"Chiedo scusa a Beppe Grillo": caos a Roma, la Raggi non si dimette
"Chiedo scusa ai romani, al Movimento 5 Stelle e a Beppe Grillo, che aveva sollevato qualche perplessità, ma voglio essere chiara: l'amministrazione va avanti". La sindaca di Roma Virginia Raggi si presenta in Campidoglio a poche ore dall'arresto del suo braccio destro Raffaele Marra e, pur ammettendo le proprie responsabilità nella scelta e nella difesa del funzionario, assicura di non aver alcuna intenzione di dimettersi. Il suo intervento, stringato, è stato accolto con un applauso dai consiglieri dei 5 Stelle.
Marra scaricato - "Abbiamo appreso con sorpresa dell'arresto di Raffaele Marra - ha esordito una tesissima Raggi - per fatti che non riguarderebbero questa consiliatura". Le sue parole sono uno scaricamento totale del suo ormai ex braccio destro: "Il dottor Marra è solo uno dei 23mila dipendenti capitolini. Il mio braccio destro sono i cittadini romani". E ancora: "Marra era già un dipendente di questa amministrazione, ci siamo fidati e abbiamo sbagliato, ora procederemo immediatamente con la sostituzione di Marra".
Sindaca sotto tutela - La sensazione, anzi qualcosa di più, è che da questo momento la Raggi sia entrata completamente sotto la tutela di Grillo e del gruppo romano (l'ex candidato sindaco Marcello De Vito, Roberta Lombardi, Paola Taverna, più gli ultra-critici Roberto Fico e Carla Ruocco) che da settimane premevano per l'allontanamento di quel "Raggio magico" di cui Marra era insieme al capo-segreteria Salvatore Romeo l'esponente più "ingombrante". "Chi sono questi?", le avrebbe chiesto Grillo nell'ultimo faccia a faccia. Una cena carica di tensioni e, alla luce di quanto accaduto, foschi presagi.
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