MEDICINA DELLO SPORT Bambini asmatici e attività fisica "Niente ansie, lo sport è benefico"
di Fabio Sermonti
Asma e sport? Si grazie. Quando questa patologia, che colpisce tra il 5 e 10% della popolazione pediatrica, è tenuta sotto controllo lo sport è benefico per la salute e può essere praticato persino a livello agonistico. Previa, ovviamente, valutazione funzionale e certificazione del medico dello sport. Basti pensare che una percentuale di atleti asmatici compresa tra il 4.2 e il 7.7 % ha partecipato alle diverse edizioni dei giochi olimpici tra il 2002 al 2010, e tra questi atleti, dal 5.4 al 15.6 %, hanno vinto una medaglia. L’attività fisica migliora l’efficienza cardiorespiratoria e previene l’insorgenza di sovrappeso o obesità, ansie e paure dei genitori non dovrebbero porre inutili limitazioni alla pratica sportiva perché il vero rischio per la salute è rappresentato dalla sedentarietà, avvertono gli specialistici della Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica (SIAIP). Spiega la professoressa Marzia Duse, presidente SIAIP e direttore del Servizio di Immunologia e Allergologia Pediatrica dell’Università ‘La Sapienza’ di Roma: “Sovrappeso e obesità registrano percentuali importanti tra i bambini asmatici. Questi fattori, da un lato, possono aggravare la sintomatologia dell’asma e, dall’altro lato, possono predisporre all’insorgenza di malattie dell’età adulta, quali diabete, osteoporosi, rischi cardiovascolari e asma stessa. Uno stile di vita corretto, che contempli una regolare attività fisica, è importante per tutti i bambini, ma lo è, per questi motivi, ancor di più per i bambini asmatici. La promozione dell’attività fisica e dei corretti stili di vita in età evolutiva per la prevenzione delle malattie respiratorie croniche è un obiettivo molto importante condiviso con la Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI)”.
Decisivo è il ruolo dei genitori. Genitori iperprotettivi sono ostacolo alla pratica sportiva. Questo è uno degli aspetti presi in considerazione da una recentissima revisione sistematica della letteratura scientifica sulla relazione tra asma, sovrappeso ed effetti dell'attività fisica in età evolutiva (Annals of Epidemiology, 2016;7:504-510) che ha comparato 75 studi condotti tra il 2000 e il 2014. Sebbene non sia stata ancora del tutto chiarita la correlazione tra asma e obesità, l’attività fisica risulta essere un fattore in grado di incidere su questa correlazione e di avere un impatto positivo sulla salute nei bambini e negli adolescenti. Ciononostante, conclude la ricerca, le paure dei genitori su possibili effetti secondari dell’asma rimangono i principali ostacoli alla pratica dell’attività sportiva. A conclusioni simili giunge uno studio italiano effettuato su 195 bambini asmatici e 205 controlli, presso il Dipartimento di Pediatria dell’Università di Roma ‘La Sapienza’ in bambini che afferivano al Servizio Medicina dello Sport. I risultati della ricerca sono stati presentati al congresso dell’American Thoracic Society nel 2015 (Am J RespCrit Care Med 191,2015,A3364). “Anche da noi i genitori tendono a considerare allergia e asma come una barriera allo svolgimento di una regolare attività fisica – afferma Giancarlo Tancredi, tra gli autori dello studio e responsabile del Servizio di Medicina dello Sport del Dipartimento di Pediatria de ‘La Sapienza’ Università di Roma – Ad esempio solo il 21 % dei bambini asmatici esegue una visita specialistica allo scopo di conseguire il certificato di idoneità sportiva agonistica (necessario di solito dopo i 12 anni), nel resto dei casi la valutazione funzionale è finalizzata solo a monitorare lo stato di salute. Numeri ben diversi (79 %) si registrano tra i bambini che non hanno asma e allergie. Un altro dato da sottolineare è che la percentuale di soggetti sovrappeso e obesi è del 32.5 % nei bambini asmatici rispetto al 21.1 % dei controlli”.
