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lunedì 5 giugno 2017

ESCLUSIVA il Notiziario Intervista all'On Enrico Zanetti già Vice Ministro Economia e Finanze

Intervista all'On Enrico Zanetti Segretario Scelta Civica 

 

di Gaetano Daniele


 
On Enrico Zanetti
Segretario Scelta Civica già Vice Ministro Economia e Finanze

 
Ai nostri microfoni, Enrico Zanetti, già Vice Ministro all'Economia e delle Finanze, nel Governo Renzi, e Segretario nazionale di Scelta Civica. Zanetti è stato anche Vicepresidente dell'Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili.

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On. Zanetti, legge elettorale. Stop ai capilista e soglia di sbarramento al 5%, cosa ne pensa?

Penso che sia sbagliato dire che c'è stato lo stop ai capilista. I capilista ci sono ancora e sono anzi a capo di liste interamente bloccate. Certo, è per lo meno un miglioramento aver evitato che abbiano addirittura la precedenza sui vincitori di collegio. In ogni caso, senza il voto disgiunto, come in Germania, il voto al partito prevale sul voto alla persona anche in quell'ambito. Sul 5% mi limito a dire che è l'unico implicito correttivo maggioritario di una legge per il resto totalmente proporzionale. In quanto tale, lo approvo, ma è sbagliato dare correttivi maggioritari con sbarramenti invece che premi di governabilità, come avevamo proposto. Nella sostanza torniamo nell'era del proporzionale puro con l'unica differenza che non avremo partitini come quello liberale, repubblicano e radicale che tanto bene avevano invece fatto alla politica italiana.

On. Zanetti, qual'è la collocazione di Scelta Civica alle prossime elezioni politiche?

È evidente che con uno sbarramento al 5% non è realistico pensare a una lista liberal-democratica autonoma e lo spiegherò anche ai colleghi europei al vertice annuale dei leader dell'Alde che si terrà a Bruxelles il prossimo 22 giugno. Detto questo, Scelta Civica è un partito piccolo, ma non è un partito personale, per cui toccherà alla Direzione Nazionale, già convocata per il 13 giugno, decidere. Per quanto mi riguarda, ho le idee chiarissime su quale sia la scelta da compiere, ma le esporrò in quella sede e prenderò poi atto degli esiti del dibattito interno.

On. Zanetti, terrorismo. Dopo Parigi anche Manchester e Londra. Siamo in Guerra? Qual'è la sua ricetta e soprattutto come si può fronteggiare questo fenomeno?

Siamo peggio che in guerra, perché le guerre cominciano e finiscono, mentre qui siamo di fronte a un fenomeno destinato a durare a tempo indefinito. Le uniche ricette sono una maggiore integrazione europea sia sul fronte della politica interna sulla sicurezza, sia sul fronte della politica estera. Serve più Europa dove non c'è, non meno Europa dove c'è.

On. Zanetti, immigrazione. Si tratta di un'invasione incontrollata oppure va tutto bene? e riallacciandomi alla penultima domanda sul terrorismo, questo abnorme afflusso di immigrati può influire sugli ultimi accadimenti di cronaca?


Non va affatto tutto bene sulle politiche di gestione dell'immigrazione. Direi che questo tema è l'unico sul quale bisogna riconoscere una maggiore efficacia al Governo Gentiloni rispetto al Governo Renzi. Ovviamente il tema non è mettere in discussione che, una volta in mare, le persone vanno salvate, ma riconoscere che si può fare molto, ma molto di più sul fronte della gestione interna dell'accoglienza e della sicurezza. Dopodiché basta leggere i dati dell'ISTAT, che prevedono tra 50 anni un decremento della popolazione residente in Italia anche con flussi migratori di 150mila unità all'anno, per capire quanta strumentalizzazione ci sia sul tema dell'invasione

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