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venerdì 19 maggio 2017

Chiara Appendino premier? La mazzata di Beppe Grillo: la gela con una sola frase

Grillo sul candidato premier M5S: "Chi ha già un mandato non può candidarsi"


di Brunella Bolloli



Chiara Appendino si dedichi a Torino, la corsa a premier adesso non fa per lei. Beppe Grillo stoppa le ambizioni della sindaca sabauda e mette nero su bianco la clausola che sbarra la strada a una potenziale competitor di Luigi Di Maio. «Ci tengo a ribadire che nel M5S vige una regola chiara e semplice», scrive il leader pentastellato sul blog, «ogni portavoce eletto porta a termine il suo mandato e durante il suo svolgimento non può candidarsi a svolgere altre cariche». E poi ancora: «Le votazioni per il candidato premier e per i candidati in Parlamento escluderanno, come da regolamento, tutti i portavoce M5S che stanno svolgendo un altro mandato. Chi ha iniziato a fare il sindaco nel 2016 continuerà a farlo fino al 2021».

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Il riferimento, hanno pensato in tanti, non può essere certo alla prima cittadina di Roma, Virginia Raggi, in carica da neanche un anno, sommersa dalle polemiche, e ogni giorno alle prese con le grane della Capitale (ieri l’ennesima ispezione della commissione Ecomafie negli impianti Tmb della città), per cui esclusa già di partenza dalla votazione per decidere chi dovrà essere il candidato del Movimento Cinquestelle alla presidenza del Consiglio.

Invece il nome della Appendino nei mesi scorsi è saltato fuori come aspirante capo di un governo targato M5S. Chiara come anti-Di Maio, lei così meno esposta, meno bruciata, che dosa con il bilancino le apparizioni televisive, zero interviste e scarni comunicati, testa bassa e lavorare, e poi amministra una città di cui tutto si può dire tranne che non funzioni (merito anche delle condizioni in cui la grillina se l’è trovata). Insomma, c’era chi giurava che Davide Casaleggio avrebbe dovuto chiedere a lei di scendere in campo per le prossime Politiche: la carta vincente per attrarre, oltre al popolo pentastellato, elettori trasversali dal centrodestra al centrosinistra come ha fatto alle Amministrative del 2016. Appendino ha pescato qua e là ed è stata eletta con il 54,56% contro il 45 del sindaco uscente Piero Fassino. Non solo. Nelle classifiche di gradimento degli amministratori locali, la juventina Appendino si è piazzata al primo posto e, a parte qualche scivolone sul bilancio e i tentativi di ricorsi delle opposizioni, la situazione di Torino è distante anni luce dai pasticci e dagli scandali romani. Per questo i fedelissimi della piemontese avrebbero spinto per una sua candidatura nell’arena nazionale, cosa che ha fatto infuriare il delfino Di Maio che da tempo da studiando da premier.

Ieri, dunque, è arrivato il fondatore Grillo a rassicurare: «I sindaci facciano i sindaci fino a fine mandato». Cioè fino al 2012. E Grillo l’ha detto proprio nel giorno in cui il vicepresidente della Camera, nonché candidato premier in pectore dei Cinquestelle, si trovava a Torino per l’inaugurazione della Fiera del libro.

Roberto Fico, interpellato sulla vicenda, ha precisato: «Appendino non intende candidarsi premier, non so a chi fosse diretto il post di Grillo». E la stessa prima cittadina, in serata, si è smarcata: «Sono d’accordo con Beppe. Sono la sindaca di Torino e intendo esserlo per i prossimi quattro anni, per rispettare l’impegno preso nei confronti dei torinesi».

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