriti, prima che si cominci a votare. Io ho una mia idea, un altro nome. Un uomo che ha un profilo identico a quello di Mattarella, però non è un politico e non lo è mai stato". 

Il nome di De Siervo - A questo punto Minzolini rompe gli indugi e spara: "Il nome è quello di go De Siervo. Voi dovete andare in Toscana. Dovete cercare le radici del renzismo. Dovete tornare a Matulli. Quello è il giro. De Siervo non solo è toscano come Renzi, ma è stato il suo professore. E poi, diciamoci la verità, bisogna vedere se Renzi cede o no. Se cede, si va su Amato. Se non cede, arriveremo a un nome del genere. È un nome che nessuno ci ha fatto. Quello lì è come Nerone. Sospetta di tutti. Quello no, quello neppure, quell’altro neanche. Alla fine chi rimane? Uno come De Siervo". Insomma Minzolini ha già in mente il nome del prossimo Capo dello Stato: "Sarà un giudice costituzionale". Andrà davvero così? L'ex prof di Renzi metterà tutti d'accordo?

Par condicio: dopo la salva-Silvio Matteo adesso lancia la salva-Renzi...

Par condicio: dopo la salva-Silvio Matteo lancia la salva-Renzi





E’ iniziata la nuova era dei supercondoni. Dopo la salva- Silvio Berlusconi tutt’ora inserita nel decreto fiscale approvato il 24 dicembre scorso, Matteo Renzi e il suo Pd ne hanno escogitata un’altra: la salva-Renzi. Questa volta la manina non è del premier (ci mancherebbe), ma di Giorgio Pagliari, senatore Pd che fa il relatore sul ddl delega di riforma della pubblica amministratore. Che ha inserito un un emendamento il principio per un bel condono che sottragga alla Corte dei conti che li aveva messi alla sbarra tutti i sindaci e gli amministratori locali. Compreso appunto lo stesso Renzi.Pagliari ha preparato un emendamento all’articolo 13 che infatti inserisce un comma g-quater con questo principio: “rafforzamento del principio di separazione fra indirizzo politico-amministrativo e gestione e del conseguente regime di responsabilità dei dirigenti, anche attraverso l’esclusiva imputabilità agli stessi della responsabilità amministrativo-contabile per l’attività gestionale”. Di fatto l’immunità di tutti i sindaci e amministratori locali come di tutti gli ex (in primis proprio Renzi che è ancora sotto processo della Corte dei Conti), per scaricare ogni colpa sui dirigenti. Anche quando eseguono solo ordini dei loro superiori. Bella idea, non dissimile da quella del condono su evasione fiscale e frode fiscale.

Marine Le Pen massacra D'Alema: "Comunista, stai ancora a fare politica?". Ecco cosa è successo da Floris

Marine Le Pen massacra D'Alema: "Comunista, stai ancora a fare politica?". Ecco cosa è successo da Floris





Battute e frecciatine al veleno tra Massimo D'Alema e Marine Le Pen, ieri sera, martedì 20 gennaio, a Di Martedì, su La 7. Dopo il discorso di Baffino la leader del Fronte Nationale francese commenta: "Un sermone da un comunista". E lui, polemicamente, chiede a "madame Le Pen" se sia "nostalgica" del periodo bellico. "Senza euro saremmo stati peggio", ricorda D'Alema a proposito della retorica anti moneta unica. Ma lei di nuovo attacca: "Queste cose ce le venivano a dire persone come lei quando è fallito il modello sovietico, per convincerci che il motivo era che ce n'è stato poco". "Non si possono rimettere indietro le lancette della storia", avverte D'Alema che accenna al melting pot americano per difendere la ricchezza delle diversità. A quel punto la Le Pen sbotta: "Ora i comunisti difendono gli Usa. Amen, perché quello che sto sentendo è un sermone non una riflessione politica".

Botta e risposta - "Vede, signora Le Pen", continua D'Alema, "io sono molto critico verso le politiche europee e lavoro per cambiarle ma so che quando passo la frontiera tra Francia e Germania milioni di ragazzi sono morti lì per la libertà. Lei forse ha nostalgia di quel periodo ma io no e io dico che poter passare liberamente quelle frontiere è una grande conquista di civiltà". Anche qui la leader dl Fn ironizza: "Sa qual è la differenza tra di noi? Quella tra chi difende chi ha possibilità di andare per il week end tra Francia e Germania e io che difendo chi, a causa della vostra politica, non può farlo". D'Alema conclude che "il problema in Francia con il mondo islamico non è causato da immigrati ma da cittadini francesi, di una Francia che fu potenza coloniale e occupò altri Paesi". "Ma perché fate politica voi che parlate così?", domanda la Le Pen. 

