Forza Italia, tregua tra Silvio Berlusconi e Denis Verdini: libertà di coscienza in aula, ma no al voto di fiducia a Matteo Renzi
Tanto tuonò che scoppiò la pace tra Silvio Berlusconi e Denis Verdini. Più precisamente una tregua, sancita dopo un lungo e intenso faccia a faccia partito a cena e finito a notte fonda con al tavolo anche i mediatori Gianni Letta e Fedele Confalonieri. Da più parti pronosticavano una nuova scissione da Forza Italia, ma a differenza del caso Fitto, quello del senatore toscano ha saputo mantenere agli occhi di Berlusconi una sua legittimità ripagata con un parziale perdono. Come racconta Paolo Emilio Russo su Libero, nel corso della serata i toni si sono anche alzati, che i due si fossero sempre detti schiettamente le cose in faccia non è una novità. Ed è proprio questo dettaglio che probabilmente ha tenuto integro il legame e scampato la rottura. Verdini ha cercato di evitare polemiche pubbliche che "fanno il male del partito", è stato il mantra di Berlusconi davanti alle convention dei Ricostruttori fittiani.
La trattativa - Verdini ha usato tutte le carte che poteva giocarsi per far capire a Berlusconi che stavolta faceva sul serio. Ha minacciato la formazione di gruppi autonomi alla Camera e al Senato, ammettendo però di non voler proseguire quella strada intenzionato come è a guadagnare spazio di manovra. Così ha ottenuto una sorta di "libertà di coscienza" su determinati temi che potranno portare parlamentari azzurri a votare provvedimenti del governo di Matteo Renzi. Se questi gesti non "danneggeranno l'immagine del partito", Berlusconi non avrà nessuna intenzione di intervenire. Con un solo limite: "Certo - ha chiarito - la situazione cambierebbe se qualcuno dovesse votare la fiducia; non ci saranno nuovi Patti del Nazareno".
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