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lunedì 13 ottobre 2014

Berlusconi: Renzi sta in piedi grazie a traditori eletti con noi

Berlusconi: Renzi sta in piedi grazie a traditori eletti con noi 

di Francesco Cramer 




Berlusconi torna a usare toni combattivi in una telefonata a Saint Vincent per il seminario del «governo ombra» di Gianfranco Rotondi. «Non siamo in una vera democrazia», denuncia serio. Anche se poi, in privato, riconosce le notevoli doti di Renzi: «È in gamba e devo ammettere che è stato anche bravo: ha convinto i senatori a suicidarsi», dice parlando delle riforme con cui si cancella il Senato elettivo. E sul bonus degli 80 euro ci scherza su ma mica tanto: «L'avessimo fatto noi ci avrebbero indagato per voto di scambio». Questo in privato.

Sotto i riflettori e ai microfoni di Saint Vincent, tuttavia, il Cavaliere suona la carica della riscossa: «Siamo veramente in una situazione molto lontana da una situazione normale di democrazia: siamo governati da un Parlamento dichiarato illegittimo dalla Corte costituzionale e da un governo non eletto dal popolo». Denuncia irregolarità in cabina elettorale anche all'ultima tornata: «La maggioranza uscita dalle ultime elezioni politiche è prevalsa su di noi solo per lo 0,32%, cioè 130 mila voti che siamo sicuri che non corrispondevano al risultato vero dell'elezione». Al di là dei numeri, il governo è fragile e «in Senato è tenuto in piedi da 32 senatori che erano stati eletti dai nostri elettori». Chiaro riferimento agli alfaniani con cui in queste ore non corre buon sangue.

Berlusconi si scaglia anche contro «l'uso politico della giustizia» che è stato fatto e contro «la procedura istituzionale che in Senato ha calpestato diverse leggi e che ha allontanato dalla politica il leader di centrodestra». Era da tempo che non parlava del verdetto Mediaset: «È una sentenza paradossale ma sono certo che sarà presto cancellata dalla Corte europea dei diritti dell'uomo», dice ammettendo che «sto soffrendo moltissimo delle restrizioni che mi sono state imposte». Denuncia: «Ho avuto un trattamento che mai nessuno ha subito in una democrazia: in vent'anni - ha detto - mi hanno fatto di tutto, hanno attentato alla mia serenità, al mio tempo, alla mia famiglia, alle mie aziende, al mio patrimonio, ai miei diritti politici perché io non posso votare e non posso essere votato ed infine anche alla mia libertà».

Berlusconi è ferito ma per nulla domo: «Siamo in campo per la riscossa, per costruire una nuova Forza Italia e un nuovo centrodestra vincente. Questa, cosa volete, è la mia follia... Siamo ancora in campo, decisi a combattere per il nostro Paese». Quindi parla del partito: «È indispensabile un'inversione di marcia, siamo al lavoro per costruire una nuova Forza Italia». Priorità: «Superare la scissione dei parlamentari che sono stati eletti nelle nostre fila e hanno tradito il mandato degli elettori». Tira le orecchie alla truppa: «I nostri non sanno vendere il marchio che hanno in casa e ovviamente sto parlando del signor Berlusconi», scherza. Ma poi torna serio immaginando un nuovo 1994: «Dobbiamo essere consapevoli che siamo ancora di gran lunga il primo partito del centrodestra. Siamo ancora in campo». Follia? Sul tema dà vita a un siparietto con Rotondi, dopo aver ripercorso la sua carriera politica, dalla discesa in campo ad oggi: «caro Rotondi sei un po' pazzo anche tu...». E l'ex ministro replica con una battuta: «Che io sia pazzo è accertato...».

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