Feltri scrive al Papa: "Caro Francesco, ecco perché sono orgoglioso di essere un coniglio"

Feltri: "Caro Papa sono orgoglioso di essere un coniglio"





E' orgoglioso di aver fatto quattro figli e di essere stato un papà coniglio, Vittorio Feltri. Che sul Giornale, ha scritto una lettera aperta a Papa Francesco dopo l'invito a una genitorialità responsabile. Feltri, che sottolinea di essere "non credente", si chiede perché per decenni la Chiesa ha tuonato per la procreazione illimitata mentre ora invita al controllo delle nascite. "L'insegnamento è stato valido per lustri. Ora, invece, è stato abrogato da Bergoglio, quantomeno corretto", "Marito e moglie non sono conigli, si limitino a dare alla luce tre figli (al massimo) in modo che essi siano all'altezza di mantenerli ed educarli come Dio comanda. Si vede che Dio ha cambiato idea".

Poi Feltri parla della sua esperienza di padre e di nonno: "Quattro figli, pur con l'attenuante di due gemelle, è un bel numero. Non è stato facile crescerli ma neppure troppo difficile. Ce l'abbiamo fatta e non ho un brutto ricordo" di quando "erano monelli". Continua: "E' vero, meno bebè, meno grane, in linea di massima. Ma è anche vero che una prole numerosa si autogestisce. I ragazzini si aiutano tra loro, formano una sorta di clan, e la famiglia va avanti". E a Papa Francesco, conclude Feltri, "che non ha avuto marmocchi, dico con stima: non sa cosa si è perso".

Le cifre da record delle pensioni dei giudici che ci levano la pensione

Corte Costituzionale, quanto prendono di pensione i giudici che ci tolgono la pensione





No al referendum. Un deciso "niet", quello dei Giudici della Corte Costituzionale, che hanno bocciato l'iniziativa promossa dalla Lega Nord per eliminare la riforma Fornero e restituire agli italiani quegli anni di pensione che hanno perso da un giorno all'altro (senza neppure citare il dramma degli esodati). La Consulta, insomma, conferma il furto ai pensionati. E' curioso allora andare a vedere quanto prendono loro, i giudici della Consulta, una volta raggiunta la pensione.

Cifre-monstre - A disposizione ci sono i dati del 2013. Dati che parlano da soli. Per quell'anno la Corte Costituzionale aveva previsto di pagare ai suoi ex giudici e loro superstiti 5,8 milioni di pensione. A quell'epoca c'erano 20 giudici precettori di pensione e 9 superstiti. Impressionante la cifra media, pari a 200mila euro all'anno per ogni singolo pensionato. Cifre che spiegano perché la consulta bocciò il (minimo) taglio alle loro pensioni d'oro proposto dal governo Monti. C'erano poi, ovvio, le spese totali per le pensioni di ex dipendenti e superstiti, pari a 13,5 milioni. In totale, vi erano 120 ex dipendenti e 78 superstiti precettori di pensioni, che avevano diritto ad uno stipendio medio di 68mila euro.

Gli stipendi - Un accenno, infine, anche alle retribuzioni delle toghe della Consulta. La retribuzione lorda del presidente è pari a 549.407 euro annui, mentre quella di un "semplice" giudice è pari a 457.839 euro. Come ricordava lavoce.info, un confronto con ciò che accade negli altri paesi è doveroso: in Gran Bretagna la retribuzione media è pari a 217mila euro, in Canada a 234mila euro, negli Usa, invece, siamo a 173mila euro per il presidente contro i 166mila euro dei giudici.

martedì 20 gennaio 2015

Lo schiaffo dei giudici a Salvini "La legge Fornero non si tocca"

La Corte costituzionale: "No al referendum che cancella la Fornero"





No dei giudici costituzionali al referendum promosso dalla Lega per cancellare la legge Fornero di riforma delle pensioni. Per la Corte è inammissibile. "La Corte costituzionale, nell'odierna camera di consiglio - si legge in una nota di Palazzo della Consulta - ha dichiarato inammissibile la richiesta di referendum relativa all'articolo 24 (Disposizioni in materia di trattamenti pensionistici) del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201 (Disposizioni urgenti per la crescita, l’equità e il consolidamento dei conti pubblici), convertito in legge, con modificazioni, dall'articolo 1, comma 1, della legge 22 dicembre 2011, n. 214, nel testo risultante per effetto di modificazioni e integrazioni successive". La sentenza, con le motivazioni della decisione, sarà depositata "entro i termini previsti dalla legge". 

