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lunedì 17 aprile 2017

In Italia ora un nuovo trattamento per l’asma grave nei pazienti adulti

In Italia ora un nuovo trattamento per l’asma grave nei pazienti adulti


di Eugenia Sermonti 



Una patologia cronica diffusissima in Italia, se pensiamo che l’asma interessa oltre 3 milioni di persone e un decimo di queste con asma grave, che può essere controllata ma non guarita. “Uno dei tanto ‘scotti’ da pagare alla nostra vita moderna - spiega il professor Walter Canonica, responsabile del Centro di medicina personalizzata ‘Asma e Allergia’ dell’istituto clinico Humanitas di Rozzano (Mi) - la riprova è nel fatto che per esempio non ne soffrono gli Hamish, popolazione che in America ha rifiutato tutti i simobli della modernità”. Una buona notizia per gli asmatici è che ha ottenuto l’ok anche dalle autorità italiane l’uso di tiotropio Respimat di Boehringer Ingelheim come trattamento broncodilatatore aggiuntivo di mantenimento in pazienti asmatici adulti, che sono in terapia con l’associazione di corticosteroidi per via inalatoria (Ics) e β2 agonisti a lunga durata d’azione (Laba), che hanno manifestato una o più riacutizzazioni gravi nel corso dell’ultimo anno. Si tratta di un broncodilatatore anticolinergico per via inalatoria a lunga durata d’azione, già approvato per il trattamento della broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco), che viene somministrato attraverso l’inalatore Respimat, caratterizzato da un meccanismo di erogazione unico, che produce una fine nebulizzazione, grazie al quale è sufficiente una normale inspirazione per far sì che il principio attivo raggiunga i polmoni in profondità. Una buona notizia perché al momento non ci sono altri rimedi terapeutici appartenenti alla medesima categoria farmacologica dei Long Acting Muscarinic Agonist (Ama) indicati per il trattamento dell’asma.

Gli obiettivi a lungo termine della gestione dell'asma sono il controllo dei sintomi per poter mantenere normali livelli di attività, nonché la riduzione del rischio di peggioramento. Questo è un fattore essenziale per ridurre al minimo il rischio futuro di riacutizzazioni e un progressivo declino della funzione polmonare. “Nell’asma il controllo della sintomatologia è un elemento fondamentale, sia per le possibili conseguenze, quali riacutizzazioni e decadimento funzionale, sia per il forte impatto che la patologia stessa ha sulla qualità della vita del paziente – sottolinea ancora Walter Canonica - Nella comunità medico-scientifica, infatti, negli ultimi anni è aumentata la coscienza che tutti gli interventi utilizzati devono portare alla massima riduzione dei sintomi della patologia. Tuttavia dati nazionali ed internazionali, mettono in evidenza che, oltre il 50 per cento dei pazienti asmatici non è ‘controllato’, con limitazioni nello svolgimento delle proprie attività quotidiane e decadimento della funzione respiratoria”. Questo può dipendere da diversi fattori, tra cui la mancata aderenza alla terapia, “che secondo i nostri dati - aggiunge Canonica - è inferiore al 14 per cento dei pazienti” ma anche da cause intrinseche alla malattia stessa. Vi sono, infatti, soggetti in cui, nonostante la corretta prescrizione e assunzione della terapia continuano ad essere sintomatici. “In questi casi - conclude il professor Canonica - diventa necessario un intervento ‘add-on’ alla terapia di base con Ics + Laba, che oggi può essere rappresentato da tiotropio”.

Un altro elemento importante è che il farmaco svolge diverse azioni che risultano essere molto vantaggiose per il paziente: “Da una parte tiotropio esercita una modulazione del tono broncomotore e una inibizione del rimodellamento della muscolatura liscia - precisa Francesco Blasi, ordinario di Malattie dell’Apparato Respiratorio all’Università di Milano e direttore dell’U.O.C. di Pneumologia presso la Fondazione Cà Granda Policlinico di Milano - dall’altra ha anche effetti antinfiammatori, ed è in grado di inibire il rilascio di citochine, fattori chemiotattici, entrando nelle vie di inibizione del reclutamento degli eosinofili. Tiotropio, inoltre, svolge un’azione molto interessante su quella che è la modulazione della produzione del muco all’interno delle cellule e aumenta la soglia di stimolo della tosse”. “Non si tratta, dunque, solo di una broncodilatazione aggiuntiva (quindi di protezione per le riacutizzazioni) - aggiunge Blasi - ma è un ulteriore fattore di controllo dell’infiammazione delle vie aeree, della iperreattività bronchiale, della tosse e della porzione di espettorato, che migliorano l’andamento della malattia”. Ma ‘quanto’ funziona il farmaco? Secondo gli esperti se somministrato come terapia aggiuntiva a quella di mantenimento con Ics/Laba, abbia migliorato in modo significativo i sintomi dell’asma. Nello specifico, tiotropio Respimat ha ridotto il rischio di riacutizzazioni dell’asma grave del 21 per cento rispetto al trattamento di pazienti sintomatici con Ics + Laba + placebo e diminuito di circa un terzo (31 per cento) il rischio di peggioramento della patologia.

“Un problema di qualità di vita - sottolinea Germano Bettoncelli, medico di medicina generale - perché il paziente asmatico tende ad abbassare progressivamente l’asticella della sua sopportazione dei disagi della patologia considerandoli ineluttabili e riducendo progressivamente le sue esigenze e le attività possibili, mentre una terapia puntuale e l’uso attento dei device può veramente cambiare lo status della patologia”. E la conferma viene anche dal presidente di Federasma Filippo Tesi, secondo cui “l’asma viene considerata una condizione facile da controllare e si può erroneamente pensare che chi vive con i sintomi della malattia possa condurre una vita normale. Invece, circa 1 paziente su 2 continua ad essere sintomatico, nonostante le terapie di mantenimento. Inoltre - conclude Tesi - il peggioramento della sintomatologia incrementa il rischio di andare incontro a riacutizzazioni potenzialmente fatali. Quello che manca oggi non sono i rimedi terapeutici, ma la corretta aderenza agli stessi, che potrebbe migliorare con una più efficace comunicazione tra medico e paziente”. 

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