Caso Etruria: quel dispetto della Boschi a Unicredit dopo il rifiuto
Spunta una nuova indiscrezione sull'affaire Boschi-Unicredit. La rivela Il Fatto Quotidiano e riguarda fatti avvenuti dopo che i vertici di Unicredit negarono all'allora ministra Maria Elena Boschi il loro aiuto nel salvataggio di Banca Etruria. Secondo fonti dell'istituto di credito di Ghizzoni riportate dal quotidiano di Travaglio, il comportamento successivo del governo lasciò pensare al management che la decisione di non intervenire su Etruria avesse lasciato strascichi a Palazzo Chigi.
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Cosa successe? Che gli sherpa di Unicredit tentarono più volte dal 2015 di chiedere una norma che consentisse di estendere l'uso delle cosiddette Dta (Deferred tax asset), in sostanza la possibilità che svalutazioni e perdite delle banche si trasformino automaticamente in crediti d'imposta. Ebbene, la cosa fu sempre esclusa da tutti i decreti bancari e anche dalle manovre finanziarie.
Solo un anno e mezzo più tardi, in presenza di un nuovo management bancario e di un nuovo governo a Palazzo Chigi, Unicredit ha incassato almeno in parte quel che chiedeva grazie proprio a un emendamento dell'esecutivo al decreto salva-risparmio. Non esattamente la deregulation sull'uso delle Dta alla quale puntava, ma comunque una norma che permette lo slittamento di un anno del sistema con cui viene aggirato il divieto di aiuti di Stato europeo riguardo alle imposte differite.
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