Lo sfogo - Questo referendum era un cavallo di battaglia di Matteo Salvini che ora molto amareggiato commenta a Radio Padania: "Questa Italia mi fa schifo", si sfoga, "questa è una infamata nei confronti di milioni di italiani. È uno Stato di m... che ha dei giornalisti di m..." che non hanno dato risalto all'iniziativa. E tornando sulla bocciatura del referendum ha continuato: "Era l'unico cambiamento vero per la gente, ma questa è stata fottuta. Giornata del ca..., governo del ca... Spero che l'Italia si svegli. In Italia un cavillo lo trovi sempre. E' un furto, una beffa per milioni di italiani che speravano di non dover morire sul lavoro. Il popolo non conta un ca..., se non ti chiami Matteo Renzi non conti nulla". Ora, continua Salvini, "vediamo quali saranno le scuse formali" della Consulta.

L'interessata - Gongola invece Elsa Fornero. Per l'autrice della riforma la Corte Costituzionale "avrà avuto le sue buone ragioni. Ritengo questa decisione positiva per il Paese". E ha aggiunto l'ex ministro del Lavoro: "Ora il Parlamento se vuole esamini la riforma con pacatezza e lungimiranza".

Giubbotti arancioni per gli immigrati Ordinanza clamorosa del sindaco Pd

Giubbotti arancioni per gli immigrati, l'ordinanza del sindaco Partito Democratico 





Gli immigrati di colore che si spostano di sera o di pomeriggio devono indossare un giubbotto catarifrangente. L'ordinanza del sindaco di Flumeri, in provincia di Avellino, Angelo Lanza, del Pd, ha scatenato un putiferio. E se il primo cittadino si difende ("lo faccio per il loro bene", "ci sono troppi incidenti lungo la ex Statale 91"), la Cgil lo accusa di discriminazione e razzismo.

Il provvedimento - Lungo quella strada sorge infatti un centro per immigrati che richiedono asilo. "Non mi ha mai sfiorato l’idea di mettere in atto un provvedimento discriminatorio: l'ordinanza che ho firmato ha il solo obiettivo di evitare il ripetersi di incidenti sempre più frequenti su quella strada, alcuni dei quali anche recentemente hanno fatto registrare tragiche conseguenze" ha spiegato Lanza. L'ordinanza, riporta il Corriere del Mezzogiorno, è stato notificata alla cooperativa locale che assiste gli extracomunitari, tutti giovani provenienti da paesi africani: "Da tempo avevo chiesto alla cooperativa di farsi carico della sicurezza dei nostri ospiti e di quella degli automobilisti, ma le sollecitazioni verbali sono cadute nel vuoto". Per questo è dovuto intervenire.

Non per tutti - Ma il provvedimento - e questo è il punto - è indirizzato solo agli extracomunitari e non agli altri cittadini di Flumeri. Il sindaco Lanza si giustifica: "Non essendo italiani non conoscono il codice della strada che, anche per i miei concittadini, impone una serie di precauzioni, come quella appunto di rendersi visibili agli automobilisti soprattutto se da pedoni percorrono una strada poco illuminata".

Renzi, piano kamikaze: se esplodo io salta pure il Pd

Il piano kamikaze di Renzi: con me faccio esplodere tutto il Pd





E' amareggiato Matteo Renzi, la minoranza del Pd "punta a votare una legge elettorale contro di me e contro il partito. Mi vogliono accoltellare, ma attenzione: devono prendermi. Se sbagliano il bersaglio poi sono loro ad avere un problema". Perché se l'Italicum si ferma o viene stravolto facendo quindi saltare il patto del nazareno allora però "si va a votare. Anche con il Consultellum". Sul tavolo, scrive Repubblica, c'è la minaccia del voto anticipato: "La minoranza organizza un blitz con Salvini, Minzolini, Grillo e Vendola. Questo è il menù del Senato. Incredibile no? Per non votare un accordo con Berlusconi si mettono con quella compagnia? Vallo a spiegare poi alle feste dell'Unità".

