Altro che ottanta euro: Renzi fa cassa coi pensionati, ecco la mazzata in arrivo
di Antonio Castro
Il governo non dimentica i pensionati. Non dimentica - di certo - di tosarli. Di sicuro con una spesa previdenziale/assistenziale di oltre 272 miliardi l' anno il governo ha gioco facile a cambiare (ridurre) qualche decimale per racimolare milioni. E così nel Programma nazionale delle riforme (che accompagna il Documento di economia e finanza), a pagina 8 fa capolino la fregatura previdenziale. O meglio la proroga della fregatura già rifilata dal governo Letta, e prima ancora da Monti e addirittura da Tremonti. Scrive il Tesoro: «È prevista in via temporanea (temporanea dal 2008 circa, ndr), una proroga delle disposizioni decise per il triennio 2014-2016 in materia di revisione del meccanismo di indicizzazione dei trattamenti pensionistici superiori a tre volte il minimo (circa 1.510 euro, ndr), con un risparmio di spesa - al netto degli effetti fiscali - che ammonta a circa 355 milioni nel 2017 e circa 750 milioni nel 2018».
Tradotto in soldoni non adeguando (per l' ennesima volta), le pensioni superiori ai 1.500 euro al mese al costo della vita (inflazione che non c' è), il governo risparmierà nei prossimi 24 mesi oltre 1 miliardo. E poco importa se chi incassapoco più di 1.500 euro al mese proprio un nababbo non è. E poco importa che sul pasticcio già piovono ricorsi e il governo è già dovuto intervenire nei mesi scorsi con un decreto contentino. Però quel miliardo di risparmio comunque deve far comodo e quindi si ripropone questa limatura dei trattamenti pensionistici.
Ma c' è dell' altro: per far vedere che il governo taglia le spese, il Pnr indica agli enti nazionali di previdenza e assistenza (come l' Inps, ma non solo), di ridurre «le spese correnti (...) per almeno 53 milioni nel triennio 2016-2018».
Il che potrebbe anche andare bene se non fosse che l' Inps da anni avverte che continuando a ridurre il budget si rischia di andare ad intaccare i servizi ai cittadini. Che già impazziscono abbondantemente per districarsi nel rapporto con l' ente previdenziale.
Mentre si taglia con una mano, con l' altra si fa finta (a chiacchiere) di promettere qualcosa. Appare sempre più complicato - come dimostra il fantomatico piano per elargire gli ormai famosi 80 euro anche al popolo dei pensionati al minimo (2,2 milioni sotto i 510 euro, 3,5 sotto i 580 euro al mese) - dare seguito alle promesse. Renzi - nell' angolo mediatico per i contraccolpi del lo scandalo petroliferio in Lucania - si è fatto prendere la mano, salvo poi accorgersi che per mantenere la promessa fatta via facebook servivano 3 miliardi l' anno. Tanti, moltissimi, sicuramente troppi considerando lo stato ordinario delle finanze pubbliche e, soprattutto, che il Pil il prossimo anno crescerà solo dell' 1,2% (il governo aveva assicurato che sarebbe volato oltre l' 1,6%). Giuliano Poletti ieri è tornato a ventilare gli 80 euro, salvo poi precisare che se «sarà possibile con la sostenibilità dei conti». Ma il Def stesso dimostra che i conti non saranno proprio brillanti.
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