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martedì 28 giugno 2016

I genitori non pagano la retta scolastica, alunni vanno a piedi...

I genitori non pagano la retta scolastica. Mensa sì, ma gli alunni vanno a piedi



Genitori morosi e bambini esclusi dalla mensa scolastica. Questa la soluzione adottata in molti Comuni per costringere i genitori inadempienti a pagare le rate alla scuola. La sindaca leghista di Ello, in provincia di Lecco, ha trovato un altro modo. Il pranzo non sarà tagliato, ma rimarranno a piedi. “Ai bambini che non pagano continueremo a dar da mangiare, ma non potranno più salire sullo scuolabus - ha spiegato la prima cittadina Elena Zambetti, 61 anni - Nessun bambino sarà mai lasciato a digiuno, o discriminato impedendogli l’accesso alla mensa. Mangiare è un loro diritto e i bambini non hanno colpa né delle difficoltà, né dei comportamenti dei genitori. Però negheremo loro il pullmino scolastico, perché riteniamo che i genitori che non pagano debbano provvedere ad accompagnare i figli all’asilo con i propri mezzi”.

La misura, che ha ricevuto il plauso degli altri genitori, scatterà a settembre. Un tentativo per contrastare i “furbetti della mensa scolastica”. “Negli ultimi mesi alle famiglie inadempienti abbiamo scritto quattro lettere di sollecito. Risultato? Nessuna risposta - racconta la sindaca - Allora le abbiamo convocate in Comune e abbiamo proposto loro una rateizzazione. Hanno detto ancora no. Eppure sono genitori che lavorano regolarmente. Non versano quindi in situazioni di povertà. Tanto che sono famiglie sconosciute sia ai servizi sociali che alla Caritas. Semplicemente sono furbi, sanno di poterlo fare e lo fanno. Ma causano un ammanco nelle casse municipali e, soprattutto, un’ingiustizia verso coloro che pagano”.

La scuola materna di Ello, l’unico asilo pubblico della zona, ospita 50 bambini. Da mesi, il 10 per cento dei genitori degli alunni non versa la retta, senza fornire giustificazioni, nonostante le ripetute sollecitazioni. Siccome i morosi sono tutti figli di extracomunitari che non risiedono a Ello, per loro la tariffa di 100 euro al mese comprende, oltre al buono pasto, anche il servizio di scuolabus. La sindaca spera che il taglio del trasporto spinga i genitori morosi a rimettersi in regola. “È un ammonimento per frenare il diffondersi delle insolvenze, che purtroppo sono in crescita e non possiamo più tollerare” ha commentato Zambetti.

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