E in effetti sarebbe difficile per i dissidenti giustificare la rottura. Tant'è. Oggi i nodi verranno al pettine: se gli emendamenti non passano, la legge va avanti. Intanto Palazzo Chigi ha preparato le contromisure. Il senatore Stefano Esposito ha presentato un emendamento "suggerito" dal premier che sintetizza i fondamenti dell'Italicum 2.0 e annulla le altre proposte di modifica. Lì si misureranno le forze. "Hanno avuto un sacco di roba - ricorda Renzi. Il ballottaggio, il premio alla lista, le preferenze. Se il Pd vince avrà solo il 30 per cento di nominati. E vogliono il Consultellum ossia il proporzionale? Così sono loro a determinare l'inciucio permanente con Berlusconi ". Hanno "24 ore di tempo per chiarirsi le idee", ricorda il premier. "Io vado avanti e non intendo vivacchiare".

Berlusconi e Alfano, patto Quirinale: "Ecco quale candidato vogliamo..."

Silvio Berlusconi e Angelino Alfano, vertice sul Quirinale: "Un candidato moderato per il centrodestra"





Un "candidato moderato" per il Quirinale. Silvio Berlusconi gioca d'anticipo e incontra in serata Angelino Alfano a Milano per definire una strategia comune in vista della partita del Colle, ormai entrata nel vivo. Contano solo i numeri e il Cav, che non si fida dei renziani quando i giochi si faranno duri la prossima settimana al Parlamento in seduta comune, pensa a una rosa di candidati condivisi con l'ex delfino per sparigliare e costringere Matteo Renzi a scoprire le carte. La mossa, raccontano, sarebbe stata preparata in questi giorni e ufficializzata nel vertice di oggi, che sancisce di fatto la "riconciliazione" tra i due leader, almeno nella battaglia per il Quirinale. "Con Berlusconi abbiamo deciso di unire le forze del Ppe per condividere la scelta di un candidato presidente della Repubblica di area moderata e non del Pd", annuncia Alfano al termine della riunione con l'ex premier in Prefettura e precisa: "Si tratta di una intesa sul metodo", che si tradurrà in un nuovo colloquio "nei prossimi giorni per indicare un nome". 

I "quirinabili" del centrodestra - Forza Italia e Area Popolare, è il ragionamento nel centrodestra, insieme valgono circa 250 grandi elettori e sono determinate a dire la loro per la scelta del successore di Giorgio Napolitano. Se Renzi non scopre il suo nome, allora loro ne presenteranno un altro per costringere il premier a trattare. Già circolano i "quirinabili" di profilo moderato che il presidente di Fi e l'ex segretario del Pdl vaglieranno in questi giorni. Tra questi, Giuliano Amato e Pier Ferdinando Casini. Dalla "rosa" di nomi, probabilmente tre, uscirà quello che meglio potrà garantire tutti: questo è l’obiettivo di Fi e Ncd.

Resa dei conti nel Pd, aria di scissione: ecco i tranelli dei dissidenti a Renzi

Pd, tira aria di scissione. Guerra sull'Italicum, Gotor: "Così non lo votiamo". Matteo Renzi: "Niente ricatti, non siete un partito nel partito"





Prima il salva-Cav, poi il caso Cofferati, infine l'Italicum. Ogni giorno la sinistra del Pd sembra avere a disposizione un'occasione buona per far saltare il banco. In altre parole: fare le scarpe a Matteo Renzi, o comunque metterlo in grave difficoltà. "Non ci svendiamo a Berlusconi", ha tuonato il senatore Miguel Gotor, bersaniano di ferro, durante l'assemblea dei dem a Palazzo Madama. Il tema è quello della legge elettorale: "Berlusconi vuole i capolista bloccati perché tanto, arrivando secondo o terzo, eleggerà deputati solo nominati. Ma questa è una svendita non è una trattativa", è l'accusa di Gotor davanti a Renzi. Logico che, su queste basi, sia molto complicato trovare un'intesa interna. "Senza modifiche l'Italicum non lo votiamo", ha avvertito ancora Gotor a nome della minoranza interna. Renzi, per il momento, resta sulle sue posizioni: "O troviamo un accordo o si va a votare con il Consultellum". La decisione finale, ha confermato il premier, sarà presa "entro mezzogiorno". 

