Chiara Poggi, l'inchiesta-bis su Andrea Sempio va verso l'archiviazione
Chiusa, finita. L'inchiesta-bis sulla morte di Chiara Poggi condotta nelle ultime settimane dalla Procura di Pavia, non ha prodotto risultati. Prove da cercare non ce ne sono più, al pari di testimoni da sentire. Come riporta il quotidiano "Il Giornale", ora il procuratore aggiunto Mario Venditti dovrà tirare le fila delle indagini, ma l'esito appare scontato: archiviazione per Andrea Sempio, sul quale non sono emersi elementi di alcun tipo per cui lo si possa ritenere responsabile in qualche modo della morte della ragazza.
Manca il movente: l'uccisione di Chiara fu un delitto feroce, compiuto da una persona che continuò a colpirla mentre la strascinava già dalle scale della villetta dei genitori. E nessun elemento o fatto è stato trovato, tale da poter trasformare Sempio in una belva. Certo, restano alcuni dettagli, come le telefonate che Sempio fece a casa Poggi nei giorni precedenti la morte della ragazza, il suo post su Facebook nei giorni della condanna di Stasi, di cui era molto amico: "Non dimenticare il nostro segreto". E, ancora, lo scontrino di un parcheggio con la data del giorno del delitto, inspiegabilmente conservato per oltre dieci anni. Certo, non abbastanza per chiedere la revisione del processo a carico di Stasi, cosa che peraltro nemmeno i legali del giovane condannato a 16 anni hanno fatto.
Manca il movente: l'uccisione di Chiara fu un delitto feroce, compiuto da una persona che continuò a colpirla mentre la strascinava già dalle scale della villetta dei genitori. E nessun elemento o fatto è stato trovato, tale da poter trasformare Sempio in una belva. Certo, restano alcuni dettagli, come le telefonate che Sempio fece a casa Poggi nei giorni precedenti la morte della ragazza, il suo post su Facebook nei giorni della condanna di Stasi, di cui era molto amico: "Non dimenticare il nostro segreto". E, ancora, lo scontrino di un parcheggio con la data del giorno del delitto, inspiegabilmente conservato per oltre dieci anni. Certo, non abbastanza per chiedere la revisione del processo a carico di Stasi, cosa che peraltro nemmeno i legali del giovane condannato a 16 anni hanno fatto.
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