Forza Italia gli dà il "colpo di grazia". Siluro su Bertolaso: c'entrano i soldi
(P.E.R.)
Il centro della spaccatura resta la città di Roma, dove Guido Bertolaso si è fatto riconfermare «fiducia» e restano in campo sia Alfio Marchini che Giorgia Meloni. Ma chi pensava che questa fosse la settimana del chiarimento, si è dovuto ricredere: «Ne riparleremo più avanti. Anche se non so dove finiremo con alleati come lei e Matteo Salvini...», si è sfogato ancora ieri l’ex premier.
Il leader di Fi e quello della Lega non si vedranno prima di giovedì o venerdì prossimo e, nel frattempo, gli azzurri andranno avanti col loro candidato di bandiera. “Di bandiera” per modo di dire, visto che l’ex capo della Protezion e civile ha spedito una email a tutti i parlamentari azzurri chiedendo loro di partecipare ad una cena di finanziamento della campagna elettorale, di prenotare posti in tavola da centinaia di euro ciascuno e hanno risposto in pochissimi. «Innanzitutto quale organo del partito ha mai deciso che il candidato dovesse essere lui e, soprattutto, perchè mai dovremmo finanziare un candidato che sarà inevitabilmente perdente?», si sfoga un senatore di Fi, che ha «fatto finta» di non ricevere la convocazione.
Nessuno si sbilancia per chiedere ufficialmente di ritirare il candidato e convergere sulla leader di Fdi, specie perché l’unico che aveva ventilato l’ipotesi di una convergenza sull’ex ministro, cioè il governatore della Liguria Giovanni Toti, è stato bollato ieri come “scissionista”. «Quante fantasie», ha commentato il consigliere politico del Cavaliere, cui hanno fatto eco altri dirigenti azzurri come Maria Stella Gelmini e Paolo Romani, tutti pronti a ribadire la «centralità» della figura del leader Fi nella «costruzione» di una alternativa al governo. «Più ci attaccano e più siamo uniti e infatti i sondaggi ci danno in crescita costante», riassume la responsabile comunicazione Deborah Bergamini, che smentisce divisioni o perplessità sulle ultime scelte fatte dal leader della coalizione.
«Sono e resterò candidato sindaco», ha deciso di mettere nero su bianco, con un “post” su Facebook, l’ex capo della Protezione civile. È lui a lanciare - previa consultazione col Cavaliere, ad Arcore - una frecciatina contro i «professionisti della politica e del bla bla bla» a cui lascia «le chiacchiere e la costruzione di fantomatici retroscena». Qualcuno è arrivato ad ipotizzare che il medico potrebbe rimanere in campo anche da solo, senza nemmeno la lista di Fi sotto al suo simbolo. Proprio questa mattina il candidato incontrerà i dirigenti romani della creatura berlusconiana e raccoglierà le segnalazioni di candidati al consiglio comunale o aspiranti tali. Un senatore che ha sentito il Cavaliere e lavora per la “ricostruzione”, ieri sembrava però molto pessimista: «Berlusconi è convinto che del leader della Lega non ci si può fidare, che lui lo provochi». Non vanno meglio le cose con la leader di Fdi, nonostante le telefonate di Ignazio La Russa e il lavoro che sta facendo nella Capitale l’ex candidato di bandiera, Fabio Rampelli. «Vediamo, aspettiamo», ha tagliato corto l’ex premier.
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