"Non sono sotto ricatto" - "Non siete un partito nel partito", è la risposta brusca di Renzi ai contestatori interni, intorno all'ora di pranzo. Ma Gotor disotterra l'ascia di guerra: "Se non ci saranno novità, in trenta di noi voteranno l'emendamento" sull'Italicum con le proposte della minoranza (preferenze per tutti i candidati nei collegi e riduzione della quota "nominati"). "Critiche ingiuste e ingenerose", ha bollato Renzi le parole di Gotor, ribadendo che il premier cerca "accordi con tutti fino all'ultimo ma non sono sotto ricatto di nessuno". 

Tutti i motivi della frattura - Logico però che la battaglia, potenzialmente devastante, sulla legge elettorale sia il riflesso di una frattura più profonda, che parte dalla vittoria di Renzi alle primarie per la segreteria nell'autunno 2013. Da allora la scalata del baldanzoso Renzi non ha conosciuto freni, sostenuto da spregiudicatezza politica e abile strategia comunicativa. Il trionfo alle Europee di maggio 2014 ha messo a tacere i dissidenti, costringendoli a mettersi il bavaglio. L'autunno caldo, il calo nei sondaggi (l'ultimo, confermato dai dati Ipsos) il fallimento della manovra e delle politiche finanziarie del governo, il pasticcio clamoroso sul decreto fiscale (il "salva-Cav") e il caos delle primarie liguri con Sergio Cofferati che prima denuncia brogli (favorevoli alla renziana Paita) e poi straccia la tessera del Pd, sono le perle di una collana che sta per stracciarsi. Se sarà scissione (magari per seguire proprio Cofferati, "Tsipras italiano" come già definito dai più entusiasti nella sinistra dura e pura, fuori e dentro il Nazareno), si vedrà forse già nelle prossime ore. Di sicuro, se Renzi supererà l'imboscata dell'Italicum, la prossima patata bollente sarà l'elezione del nuovo presidente della Repubblica, come già annunciato minacciosamente da un altro dissidente Doc, Stefano Fassina.

Regioni, tra due mesi il piano choc Addio a Piemonte e... / La mappa

Regioni, tra due mesi parte l'accorpamento





Dite addio alla carta geografica dell'Italia così come la conoscete. Tra due mesi si entrerà nel vivo di una delle riforme più importanti e complesse all'ordine del giorno: quella delle Regioni. Entro sessanta giorni, infatti, il governo riceverà la relazione della Commissione tecnica appena costituita per definire il perimetro della riforma. Nel mirino ci sono regioni del nord e regioni del sud. Se l'idea così com'è stata concepita dai parlamentari Pd Roberto Morassut e Raffaele Ranucci andasse in porto, dovremmo prepararci a dire addio alla cartina dell'Italia così come la conosciamo oggi. Niente più Piemonte, Valle d'Aosta e Liguria: ecco l'Alpina. Arrivederci Marche, Abruzzo e Molise, nella nuova mappa della Penisola ci sarà un'unica grande macchia con il nome di Adriatica. Di fatto scompariranno 8 regioni. Ne resteranno solo 12. 

La nuova mappa - A Nord, l'unica amministrazione a rimanere inalterata sarebbe la Lombardia. Al suo fianco, oltre all'Alpina, nascerebbe il Triveneto, unione di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige. Al centro Italia, l'Emilia guadagnerebbe dalle Marche la provincia di Pesaro e accanto alla già citata Adriatica, nascerebbe l'Appenninica, unione di Toscana, Umbria e provincia di Viterbo. Il Lazio scomparirebbe, diventando un unico grande Distretto di Roma Capitale, lasciando le province meridionali alla neonata regione Tirrenica, insieme alla Campania. Sempre al Sud, la Puglia guadagnerebbe dalla Basilicata - soppressa - la provincia di Matera, trasformandosi in Levante. Mentre la Calabria. Immutate, infine, Sicilia e Sardegna.

Fabrizio Corona scrive a Barbara D'Urso: "Scusami". E Nina Moric sbrocca: pioggia di veleno

Fabrizio Corona scrive a Barbara D'Urso: "Scusami". E Nina Moric s'arrabbia: "E a tuo figlio?"





