Cellulite: non solo un inestetismo lo provano nuovi studi e ricerche
intervista di Matilde Scuderi
Pier Antonio Bacci Direttore Centro di documentazione in Flebologia e Patologie Estetiche (Arezzo) |
La cellulite non è solo un inestetismo, è una vera e propria patologia che trova la sua origine in una alterazione delle cellule a sua volta dipendente dall’invecchiamento dell’organismo: con il passare del tempo infatti il livello di ossigeno presente a livello cellulare diminuisce, questo comporta una minore produzione di energia e una maggiore stasi di sostanze tossiche nei tessuti, soprattutto nel tessuto connettivo dove sono presenti cellule staminali dedicate alla funzioni del tessuto adipose, della cute e degli scambi metabolici. Da simili processi derivano reazioni e alterazioni infiammatorie e degenerative, che possono favorire numerose malattie, quali artrosi, lipodistrofia, dolore, alterazione delle varie mucose, sindromi metaboliche (diabete, epatosi e dislipemia), patologie vascolari, tumorali, degenerative cerebrali (Alzheimer, Parkinson, etc). Anche i cosiddetti inestetismi, come rughe, capillari e cedimenti tessutali, sono segni del processo di accumulo di sostanze tossiche sopra descritto, in particolare la cosiddetta cellulite, che è oggi considerate una patologia estetica evolutiva degenerativa del tessuto connettivo e della matrice. Tutte queste alterazioni possono essere in gran parte controllate con periodici momenti di disintossicazione e di depurazione, come una macchina che periodicamente viene lavata e controllata.
“Da sempre tutte le donne pensano di averla - precisa il presidente della Società italiana di medicina estetica (Sime) Emanuele Bartoletti - anche perché le donne chiamano cellulite tutto quello che non amano delle proprie gambe. Quest’anno finalmente sulla cellulite abbiamo presentato i risultati di una serie di ricerche e studi molto approfonditi: finalmente abbiamo fatto un punto preciso, e tratto considerazioni scientifiche importanti sull’inquadramento di questa patologia molto comune, ma su cui ancora non c’è una convergenza di opinione sia da un punto di vista di origine clinica che dal punto di vista del trattamento. Che è la cosa più importante”.
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“Imparare a mantenere sano il nostro corpo è il dovere primario di ciascuno di noi, per prevenire quelle malattie che dovranno essere poi curate, con un danno alla nostra qualità di vita ed un costo per la società. - cosi afferma Pier Antonio Bacci, già professore a contratto di Chirurgia Estetica nell’Università di Siena e direttore del Centro di documentazione in Flebologia e Patologie Estetiche di Arezzo - La medicina moderna mette sempre più in evidenza l'importanza della visita clinica e della diagnosi quanto più precoce, della giusta alimentazione, del movimento e dello stile di vita, con lo studio della postura e stress ossidativo. Soffermandosi soprattutto sui vari momenti di depurazione e di iniziale alterazione dei tessuti. La cellulite è proprio un sintomo che l’organismo utilizza per dire ‘Help me - Aiutami’ perché qualcosa comincia a non funzionare. Sottoporsi periodicamente a un semplice schema deacidificante (cioè un procedimento che aiuta a depurare l’organismo) permette di far respirare gli organi, di restituire ossigeno ed energia alle cellule, riducendo le degenerazioni e le patologie dolorose muscolari e articolari, infine - continua Bacci, storico esperto di cellulite e gambe gonfie - rallentando anche gli inestetismi cellulitici ed i processi d'invecchiamento, per mantenere più a lungo possibile la gioventù del nostro organismo”.
Al Congresso Sime di questo anno lei ha presentato una ricerca su 1200 casi che lo hanno lasciato preoccupato, perché?
“Io vivo oggi una giornata di felicità perché ormai alcuni anni fa pubblicai dei libri dove si ipotizzava la cosiddetta cellulite come alterazione evolutiva del tessuto connettivo e quindi dell’operatività delle nostre cellule staminali. Su queste basi proposi nel 2015 lo schema deacidificante che, basato sul riposo parziale degli organi, avesse la capacità di migliorare le alterazioni dei tessuti e del terreno cellulitico da trattare con tecniche di medicina rigenerativa, come microinnesti connettivali, biostimolanti ed energia luminosa. Quindi rigenerare è la parola d’ordine. Le esperienze di questi anni – continua Bacci - sono state positive ed oggi, importanti ricercatori hanno dimostrato la reale presenza di cellule staminali alterate, conclusioni che rendono omaggio alle mie ipotesi ed alle mie proposte terapeutiche, ma soprattutto rendono omaggio all’intuizione del nostro vero maestro, il compianto professor Carlo Alberto Bartoletti, che già quaranta anni fa ci diceva che la medicina estetica altro non è che un percorso di salute, finalizzato al mantenimento dello stato di benessere e di bellezza del corpo e della mente. Io credo che il messaggio di recupero della gestione della propria salute da parte di ciascuno di noi sia il vero messaggio che noi dobbiamo oggi dare, senza vendere niente perché questo è il primo e migliore inizio di trattamento che, d’ora in poi dovrà essere soprattutto una strategia di medicina rigenerativa”.
Ma cosa lo ha preoccupato nella ricerca presentata?
“Fra tutti i dati ottenuti quello che più mi ha spaventato il trauma psicologico che subisce la maggior parte di donne con la cellulite, che sono disposte a tutto pur di risolvere il problema che, come è dimostrato, si può risolvere solo con il contributo del paziente: periodica depurazione, movimento e giuste metodiche dopo una precisa diagnosi”.
Cosa è il suo protocollo Vartam?
“E’ un percorso per la cura di cellulite, lipoedema e lipodistrofia dolorosa che inizia con uno schema depurativo alimentare di riposo degli organi associato a piacevoli passeggiate e continua con una precisa diagnosi e l’utilizzazione di qualche seduta di medicina rigenerativa, con microinnesti connettivali e energia luminosa che permettono nuove attività a mitocondri e cellule in un terreno quanto più armonico e fertile: i semi germogliano sempre sul terreno adatto”.
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