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venerdì 19 maggio 2017

IGOR IL RUSSO A Budrio ormai è il far west Scritte horror sui muri: nomi e cognomi di chi uccidere

Budrio, trovate scritte che inneggiano a Igor il russo


di Cristiana Lodi



Che il pluriassassino Igor, come scrive il gip chiedendone (inutilmente) l'arresto, stia «sfidando» la forze dell' ordine «con lucida e criminale determinazione e assoluta spregiudicatezza», suona come un' affermazione piuttosto semplicistica. Così com' è un po' sbrigativo concludere che la rocambolesca fuga del bandito, latitante ormai da quaranta giorni, sia stata «alimentata e favorita» dalle cronache giornaliste che (sempre stando al magistrato), avrebbero «romanzato» e raccontato le sue imprese mortifere a sfondo ladresco, celebrandolo come fosse un soggetto dalle doti «sovrumane».

Insomma Igor il russo, in realtà Norber Feher serbo omicida latitante già dal 2015, scomparso ormai da un mese e mezzo, non sarebbe ancora stato catturato dagli oltre mille militari dispiegati, perché i giornalisti ne seguono e ne raccontano le odiose gesta. Una giustificazione che non rassicura i cittadini. E non soltanto quelli che vivono, lavora e operano in quella parte di Emilia, fra Bologna e Ferrara e Ravenna, dove il serbo ha ucciso. Ormai più di quaranta giorni fa.

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È il primo aprile quando spara al barista di Budrio, Davide Fabbri che ha osato difendersi strappandogli il fucile. Ed è il sabato successivo (giorno 8), quando Norbert Feher fa fuoco contro due guardie volontarie. Ne uccide una, Valerio Verri (pensionato volontario) e ferisce il collega: Marco Ravaglia. Cacciatori di Calabria, militari del Reggimento Tuscania e carabinieri del Gis, lo inseguono senza tregua. Ma da un mese e mezzo, con zero risultati. Chiaro che l'assassino in fuga tema la cella e anche l'ergastolo sicuro. Ovvio che scappi prima di tutto per questo motivo, riuscendoci. Almeno fino a questo momento. Con buona pace di qualsiasi sfida immaginata o supposta da chi lo cerca.

E mentre lui è in fuga, libero di tornare a colpire, c'è chi pensa a proteggersi dal pericolo. Nelle Vali di Campotto (in provincia di Argenta), uno dei tanti siti nel mirino dei militari, scatta il cosiddetto "Piano K", che sta per "Piano Killer". Annullate tutte le gite in campagna, nelle oasi e nelle valli dove lui potrebbe nascondersi. Perché qui, domani, è previsto l' arrivo di 900 bambini a fare festa.

Si chiama "Argenta città bambina", ed è una manifestazione che si rinnova da anni coinvolgendo ragazzini di tutte le età. Chiaro a tutti che con il serbo ancora in circolazione nella zona (così è convinto chi indaga) il rischio esiste ed è anche elevato. Dunque festa blindata. Circoscritta e limitata al centro cittadino.

«Le attività per i piccoli si svolgeranno ugualmente» spiega Giulia Cillani, assessore all'associazionismo di Argenta, «ma invece di essere sparse sul territorio (valli e oasi comprese) si svolgeranno in centro per avere maggiore sicurezza. Tutto sarà concentrato lì, in un' area circoscritta, lontana dalla campagna». Nessun allarmismo, tengono a sottolineare gli organizzatori «non vogliamo diffondere paure infondate» dice infatti l'assessore, « ci atteniamo alle disposizioni concordate ma i giochi, gli espositori, le visite guidate e tutto quello che è "Argenta città Bambina" andrà in scena. Ma con un occhio di riguardo». E magari anche due.

Discorso diverso per la Festa del volontariato prevista per il fine settimana. Ciclopasseggiate in valle convalidate e confermate. «Resterà la programmazione come stabilito dal cartellone» fa sapere Cillani. Niente variazioni nemmeno al museo delle Valli d' Argenta. E nessun cambio di rotta per le le escursioni nelle valli in zona Campotto. E mentre il serbo fugge, i bracconieri usano il suo alias per minacciare chi fa loro la guerra: "Igor, c'è anche ...", hanno scritto con lo spry rosso sulle facciate di cinque casolari. E "... qui ti ci mando" stampato sul muro di un cimiero. Dove i punti stanno per il nome del poliziotto che dà loro la caccia. Come a Igor.

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