Da quando suo figlio Fabrizio Corona si trova in carcere, è la madre Gabriella a farne le veci in tutte le trasmissioni. Più volte ospite da Barbara D'Urso, questa volta riporta le parole dell'ex agente fotografico, che tramite un paio di lettere indirizzate alla stessa conduttrice campana, rende noto il suo cambiamento e le chiede scusa; mettendo così fine al lungo litigio tra i due iniziato durante una diretta tv nel 2009 in cui, accusava la presentatrice di essere interessata solo allo share..

La lettera - "Barbara, la conquista della propria identità è una delle cose più difficili dell'esistenza di un essere umano. Solo se si è passati attraverso il dolore, la sofferenza, solo se si ha costruito e distrutto, lavorato, faticato, solo se si è stati esaltati e delusi, se si ha vinto e se si ha perso, solo se si è passati attraverso tutto questo, si riesce a diventare veramente se stessi. Oggi io sono finalmente me stesso. Quel Fabrizio dai più, non conosciuto, spesso da me stesso contrastato e spesso non accettato, non coltivato e soprattutto non amato a dovere...". Questi alcuni estratti della lunga lettera di 2 pagine, scritta da Corona dal carcere di massima sicurezza di Opera; in provincia di Milano. 

La portavoce - Abbandonato da tutti, Fabrizio può contare solo sull'appoggio di pochi familiari, in primis la madre Gabriella che ha ingaggiato una vera campagna di sensibilizzazione, al fine di richiedere una riduzione di pena, i domiciliari ma soprattutto la grazia. Davanti alle telecamere di Canale 5, cerca di convincere gli italiani, i giudici e la D'urso che suo figlio è cambiato, che non merita questa dura condizione che sta vivendo: "La sua bellezza è stata un deterrente. La sua personalità è cominciata a mutare. Ha smarrito la strada quando si è accorto di essere bello. Ora però è un'altra persona. Ha seri disturbi psichici. Soffre di depressione. Abbiamo chiesto i domiciliari. Spero che i giudici siano benevoli. L'ultima proposta è stata rigettata. Non può finire così, non è un criminale". Conclude parlando dei sentimenti che il re (caduto) dei paparazzi nutre per suo figlio Carlos: "Fabrizio è molto arrabbiato, si sfoga e mi parla molto di suo figlio. Ha il dolore di non poter stare con Carlos. L'ha visto e si è ritrovato quasi un ragazzo davanti. E' dura per un padre non vedere il figlio giorno per giorno".

La replica della Moric - Nel vedere la puntata in molti forse si sono fatti intenerire, ma Nina Moric la sua ex compagna e madre di suo figlio, non ci casca e parte subito con la replica via social: "Quanta falsità, sono senza parole...10 pagine scritte per la D'Urso e lettere quotidiane alle persone inutili e nemmeno una lettera per suo figlio in questi due anni... Mantiene 30 famiglie questo santo uomo altruista, ma come mai si è dimenticato di dare 1 euro per suo figlio dal 2007... Pace all'anima sua..". Le parole della showgirl croata, pungenti e cariche di rancore, sono comparse da accompagnamento ad una foto col figlio su instagram. La D’Urso durante la trasmissione aveva infatti precisato che alla prima lettera di due pagine, se ne era poi aggiunta un’altra, molto lunga di 9 pagine in cui descriveva la sua vita da carcerato. 

Papa un altro pugno agli ultra-cattolici "Non dovete fare figli come conigli"

Papa Francesco: "Essere cristiani non significa fare figli come conigli"





Dal pugno a chi offende la mamma al "fare figli come conigli". Papa Francesco regala un'altra immagine che resterà a lungo nella mente dei cattolici, e anche dei laici. Di ritorno dalle Filippine, da dove aveva lanciato un discusso monito a rispondere alle provocazioni, il Santo Padre sull'aereo che lo portava da Milano a Roma ha fatto il punto sulla "paternità responsabile", spiegando ai presenti che "un cristiano non deve fare figli in serie", Come riporta Radio Vaticana sul suo sito, Papa Francesco ha citato l'esempio di Paolo VI: "Lui guardava al neo-Malthusianesimo universale che era in corso. Quel neo-Malthusianesimo che cercava un controllo dell'umanità da parte delle potenze". "Questo non significa che il cristiano deve fare figlie in serie - ha proseguito Francesco -. Io ho rimproverato alcuni mesi fa una donna in una parrocchia perché era incinta dell'ottavo, dopo sette cesarei: Ma lei vuole lasciare orfani sette?. Questo è tentare Dio. Si parla di paternità responsabile". 

