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martedì 28 giugno 2016

Brexit, la banca (italiana) rovinata Ecco l'istituto che rischia più di tutti

Brexit, la banca rovinata: l'istituto che rischia più di tutti



Dopo la Brexit e il tracollo sui mercati dello scorso venerdì, per Piazza Affari si delinea una nuova giornata di passione: dopo un avvio piatto, il listino è pesantemente tornato in negativo. Nel mirino, come è noto, il comparto bancario. Per il governo e per Bankitalia quella di oggi è una giornata decisiva: bisogna comprendere se sarà necessario intervenire e come prima che il sistema bancario venga destabilizzato o, peggio, compromesso.

E un piano per tentare di arginare l'emergenza ci sarebbe già. Il governo intenderebbe muoversi con risorse finanziarie proprie, dunque senza far ricorso allo strumento dello European Stability Mechanism, più prosaicamente detto il fondo salva-Stati (per ricorrervi, oltre a sottomettersi ad ulteriori condizioni-capestro imposte da Bruxelles, è necessario chiedere l'attivazione del programma). Un funzionario dell'Unione europea citato da Repubblica ha spiegato che "se le banche perdono un altro 20%, la situazione diventa pesante". E, dunque, si dovrà intervenire. Il timore è che il crollo del mercato azionario possa provocare dubbi sulla solidità del sistema. 

I vertici di Bankitalia, ministero dell'Economia e Consob si sono già incontrati la corsa settimana per stabilire una possibile modalità d'intervento. Dall'incontro sarebbe emerso anche l'identikit che, ora come ora, rischia più di tutti gli altri: si tratta del Monte dei Paschi di Siena. La banca, ancora tramortita dai recenti scandali, per gli effetti collaterali della Brexit potrebbe subire il proverbiale colpo di grazia. L'obiettivo del possibile intervento, dunque, è quello di sgravarne i bilanci dal peso dei crediti deteriorati, o rafforzarne il capitale con un intervento straordinario.

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