Sala indagato a Milano, la Raggi rischia a Roma: le mani delle toghe sull'Italia
Il sindaco di Milano Beppe Sala indagato, quella di Roma Virginia Raggi forse ma con sul groppone l'arresto stamattina del suo capo gabinetto Raffaele Marra. Una bufera giudiziaria in 24 ore, aperta dalle perquisizioni della Polizia giovedì mattina in Campidoglio e chiuse con l'ufficialità dell'inchiesta meneghina a tarda serata. E puntuali tornano i sospetti, fondati o meno, di "complotti" e "giustizia a orologeria". Da una parte gli ambienti vicini a Sala tirano in ballo il "clima post-referendum", con la sconfitta di Matteo Renzi. Non è un mistero che Milano sia stata, di fatto, l'ultimo grande successo dell'ex premier alle urne, forse il punto da cui ripartire dopo la caduta, l'ultimo baluardo del renzismo. E di "complotto" parlano senza mezzi termini molti grillini (Beppe Grillo definisce "bufale" le accuse alla giunta capitolina): se Milano è la città da cui Renzi vuole rialzarsi, Roma è quella da cui il Movimento 5 Stelle vuole spiccare il volo verso Palazzo Chigi e una amministrazione già in difficoltà pratica difficilmente sopporterebbe un colpo giudiziario. Di sicuro c'è solo una cosa: dopo la giornata di ieri M5S e Pd rischiano di essere molto più deboli.
Sala si autosospende - Su Sala gravano le ombre di Expo, di cui era commissario e per cui ora è accusato di falso ideologico in relazioni ai lavori della "Piastra", l'appalto più rilevante dell'esposizione universale del 2015. La Procura ha chiesto altro tempo perché l'indagine potrebbe allargarsi. L'inchiesta va avanti da tempo, nel 2012, e secondo i più maliziosi era stata "congelata" o perlomeno rallentata in concomitanza con le elezioni della scorsa primavera. Sala, dopo una telefonata con il premier Paolo Gentiloni, ha deciso di "autosospendersi" perché "con l'onestà non si scherza, non ci sto a farmi schiacciare". I poteri passano ora alla vicesindaca Anna Scavuzzo, giovane renziana.
Perché la Raggi rischia - Al di là dell'arresto di Marra (inchiesta non correlata) anche le indagini romane vanno avanti da mesi ma l'impressione è che, dopo l'accelerazione, la posizione della sindaca ora sia più traballante. Tutto nasce dall'esposto dell'ex capo gabinetto della Raggi, Carla Raineri e nel mirino dei magistrati ci sono proprio le nomine della Prima cittadina e i relativi compensi. Nel dossier consegnato ai colleghi dal magistrato Raineri si intuisce l'ipotesi di accusa per la Raggi: abuso d'ufficio per la nomina di Salvatore Romeo (capo dello staff) e per il modo in cui è stata allontanata la stessa Raineri. Tutto questo a poche ore dall'allontanamento della giunta dell'assessora Paola Muraro, anche lei indagata.
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