I numeri del sondaggio di Mentana Renzi va giù, occhio al sorpassone

Sondaggio Emg per il TgLa7 di Mentana: calano Pd e Matteo Renzi, salgono Berlusconi, Grillo e centrodestra





Il Pd cala, Forza Italia e M5S crescono. E il centrodestra "vede" l'aggancio al centrosinistra. Il sondaggio di Emg Acqua per il TgLa7 di Enrico Mentana conferma il trend negativo per Matteo Renzi nelle ultime settimane. I guai del governo e i pasticci in politica interna (dal salva-Cav alla legge elettorale) ed estera (il caso del presunto riscatto pagato ai jihadisti siriani per la liberazione di Vanessa e Greta, accolto in maniera decisamente negativa da molti italiani) hanno infatti pesato non poco sull'umore degli intervistati. 

Centrodestra, missione aggancio - Il Pd di Renzi è al 35,6%, in calo dello 0,4, mentre alle sue spalle sale il Movimento 5 Stelle al 20,8% (+0,3) e Forza Italia al 14,5% (+0,2). Cala leggermente la Lega Nord (al 14,1%, -0,2), sostanzialmente stabili Ncd-Udc (al 3,6%, +0,1) e Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale (al 3,5%). Il centrodestra, però, guadagna qualcosa sul centrosinistra, sempre considerando un'eventuale intesa tra Berlusconi, Salvini e Alfano: 35,7% (+0,1) contro il 32% di Renzi e Sel di Vendola (che sale al 3,4%, +0,3). 

Renzi in calo di fiducia - Tra i leader, Renzi perde leggermente (-1) e scende al 32%, mentre restano invariate le posizioni dei suoi sfidanti: il leghista Matteo Salvini è secondo con il 22% di fiducia raccolta tra gli intervistati davanti a Silvio Berlusconi (17%), Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia (15%), Bepppe Grillo (14%), Angelino Alfano (12%) e Nichi Vendola (8%). 

La rumena, la trattoria, la figlia 'Imprenditrce' tutti i segreti del papà di Vanessa

La rumena, la trattoria, la figlia 'imprenditrice' tutti i segreti del papà di Vanessa





Salvatore Marzullo, il papà di Vanessa, una delle due cooperanti rapite e rilasciate in Siria dopo che il governo italiano ha pagato un riscatto milionario, nelle ore successive alla liberazione della figlia, ha suscitato un pò di polemica straparlando e sostenendo che la figlia non avrebbe dovuto chiedere scusa a nessuno. Salvatore l’ha spiegato alla stampa durante la festa fatta per Vanessa in quello che era stato raccontato come il “suo ristorante”: la Trattoria Cascina Bolsa a Verdello. Il ristorante in realtà non è suo: è proprio di Vanessa, che prima di partire per la Siria era diventata imprenditrice. Papà Salvatore è così un suo dipendente.La trattoria, in cui Vanessa ha anche servito (a fianco la foto del Capodanno 2013) è infatti controllato da una srl costituita il primo giugno 2012, la New Generation di Pognano, provincia di Bergamo. E della srl l’azionista di maggioranza, con il 51 per cento delle azioni, è proprio la volontaria Vanessa, che così ha già un nuovo mestiere pronto in grado di trattenerla dalla tentazione di tornare in Siria causando altri problemi al governo italiano. La società che controlla la trattoria ha incassato 132.196 euro nel 2013, che era il primo anno di attività, ma gli affari sembrano in crescita, e in qualche modo anche la pubblicità del caso potrà attirare la clientela non solo del paese e dei dintorni. La quota di minoranza della trattoria (il restante 49%) è invece intestata a una donna rumena di una decina di anni più grande di Vanessa. Si chiama Maria Siretchi, e nella foto è insieme proprio al papà di Vanessa. Maria è infatti oltre che socia diventata anche matrigna della cooperante italiana, visto che è la compagna del padre, che da tempo si è separato dalla mamma naturale, Patrizia Virga, che vive a Bergamo. Ogni tanto Maria e Salvatore si esibiscono in cucina dove sfornano alcune specialità del sud Italia (di cui i Marzullo sono originari). La trattoria è discretamente recensita sui social network e organizza in genere eventi a prezzi molto contenuti (per il pranzo menù fisso a 10 euro). Vista la situazione quest’anno, è stata aperta solo per il cenone di Natale, saltando quello di Capodanno. Il 31 dicembre scorso infatti era il compleanno di Vanessa, ancora prigioniera. E nessuno evidentemente nella famiglia originaria come in quella acquisita aveva voglia di festeggiare. Nemmeno per ragioni di lavoro.

