Fatebenefratelli: la pet therapy ‘entra’ nel reparto di oncologia
di Matilde Scuderi
Due nuovi ‘dottori’ entrano nello staff dell’ambulatorio di oncologia del Fatebenefratelli: si tratta di Pesca e Dafne, due cani di piccola taglia affiancati dall’equipe di psicologi e addestratori dell’Associazione nazionale interventi assistiti con animali (Aniaa) che terranno compagnia ai pazienti in attesa della visita o del trattamento chemioterapico. Questa iniziativa dell'ospedale romano è la prima a portare la pet therapy - co-terapia basata sull'interazione tra paziente e animali che affianca una terapia tradizionale in corso - all'interno di un reparto ospedaliero. Si tratta approccio già sperimentato con successo in Italia nei reparti di pediatria, nelle residenze sanitarie assistenziali, e negli hospice oncologici: il paziente accarezzando e accudendo l’animale, accresce la sua capacità nel prendersi cura degli altri distogliendo l’attenzione dai propri problemi personali e dalle preoccupazioni relative alla malattia e alla terapia che sta affrontando. Ma i vantaggi non si limitano al benessere psicologico del paziente: come si può evincere dai dati della letteratura scientifica oltre ad aumentare la produzione delle endorfine, ossia delle sostanze che migliorano l'umore, il contatto tra paziente e animale migliora alcuni parametri vitali, come la pressione arteriosa; contribuisce al recupero dopo un infarto del miocardio; migliora la risposta immunologica; diminuisce la tensione nervosa e svolge un ruolo efficace per quanto riguarda le terapie anti-stress o antidepressive.
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“Attraverso il contatto con gli animali si vuole favorire un rilassamento corporeo e determinare un riequilibrio dello spazio mentale con una rimozione temporanea di quei pensieri poco piacevoli che fanno parte della vita di tutti i pazienti e in particolare di quelli affetti da tumore. - spiega Domenico Corsi, primario di oncologia del Fatebenefratelli-Isola Tiberina - impegnando il corpo e la mente nel prendersi cura di un animale, la persona ha una riconsiderazione di sé stessa non solo come malato, ma anche come individuo con un proprio valore e un proprio ruolo nelle situazioni che si vengono a creare nel contesto della malattia. Il progetto è stato fortemente sostenuto dalla direzione del nostro ospedale - conclude Corsi - siamo molto entusiasti di questa collaborazione con gli amici a quattro zampe e ci auguriamo che i benefici che la pet therapy ha dimostrato di poter apportare in altre situazioni si verifichino anche nei nostri pazienti. Nell’ottica della presa in carico globale del paziente oncologico che contraddistingue la mission del nostro reparto, spero che questa iniziativa possa contribuire a migliorare il benessere dei nostri malati, almeno nel momento della loro presenza in ospedale”.
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