Mercalli cacciato dalla Rai. Pazzesco sfogo: "La manina di..
Nella nuova Rai non c'è spazio neppure per Luca Mercalli, il climatologo di Che tempo che fa a cui Viale Mazzini aveva affidato Scala Mercalli. Il suo programma è stato cancellato da Rai Tre. Anche lui una vittima del "giro di nomine", anche se nessuno, o quasi, ne ha parlato: tutti erano concentrati a sezionare i casi di Bianca Berlinguer, Massimo Giannini e Lillo & Greg. Ma tra gli epurati c'è anche lui. E Mercalli, in un'intervista a L'Espresso, picchia durissimo contro Viale Mazzini, spiegando quelle che, secondo lui, sono le vere ragioni dell'allontanamento.
La notizia della cacciata, premette, "era nell'aria già da qualche mese. Il nostro programma ha bisogno di una preparazione lunga, serve molto tempo per organizzare i documentari in giro per il mondo. Di solito a giugno sapevamo già quando sarebbe iniziata la nostra stagione, ma stavolta nessuno ci ha comunicato nulla. Poi, un paio di settimane fa, ho ricevuto la telefonata del dirigente Rai a cui faccio riferimento...". La trasmissione? Non viene confermata. E la direttrice di rete Daria Bignardi, per inciso, non si fa sentire: "Non mi ha chiamato, non ci ho mai parlato in vita mia".
Quando gli si chiede come la Rai abbia motivato la chiusura, Mercalli spiega che "non me l'hanno spiegata. Anche perché era difficile da spiegare", anche perché il programma "attirava un milione di spettatori in media ogni sabato sera". E allora perché lo hanno chiuso? "Abbiamo trattato argomenti che sono scomodi per qualsiasi governo, e il governo Renzi non fa certo eccezione. Basterebbe dire che siamo andati contro le trivelle e le grandi opere, e a favore di un'agricoltura sostenibile". Un accusa molto circostanziata, quella del climatologo.
Quando gli si chiede cosa pensi di questa nuova Rai, premette che "ho sempre creduto fortissimamente nel servizio pubblico", ma "oggi faccio sempre più fatica a riconoscermi in questa Rai". Nessuna autocritica, però: "Se ho sbagliato qualcosa? Non credo. Ho fatto solo le mie scelte, prendendomi le mie responsabilità. È chiaro che sarei stato un ingenuo a pensare che non avrei sollevato un polverone con la puntata sui No Tav. Ma ci siamo sempre affidati a un metodo scientifico, un metodo da Pulitzer, da giornalismo d'inchiesta. Questi sono i fatti, ora se ci riuscite confutateli".
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