lunedì 19 gennaio 2015

Greta e Vanessa, denuncia sui soldi: ora i consumatori chiedono la verità

Il Codacons e l'esposto sulla liberazione di Greta e Vanessa





I consumatori chiedono chiarezza sulla vicenda delle due cooperanti Greta e Vanessa. Il Codacons ha presentato l’annunciato esposto alla Corte dei Conti, l'associazione manifesta grande e legittima soddisfazione per l’avvenuta liberazione delle due ragazze  italiane - si legge nel testo - ma "ritiene al contempo necessario e doveroso che venga accertato se una qualunque fonte di finanziamento pubblico sia stato investito per riportare le due ragazze a casa e in caso affermativo di che importo trattasi". L’associazione critica poi duramente Laura Boldrini per le affermazioni rilasciate sulla liberazione delle due cooperanti. "Si tratta di mero populismo, una demagogia senza fine che riteniamo inaccettabile per un Presidente della Camera" afferma il Codacons.

Accertamento dei fatti - "Non si può non evidenziare - sottolinea il Codacons - come, di fondo, le stesse Greta e Vanessa, nonché l’associazione onlus Rose di Damasco per cui lavoravano le due operatrici lombarde, abbiano potenzialmente esposto loro stesse e l’intero Stato italiano a una situazione di rischio e difficoltà coscientemente con la loro volontaria presenza in un Paese in gravi condizioni in cui imperversa la guerra civile e con una pesante presenza di terrorismo". Il Codacons chiede quindi "di accertare i fatti nel loro reale verificarsi e l’effettiva utilizzazione per fini indispensabili che il legislatore ha posto alla base dell’intero sistema, anche al fine di fare definitiva chiarezza e trasparenza su quanto avvenuto in relazione alla liberazione di Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, accertando, anche attraverso l’ausilio della Guardia di Finanza, se la liberazione delle due cooperanti abbia determinato un danno erariale per le casse dello Stato, sotto forma di riscatti, attraverso  stanziamenti pubblici, o atti di qualsiasi altra natura».

Caos Pd, Renzi minaccia la minoranza: "Attenti, non siete partito nel partito"

Caos Pd, Renzi alla minoranza: "Non siete partito nel partito"





ll premier Matteo Renzi ed il ministro Maria Elena Boschi sono arrivati alla riunione dei senatori convocata per discutere sulla legge elettorale. "La seconda lettura della legge elettorale in Senato dovrebbe essere quella definitiva", ha detto il premier. "Alle primarie per la segreteria del Pd avevamo detto che chi vinceva avrebbe avuto la responsabilità di presentare la legge elettorale al Paese. Dopo la vittoria abbiamo presentato la legge elettorale più vicina al sindaco d'Italia". Renzi ha sottolineato che il modello di legge elettorale che si sta votando è in linea con quanto "promesso alle primarie". "Non ci sono spazi per soluzioni alternative rispetto alla legge che vi ho proposto, ma possiamo prenderci ancora qualche ora alla ricerca di soluzioni tecniche" su temi su cui c'è divisione come quello delle liste bloccate. Così Matteo Renzi nell'assemblea con i senatori Pd. "Vi do disponibilità a discutere fino all'ultimo , rimandiamo l'inizio del voto a domani pomeriggio. Ma domani alle 12 si chiude". "Sia chiaro: io cerco accordi con tutti fino all'ultimo ma non sono sotto ricatto di nessuno". Così, a quanto si apprende, Matteo Renzi si sarebbe rivolto ai senatori Pd nell'assemblea in vista dell'approdo in Aula della legge elettorale. "Caro Gotor, le tue parole di oggi contro di me sono ingiuste e ingenerose. Non si può usare un gruppo minoritario come un partito nel partito", ha affermato Renzi rivolgendosi al senatore bersaniano che guida la protesta contro l'Italicum.