Come scegliere lo sport più adatto. “I bambini asmatici possono praticare la maggior parte degli sport. La regola più importante è rispettare le attitudini e le inclinazioni dei bambini che devono naturalmente contemperarsi con le esigenze economiche e logistiche della famiglia. In generale sono sconsigliati solo gli sport estremi in cui il bambino o l’adolescente può essere soccorso con difficoltà (parapendio, deltaplano), le immersioni subacquee in profondità e le attività svolte in ambienti fortemente inquinati” aggiunge Tancredi. L’aspetto più importante da considerare è che l’asma deve essere tenuta sotto controllo. A questo proposito oltre ad assicurare l’aderenza alla terapia è bene far sì che il bambino sia seguito da un lavoro di squadra tra genitori, pediatra (o specialista curante) e istruttori i quali devono essere informati sulle condizioni di salute del bambino, sulle norme comportamentali e terapeutiche utili a evitare la crisi asmatica e, in caso di insorgenza, sulle azioni da adottare.
I consigli per praticare in sicurezza l’attività sportiva
1) Rispettare le terapia prescritta del medico per tenere sempre sotto controllo l’asma;
2) È sempre opportuna una fase di riscaldamento precedente l’attività fisica ed è preferibile la respirazione attraverso il naso, perché riduce il contatto con gli allergeni;
3) L’attività sportiva va praticata in ambienti poco inquinati e con bassi livelli di concentrazione allergenica (acari, pollini);
4) Evitare di praticare attività sportive nelle fasce orarie più calde anche per la presenza di ozono;
5) Evitare discipline sportive che si svolgono in situazioni ambientali sfavorevoli (come ad esempio l’esposizione ad aria fredda e secca) sport estremi e immersioni subacquee;
Non praticare attività sportiva in presenza di sintomi (tosse, sibili, affanno) e durante la crisi d’asma.
I cinque falsi miti su asma e sport
1) I bambini asmatici possono praticare solo il nuoto
Falso. E’ una credenza che appartiene al passato. I bambini asmatici possono praticare la maggior parte degli sport anche a livello agonistico. Sono sconsigliati gli sport estremi.
2) I bambini asmatici non possono fare sport a livello agonistico
Falso. Un bambino asmatico può praticare attività fisica a livello agonistico previa valutazione funzionale e certificazione del medico dello sport. Basti pensare al nuotatore Mark Spitz (sette medaglie d’oro alle olimpiadi di Monaco di Baviera nel 1972), o all’atleta etiope Haile Gebrselassie, recordman mondiale per la maratona a Berlino nel 2007 e vincitore di sei medaglie d’oro.
3) Lo sport può far venire l’asma da sforzo
Falso. L’attività fisica può scatenare l’asma da sforzo (tosse, sibili, affanno, senso di costrizione al torace) e può far pensare ai genitori che il bambino asmatico non debba fare sport. In realtà, questa condizione è un indice di uno scarso controllo dell’asma. Per questi motivi lo sport si può svolgere dopo aver prescritto una corretta terapia per l’asma e l’asma sia sotto controllo.
4) Il cloro delle piscine aggrava i sintomi dell’asma
Falso. Benché alcuni studi condotti su nuotatori di élite e operatori delle piscine abbiano rilevato che il cloro contenuto nelle piscine può aumentare l’iperreattività bronchiale ed il rischio di asma, una revisione sistematica della letteratura indica che il nuoto è ben tollerato nei bambini e negli adolescenti con asma stabile, migliora la funzionalità respiratoria e la fitness cardiopolmonare (Cochrane Database Syst Rev. 2013).
5) I farmaci per la terapia dell’asma, salbutamolo e corticosteroidi per via inalatoria (CSI), sono doping.
Falso. Negli atleti asmatici il salbutamolo somministrato per via inalatoria fino ad un dosaggio giornaliero di 1600 mcg ed i CSI non costituiscono doping. È vietato l’uso degli stessi farmaci per via sistemica o dosaggio elevato (salbutamolo>1600 mcg/die).
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