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martedì 27 settembre 2016

Vince il "no" al referendum? Rimpasto C'è un trombato sicuro (è clamoroso)

Referendum, se vincono i "no" scatta il rimpasto di governo



Questione di ore, per la data del referendum istituzionale. Il Consiglio dei ministri dovrebbe decidere entro la giornata di oggi, con la scadenza più gettonata che è quella del 4 dicembre. Tempo ce n'è. Ma sia a Palazzo Chigi sia al Quirinale si stanno studiando i possibili scenari qualora a prevalere dovessero essere i "no". Non solo per quanto riguarda la legge elettorale, sulla quale pure il dibattito è già iniziato. Ma soprattutto per quanto riguarda le sorti del governo. Essendo assai improbabile, se non fuori discussione, che in caso di "no" si apra una crisi tale da portarci alle elezioni nei primi mesi del 2017 (e quindi con un anno di anticipo rispetto alla naturale scadenza della legislatura), si parla di un governo "di scopo" di larghe intese che lavori, tra le altre cose, a una nuova legge elettorale in vista proprio del 2018.

Ma anche in una diversa ipotesi, sarà difficile che l'esecutivo possa proseguire per il successivo anno e mezzo con la formazione attuale. E, secondo quanto riporta il sito affaritaliani.it, il capo dello Stato Sergio Mattarella potrebbe essere favorevole all'ipotesi di un rimpasto, col governo che dunque non si aprirebbe a nuove forze politiche, ma si darebbe una diversa configurazione. Sarebbe la soluzione più agevole da un punto di vista prettamente pratico. Il nome su tutti che proprio non potrebbe non saltare, essendo legato proprio alle riforme bocciate da un "no", sarebbe quello di Maria Elena Boschi. Ma, sempre secondo affaritaliani.it, un Renzi-bis vedrebbe saltare altre teste eccellenti, come quella del ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti (in quota Unione di centro), della ministra della Salute Beatrice Lorenzin (in quota Ncd), travolta dalle polemiche sul Fertility Day e dintorni, e del ministro della Pubblica Istruzione Stefania Giannini (ex Scelta civica e ora Pd). Resterebbero invece al loro posto il titolare degli Interni e leader del Nuovo centrodestra, Angelino Alfano, il ministro della Giustizia Andrea Orlando (Pd) e quello dell'Economia Pier Carlo Padoan (tecnico).

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