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giovedì 1 settembre 2016

D'Alema spietato, guerra anti-Renzi Ha fatto boom: ecco cosa succederà

D'Alema ha fatto boom: cosa sta per succedere



Stavolta i gufi erano tutti contro Massimo D'Alema che, stando ai pronostici renziani, sarebbe stato accolto dal clima ostile delle Feste dell'Unità nel suo tour per promuovere il No al prossimo referendum costituzionale. E invece Baffino ha sbaragliato ogni pronostico, raggiungendo il picco del suo successo nella sua prima tappa in Sicilia. Quando è arrivato a Catania per l'ex ministro degli Esteri è stato tutto uno stringere mani, posare nei selfie e pacche sulla spalla da militanti entusiasti. Quando poi è partito il dibattito con il ministro degli esteri Paolo Gentiloni, è stata la mossa del moderatore Claudio Cerasa, direttore del Foglio, a decretare il vincitore morale della serata. Cerasa ha chiesto al pubblico presente di alzare la mano in base al voto che avrebbero espresso al referendum, risultato? Netta vittoria dei No, proprio là nel cuore del Pd siciliano sul quale il premier conta tanto.

Gentiloni ha cercato di mettere una pezza, ma finisce per inguaiarsi più di prima: "Una spaccatura non conviene neppure a D'Alema - ha detto il ministro - Se vorrà si presenterà al congresso contro Renzi". Baffino sembrava non aspettare altro: "La lettura del referendum: 'volete me o D'Alema', l'ha data Renzi. Io non cerco poltrone: mi sono dimesso da presidente del Consiglio dopo aver perso elezioni in modo meno catastrofico di Renzi".

Si prenda anche per vera che D'Alema voglia tenersi lontano da poltrone di partito, per ora, ma di certo il suo piano per abbattere l'attuale segretario sembra sempre più chiaro. La marcia è partita facendo le pulci sulle riforme più delicate, almeno per i partiti, a cominciare dall'Italicum, la legge elettorale: "Se la Corte costituzionale bocciasse una legge elettorale su cui il premier ha messo la fiducia, una qualche riflessione su come questo Paese è governato credo meriterebbe di essere fatta".

Le bordate contro Renzi nella serara catanese non mancano. Come quando lo rimprovera di essere diventato: "un politico normale, anche sulla lottizzazione della Rai", che vuole cambiare la Costituzione "senza aver vinto le elezioni, con una maggioranza raccogliticcia", che ha perso "un milione di voti e molti hanno scelto Cinque stelle contro di lui, non perché amino Grillo".

Il giro da nord a sud dell'ex premier non conosce sosta. Dopo la Sicilia, tornerà a Roma dove lo aspetta un confronto con un altro renziano di ferro, l'ex candidato sindaco Roberto Giachetti. D'Alema va avanti come un rullo compressore, prepara le sue controriforme e di sicuro venderà cara la pelle prima, durante e dopo il voto referendario. Poi chissà, se esiste vita dopo il Pd, lo dirà solo il tempo.

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